Code name: Incontro
1.0 (the beginning)
La
prima volta accadde nel
laboratorio.
L’unico rumore udibile era quello
dei processori che elaboravano i dati sullo schermo ed il movimento di
file
spostati da un monitor all’altro. I minuti, le ore e perfino
i giorni perdevano
significato quando lui era lì, nel suo mondo, circondato
soltanto da oggetti
che lui stesso aveva creato, dal suo genio e da nuovi progetti. Era il
posto
che più di tutti lo rispecchiava, non c’era un
solo angolo che non avesse su le
sue impronte e che non rispondesse ai suoi comandi con la
velocità con cui
avrebbe potuto comandare un braccio o ad una gamba.
Lui, le sue idee, l’AI Jarvis e
all’occorrenza qualche brano degli AC DC a dare il ritmo
giusto. Quanto di più
simile al paradiso potesse immaginare. Tolta una spiaggia (privata) con
mare
limpido, cocktail ghiacciati e bellissime donne, ovviamente.
Stava giusto rimuginando
sull’opportunità o meno di dotare il suo Mark VII
di lanciafiamme quando
qualcosa saettò a pochi metri da lui, materializzandosi al
centro del
laboratorio.
Bastò uno sguardo per sentire
ogni arto ghiacciarsi e la gola chiudersi in una morsa ferrea. Davanti
a lui vi
era niente meno che Loki, il dio dell’Inganno, nemico numero
uno degli Avengers
fino a pochi mesi prima. E motivo della loro formazione, in effetti.
Si guardò un attimo attorno, poi
si volse verso di lui facendo qualche passo.
- Anthony Stark. Alla fine ci
incontriamo di nuovo - il tono era calmo, quasi formale.
Tony cercò invano una battuta,
una frase, una qualsiasi parola per rompere il gelo che improvvisamente
pareva
essersi impadronito di lui – gelo, ironico come paragone
visto con chi aveva a
che fare –, ma riuscì soltanto ad aprire la bocca
e ad emettere un suono
soffocato.
Il semi-dio gli rivolse uno sguardo
divertito - Oh, avanti. Da un uomo come te mi aspettavo qualcosa di
più che un
patetico rantolo - disse inclinando la testa - Che
cos’è, il gatto ti ha
mangiato la lingua? -
L’altro deglutì, scuotendo la
testa - Beh, considerando che ti credevo ad anni luce da qui e
possibilmente in
uniforme a strisce, spero perdonerai la mia sorpresa - disse uscendo
finalmente
dal suo stato di afasia. Il semi-dio alzò un sopracciglio
senza capire,
ricordando a Tony che probabilmente non sapevano nemmeno cosa fosse una
divisa
da carcerato. - Ad ogni modo, se avevi così voglia di
vedermi avresti potuto
avvisare. Che so, una telefonata, un sms… -
Si bloccò vedendolo svanire e
ricomparire ad un metro scarso da sé.
- Il tuo chiacchiericcio mortale
mi ha già stancato, Stark - sibilò, un lampo di
fastidio negli occhi - Non sono
venuto qui a sorbirmi le tue inutili parole. –
Tony deglutì, facendo un passo
indietro, con circospezione: data la distanza gli era impossibile
attivare
l’armatura, ma forse poteva raggiungere il pulsante
d’allarme che si trovava
sotto al bancone, a un paio di metri dalla sua schiena. Si trattava di
prendere
tempo.
- Credevo che hai condannati
fosse concessa qualche ultima parola - ribatté sarcastico,
dissimulando la
tensione. Davanti a lui Loki si aprì in un ghigno poco
rassicurante - E chi ha
mai detto che devi morire, Anthony Stark? -
Tony spalancò gli occhi in un
atto di teatrale sorpresa, finta solo a metà - Ho altre
opzioni? -
- Oh, non temere, non è in nessun
caso prevista una tua possibilità di scelta - rise il
semi-dio - Ti informavo
solo che ho in mente altri piani -
Tony rise a sua volta,
indietreggiando ancora di un passo: c’era quasi ormai,
bastava allungarsi un
poco. - Sai, è un peccato dover rovinare i tuoi progetti,
per quanto non dubito
fossero estremamente interessanti - disse, pronto ad agire - Ma
sfortunatamente
anch’io ho i miei piani -
Si voltò di scatto lanciandosi in
avanti. Coprì in una frazione di secondo lo spazio che lo
separava dal suo
bancone e allungò la mano, già sentendo il tasto
d’allarme premersi sotto le
sue dita. Un secondo dopo, invece, si trovava schiacciato contro di
esso, il
braccio dolorosamente torto dietro la schiena e Loki pericolosamente
inclinato
sopra di sé.
