Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: lacrimedidinosauro    19/07/2012    2 recensioni
Caroline aveva ormai compiuto 16 anni e l'amore per il passeggiare sulla collina non gli era mai passato.
Non c'era più l'altra madre.
C'era solo quel pozzo misterioso.
Quel pozzo che se cadevi giù si poteva vedere un cielo stellato in pieno giorno.
Wybie l'aveva avvertita.
Genere: Dark, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cappellaio Matto, Gatto del Cheshire, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capelli blu e Lentiggini.














Immaginarsi di cadere proprio in quel pozzo.
Coraline ancora non credeva di esserci finita dentro, come era possibile?
Aveva ormai compiuto 16 anni e si stupiva del fatto che forse era diventata più maldestra di quando ne aveva 11.
Quando arrivò per la prima volta al Pink Palace.
Eppure avrebbe giurato di aver sentito qualcosa di soffice e peloso sulla sua schiena, che la spingeva in avanti facendola cadere.
La ragazza dai lunghi capelli blu che teneva spesso raccolti in una treccia si ritrovò a pensare mentre continuava a cadere.

- Quanto è profondo questo pozzo? Quando toccherò il fondo? e davvero riuscirò a vedere il cielo stellato in pieno giorno? - 

O semplicemente pensava alla fine che avrebbe fatto.
Sarebbe finita sul terreno umido e muschioso, li i suoi poveri resti sarebbero stati dimenticati da tutti.
Dalla disperazione provò con tutte le sue forze ad aggrapparsi alle radici che cominciavano a spuntare fuori dalle pareti di terra umida e odorosa.
Trovò una radice grossa e lunga ma non appena l'afferò cominciò a trascinarsela fino alla completa estirpazione.

- Ma cosa succede? - 

Si domandò la ragazza mentre urlava disperata.
La larghezza del pozzo aumentava sempre di più e Coraline si imbattè in un Letto matrimoniale antico, in una lampada, in una libreria, in un porta obrelli e migliaglia di libri, tutti questi oggetti fluttuavano nell'aria come se nulla fosse.
Finalmente cadde su qualcosa di molto freddo, doveva essere un pavimento di marmo....ma miracolosamente le ossa di Coraline era ancora tutte intatte.
La ragazza si alzò in piedi dolorante, massaggiandosi le braccia e le ginocchia.

- Cose dell'altro mondo! -

Sussurrò mentre si guardava attorno.
Era finita in una stanza circolare piena di porte di ogni misura.

- Questa cosa l'ho già letta da qualche parte. - 

Da qualche tempo insieme a Wybie, andavano a svolgere i loro compiti di scuola alla biblioteca del paese e Coraline doveva ammettere che non aveva ancora letto Alice nel paese delle Meraviglie.
Un libro di cui si innamorò a prima lettura, conosceva a memoria ogni particolare delle avventure di Alice e ora poteva giurare di esserci finita dentro.

Una volta uscita dalla stanza delle porte ripetendo i classici passaggi, si ritrovò in quello stranissimo mondo.
Osservava i minuscoli cavalucci a dondolo con le ali di una libellula e maialini verdi maculati di nero che scorazzavano per il giardino dei fiori parlanti.
Camminando sempre più avanti si ritrovò in un bosco dagli alberi secolari, talmente bassi e vicini che i rami si erano intrecciati fra di loro, guardò il cielo e all'improvviso il sole aveva lasciato posto ad una luna piena che illuminava i fili derba dangogli quel riflesso argenteo.

- Che buffo, che buffissimo....- Disse Coraline.

- Come hai detto? - 

Domandò una voce vellutata alle sue spalle, la ragazza si girò di scatto ritrovandosi di fronte ad un'albero ricurvo su se stesso, ebbe paura in quel momento, tutti gli alberi avevano la forma di mostri provenienti da chissà quale luogo.

- Chi....chi c'è? - 

La sua voce era diventata tremante, ridotta a più che un sussurro.
Si sentirono dei versi strani, che assomigliavano a le fusa di un'enorme gatto.

Coraline deglutì pesantemente e indietreggiò finendo con l'inciampare sulla radice dell'albero, cadde sull'erba fredda bagnandosi appena i capelli.

- Calma signorina, non c'è motivo di preoccuparsi. - 

- Ma chi sei tu? - Chiese.

- Non ti ricordi di me? - 

Coraline si alzò e cominciò a guardarsi intorno, la voce si faceva sempre più nitida ma la ragazza ancora non riusciva a capire chi fosse il suo interlocutore.

- Perchè dovrei ricordarmi di te? Non ti ho mai visto! - 

Disse la ragazza prendendo in mano un ramo sguainandolo come una spada.
Sentì una presenza alle sue spalle, e una forza misteriosa gli strappò di mano il bastone gettandolo lontano.

Coraline sussultò e strillò irritata.

- Ma insomma, vuoi farti vedere? - 

Su un ramo di un grande alberò più in là nel sentiero si materializzò un largo sorriso, senza però nè bocca nè faccia e nè corpo.

