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Autore: Melie Devour    19/07/2012    0 recensioni
Lei portò la mano alla bocca e voltò lo sguardo, per poi tornare a guardarlo e seriamente rispondere «Faccio quello che voglio, padre.» puntandogli un dito al petto.
Tom le sorrise, abbassando poi lo sguardo sul pezzo di stoffa che teneva tra le mani. Con tono sommesso sussurrò «Sai, era la mia preferita.»
Lei alzò le sopracciglia. «Puoi sempre mettertela. te l’ho decorata con tanto amore.» poi notò che lui ancora aveva lo sguardo masso, mentre si rigirava la camicia tra le mani, e d’un tratto si sentì in colpa.
«Mi dispiace che era la tua preferita. È la prima che ho trovato.»
Lui sospirò un po’ avvilito, e poi alzò lo sguardo in quello di lei.
La guardò con gli occhi tristi dritti in quelli di lei, e poi con un’alzata di spalle sbottò «Loki’d.»
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chris Hemsworth, Nuovo personaggio, Tom Hiddleston
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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25 Aprile 2018

Milano, studio televisivo di “Che Tempo Che Fa”

 

Brenda si tastava nervosamente la nuca, intrecciando le dita con i ciuffi scuri dei suoi capelli corti.

Quello non era certo il primo studio televisivo che visitava. Non aveva fatto altro che apparire in Premiere e Studios in tutte le più belle città del mondo, nell’ultimo mese. Erano partiti dagli States, dove il film sarebbe uscito prima, per poi passare all’Asia, piano piano avvicinandosi al suo continente natale. Quell’ultimo anno era stato il più movimentato, stressante eppure più bell’anno della sua vita. Solo due anni prima non avrebbe osato neanche sognare di raggiungere un tale livello di fama. Fama mondiale. Non lo aveva realizzato, finché sua madre non gliel’aveva fatto notare, una sera in video conferenza su Skype, insieme al resto della sua famiglia. Quando le aveva sentito pronunciare quelle parole per un attimo la stanza d’albergo intorno a lei era diventata più grande, e lei era sempre più piccola, in mezzo alle morbide lenzuola di lino del letto.

La prima vera tappa europea era stata la russia, con Premiere e interviste a riviste ed emittenti Tv a Mosca e a San Pietroburgo.

Passando poi per una veloce tappa in Polonia e due città Tedesche, erano infine approdati a Milano, dove Fabio Fazio aveva richiesto un’intervista con parte del cast di Thor 3, prima della Premiere ufficiale di Roma del giorno dopo. E non poteva mancare lei, Brenda Pratesi, stella internazionale nascente, col suo sorprendente esordio nel mondiale successo Marvel. Una ragazza nata in Toscana che dopo anni di recitazione in teatro ed amore smodato per il cinema, fa il suo debutto sulla scena internazionale.

Il tornare in patria dopo un anno e mezzo l’aveva resa nervosa sin dal primo momento in cui glielo comunicarono.

La stellina torna a casa!” L’aveva canzonata bonariamente Anthony Hopkins.

 

Con un’espressione inquieta, La giovane ragazza continuava a torturarsi le unghie, guardando da dietro gli spalti l’intervista precendente alla loro volgere al termine.

Un assistente le passò vicino la incalzò «Trenta secondi!»

Sentì una presenza piacevolmente ingombrante avvicinarsi a lei.

«Non ti ho mai vista così nervosa.» notò Chris, chinandosi leggermente in avanti, per poterla guardare in faccia.

«Già. Immagino sia perché solo due anni fa guardavo questo programma da casa.»

«Andrà alla grande, vedrai.» Le batté la mano sulla spalla lui.

Ed ecco che dalle sue spalle spuntava anche Tom, appena caracollante, sbottando un «Eccomi, eccomi.»

«Problemi col make up?» lo beffò lei. Non si sarebbe aspettata che lui fosse uno degli attori la quale sessione di make up durasse più a lungo, e non ne capiva a fondo il motivo, dato che quando ne usciva sembrava tale e quale a quando ne era entrato.

«Come sempre. Non come te, vero?» Rispose lui, senza il tempo di accentuare lo scherzo nelle sue parole, Infilando la cintura nei passanti dei jeans con una certa fretta.

«Sei solo invidioso della mia velocità.» Fece lei. Non che le truccatrici non ci provassero, a dipingerle la faccia. Ma appena avevano applicato un filo di correttore e della cipria, lei si sottraeva in qualche modo dalle loro mani. Non si era mai vista bene col trucco addosso.

