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Autore: EBI_Weasley    19/07/2012    2 recensioni
Ron e Hermione hanno litigato di nuovo, ma questa volta lei non sembra intenzionata a fargliela passare liscia per quanto abbia ormai capito da tempo cosa prova per lui. Riuscirà Harry con qualche sotterfugio a risolvere la situazione o addirittura a migliorarla?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ron Weasley si svegliò tardi quella mattina.
Steso nel suo letto a baldacchino del dormitorio maschile di Grifondoro del sesto anno, aprì gli occhi in cerca della fonte di rumore che lo aveva svegliato. Erano certamente gli uccellini che si potevano udire in lontananza, ma che risuonavano forti nella stanza.
Il sole doveva essere sorto da molto ormai, ma questo non lo preoccupava minimamente. Era sabato e poteva trascorrere qualche momento in più per rilassarsi, senza contare che appena poche settimane prima aveva rischiato di essere avvelenato. Per fortuna Harry, il suo migliore amico, era con lui durante lo sfortunato evento ed era riuscito a salvargli la vita ancora una volta.
Un raggio di sole lo accecò, chiuse di scatto gli occhi ma non si riaddormentò, si stiracchiò e si alzò sbadigliando.
Il suo sguardo si soffermò sul letto di Harry. Era vuoto. Raramente il suo migliore amico si alzava di buon ora il sabato mattina.
Pensò che fosse già sceso con Hermione a fare colazione.
Nell’ultimo periodo Hermione Granger era la ragazza che gli aveva procurato più difficoltà e preoccupazioni nel corso della sua esistenza.
Le voleva bene, un bene particolare, ma non aveva il coraggio di ammetterlo a nessuno, neanche a se stesso.
Per questo motivo aveva deciso di iniziare una relazione con Lavanda Brown, per paura della verità, per casualità ed euforia.
Infatti tutto era avvenuto all’improvviso durante la festa organizzata per la vittoria della squadra di Quidditch di Grifondoro, di cui faceva parte.
Ma tutto era finito velocemente proprio come era iniziato e di questo era estremamente felice. Purtroppo questa situazione lo aveva portato a litigare con Hermione per la centesima volta e ciò ne conseguiva il peggioramento dei suoi voti e del suo umore. Non gli era rimasto altro che il Quidditch.
Ultimamente aveva impiegato tutte le sue energie in questo sport ed era migliorato notevolmente.
Scosse la testa per scacciare via quei pensieri e dopo aver indossato l’uniforme, decise di scendere in Sala Grande per la colazione.
Ma non ebbe il tempo di finire la scala a chiocciola che trovò Harry ed Hermione che discutevano animatamente.
<< Non ho intenzione di cambiare idea. >>
<< Ma, Hermione te lo sto chiedendo io.>> disse Harry con un tono supplichevole.
<< Harry James Potter il mio “no” rimane sempre un “no”. >> gridò Hermione e si alzò inviperita dalla poltrona.
Ron si avvicinò al suo amico:
<< Miseriaccia! È più arrabbiata del solito cosa diavolo le hai chiesto? >>
Harry non si aspettava che Ron si svegliasse così presto e alla sua vista balzò in aria iniziando a riunire le scuse più assurde per giustificare il comportamento dell’amica.
<< Ron! Ben alzato! Le avevo detto semplicemente che oggi era davvero carina. >> disse Harry pentendosi subito delle sue parole.
<< Cosa? Harry, tu sei fidanzato con mia sorella o forse l’hai già dimenticato? >> esclamò Ron iniziando ad innervosirsi.
<< No, amico … volevo dire un’altra cosa … >>
<< Spiegati! >>
<< Stavamo parlando e … mi ha detto che oggi non si sentiva molto bene. Io ho pensato di rincuorarla dicendole che era ugualmente carina e … >>
<< Ti credo. >> disse Ron interrompendo l’amico e lasciandosi cadere sulla poltrona << Pensavo le avessi chiesto di copiare qualche compito e lei si fosse infuriata. >>
<< Avrebbe avuto più senso >> borbottò tra sé e sé.