- Non così in fretta, stupido
mortale - sibilò, e lui si trovò a rabbrividire
sentendo il suo fiato contro
l’orecchio. Si dibatté, cercando di sottrarsi a
quella stretta ferrea, ma venne
risospinto giù con violenza. La guancia sbatté
contro la superficie fredda del
suo tavolo ad alta tecnologia facendolo grugnire di dolore. - Ehi, ehi,
piano
con la faccia! - esalò - Sono un personaggio pubblico, mi
serve. -
Loki lo spinse ancora più in
basso - Bada a te, Stark, la mia pazienza ha un limite -
ringhiò.
Tony si bloccò, conscio della
propria posizione, in tutti i sensi – dannazione
a te, Stark, perché non riesci a tenere a freno la testa?? –.
Si schiarì la
gola, a disagio.
- Dunque, ehm…cosa dicevi
riguardo ai tuoi piani? -
Lo sentì sorridere malefico
dietro di sé - Oh, ti piacerà vedrai. Ho pensato
a lungo a cosa fare di te. Mi
hai umiliato una volta…non avrai pensato di passarla liscia,
vero? -
- Per la verità ero convinto che
fossimo pari, visto che mi hai buttato giù
dall’ultimo piano della mia
torre…ah! – si irrigidì sentendo la
presa sul proprio braccio aumentare, ma
parve essere solo un avvertimento. - Sono io a decidere quando siamo
pari,
insulso omino di latta. -
Per la seconda volta Tony si
ritrovò a deglutire a vuoto - N-non potremmo parlarne seduti
davanti ad un
drink? Così mi spieghi con calma e che so, magari mi dici
anche come mai ad
Asgard sono incapaci di trattenerti per più di un paio di
mesi… -
Per qualche motivo che non seppe
spiegarsi sentì la presa su di sé allentarsi e
infine sciogliersi. Sentì
Loki allontanarsi, ma attese comunque un
attimo prima di alzarsi a sua volta, circospetto, massaggiandosi la
spalla
dolorante. Il semi-dio era a pochi passi da lui, appena appoggiato ad
un
bracciolo della sua sedia - Sono in libertà vigilata. Quello
sciocco di mio
fratello ha interceduto per me e ottenuto che non marcissi in prigione
o,
peggio, che fossi condannato. Sono libero a patto che mi lasci tenere
sotto
controllo, non danneggi nessuna creatura dei Nove Mondi e non mi muova
da
Asgard. - Rise vedendo Tony sollevare eloquentemente un sopracciglio -
Ovviamente non sanno che vi sono innumerevoli vie per viaggiare tra i
mondi, e
innumerevoli modi di celare la mia presenza. A breve riavrò
la mia libertà
appieno -
Il bilionario imprecò a mezza
voce: la prossima
volta che l’avesse
visto avrebbe detto un paio di parole a quel dannatissimo dio dei
fulmini.
Sempre se ci fosse stata, una prossima volta.
Loki parve leggergli nel pensiero
- Oh, tu non dirai nulla a nessuno, Anthony Stark, di questo puoi
starne certo.
Vedi, io ho altri piani per te - la sua voce si fece più
bassa e insinuante
- cominciando con
una punizione adeguata
alla tua insolenza, continuando con te che implori pietà in
ginocchio, e
finendo col controllare la tua mente e renderti un mio schiavo mortale.
-
Oltre ogni aspettativa, Tony
rise. Il suono rimbombò attraverso tutto il laboratorio
riempiendolo per un
attimo. - Sai, credo che tu abbia sbagliato i tuoi conti, dio dei miei
stivali.
Perché non esiste nessuna possibilità che io mi
pieghi a questo, nessuna
versione in cui i divento il tuo tirapiedi mortale per aiutarti di
nuovo a
pulire le scarpe nel mio pianeta. Nessuna. Quindi, meglio farla finita
ora! –
l’ultima parola fu accompagnata da uno scatto in avanti e un
braccio sollevato.
