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Autore: twitchy_little_ferret    19/07/2012    3 recensioni
Un magazzino in disuso, un'allegra comitiva di Mangiamorte, delle telecamere.
E' una Drarry, ma per qualche motivo non sono esattamente loro i protagonisti :) Enjoy!
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 - Ciao a tutti. Sono Alecto Carrow, e sono una Mangiamorte -

- Ciao, Alecto -

- Ehm... Non torturo un Babbano da... 314 giorni -

- Brava Alecto! Un applauso di incoraggiamento per lei, forza! - Molte mani si uniscono in un applauso incerto, nervoso. Dopo un'occhiata fugace verso di me, si unisce al coro anche lui.

- Bene, mentre preparo la spilla per Alecto, chi se la sente ad essere il prossimo? -
Balbettii confusi, mormorii incerti, ed una mano che si alza insicura. Lui alza le sopracciglia un secondo, poi le distende aggiungendo un sorriso sicuro al bel volto. - Prego, Amycus. Ti fa onore voler dare man forte a tua sorella -
- Sì, certo – Mormora titubante, poi alza gli occhi stanchi sulle persone attorno a lui – Salve, io sono Amycus Carrow, il fratello di Alecto -
- Ciao Amycus, fratello di Alecto -
- Io... Beh, sono 314 giorni che nemmeno io tocco un Babbano e, beh, è tutto -
- Bravo Amycus, e non ti preoccupare, ci sarà tempo per descrivere le proprie emozioni, con calma. Un applauso per Amycus, gente! -
Ancora una volta, un coro di battimani echeggia in quel magazzino in disuso, restando l'unico suono per un po'.

Lui aveva trasfigurato alcuni tappi di bottiglia in semplici spille rotonde, ed ora vi stava aggiungendo i giorni di “astinenza”, come la chiamava lui, con un colpo di bacchetta.

Mi aveva spiegato di aver preso l'idea da oscure ed incomprensibili riunioni Babbane, che fungevano da gruppo di auto-aiuto per risolvere problemi di varia natura. Ridicolo. Ma ormai sono in ballo, tanto vale ballare.

Alzo la mano.

- Ciao a tutti, è la prima volta che partecipo a questa... cosa, e non so esattamente cosa dovrei dire. Seguirò l'esempio dei due che mi hanno preceduto, quindi... Ciao, io sono Draco Malfoy – Non ho staccato nemmeno un secondo gli occhi da lui, volevo osservare le sue reazioni. Di nuovo le sopracciglia sollevate, segno di sorpresa, e poi quel sorriso sicuro, così stile lo-sapevo-che-non-mi-avresti-tradito-sei-un-grande-ti-amo. Sospiro, mi distraggo dal discorso, perdo il filo, calmati Draco, sembri una ragazzina sotto Amortentia!. Un altro sospiro, ce la posso fare.

- Io... Ecco, io non ho mai effettivamente torturato dei Babbani ma... credo di essere qui perché alla fin fine ho il Marchio, e quindi... in fondo, sono come voi -

Due mani applaudono titubanti, dopo molti secondi di silenzio attonito. Non si erano resi conto che il mio discorso era bello che concluso. Una voce mi fece alzare finalmente gli occhi, stupendomi. Avevo fissato il consunto linoleum grigiastro dall'inizio della mia arringa. - Draco ha ragione. Non siamo qui per essere giudicati, e non vogliamo misurare il successo di uno di noi in base al numero di giorni di astinenza dal torturare esseri innocenti, siamo qui per comprendere che le nostre azioni erano sbagliate, quindi un applauso per Draco, che è stato così gentile da venire a farci compagnia oggi, e poi possiamo tornare tutti a casa. Il nostro tempo per oggi è terminato, ci vediamo mercoledì alla stessa ora, d'accordo? -

In risposta alle sue parole, un applauso leggermente più convinto del precedente, un mormorio d'assenso generale, e quindi un grande grattar di sedie sul pavimento, ad indicare il termine della riunione, finalmente.