<< Non ho capito. Cosa hai detto? >> disse Ron seriamente sorpreso del comportamento di Harry.
<< Oh, niente pensavo che la nostre preoccupazioni qui siano davvero poco importanti, quando là fuori Voldemort è a piede libero. >>
<< Amico, frequentiamo ancora Hogwarts, godiamoci questi piccoli problemi finché possiamo. >>
<< Forse hai ragione. >> disse Harry pensieroso.
<< Scendiamo per l’allenamento di Quidditch? >>
E così si avviarono verso il campo, mentre Ron addentava un sandwich preso velocemente dall’immensa tavola dei Grifondoro in Sala Grande.
Era una giornata davvero luminosa, i prati erano verdi e rigogliosi.
<< Ron, mi chiedevo preferiresti una serata tranquilla con gli amici o una nottata di follie con musica a tutto volume? >> chiese Harry con indifferenza interrompendo il silenzio.
<< Cosa? Stai bene? Oggi, sei davvero strano. >>
<< Certo, sto bene. Ma tu rispondi alla domanda. >>
<< Va bene, penso di preferire una serata tranquilla con gli amici più stretti. >>
<< Bene e se mai venissi a scoprire che un tuo amico abbia fatto qualcosa di grave, come la prederesti? >>
<< Amico, mi stai spaventando. Cosa è successo? >> disse Ron preoccupato.
<< Forse è meglio cambiare argomento. Il tuo colore preferito? No, no questo lo so già. L’arancione. Bevanda preferita? Burrobirra o Whisky incendiario? >>
<< Burrobirra, Harry spiegami cosa succede! >>
<< Siamo arrivati. Presto dobbiamo affrettarci, la squadra ci starà aspettando. >> esclamò Harry troncando il discorso.
Corsero sul campo di Quidditch e prima di accorgersene, volavano già sulle loro scope.
Ron impegnando tutte le sue forze nello sport, dimostrò di essere un ottimo giocatore ancora una volta.
Era sempre nervoso prima di una partita o di un allenamento, ma negli ultimi tempi era più sicuro delle sue capacità.
Quella mattina riuscì a fermare tutti i tiri dei cacciatori della squadra, tranne le pluffe che arrivavano da Ginny.
A fine allenamento, mentre si preparava a bloccare l’ultimo tiro della giornata, vide arrivare un bolide a tutta velocità, non riuscì a schivarlo e venne centrato in testa.
Si accasciò sulla sua scopa, sentì dopo poco l’erba umida a contatto con la pelle, il sangue scorrere caldo lungo il viso e perse i sensi.
Quando riaprì gli occhi si trovava in infermeria. Vide Madama Chips avvicinarsi al letto:
<< Signor Weasley si rende conto che frequenta più l’infermeria che la sua sala comune? >>
Ron cercò di sorridere ma il dolore alla testa gli fece produrre una smorfia.
Chiuse gli occhi di scatto e ricordò l’accaduto. Rivide nella sua mente il bolide che arrivava potente verso di lui e lo colpiva.  Ad un certo punto sentì la stanchezza penetrargli nelle ossa, non riusciva a muovere un solo muscolo del corpo. Riuscì solo ad aprire gli occhi. Era steso nel letto e vedeva una ragazza poco lontana da lui che singhiozzava. Era Hermione. Lui iniziò ad urlare il suo nome cercando di liberarsi da quella morsa d’acciaio che lo teneva bloccato a letto. << Hermione! Hermione! >> Iniziò a piangere anche lui.
Ma più lui gridava più lei si allontanava. Doveva essere un incubo. Doveva svegliarsi, ma non riusciva.
Forse era tutto vero, forse non gli avrebbe parlato mai più. Non poteva permetterlo teneva troppo a lei.