Fulmineo, improvviso, in un attimo si lanciò su Loki
colpendolo con forza. Il
semi-dio fu scagliato a terra dall’impatto. Si
rialzò immediatamente, gridando
di rabbia - Come hai osato! Ti pentirai di questo, verme schifoso! -
Incredibilmente non usò la magia:
quello che raggiunse Tony fu un pugno violentissimo, tanto da stordirlo
per un
attimo. Poco dopo erano avvinghiati l’uno
all’altro, colpendosi selvaggiamente.
Caddero a terra, rotolando per cercare di sopraffarsi a vicenda.
Il semi-dio si ritrovò a sbattere
la schiena sul pavimento, gridando di rabbia, mentre Tony sopra di lui
rideva
come euforico: adrenalina. Non la assaggiava da mesi ed ora ne era
completamente sopraffatto. Incedibile quanto gli fosse mancata.
Stavano ancora lottando quando
improvvisamente cambiò qualcosa.
Senza quasi accorgersene rallentarono
la lotta, prendendo fiato e fu allora che negli occhi di Loki
passò qualcosa.
Qualcosa che l’altro non avrebbe saputo definire ma che
ricordava fin troppo
bene: era lo stesso sguardo che gli aveva rivolto l’ultima
volta sulla torre.
Rabbrividì e spinse il dio a terra con più forza
rimuovendo il pensiero. Ma
improvvisamente gli fu impossibile non notare il calore che emanava il
corpo
sotto di sé, quanto fossero vicini. E in che modo.
Spinse di nuovo per
immobilizzarlo e nel momento in cui involontariamente fece forza col
bacino lo
sentirono entrambi: eccitazione. Loki si lasciò sfuggire un
singulto sorpreso a
quel contatto, facendolo rabbrividire. Si fissarono per un attimo, gli
occhi
spalancati e le pupille dilatate. Poi si separarono di scatto, come
scottati.
Si fissarono a distanza,
ansimando, incapaci di parlare.
Il tempo parve dilatarsi mentre
cercavano di capire quello che era appena successo. Tornarono a
guardarsi e il
modo in cui lo fecero li lasciò quasi senza fiato:
l’attrazione che improvvisamente
leggevano l’uno nell’altro era innegabile, li
attirava come una calamita. La
sensazione di dejavù tornò prepotente a farsi
spazio nella mente del
bilionario.
- N-non può essere - riuscì ad
articolare Loki, rompendo il silenzio - come…? -
- Ehi ehi calma non corriamo
troppo - lo interruppe l’altro, ancora troppo scioccato per
ammettere o
sentirsi dire alcunché - qui è successo un bel
niente. Eravamo nel mezzo di una
lotta e ci siamo fatti prendere la mano. Cose che capitano fra uomini,
non è il
caso di farne un dramma! -
Il semi-dio lo fissò per metà indagatore
e per metà turbato, costringendolo a distogliere lo sguardo:
quegli occhi erano
troppo profondi per essere fissati senza perdersi. E quelle labbra
dannatamente
pallide non aiutavano in nessun caso a calmarsi.
Seguirono altri interminabili
minuti, ma poi i due parvero riprendersi. Si rialzarono senza
guardarsi.
Improvvisamente il trovarsi entrambi nella stessa stanza li metteva a
disagio.
Come prima Loki fu il primo a
parlare - Non credere che sia finita qui, Stark - disse, cercando di
dissimulare
l’improvvisa incertezza - Tornerò e la prossima
volta pareggeremo i conti. -
Svanì subito dopo senza lasciare
la minima traccia di sé. Tony si accasciò sulla
sedia, sospirando di sollievo.
Qualunque cosa fosse appena successa, solo una cosa era davvero
importante: era
ancora vivo.
La
seconda volta successe nel suo
soggiorno. Erano passati due mesi dallo scontro in laboratorio e dopo
una serie
di pensieri molto poco razionali e troppo poco equivocabili era
riuscito a
convincersi che fosse stato tutto frutto di brutto scherzo, giocato
dalla
troppa tensione del duello e dall’adrenalina. Non aver
più avuto sue notizie
era stato un incredibile sollievo: aveva quasi iniziato a pensare che
quei
buoni a nulla degli asgardiani avessero scoperto l’inganno e
ora quel bastardo
di un semi-dio giacesse finalmente in una cella ben chiusa. O in
alternativa
che fosse stata tutta un’allucinazione da insonnia.