Mi alzo anche io, avvicinandomi con discrezione a lui. Con un sorriso gentile, stava porgendo le spille ai due Carrow, che cercando di nascondere l'orgoglio che illuminava i loro occhi le osservarono un po', prima di decidersi finalmente ad appuntarle sul cappello, lei, e sulla veste, lui. Salutarono ringraziando, e si allontanarono verso il buffet all'angolo (altra strana iniziativa Babbanofila di Harry), parlottando tra loro.

- Allora? Ti sembra ancora un'iniziativa tanto inutile? - Si era girato, splendido e sorridente, ed ora mi posava con dolcezza una mano sulla spalla.

- Ehm... sì. Ancora non riesco a capire perché questi... questi... Merlino! Proprio non mi va giù che queste persone ora si dicano dispiaciute per tutte le azioni orrende, per tutti i crimini, per tutto il sangue inutile che hanno sparso! Non devi credergli, Harry! Non sono davvero pentiti, guardali! - E con uno scatto rabbioso del braccio punto il dito verso la piccola folla assiepata attorno al buffet, che tranquilla chiacchierava, ignara del nostro sussurrato scambio di battute. Perfino l'eco, accortosi dell'effetto potenzialmente distruttivo del mio discorso, sembrava essersi ritirato in un angolo. Prendo un respiro, senza riuscire a calmarmi – Guarda le loro facce, Harry. Ti sembrano persone addolorate? Ti sembrano uomini e donne consapevoli dei loro errori? Ti sembra quello il modo di fare ammenda? Beh, forse sono riusciti ad abbindolare te, ma non riusciranno a farlo con me! Harry, tu sei cieco, vedi tutto in una prospettiva distorta! Non esiste pentimento, non è possibile cambiare con pochi mesi ad Azkaban! Esiste solo il concetto “salvati le chiappe appena ne intravedi la possibilità”, e quella possibilità sei tu! Tu, che sei solo un illuso, tu, che non-

- Draco. Calmati. Vieni con me, ti mostro una cosa. -

Il sangue mi ribolle nelle vene, ma cerco di tranquillizzarmi e prendo un grande respiro. Sento caldo al viso, molto caldo, troppo. Chissà, stavolta prenderò davvero fuoco... Stringo i pugni, letteralmente, e lo seguo.

Uno stanzino circolare. Una vagonata di rettangoli luminosi rischiarano l'antro altrimenti buio. Dentro quei rettangoli – Oh! Harry, che razza di fotografie sono quelle? - delle persone si muovono, parlano, ridono.

Anche Harry, di fianco a me, ride. - Questi sono monitor Draco, un'altra splendida idea rubata ai Babbani. Con alcune telecamere, ben nascoste nella sala, registro tutto quello che avviene agli incontri, senza che nessuno se ne accorga. Così posso sempre sapere cosa pensano veramente gli ospiti di queste nostre riunioni! - Lo fisso confuso, non credo di aver capito nemmeno una parola della sua lunga frase, ma annuisco per non sembrare un completo idiota.

- E quindi? Perché mi stai mostrando questi... questi molotov? Cosa c'entrano con il mio discorso? -

Un ghigno si apre sulla sua meravigliosa faccia. - Si chiamano monitor, Draco. Mo-ni-tor – Sbuffo, facendogli segno con la mano di andare avanti. Quando vuole si fissa su dettagli insignificanti! - Comunque, guarda qui -