Ora lo sapeva.  All’improvviso i suoi muscoli si sciolsero e si alzò di scatto. In quel momento entravano dalla porta un Harry con volto atterrito e una Ginny furibonda. La sorella gli si avvicinò correndo e gli mollò uno schiaffo sulla guancia destra. << Sei un perfetto deficiente! Non farai più del male ad Hermione. >>
Ma Ron non avrebbe mai voluto farle del male. Non ebbe il tempo di pensare come rimediare che Harry gli si avvicinò in preda al panico. Sudava freddo ed era pallidissimo:
 << Ron, scusami. Io non avrei dovuto farlo. Io … non avrei mai creduto. >>
<< Ma cosa vi succede? Io non capisco. >>
Ginny intervenne e disse: << Ron, aspetto un bambino. E il padre è Harry. >>
E fu allora che la sua testa si aprì dal dolore. Iniziò ad urlare con tutta la voce che gli era rimasta.
Ma riaprendo gli occhi si rese conto di trovarsi in realtà ad un concerto delle Sorelle Stravagheria.
Tutti urlavano e cantavano in coro. E anche lui avrebbe voluto farlo, ma la sua voce era andata via, come anche il dolore alla testa. Iniziò a ballare a ritmo di musica, si muoveva velocemente senza capire cosa stesse facendo realmente. Era un’altra persona libera dai limiti della vita ad Hogwarts.
Si fermò per la fatica e si accorse che teneva la mano ad una ragazza della sua età.
Si voltò e vide Hermione in preda all’euforia. << Hermione, cosa succede? >>
<< Ron divertiti, forza! >> e iniziò a ballare una danza frenetica.
Ron tornato in sé, la tirò con la forza fuori dalla mischia in festa.
<< Hermione, riprenditi >>
La ragazza lo guardò con occhi tristi e gli disse << mi manchi Ron. >>
<< Ma … ma io non avrei mai voluto litigare con te. Sei la persona più importante per me. Ho paura. >>
<< Questo basta, Ron. Ora che sai quanto tieni a me, fammelo capire. >>.
Ron cercò di avvicinarsi per baciarla ma lei scomparve, non rimase che aria mista a delusione.
Ebbe la sensazione di sprofondare nel nulla e tutto sparì.
Sentiva le orecchie fischiare e un caldo tepore espandersi nei suoi muscoli.
Finalmente riuscì a riaprire gli occhi. Era stato tutto un terribile incubo.
 Era sera inoltrata e una luce fioca illuminava la stanza.
Si girò e al suo fianco scorse due figure familiari.
Hermione ed Harry erano andati a fargli visita in infermeria.
<< Hermione? >> chiese scoprendo  la debolezza nella sua voce.
<< Finalmente ti sei ripreso. >> rispose Hermione con gli occhi lucidi.
<< Cosa mi è successo? Ricordo di aver visto Madama Chips e un attimo dopo ho avuto una serie di … >>
<< Hai urlato. >> intervenne Harry.
<< Ho gridato davvero? >> disse Ron preoccupato.
<< Si, ci hanno chiesto di venire. Appena siamo entrati, ti stavano somministrando qualcosa ma solo Hermione è riuscita a calmarti. >>
<< Grazie. >> disse sinceramente Ron guardando Hermione dritto negli occhi.
Dopo la visione di quel sogno aveva deciso di mettere da parte l’orgoglio e chiederle scusa, ma a quanto pareva non era necessario.
<< Bene io sono il terzo incomodo, torno tra poco. >> disse Harry alzandosi imbarazzato.
<< Fermo! Ti devo parlare, amico. >> Harry si fermò e persino Hermione era sorpresa.