Fu quindi colto da un moto di autentico
terrore quando vide una figura materializzarsi a pochi metri dal divano
dove
era comodamente seduto a sorseggiare whisky. Non ci volle nemmeno un
secondo
per capire chi fosse.
Loki lo fissò per un attimo in
silenzio, prima di parlare.
- Immagino tu sappia perché sono
qui -
- Ti mancavo? - Pessima scelta di parole.
Si maledì immediatamente per la
propria incapacità di tenere a freno la lingua. Un lampo di
rabbia attraversò
gli occhi del dio, ma per qualche motivo non si mosse né
rispose nulla.
Sembrava come indeciso, fermo davanti a lui senza accennare ad altro
che a
fissarlo con uno sguardo stranissimo. Tony si sentì
profondamente a disagio.
Senza l’armatura e, peggio, senza nessuna
possibilità di avere la sua armatura si sentiva
nudo. Altra pessima scelta di parole.
- Ehm… qualcosa da bere? - disse
alzando eloquentemente il bicchiere che stringeva nella mano. Era
l’unica cosa
che gli fosse venuta in mente pur di rompere quel silenzio
imbarazzante.
L’altro inarcò un sopracciglio senza rispondere e
lui si alzò comunque, incapace
di restare fermo un secondo di più. - È buono, ti
assicuro che ne vale la pena…
- aggiunse appoggiando il suo per prepararne un altro.
- Resta seduto. -
Quelle parole lo gelarono. Obbedì
senza fiatare.
Tornarono a fissarsi e stavolta
Loki fece qualche passo in avanti, scrutandolo, come se da un momento
all’altro
si aspettasse si vederlo scomparire o trasformarsi in qualche strana
creatura
aliena. Si fermò un secondo prima di toccare una delle
ginocchia dell’uomo.
Tony face per aprire la bocca, ma
lui lo bloccò con un cenno della mano.
- Non muoverti -
Obbedì di nuovo.
Il semi-dio sembrò fermarsi un
attimo, incerto, poi afferrò il bavero della sua camicia e
si chinò su di lui.
Lo fece con una lentezza esasperante tenendo i suoi occhi glaciali
fissi in
quelli profondi dell’altro. Si fermò a pochi
centimetri dal suo viso e attese,
come se da un momento all’altro si aspettasse un evento o la
conferma di un
qualche esperimento. Tony era immobile, il cuore che batteva
furiosamente ed
respiro pesante, quasi non volesse che nemmeno l’aria andasse
a sfiorare il
corpo che aveva davanti. Il silenzio era così totale da
poter udire i rumori
della città che pulsava centinaia di metri sotto di loro,
oltre le spesse
vetrate ed i piani di acciaio e tecnologia.
Non successe nulla.
Finché la tensione non divenne
insostenibile e lui cedette.
- Ora basta con questi giochetti
da gatto e topo. Se sei venuto per uccidermi fallo ora, altrimenti
vattene,
dannazione! - D’istinto gli afferrò un polso come
per staccarlo da sé.
Loki spalancò gli occhi per la
sorpresa, sbilanciato dalla presa improvvisa, e quasi gli cadde
addosso. Spostò
una gamba per mantenere l’equilibrio e questa
toccò quella dell’uomo che aveva
davanti.
Fu allora che successe.
La tensione accumulata sembrò
infiammarsi di colpo come accesa da una miccia invisibile. Si
ritrovò a premere
contro il corpo caldo di Tony Stark, a stringere le dita fra i suoi
capelli
mentre scendeva a mordere il collo lasciato esposto dalla camicia,
sentendosi
afferrare i fianchi e spingere contro il suo bacino facendoli tremare
entrambi
per lo shock.
Come la volta precedente durò
pochi secondi. Pochi intensissimi secondi.
- No! -
Loki si staccò, con un ruggito,
le guance arrossate in netto contrasto con la ferocia nello sguardo.
- Non può essere! Io, il dio
dell’Inganno, attratto da
un insulso
mortale…! -
Tony non si mosse, ancora troppo
stordito dalle sensazioni di qualche secondo prima. Per un attimo fu
attraversato dall’idea che questa potesse essere la sua fine,
ma quando il
semi-dio tornò a fissarlo oltre la rabbia trovò
il desiderio nei suoi occhi. Lo
stesso che sentiva nei propri.
- Credo sia ora di smetterla di
scappare - disse roco.
