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Autore: CharlieMadison1    19/07/2012    1 recensioni
«Ma non avevi comunque capito che io ti amavo.» Riprese con tono solenne.
«Hai usato il passato.» Sottolineai «E' giusto che sia così, stai con Ran e ami lei. Va bene, Shinichi puoi andare a casa.»
«Rischiando che tu ti uccida?»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mistakes.




Capitolo 4.
Se tutto questo era un sogno, o meglio dire un incubo, che qualcuno mi svegliasse, immediatamente. Perché era il peggiore che io stavo vivendo in quel preciso istante.
La pistola nera lucente di Vermouth stava puntando su Shinichi che si era piazzato davanti a me per proteggermi.
«Tutto questo tempo per trovarci?» Cominciò Shinichi provocandola.
«Meglio tardi che mai.» Rispose lei assottigliando lo sguardo. «Sai, Kudo. Se non mi avesti sparato quella volta, probabilmente adesso ti risparmierei. Ma dato che non voglio più avere impicci. Ti tolgo di mezzo, detective.»
«Vuoi davvero uccidermi senza avere il piacere di farmi soffrire?» Shinichi stava giocando d'astuzia ma sapevo che non avrebbe funzionato.
Vermouth era molto più scaltra e sicuramente non avrebbe voluto perdere tempo nell'uccidere due mocciosi disarmati, per giunta.
«Non cercare di guadagnare tempo. Ti permetterò di esaudire un solo ultimo desiderio, e poi ti farò fuori.»
«Lascia andare Ai.» Disse con tono solenne. «Lasciala andare.» Continuò fissando negli occhi la bionda.
Vemouth sospirò e alzò lo sguardo verso la soffitta. Una fragorosa risata si sentì echeggiare nell'enorme stanza.
«Ma non era mora la tua bella?» Esclamò tagliente.
Shinichi abbassò il viso.
«Anche lei è importante. Quanto lo è Ran.»
Vermouth rise ancora più forte: «Sei patetico.»
Uno strano rumore echeggiò nella sala. Il silenzio calò immediatamente e Vermouth si voltò verso la porta. Rimase con gli occhi sgranati quando si accorse che nessuno poteva entrare.
«Che diavolo sta succedendo!» Urlò. «Voi, avete chiamato sicuramente qualcuno!» Esclamò.
«Hai paura, Vermouth?» Domandò Shinichi facendo un passo in avanti.
«Stai fermo lì.» Disse tremante.
Vermouth era cambiata, si vedeva. I suoi occhi avevano perso quella luce che la rendevano spietata e crudele.
Shinichi con un gesto rapido riuscì a strappare di mano la pistola della donna e la lanciò verso di me. Poi con il braccio sinistro avvolse il suo collo e la fermò.
«Svelta. Sparale!» Ordinò Shinichi rabbioso.
Sgranai gli occhi quando Shinichi mi disse di ucciderla.
Alzai l'arma e la puntai contro Vermouth, mentre Shinichi la teneva ferma con una presa salda alle braccia.
«Ai! Premi il grilletto!» Urlò con forza.
In quel momento avevo paura. Temevo che se avessi sparato, forse la pallottola avrebbe potuto ferire anche Shinichi, che ne so trapassando il corpo di lei e colpendo lui.
Da quando stavo diventando così terribilmente sentimentalista?
Non dovevo perdere tempo, dovevo spararle.
Deglutii e mi feci forza.
Clic.
La pallottola uscì dall'arma lucente e andò diritta fino a colpire...
«Shinichi!» Urlai.
Andai di corsa da lui che era a terra. Una sua mano si trovava sul petto e il sangue color rosso vino fuori usciva.
«Hai fatto centro.» Sussurrò piano, facendo sarcasmo.
«Zitto, stupido.» Lo ripresi.
Poi mi voltai verso la donna e mi rialzai riponendo a quella donna che si era spostata proprio all'ultimo secondo. Aveva pestato il piede di Shinichi così da non essere più il bersaglio dell'arma.
«Patetici!» Gridò lei con ferocia, avvicinandosi alla finestra. Che avesse intenzione di buttarsi?
Non glielo avrei permesso. Avevo sbagliato una volta ma la seconda avrei fatto sicuramente centro.
Così senza pensare a cosa avrei dovuto rispondere, davanti ai giudici, sparai e la colpii.
Lo feci quattro volte e quando la vidi a terra con del sangue vicino al suo corpo, fui sazia.
Intanto avevo un altro importante compito, salvare Shinichi.