<< Harry, ricordi la serata che ho organizzato per te e per Ginny una settimana fa per dimostrarti la mia gratitudine per avermi salvato per l’ennesima volta la vita? >>  <>
<< Cosa avete fatto quella sera? >>
<< Non mi dire che hai capito tutto! >> disse Harry dispiaciuto, risedendosi sulla sedia.  << Avrei voluto fosse una sorpresa! >>
<< Avresti voluto provocarmi un infarto? >>  esclamò Ron sbalordito . << Io ti uccido. Dov’è la mia bacchetta? >>
<< Calmati, Ron. >> disse Hermione tenendolo fermo a letto. << Cosa vuoi dire? >>
<< Mia sorella è incinta a 16 anni ! Ecco cosa voglio dire! >> 
Harry iniziò a ridere  a crepapelle ed Hermione  sorrise con dolcezza a Ron.
<< Cos’hai da ridere? Ringrazia solo che abbia un dolore lacerante alla testa, altrimenti a quest’ora Tu-sai-chi starebbe festeggiando la tua morte.>>
<< Ronald Weasley non ti permettere di dire certe cose, Harry rischia ogni giorno la sua vita per combattere le forze oscure >> disse Hermione turbata dalle parole di Ron.
<< Ginny non aspetta un bambino. >>  affermò Harry con convinzione.
<< Ma allora a quale sorpresa ti riferivi prima? >> disse Ron un po’ spazientito dai misteri dell’amico.
Ma a queste parole, Harry cambiò discorso e disse :
<< Ho appena ricordato di dover finire il compito di Pozioni. >> dicendo questo ammiccò verso Hermione ed uscì velocemente dall’infermeria.
<< Cosa voleva dire Harry? >>
<< Oh Ron, riposa un poco. Madama Chips ha detto che sarebbe meglio lasciarti un po’ da solo. >>
<< No, Hermione ho visto l’occhiolino che ti ha fatto prima, non sono stupido. >>
<< Hai ragione, non possiamo più tenere questa cosa nascosta, però ti assicuro che entro domani scoprirai tutto. Ti fidi di me? >>
<< Si. >> rispose Ron.
Detto ciò Hermione lo salutò sorridendo  e andò via lasciandolo da solo con un nodo alla gola.
A cosa si poteva mai riferire Hermione? Si addormentò con questi pensieri in mente, ma dormì tranquillamente. 

Il giorno dopo si svegliò presto, il dolore alla testa era completamente scomparso.
Si sentiva davvero bene. Avrebbe voluto uscire subito dall’infermeria, ma Madama Chips insistette affinché rimanesse fino alla sera.
Alla fine delle lezioni, Hermione con tre libri in mano, tornò in Infermeria.
<< Ciao Ron. Come stai? >>
<< Va meglio. >> rispose Ron massaggiandosi la testa.
<< Ti ho portato questi, per recuperare tutte le lezioni >>
<< Ma Hermione, è Domenica! >>
<< Infatti ti ho portato, il mio programma delle lezioni e tu sei molto indietro. >>
<< D’accordo, grazie. >> disse Ron divertito.
Conosceva bene Hermione. Quando lei era disposta a cedere i suoi compiti per ripetere, significava che era tornata in sé e non era più arrabbiata. Ma questa volta non avrebbe rischiato.
<< Hermione ascoltami, non penso di riuscire a dirlo più di una volta. >>
Le sue orecchie iniziarono a colorarsi.
<< Scusami, mi sono comportato male nei tuoi confronti. Tu … io volevo dirti che hai ragione e io non dovevo … non volevo che … >>
<< Questo basta. >> disse Hermione interrompendolo. Aveva un sorriso dolcissimo stampato sul viso e i suoi occhi erano lucidi dall’emozione. << Oh Ron! Sono stata troppo dura con te. >> E dicendo questo gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte.
Ron avrebbe voluto finalmente fare il primo passo baciandola, ma in quel momento Harry spalancò la porta.
<< Hermione è tutto pronto … >> ma le ultime parole gli morirono in gola alla vista dei suoi amici stretti in un tenero abbraccio.