Si alzò di scatto bruciando la
distanza che li separava, senza pensare – lui era bravo in
questo, lasciarsi
guidare dall’istinto – e afferrandolo per le spalle
premette la bocca contro la
sua. Fu un bacio strano, feroce, pericoloso eppure eccitante, nulla che
avesse
mai sperimentato.
Si staccarono ansimanti. Un
attimo dopo un colpo raggiungeva Tony in pieno volto, mandandolo a
terra.
Quando levò lo sguardo, il semi-dio era già
svanito.
*
La
terza si trovava nel suo
letto. Era tarda notte e l’enorme stanza da letto era
semi-illuminata dalla
luce della luna. La vista da quel punto era impareggiabile e a Tony
piaceva
concedersi il lusso di ammirare le stelle dalla propria camera da letto
un
attimo prima di addormentarsi. La giornata era stata e lunga
particolarmente
stressante: ore di riunioni organizzativi sui possibili investimenti
futuri
della Stark Corporation, domande infinite da parte della stampa
all’uscita e la
sera una cena di beneficenza a cui – da bravo filantropo
– non aveva potuto
sottrarsi. Certe volte trovava la sua vita particolarmente noiosa, ma,
ehi, la
fama ha sempre un prezzo. Ed in cambio dell’adorazione di
metà America ed il
rispetto dell’altra metà del mondo – per
non parlare di tutte le donne pronte a
fare pazzie per un quarto d’ora con lui – ne valeva
la più che la pena. Sorrise,
cullandosi fra questi pensieri e chiuse gli occhi.
Stava ormai scivolando nel sonno
quando, nel silenzio, udì una sorta di crepitio.
L’aria sembrò elettrizzarsi e
baluginò di verde. Poi qualcosa di pesante si
materializzò sopra di lui. Si
ritrovò a dibattersi, schiacciato dal peso, ma la figura
sopra di lui gli
bloccò i polsi immobilizzandolo. Era lui e stavolta pareva
non avere alcuna
esitazione. Tony deglutì.
- Lasciami - disse, cercando si
controllare il tremito che sentiva nella voce.
L’altro non rispose.
Respiravano entrambi
affannosamente, l’aria che si caricava di una tensione ormai
familiare
insinuandosi in loro con una presa lenta ma irreprimibile.
Loki si umettò le labbra.
- Non so cosa tu mi abbia fatto,
Anthony Stark - sussurrò roco, lanciando uno sguardo al
petto che si alzava e
abbassava nudo sotto di lui - ma qualsiasi cosa sia ne pagherai le
conseguenze
-
Tony avvertì un brivido lungo la
schiena, ma lo dissimulò con una smorfia - Farebbe qualche
differenza se ti
dicessi che non ho programmato nulla che intendesse attirare la tua
attenzione?
-
- Nessuna. E non intenzione di
andare avanti con inutili giochetti -
- E se rifiutassi di darti ciò
che vuoi? -
- Non sono famoso per la mia
indulgenza. Quando voglio qualcosa io la ottengo, Stark -
- Allora vieni a prendertela,
Loki Laufeyson -
L’altro ruggì lanciandosi su di
lui come se volesse divorarlo. Le loro labbra cozzarono violentemente e
presto,
oltre al sapore di quella lingua sconosciuta, Tony sentì
anche il sapore del
proprio sangue. Si era aspettato di voler combattere, di rifiutare il
contatto
e invece rispose subito con altrettanta ferocia, come se da quella
volta in
laboratorio non avesse aspettato altro.
Sentì la presa sui polsi svanire
mentre le dita affusolate del semi-dio si insinuavano fra i suoi
capelli per
tenergli ferma la testa. Istintivamente gli afferrò i
fianchi per premerlo
sopra di sé e lo sentì gemere nella sua bocca a
quel contatto. Ebbe l’effetto
di una scossa elettrica. Le dita corsero frenetiche cercando un modo di
scioglierlo dai pesanti vestiti di cuoio, ma pareva non vi fosse alcun
accesso
possibile ed il pensiero di quel corpo pallido così vicino
eppure sottratto al
suo tocco lo fece ringhiare dalla frustrazione. Lo afferrò
saldamente e con uno
scatto lo ribaltò sotto di sé. La luce tenue del
suo reattore ne fece risaltare
i lineamenti quando sussultò di sorpresa.
- Spogliati - disse roco.
Loki alzò un sopracciglio,
divertito.