L’assistente posò la mano sulla schiena di Mr. Hiddleston, e con l’altra faceva cenni ai camera-men più in là. Quando le sue dita passarono da cinque a uno, con una spinta fece avanzare l’attore, seguito dagli altri due, verso la luce dei riflettori, in mezzo al pubblico che applaudiva e qualche acclamazione sporadica.

Brenda sorrise nel modo più naturale che poté simulare, per poi sedersi nella poltrona di mezzo, come le avevano “suggerito caldamente” nel retroscena. Gli altri due erano totalmente a loro agio, nettamente meglio addestrati di lei, ormai sposati alle telecamere da anni.

Con un paio di sorrisi a 32 denti avevano salutato il pubblico e si erano accomodati anche loro.

«Ed ecco la crema del cast di Thor 3! Chris Hemsworth - un piccolo gruppetto di urli di approvazione si alzò da una sezione del pubblico, dove sedevano parecchie ragazze tra i sedici ed i vent’anni - Tom Hiddleston - gli urletti crebbero addirittura di tono - e Brenda Pratesi!» Tutto il pubblicò applaudì a lungo, pregno di amore tipico dei connazionali.

Anche Fazio applaudiva annuendo con la testa, mentre lei si sentiva sempre meno a suo agio ad ogni battito di mani. Chris le sorrise, infondendole una certa tranquillità interiore.

«Allora, Brenda, abbiamo in serbo una piccola sorpresa per te.»

Le gambe della ragazza s’informicolirono istantaneamente per l’ansia. Sorridendo disse «Sentiamo!»

«Non so se hai notato che ai tuoi colleghi non è stata messa l’auricolare per la traduzione simultanea.» disse il conduttore, con un sorriso naturale e nonostante Brenda provasse l’urgenza di prenderlo a schiaffi. No, non lo aveva notato. Perfetto.

I due energumeni di fianco a lei si scambiarono un sorriso, e Tom si coprì con nonchalance la bocca con la mano, per nascondere una risata.

«Perciò sarai tu a farci da traduttrice per quest’intervista!» concluse Fazio.

«Non mi merito quest’onore, Fabio!» La buttò sullo scherzo lei con un sorriso sghembo.

«Sì, perché tutti si chiedono se parte del risultato finale del film sia frutto di un ridoppiaggio o se tu davvero abbia recitato tutta la tua parte in inglese.»

Brenda mascherò la seccatura che quella domanda le aveva procurato. Seriamente era così impensabile che un italiano potesse arrivare a parlare appropriatamente una lingua straniera? E secondo loro l’avevano fatta recitare per poi ridoppiarla?

Rise «Vedremo se sono abbastanza brava da non farvi accorgere che in realtà non lo parlo, l’inglese.» Scherzò, poi chiamò «Prima domanda!»

«Perfetto!» Esclamò Fazio dopo una risata, abbassando lo sguardo sul foglio dell’intervista pinzato alla cartellina di plastica.

«Domanda per Chris Hemsworth - lui si raddrizzò sulla sedia, prestando attenzione - Com’è stato accogliere un’attrice così giovane quale tu sei in un film ormai al terzo sequel?»

Lei per un attimo sorrise al conduttore, con uno sguardo sorridente che lasciava trasparire un po’ di insicurezza. Il conduttore precisò «Sì, gli autori si sono spremuti le meningi per metterti in difficoltà.»

Lei annuì appena, per poi voltarsi verso Chris.

«Ha chiesto com’è stato lavorare con un’attrice giovane al terzo sequel di Thor.»

Lei utilizzò la sua miglior cadenza ingleseggiante, consapevole che avrebbe impressionato non poco il pubblico italiano, non abituato ad una così maneggevole alternanza di linguaggio di qualcuno che non fosse un interprete professionista. E spesso anche loro toppavano alla grande.

«Beh, è sicuramente peculiare lavorare con un’attrice della stessa età del personaggio, specie se così giovane e nei panni di un ruolo così complesso. Non me lo sarei aspettato, ma devo dire che è stata professionale fin dall’inizio, perciò è stato facile recitare a fianco a lei.»

«Voi due lo sapevate fin dall’inizio, non è così?» Disse la ragazza, alludendo alla bella trovata della traduzione.