Hermione si allontanò subito da Ron. Le sue guance erano di un colore rosso acceso e imbarazzatissima disse:
<< Giusto, giusto. Ron, Madama Chips mi ha detto che puoi tornare in sala comune con noi stasera. >>
Ron sembrava aver ricevuto di nuovo un bolide in testa, le sue orecchie erano ormai dello stesso colore dei capelli e capiva ben poco delle parole dei suoi amici.
Quando Harry ed Hermione si avviarono all’uscita e si girarono verso di lui capì che poteva uscire dall’infermeria.
Si alzò velocemente dal letto e seguì gli amici. Finalmente avrebbe potuto godersi una serata con i suoi amici nella familiare sala comune. Quando furono di fronte al ritratto della signora grassa, questa chiese come sempre: << Parola d’ordine? >>
<< Draco dormiens >>
Il quadro di aprì, ma la sala comune era più piena del solito. Tanta gente era rivolta verso di loro e quando Ron varcò il buco nel ritratto una folla festante gridò << Sorpresa! >>
Grandi festoni arancioni con enormi scritte “Perché Weasley è il nostro Re!” erano appese in tutta la sala comune, il fuoco scoppiettava allegro nel caminetto, ma il suo rumore era coperto dalla musica che si diffondeva nella stanza calda.
<< Miseriaccia! Perché avete fatto tutto questo? >> esclamò Ron entusiasta.
Harry prese da parte l’amico e spiegò << Volevo ringraziarti per quella cenetta che hai organizzato, grazie a te ho potuto parlare tranquillamente con Ginny e risolvere i nostri problemi. Avrei voluto ricambiare con questa festa affinché  tu potessi chiarire con Hermione.  Ma come sempre hai un tempismo perfetto e sei finito in infermeria per la seconda volta in due settimane. Ho dovuto rimandare tutto a stasera e ho trasformato la festa in un ringraziamento per l’impegno che hai messo nel Quidditch. >>
<< Ora capisco tutti quei misteri, grazie amico ne avevo proprio bisogno. Ma se la McGrannit lo scopre? >>
<< Hermione mi ha aiutato con gli incantesimi >> disse Harry sorridendo << Ma Silente sa tutto. Gli ho accennato qualcosa durante il nostro ultimo incontro. >>
<< Ed era d’accordo? >>
<< Si, mi ha detto che avevamo bisogno di svagarci un po’ e dimenticare tutte le preoccupazioni che ci opprimono su ciò che succede fuori di qui. >>
Ron annuì compiaciuto alle parole di Harry e iniziò a ridere.
Si sedette sul divanetto, mentre l’amico andava verso sua sorella. Pensò che anche lui si meritasse un po’ di divertimento e lo lasciò andare senza opporre resistenza. Cercò con lo sguardo di trovare Hermione e appena scorse una chioma cespugliosa si affrettò a raggiungerla.
<< Hermione, cosa fai qui da sola? >>
<< Finisco di studiare. >>
<< Cosa? Io sono stato appena dimesso, c’è tantissima gente intorno a te che ride e scherza e tu? Studi? >>
<< Si Ron! >> disse con un pizzico di nervoso nella voce.
<< Harry, mi ha detto che lo hai aiutato ad organizzare tutto. >>
Hermione alzò lo sguardo verso Ron e arrossendo un poco annuì.
<< Grazie. >> disse Ron << Ma adesso lasci tutto e vieni a ballare un po’ con me. Ti va? >>
<< Certo. >> disse Hermione rossa in faccia, ma felice della proposta.
Si avviarono verso uno spazio vuoto della sala comune e cominciarono a danzare proprio come nel sogno di Ron, quel sogno che gli aveva fatto capire quanto le volesse bene. Era consapevole di non averle confessato ancora niente, ma era certo ci sarebbe stato ancora tanto tempo per farlo. Per ora gli bastava essere in sua compagnia e che quella bellissima serata non finisse mai.
   
 
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