- Salve. - 

Disse la voce.

- Ah già, tu devi essere lo stregatto! - 

Coraline si avvicinò all'albero fissando quel raggiante sorriso, piano piano cominciò a materializzarsi pure il corpo ricoperto di morbido pelo del grosso micione.

- Sono io, tu non dovresti essere lei? - 

- Chi dovrei essere scusami? - 

Domandò Coraline giocando con il bordo della sua camicietta che gli andava larga, facendogli da vestito.

- Ma Alice è ovvio! Non è stato McTwisp a portarti qui? - 

- No mi dispiace, sono finita in quel pozzo per sbaglio. - 

Rispose educatamente la ragazza.
Coraline poteva considersi abituata a queste stranezze che gli accadevano, poteva pensare che si trattasse solo di un sogno, ma era la cosa più divertente che gli era accaduta da un paio di giorni, così decise di vivere quel "sogno" fino in fondo.

Il gatto si rabbuiò e smise di sorridere, scomparì nel nulla per poi rimaterializzarsi pochi metri più in là, cominciò a volteggiare tristemente nell'aria senza un motivo preciso.

- Perchè aspettate Alice? - 

Domandò Coraline.

- Il tempo si è fermato di nuovo da quel giorno Gioiglorioso.....nulla ha più senso....nè per gli abitanti di sottomondo nè per il cappellaio matto. - 

Cominciò a raccontare il grosso felino mentre continuava a volteggiare attorno alla ragazza.

- Il tempo si è fermato? - 

- Alice è la nostra paladina, sottomondo è un luogo che vive ed ha smesso di vivere senza il motivo della sua rinascita.....-

Coraline non capiva il motivo di quelle parole, non sapeva niente di tutto ciò, l'unica cosa che aveva capito è che tutti aspettavano il ritorno di Alice.

- Non capisco. - 

Disse la ragazza muovendo lentamente il capo.

- Non c'è nulla da capire, ma il cappellaio matto potrebbe raccontarti meglio, nessuno a parte lui sa cosa si prova....- 

Lo stregatto si avvicinò alla ragazza afferrandogli il braccio, Coraline  rabbrividi nel sentire gli artigli affillati del gatto che entravano in contatto con la sua pelle liscia, osservò meglio quella meravigliosa creatura, aveva il pelo folto e morbido di un colore blu scuro striato di azzurro e due paia di occhi enormi che la fissavano in modo dolce.

- Dov'è il cappellaio? - 

- Abita a sud non molto lontano da qui, seguimi Coraline. - 

Coraline spalancò gli occhi, come faceva a sapere il so nome?
Si limitò a sospirare pensando. è solo un sogno.






-


 


 

Al tavolo del thè.
Un uomo dai capelli rossi e spettinati se ne stava seduto sulla sua poltrona a fissare il vuoto.
La sua mente se ne stava ferma al giorno Gioiglorioso, non vi era altra distrazione per lui se non quella di pensare
al dolce e angelico volto della sua Alice, la paladina che li aveva salvati dalla malvagia Iracebeth.

- Tic Tac, Tic Tac.....- 

Cantilenava nervosamente il leprozzo marzolino, seduto al lato della lunga tavolata.
Guardava il suo orologio da taschino, lo immergeva nella tazza fumante di thè e controllava se le lancette riprendessero a muoversi.
Continuava a cantare come se volesse incoraggiare il tempo a continuare a scorrere.

- è inutile, lei non c'è più....-  Sussurrava di tanto in tanto il Cappellaio.

Il suo thè ormai era ghiacciato, i suoi vestiti erano privi di colore come i suoi occhi verde smeraldo che ormai erano grigi.

- Ehy cappellaio! - Sussurrò la bocca dello stregatto materializzandosi vicino all'orecchio dell'uomo.

Per il cappellaio in quella situazione non era affatto piacevole avere la presenza dello stregatto attorno a casa sua.
L'uomo dai capelli rossi non battè ciglio, continuo a tenere la testa bassa e le braccia incrociate in grembo.

- Cappellaio? - Lo chiamò di nuovo.

- S...Si...? - 

L'uomo alzò la testa, fissando il micione negli occhi con una punta di tristezza.

- Abbiamo visite. - 

- Alice!! - 

Il Cappellaio Matto scattò in piedi sul tavolo, facendo cadere a terra maggiorparte del servizio da thè, si avvicinò alla collina camminando sul tavolo osservando la figura femminile che si apprestava alla tavolata.

Il Cappellaio notò che era una giovane fanciulla dai lunghi capelli blu chiaro raccolti in una treccia che gli arrivava fino alla schiena, occhi grandi color nocciola, naso minuto e lentiggini sulle guancie, di corporatura esile.
Aveva indosso solo una camicia bianca che gli andava larga, abbastanza lunga da coprirgli le ginocchia nude.

Lui che parve per un'attimo aver ripreso la sua vivacità si rabbuiò in un batter d'occhio, tornò a sedersi e rivolgendosi allo stregatto disse:

- Ma non è lei!! - 

Disse con amarezza ma anche con tanta rabbia.