Lo vedo passare le dita su una specie di pianoforte con le lettere, però di dimensioni molto più ridotte, e magicamente sul mo... sul mono... sul coso le figure cambiano. Vedo Harry, riconosco i suoi vestiti, li aveva indosso il giorno in cui aveva fatto visita ad Azkaban per intraprendere questa sua folle idea di redenzione dei Mangiamorte. Vedo Harry seduto su un tavolo. Con Amycus Carrow. E parlano. - Come hai detto Harry? - Mi riscuoto dai miei pensieri e mi giro verso di lui. Che sghignazza. E adesso che c'è?! - Io non ho detto niente Draco, le voci vengono dal monitor – Ancora si ostina con quel nome! Giuro che stavolta lo... cosa? Dal coso? - Ma... come fanno? - Chiedo, ormai affascinato dallo strumento. - Non è importante ora. Ascolta e basta -

Resto in ascolto per qualche minuto, poi sbuffo, cercando di imprimere alla mia voce il tono più sprezzante possibile – Bah! È ovvio, ti sta dicendo quello che vuoi sentirti dire! “Sono pentito Potter! Sono un cattivone, santo Potter! Chiedo scusa, Signore-Supremo-Del-Mondo-Magico-Potter ” - Draco, basta – Nessuna alzata di voce, niente di diverso dal tono che usava per chiedere che gli venisse passato il sale a tavola. Ordinaria amministrazione. - Guarda meglio, sul tavolo - Lo faccio. Due paia di mani, braccia, gomiti, verbali di arresto e -Orrore!- scarcerazione, macchie unte di cui preferisco non sapere niente e... - Oh... - Veritaserum. O meglio, una boccetta mezza vuota di Veritaserum. E Carrow ha tra le mani una tazza di tè, che ogni tanto porta alle labbra. E beve, l'angolazione della... della... Oh, l'angolazione in cui è stata scattata questa sottospecie di fotografia mostra chiaramente che Amycus beve, e di gusto anche, e che presto il liquido della tazza si riduce a zero. - Oh... - Ripeto, incapace di aggiungere altro. Ecco come calmare un Malfoy. Sbattergli con delicatezza, e molto Potter-style, l'evidenza del suo torto davanti agli occhi. E sicuramente l'argomento cesserà di essere importante nel giro di pochi secondi.

E così sia.

- Sono sinceri, Draco. Tutti quanti. E non provare nemmeno ad accampare scuse, hai visto anche tu che bevevano la pozione di loro spontanea volontà. Ti dirò di più, me lo hanno chiesto loro stessi di somministrargliela, una volta spiegato il mio progetto. E sono così allegri perché finalmente hanno trovato il modo di convivere con le loro azioni, e di decidere consapevolmente della loro vita. Non sono felici Draco, sono sollevati. Sono pentiti, e cercano di dimostrarlo. Sono stanchi e confusi, perché la loro vita è cambiata da un giorno all'altro. Sono usciti da Azkaban grazie a questo programma, devono seguire e partecipare attivamente a tutte le riunioni, altrimenti vi ritorneranno, e non vogliono. Alcuni di loro hanno anche trovato un buon lavoro, addirittura a stretto contatto con Babbani, Mezzosangue o Nati Babbani. Stanno ricostruendo da capo, lettera per lettera, la parola vita, ma non tutti sanno ancora leggere bene... Mi capisci adesso, amore mio? Capisci come io tenga tanto a questo progetto? Capisci perché ti ho voluto con me oggi? - Un solo cenno d'assenso, non riesco ad emettere alcun suono. Lo so. Ora lo so. E comprendo una volta di più perché mi sono andato ad innamorare proprio di questo ragazzo, tra mille altri. Lui è unico. E mio.

- Hai ragione. Scusami se ho insultato questa tua cosa... Forse avevo paura di dover affrontare anche le mie azioni, e non ero ancora pronto. Ora ti capisco, e capisco tutto questo. Andiamo a casa adesso, sì? - Gli porgo la mano, che Harry subito stringe, il volto di nuovo illuminato da quel suo magnifico sorriso, la presa salda che, lo so, non mi permetterà mai di cadere. Come quella volta nella Stanza delle Necessità, al settimo anno. Quel giorno Harry Potter ha preso la mia mano, e forse mi ha salvato la vita.

No, senza forse.

  
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