- Oh, quindi è per questo che mi
hai interrotto. Pensavo quasi stessi cambiando idea… -
- Se non ti togli immediatamente
questa roba ti farò vedere cosa succede quando cambio idea -
Loki rise, uno scintillio di malizia
negli occhi.
- Bastava chiederlo con
gentilezza - rispose reclinando la testa all’indietro, un
dito che correva a
sfiorare il colletto: il
cuoio parve
diventare sottile, aprendosi a rivelare pelle diafana al di sotto, i
bordi che
già iniziavano a dissolversi. Tony osservò con un
brivido mentre gli strati
impenetrabili dell’armatura lentamente svanivano, come
vapore, lasciandolo nudo
sotto di sé. Alla luce della luna appariva ancora
più pallido, i lineamenti
lisci e bel delineati in un equilibrio perfetto di muscoli e forma. Era
splendido, di una bellezza non umana.
- Soddisfatto ora, Stark? -
sussurrò lui, guardando il suo pomo d’Adamo
alzarsi ed abbassarsi in
involontaria risposta.
Un secondo dopo fu travolto dal
suo peso, i denti che mordevano e leccavano la pelle fino a poco prima
irraggiungibile, assaggiandola con fame crescente e tangibile tanto da
fargli
sfuggire un grido soffocato. Tony si mosse sopra di lui, lasciandosi
andare
all’istinto mentre con le mani e la bocca cercava i suoi
punti più sensibili.
Fece scorrere le dita lungo i fianchi, verso le gambe, ma mai
abbastanza da
toccare la sua erezione sempre più evidente, le labbra che
scendevano a
stuzzicare un capezzolo strappandogli gemiti sempre più
frequenti e difficili
da nascondere. Morse leggermente ed il suono che ricevette in risposta
lo fece
sorridere. In questo campo non aveva rivali.
Si liberò dei propri vestiti con
urgenza per poi spingersi ad incontrare l’eccitazione
dell’altro. Il contatto
con la carne li fece quasi gridare: Loki inarcò la schiena
annaspando in cerca
d’aria, mentre Tony si morse le labbra artigliando le
lenzuola sotto di sé.
Prese a strusciarsi contro di
lui, sentendolo rispondere immediatamente e mordersi a sua volta le
labbra per
non dargli la soddisfazione di farsi cogliere così
facilmente in preda al
piacere. Quella vista lo fece avvampare ancora di più.
Aumentò il ritmo per
placare il desiderio che sentiva divorargli il petto, ma ad ogni
iniziale sollievo
seguiva una necessità ancora più divorante. Scese
a mordergli il collo, le dita
del semi-dio che si aggrappavano ai suoi capelli mentre gustava di
nuovo il
sapore della sua pelle, ma sapeva che non era abbastanza. Entrambi lo
sapevano.
- Fallo - soffiò Loki, come gli
avesse letto nel pensiero.
Tony si bloccò sbarrando gli
occhi, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito.
- Come hai dett…? -
- Anthony Stark, non farmi
ripetere qualcosa che hai già perfettamente compreso - scandì il
semi-dio, irritato, aumentando la
presa sui suoi capelli come un avvertimento.
Lui sentì mancare il respiro,
mentre un’ondata di frenesia lo travolgeva insieme alla
consapevolezza di
quelle parole. Lo baciò con foga quasi feroce, staccandosi
quando lo sentì
ansimare per imprimere una spinta che gli fece spalancare la bocca in
un
gemito. Ne approfittò per infilare due dita nella sua bocca,
lasciando che si
coprissero con la saliva appena prodotta poi le fece scivolare verso il
basso,
fermandosi a sfiorare la sua apertura.
Ebbe un fremito: coerente alla
sua fama di playboy navigato, sapeva esattamente come doveva
comportarsi, ma il
pensiero che fosse effettivamente la prima volta che metteva in pratica
le sue
conoscenze – unito al fatto che sotto di sé non
aveva un uomo, ma un dio e non
un dio qualsiasi, il dio del Male! – lo fece esitare. Ma fu
solo un istante,
poiché se c’era qualcosa che
riusciva ad
eccitare Tony Stark quasi quando il sesso era il pericolo. Ed il gemito
inequivocabile che udì nel lambire l’entrata tolse
ogni dubbio residuo.
Spinse per superare l’iniziale
resistenza e a poco a poco riuscì a scivolare dentro di lui.