I due risero, e lei si arrese, tornando a rivolgersi al conduttore. Stava per cominciare a tradurre, ma fece una risata «Devo dire che fa strano tradurre una risposta che mi riguarda.» Disse, sperando in un piccolo gesto di grazia, ma Fazio le sorrise incitandola ad andare avanti.

«Allora, ha detto che non si sarebbe aspettato che avessero scelto un’attrice della stessa età del personaggio interpretato, ma che è stato facile girare le scene insieme.»

«Ok!» esclamò lui, per poi continuare «Solo un’altra domanda, tranquilla. Stavolta per Tom.» La ragazza sussurrò un “Grazie al cielo”, che fece ridere il pubblico.

«Dunque. Tu e Tom avete in comune un esordio nel panorama del cinema a dir poco eclatante con la Marvel. Gli è capitato di rivedere sé stesso in te?»

Oh, sì, gli autori ci si erano messi decisamente d’impegno. Prese un respiro cercando le parole giuste nella testa, poi si voltò verso di lui.

«I nostri debutti sono stati comparabili ed entrambi inaspettati. Hai mai rivisto il te di sette anni fa in me?»

Tom sorrise, uno di quei soliti sorrisi che occupavano tutto il suo viso. Non si voltò a parlare verso il conduttore, come era uso fare e come aveva fatto Chris, ma continuò rivolgendosi a lei direttamente «Beh, i nostri esordi nel mondo del cinema sono stati molto simili, perciò non ho potuto non sentire un certo legame tra noi. Tu guardavo ascoltare le indicazioni di Kenneth proprio come facevo io, sai, come se lui fosse una sorta di dio, seguendo le due istruzioni parola per parola. Ed avvolte provare un po’ d’ansia quando lui chiedeva di “essere sé stessi”, perché in quelle situazioni ricordo di essermi sentito così disorientato da non ricordare nemmeno più chi fossi. Ma ne sei venuta fuori splendidamente, ed hai fatto un ottimo lavoro.»

Perché le stava parlando in prima persona? In più i suoi occhi chiari non si erano schiodati dai suoi per un solo fottuto secondo, e lui continuava. «Anche io ero nervosissimo, alla mia prima intervista a Londra, dopo il primo Thor.»

L’espressione di lei si tese in uno sguardo allucinato. L’aveva fatto solo per metterla in difficoltà! “Che tu sia maledetto, Hiddleston”. Appuntò mentalmente il promemoria di una crudele vendetta, mentre passando il palmo velocemente sulla bocca si voltò di nuovo verso Fazio. Rimase un po’ spiazzata nel vederlo decisamente sporto in avanti, con espressione a dir poco curiosa.

«Ehm..» fece, cercando di fare mente locale. «Dunque.. È d’accordo sul fatto che i nostri debutti si somiglino molto tra loro, e perciò non ha potuto non rivedersi nei miei goffi tentativi di recitazione» autoironizzò «E sa di aver provato le stesse emozioni che ho provato io in questo ultimo anno. Ma pensa che dopotutto me la sua cavata bene.»

Dal pubblico partì un applauso di consenso.

«Anche noi ne siamo più che convinti. Bene, hai dimostrato di possedere un’ottima maneggevolezza con l’inglese, ora però una domanda tutta per te: come ha fatto una ragazza, in quel momento ancora di soli 17 anni, a ritrovarsi ad un’audizione per un film così importante dall’altra parte del globo rispetta a casa sua e come ti sei sentita quando hai saputo che effettivamente era te che avevano scelto per il ruolo.»

Lei sorrise, ripensando al giorno assurdo della sua audizione.

«Le audizioni di svolgevano a Boston, ormai un anno e mezzo fa. Io ero lì in una vacanza studio. È capitato che una mia compagna di viaggio, una studentessa dell’istituto che mi ospitava, venisse a conoscenza del mio amore per la recitazione e per i film della Marvel in generale. Insomma, se ne viene fuori con una scusa ed io mi ritrovo in questo ufficio al decimo piano di un palazzo, dove sull’insegna leggo “Distaccamento Sede Disney di Boston MA”. La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo Disney erano tutti i principi e le principesse dei film d’azione, e non capivo cosa mi avesse portato lì a fare. Poi su una porta leggo “Thor 3 casting”. È grazie a lei che ho affrontato l’audizione, mi ha impedito di darmela a gambe con la forza.»

«Come hai fatto ad affrontare un’audizione per cui non ti eri preparata?»