Era sdraiato sul letto bianco mentre diversi medici gli stavano facendo i dovuti controlli, intanto anche la polizia giunse e anche qualche membro della FBI.
Vidi Jodie e le spiegai l'intera faccenda.
«Adesso siamo sicuri che lei sia morta.» Concluse. «Però verrai processata. Hai comunque ucciso una persona.»
«Legittima difesa.» Suggerì il signor Black. «Basta dire ai giudici tutta la storia dell'organizzazione degli uomini in nero; e poi si trattava comunque di Vermouth. Ha fatto bene ad ucciderla. Se non l'avesse fatto lei, l'avremmo fatto noi.»
«Shinichi!» Urlò una voce femminile. «Shinichi!» Era Ran che stava arrivando di corsa da noi.
«Shinichi, sta bene. Non ti preoccupare.» Dissi fredda. Aggiunsi che era meglio aspettare fuori e che appena i medici avranno finiti ce lo comunicheranno. Intanto il signor Black decise di fare dei controlli a casa insieme alla polizia mentre Jodie rimase assieme a me e a Ran.
L'attesa sembrava non finire mai e il timore che fosse successo qualcosa di grave, non abbandonava la mia mente.
Decisi di sgranchirmi un po' le gambe e quindi di fare un giro, notai che anche Ran mi seguii e le chiesi cosa volesse.
«Sappi, che non lascerò Shinichi. E se lo farò, sarà nel caso in cui lui scelga te.»
«Credi davvero che possa scegliere me?»
Era ingenua Ran e allo stesso tempo dolce. Lei credeva in ciò che diceva.
Forse era questo che Shinichi apprezzava in lei.
Stava per rispondere ma non le diedi tempo: «Ran. Tu, non immagini un minimo quanto Shinichi tenga a te. E' vero abbiamo trascorso del tempo insieme, ma non è abbastanza. Per Shinichi...» Preferii non continuare.
«Vai, da lui.» La incitai.

Meglio aver amato ed aver perduto, che non aver amato.


Appena riaprii gli occhi furono gli occhi di Ran e quella chioma bruna ad accogliermi.
«Shinichi!» Gridò saltandomi al collo. «Shinichi, stai bene?»
Annuii facendo cenno con la testa.
Era seduta accanto a me e mi spiegava quanto fosse preoccupata per me. L'ascoltavo e continuavo a fare cenni con la testa.

«Ai. E' morta vero?» Domandai incerto.
«Sì. L'ho uccisa. Ma adesso non sforzarti a parlare. Andiamo all'ospedale.»
«Ai, grazie per tutto. E' stato bello.»
«Evita di fare l'attore in fin di vita, è solo una pallottola.» Disse con aria arrogante.

«Ran. Ti prometto che ci sarò sempre per te.» Esclamai.
La diretta interessata mi guardò con aria interrogativa e poi mi sorrise, mi prese la mano. «Anch'io ci sarò per te, Shinichi.»


Parlai ad Ai e le spiegai cosa provavo per lei e cosa provavo per Ran. Sapevo che mi avrebbe ascoltato in silenzio e non avrebbe detto nulla.
Ci augurò buona fortuna e mi disse che sarebbe partita per gli Stati Uniti: «Lavorerò insieme alla FBI.»
Intanto io e Ran ci fidanzammo e presto ci sposammo, avemmo una bambina, anche se avrei voluto che fosse un maschio.
Ero felice e realizzato. Sapevo di aver fatto la scelta giusta anche se ci avevo messo del tempo. Avevo usato Ai come un rimpiazzo e di questo me ne vergognavo anche adesso ma almeno mi aveva fatto capire ciò che volevo.
Le sarei stato grato, per sempre.
Grazie Ai.



N/A: Questo è l'ultimo capitolo. Non avevo pensato alla trama di questa storia, poi però mi sono fatta un po' trascinare e questo è il risultato. Ho cercato di essere vicina all'idea di anime, perché penso sempre che Shinichi non potrà mai scegliere qualcun altro che non sia Ran.
Ringrazio chi ha commentato la storia o chi l'abbia letto semplicemente.
Ciao!
Kat.

   
 
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