Lo sentì
trattenere un singhiozzo e stringere ulteriormente i suoi capelli, ma
non gli
chiese di fermarsi. Prese a muoversi lentamente cercando di allentare
la
tensione che sentiva pervadergli il corpo a quell’intrusione
e al contempo di
trovare il punto che l’avrebbe fatto gridare di piacere.
Procedette con calma
metodica, premendo piano contro le pareti calde mentre con la mano
libera aveva
iniziato ad accarezzargli il sesso. Loki emise un lamento, ma
tornò subito
rigido, labbra ed occhi serrati. Approfittando dell’attimo di
rilassamento,
Tony introdusse un secondo dito e riprese a muoversi piano.
Quando trovò quel punto, Loki
gridò. Gli bastò sfiorarlo per caso e il semi-dio
spalancò gli occhi, inarcando
la schiena mentre la voce usciva dalla sua gola prima che potesse
trattenerla. Tony
ripeté il gesto, facendo scorrere le dita su e
giù e osservandolo ansimare e
contorcersi artigliando le lenzuola, le gambe istintivamente separate
per farlo
andare più a fondo. Era una vista che toglieva il fiato e,
per un attimo, pensò
che avrebbe anche potuto farlo venire così, semplicemente
toccandolo: il dio
dell’Inganno piegato dall’abilità delle
sue dita.
Ma bastò un gemito più forte
degli altri per fargli sentire la morsa di eccitazione repressa
stringersi più
forte sul bassoventre e farlo tremare: se avesse continuato
così non sarebbe
riuscito a mantenere il controllo ancora a lungo. Come se gli avesse
letto nel
pensiero, sentì le gambe di Loki chiudersi tremanti e
cercare di respingerlo.
- B-basta… - disse soltanto, ma
fu più sufficiente perché Tony capisse.
Si sistemò sopra di lui, il
respiro rotto dal bisogno, e nei suoi occhi non lesse esitazione ma
puro
desiderio. Si spinse dentro di lui, lento ma con fermezza, tenendogli
una mano
sul ventre per impedirgli di muoversi e sfuggirgli. Lo sentì
contrarsi per il
dolore, le mani che correvano alle sue spalle stringendolo
spasmodicamente, ma
non gridò. D’istinto scese a baciarlo piano,
leccandogli le labbra umide mentre
cominciava a muoversi dentro di lui. Sentiva ogni centimetro di
sé bruciare ed
era quasi una tortura trattenersi dall’ignorare i singhiozzi del semi-dio per
rispondere unicamente al proprio
piacere, ma strinse i denti e si spostò come aveva fatto
prima con le dita. Il
gridò che lo raggiunse quando ritrovò la parte
più sensibile di lui rischiò di
fargli raggiungere il limite.
Non avrebbe mai immaginato che
potesse essere così.
C’erano davvero poche cose che
Tony Stark avrebbe messo nella lista delle
‘impossibili’ – d’altronde
c’era un
motivo se lui era Tony Stark– e di certo anche tra quelle
poche ci sarebbe
stato spazio per qualche correzione. Ma di una cosa era totalmente
sicuro: nessuna
di queste prevedeva avere sotto di sé Loki, il dio
dell’Inganno, che gemeva il
suo nome. E non di dolore.
- Stark! -
Il singhiozzò implorante gli fece
aprire gli occhi e tornare a guardare la figura sotto di sé.
Il corpo perfetto
era coperto da un sottile strato di sudore, i muscoli tesi per
assecondare i
suoi movimenti e gli occhi socchiusi, umidi per il dolore di poco prima
ed ora
per il piacere. Avvertì le sue dita scivolare lungo la sua
schiena,
graffiandolo man mano che e sue spinte diventavano forti e veloci, poi
conficcandovi letteralmente le unghie.
- Ah! N-non fermarti… - ansimò
con voce rotta e Tony sentì dal suo tono quanto anche lui
fosse vicino al
limite. Capì che non avrebbe resistito oltre e decise che
prima di allora lo
avrebbe visto perdere completamente il controllo. Lo tenne fermo con
una mano
sotto il collo e con l’altra afferrò il suo sesso
pulsante e stimolandolo con
rapidità insieme alle sue spinte senza lasciargli
possibilità di scampo. Loki
urlò, come in agonia, travolto da un piacere che sembrava
scaturire da ogni
centimetro del suo corpo e venne inarcandosi nella sua mano. Se ancora
non
fosse stato al culmine sarebbe bastata quella vista a togliere ogni
altro
freno. Bastarono poche altre spinte e con un gemito soffocato Tony si
lasciò
definitivamente andare dentro di lui.