«Mi chiesero di recitare una parte che secondo me rispecchiava il personaggio per il quale avevo intenzione di fare l’audizione. Mi spiegarono che la loro valutazione stava nel vedere se riuscivo a far capire a quale ruolo aspiravo. Ero ancora influenzata dalla prima insegna che avevo letto all’entrata dello studio, perciò mi feci tornare alla mente qualche battuta della Regina di Cuori di alice nel paese delle meraviglie. A quanto pare ha funzionato.

«Una settimana dopo mi hanno chiamato per dirmi che ero stata scelta per un’altra audizione tra cinque potenziali attrici. Ci hanno inviato via mail un copione ad hoc che avremmo dovuto recitare tutte insieme. Mi comunicarono che ero stata scelta la sera stessa, e non potevo crederci.»

Un altro applauso si alza dal pubblico.

«Bene. Parliamo un po’ con tutti e tre del tuo personaggio. Devi tradurre loro solo la domanda, tranquilla. Si chiama Hela, giusto?»

«Sì, Hela.» si rivolse agli altri due, prima voltandosi verso Chris, rassicurante come suo solito, e poi verso Tom «Spieghiamo il mio personaggio, ok? Prima io.» Disse loro, prima di cominciare a spiegare.

«Hela e la figlia di Loki e Angerboda, una discendente dei giganti di ghiaccio che abbiamo conosciuto già nel primo film. Non è un ruolo fondamentale, ovviamente, sono l’ultimo nome nei titoli di testa. - scherzò lei con un sorriso - Hela nel film è sulla soglia della sua maturità, un po’ come i nostri diciotto anni, ma ad un’età corrispondente un po’ più giovane. Odino aveva previsto che sarebbe potuta essere una minaccia per il regno di Asgard, visti i precedenti del padre e le discendenze della madre. Insomma, senza fare spoiler, sarà lei a schierarsi con i cattivi, compensando la rinnovata neutralità di papà Loki, che sembra limitarsi a guardare da lontano soddisfatto.»

Tom le sfiorò il braccio con un buffetto «Ehi, fai parlare anche noi.» Le disse, seguito dalla traduzione dell’interprete che usciva dai monitor. “Lascia parlare anche noi!” aveva detto la voce della ragazza seduta dietro al pubblico alla postazione del tecnico del suono, con le orecchie coperte da cuffie e l’aria super concentrata.

«Ooh, scusa! Prego.» gli rispose lei in modo teatrale.

I due attori si alternarono a raccontare i propri personaggi, il loro sviluppo e la loro crescita emotiva, mentre la traduzione rimbombava nello studio. Fazio annunciò una clip, il trailer che le televisioni stavano trasmettendo di continuo.

Lei in esso compariva tuttalpiù due o tre volte, e il suo nome veniva dopo quello di Jaimie Alexander, l’ormai epica Lady Sif.

A trailer finito, tra gli applausi del pubblico, Fazio disse «Fantastico! In bocca al lupo per la Premiere di domani a Roma, e ricordiamo che in Italia Thor 3 uscirà il 1° Maggio. I nostri complimenti a tutti e tre ed un augurio speciale a te, Brenda. Ancora complimenti!» concluse, mentre il pubblico aveva ricominciato ad applaudire. Al sentire il suo nome, anche i due colleghi la applaudirono, mentre lei ridendo mollava a entrambi un pugnetto sulla spalla.

Grazie, fece lei, alzandosi insieme agli altri due. Tom performò il suo saluto in lingua straniera di turno, dicendo «Grazie a tutti!» con un accento abbastanza sicuro, mentre Chris si limitò ad un «Thank you very much.» dopo aver stretto la mano al conduttore.

Un ultimo saluto agitando la mano, poi Brenda poté ricominciare respirare. Era andata. Era andata anche abbastanza bene.

«Visto? È andata alla grande.» le disse Tom, accostandola e dandole una gomitata gentile sul braccio.

«Non grazie a te, maledetto sadico!» rispose lei simulando un ringhio, agitando verso di lui il pugno. «Grazie, di avermi aiutato con la mia ansia, ne avevo proprio bisogno!»

Lui si piegò in due dalle risate «Perdonami, non ho resistito. Dovevi vedere la tua faccia! Eri praticamente rosso pomodoro!»

«Che cretino.» Disse Chris, sopprimendo una risata e sfuggendo alla rabbia di Brenda chiudendosi in un camerino.

«Aspettati la mia terribile vendetta, amico.» Disse lei, un tono a dir poco drammatico, gli occhi socchiusi ridotti a linee orizzontali, prima di voltarsi e camminare verso le toelette. Le luci dei riflettori la facevano sudare terribilmente.