- Capellaio non essere così cattivo con questa ragazza, è finita qui per sbaglio. - 

- Tu mi disturbi per una ragazza che non è Alice poi? -

Continuò nervosamente il capellaio.

- Scusatemi...-

Disse gentilmente Coraline mentre si avvicinava.
La ragazza di bassa statura osservò il tavolo del thè, era essatamente come veniva descritto nel libro, ogni tazza era diversa dall'altra, lo stesso valeva per le teiere, alcune avevano delle minuscole crepe o erano sbeccate. 
La tovaglia era bianca e in aluni punti era più scura per colpa della quantità di thè che vi si era rovesciato sopra, in altri punti era addirittura strappata lasciando intravedere il legno scuro del tavolo.

- Tu non sei Alice, non ci assomigli per niente. - Disse il cappellaio osservandola.

- No io mi chiamo, Coraline Jones. - Balbettò la ragazza.

- Vergognati non sei lei!!! - Strillò il leprotto marzolino.

Scagliò una tazza piena di thè fumante verso la giovane, il cappellaio si accorse dell'accaduto e allungò un braccio per spostare la ragazza dalla traiettoria della tazza.

- Devi scusarlo, sta peggiorando negli ultimi tempi. - 

Disse l'uomo alzandosi per raccogliere la tazza per poi invitare la ragazza a sedersi su una pila di libri che aveva posizionato su una sedia accanto a lui.

- Sai per caso perchè un corvo assomiglia ad una scrivania? - Domandò il cappellaio fissando la ragazza.

- Io....co...come? - Chiese confusa.

- Alice aveva promesso di ritornare, aveva promesso di trovare la soluzione....ma non l'ha fatto. - 

Disse il cappellaio di cui gli occhi avevano cominciato ad inumidirsi.

- Ci vediamo. - Disse il vaporoso micione scomparendo nel nulla, sapeva bene che quando il cappellaio era triste per lui era meglio togliersi di mezzo.

- Quando tempo è passato? - Domandò la ragazza dai capelli blu.

- Non lo so nemmeno io, il tempo è cattivo. -

- Sono sicura che un giorno tornerà. - 

Anche se Coraline non conosceva quell'uomo, odiava vedere le persone tristi e faceva di tutto per di strappare un sorriso a chiunque, quel mondo era strano, il paese delle meraviglie se lo era sempre immaginato vivo e colorato, invece da quando era arrivata lì.....aveva percepito tristezza e depressione, capii allora che Alice doveva essere veramente importante. sopratutto per il cappellaio matto innamorato.

- Dopotutto io vivo per questo, vivo per aspettarla. - 

- La ami? - 

Domandò Coraline come un fulmine a ciel sereno sperando di non essere invasiva, era la prima volta che si ritrovava a parlare con un capellaio matto e anche se ci parlava solamente da qualche minuto, il carattere di quel personaggio la sorprendeva, era così dolce, anche se dava risposte contorte....ma a Coraline piaceva l'insolito.

- Non so cosa significa amare, per te cosa significa impazzire per una persona di cui senti terribilmente la mancanza? - 

Domandò l'uomo.

- Credo che significhi essere innamorati, nel tuo caso. - 

Coraline riuscì nel suo intento, sulle labbra scure del cappellaio matto si dipinse un leggero sorriso che lasciò intravedere i suoi buffi incisivi.

Anche la ragazza sorrise, ma poi un pensiero le balenò in testa.

- Come faccio a tornare a casa? -

- Non ne ho la più pallida idea ragazzina dai capelli blu e con le lentiggini. - 

Disse il cappellaio continuando a sorridere.

- Sai? anche lei cercava un modo per andare a casa....- 

- Io una volta sono finita in un modo dove tutti avevano i bottoni al posto degli occhi....era terribile. - 








-




 

- Coraline ti vuoi svegliare!!?? - 

Sbraitò il leprotto marzolino dall'altro capo del tavolo.

- Cosa? - 

- Svegliati! tu non sei Alice! - 

Urlò più forte il leprotto saltellando, questa volta lanciò verso Coraline una enorme teiera che la colpì in pieno volto.
Non appena riaprì gli occhi non sentì nessun dolore, si ritrovò distesa sull'erba infangata di fianco al pozzo sulla collina.

- Allora Jonesy, va tutto bene? - 

Domandò Wybie che era diventato un bel ragazzo, del quale Coraline aveva una cotta ma ancora non era riuscita a dichiararsi.

- Si Wybie, cosa è successo? - 

Chiese la ragazza massaggiandosi il capo.

- Sei svenuta, devi smetterla di toccare la quercia velenosa! - 

- Ok Cappellaio...- 

- Come mi hai chiamato? - 

- Niente, Niente...- 

Coraline si rese conto allora che si era trattato di un sogno, in un mondo migliore rispetto a quello dei bottoni....però.















 

THE END.








 










   
 
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