Appoggiò il capo sulla sua
spalla, ansimante, incapace muoversi e di formulare un qualsiasi
pensiero
coerente che non si perdesse nel battito frenetico del cuore del
semi-dio
abbandonato a sua volta sotto di sé. Passarono interi minuti
senza che nessuno
dei due facesse un solo movimento. Infine, Loki si scostò
liberandosi dal suo
peso; i vestiti ricominciarono a formarsi attorno alla sua pelle e
quando fu in
piedi l’armatura perfettamente ricomposta lo copriva
già da capo a piedi. Si
voltò fissandolo intensamente e Tony, ancora nudo,
rabbrividì. Si sollevò sui
gomiti, ricambiandolo.
- Se mi è concesso di dire una
parola, prima che tu mi uccida - iniziò, sorridendo sornione
– questa è stata
la scopata migliore che abbia mai fatto -
Loki rise in risposta.
- Sei davvero un umano singolare,
Stark -
Poi, senza dire altro, si avviò
verso la porta, cominciando a svanire. Si fermò un istante,
voltandosi mentre
lentamente svaniva anche la parte superiore del busto.
- Tornerò - disse solamente.
Tony rise a sua volta.
- Non puoi già più fare a meno di
me? In effetti mi hanno sempre detto che con certe cose me la
cavo… -
- Non farti illusioni mortale -
rispose lui, sorridendo malizioso e malefico insieme - Non è
detto che io ti
risparmi ogni volta -
- Non chiedo di meglio -
Ma non seppe mai se le sue parole
erano giunte alla sagoma già svanita del semi-dio.
Inarcò in sopracciglio quasi
pensieroso, poi, ridendo, si ri-distese.
La luce pallida della luna
illuminò le pieghe sfatte delle lenzuola posandosi sul suo sorriso già
addormentato .
Note
(non
richieste) sul Frostiron:
Mi
permetto, alla fine della mia
prima lemon su
questo pairing, un appunto di poetica personale.
Si discute molto su chi dei due personaggi debba
prevalere sull’altro, quale tratto di personalità
evidenziare, quali pose o
situazioni, e tutt’ora sul web non c’è
un pensiero unico a riguardo.
Personalmente
ho alcune considerazioni. Nonostante Loki non sia magro
come a volte di
scrive/disegna, Tony è fisicamente più prestante;
a questo si aggiunge un
carattere più forte e dominante, che emerge sia in Ironman
che in The Avenger
(tiene a bada Steve Roger che è il doppio di lui ed
è affascinato dalla
possibilità che Banner si trasformi!), mentre Loki come
tendenza rimane più
remissivo – ma non debole, attenzione! –.
Psicologicamente, infatti, sebbene
Tony sembri avere un carattere sicuro di sé, da
‘uomo che non deve chiedere’,
in realtà è Loki ad avere più
controllo, sfruttando le debolezze altrui e riuscendo
a soffocare le proprie o ad usarle a proprio vantaggio (mentre Tony
è
perseguitato dai propri fantasmi e problemi inconfessabili). Abbiamo
quindi una
coppia perfettamente equilibrata, in cui la dominanza fisica (Tony), in
realtà
non corrisponde sempre a quella psicologica (Loki) e in cui, in ogni
caso, è
possibile ribaltare la situazione a ‘favore’ di uno
e dell’altro.
Dopo questo piccolo chiarimento a cui tenevo molto
avendo in programma altre shot su di loro, mi permetto qualche altro
appunto
sul Frostiron (che, purtroppo, non conta molti seguaci italiani a
quanto pare).
Perché shippo il Frostiron? Per questo
motivo.
Ed in realtà è iniziato tutto dal video Spellbound.
Seguito
da Love is
revenge.
Per saperne di più e per curiosare, ecco il BLOG
UFFICIALE in gloriosa crescita (con fanart, ff, video, fanmix, prompt per i
più
intrepidi).
Vi
intendete di inglese? Hella
con Off
the record, è il riferimento primo
dei fan – attenzione, è incompleta! –.
Come
vedete… il
Frostiron è canon!!
Un abbraccio ai lettori ;)
A.H.