Ma Tom, dietro di lei decise di reggere il gioco, e a gran voce recitò «Non ho paura di te, vulv..–» Ma la sua voce s’interruppe quando gli occhi di lei lo perforarono da parte a parte. “Non osare” pensò lei. Allora lui si ricompose, facendosi un segno di bocca cucita con la mano.

Lei non era decisamente convinta, e gli puntò contro quel tipico gesto italiano che sta a significare “Attento la mia rivincita”, prima di sparire oltre la porta.

 

Brenda aprì il suo macbook sdraiata di traverso sul letto ed accese Skype. Sua madre era già in linea e la stava aspettando.

Bastarono cinque secondi e il computer cominciò a squillare.

«Mamma! Allora, hai visto la TV?»

«E che non l’ho vista..? Bella, la mia bimba che fa da interprete!» trillò sua madre, dall’altra parte dello schermo.

«Non me parliamo. Quei due lo sapevano fin dall’inizio e non mi hanno detto niente.»

Lei rise «Hanno fatto bene! Così hai dimostrato ancora una volta cosa sai fare!»

«Non era una mia priorità.» sbottò Brenda «Ma hai visto quel bastardo di Tom che ha fatto?»

«Dici quando gli hai fatto la domanda?»

«Mamma non puoi capire come mi sono sentita! Non può fare così! L’ha fatto per mettermi in difficoltà, e c’è pure riuscito!» Disse lei, che seppur seriamente risentita, non poteva non riderne.

«Ti assicuro che ne sei venuta fuori benissimo. Mi dispiace solo che chi non parlava inglese non ha capito tutte le belle cose che hanno detto i ragazzi di te.»

«Eh, pazienza.» Disse lei con sufficienza «E comunque mi sono già vendicata.» sogghignò. Sua madre le chiese, un filo preoccupata «Che hai combinato?» Ma lei non fece in tempo a risponderle che delle nocche risuonarono tre volte addosso alla porta della sua camera.

Toc. Toc. Toc.

Era il bussare di qualcuno  che aveva appena scoperto in cosa consistesse la sua vendetta.

Con una mano davanti alla bocca soppresse una risata, accese lil collegamento della webcam e le fece segno di non parlare. Angolò il computer così da inquadrare la porta della camera, poi abbassò la luminosità dello schermo al minimo, cosicché diventasse nero.

Poi scese dal letto e dopo aver fatto un respiro profondo per assumere l’aria più seria possibile, aprì la porta.

«Ah, sei tu.» Fece atona a Tom, che stringeva tra le mani una camicia a righe bianche e grigie.

Lui teneva un’espressione seccata fissa in viso, e alzando un sopracciglio spiegò la maglia davanti a lei, recitando ciò che era scritto sulla stoffa con un indelebile nero.

«“Almeno mia figlia ha un trono”. Seriamente?!» Fece.

Lei resistette poco prima di scoppiare a ridere davanti alla faccia incredula del suo collega.

«Hai letto anche sul retro?» Gli chiese lei, tramortita dalle risate.

«“P.S. io no”. Sì, molto divertente, complimenti.» fece lui, che non poté non concederle un sorriso.

«Bella trovata, Brenda, bella trovata.»

Lei cercò di calmarsi, facendo finta di asciugarsi una lacrima di gioia dall’occhio, dicendo «Sì, lo so. È stata geniale.»

Lui di colpo assunse l’espressione tipica di Loki mentre recita una delle sue epiche minacce. Con lo sguardo serio che avrebbe potuto ingannare anche sua madre, sibilò «Dovrei metterti in punizione per una settimana, figliola

Skype emise il suono di fine della chiamata. Tom si sporse per vedere da dove provenisse, mentre Brenda benedisse sua madre per aver riagganciato e maledisse sé stessa per non aver tolto l’audio.

Lui la guardò inclinando la testa, come a dire “Oh no, non l’hai fatto”.

Lei portò la mano alla bocca e voltò lo sguardo, per poi tornare a guardarlo e seriamente rispondere «Faccio quello che voglio, padre.» puntandogli un dito al petto.

Tom le sorrise, abbassando poi lo sguardo sul pezzo di stoffa che teneva tra le mani. Con tono sommesso sussurrò «Sai, era la mia preferita.»

Lei alzò le sopracciglia. «Puoi sempre mettertela. te l’ho decorata con tanto amore.» poi notò che lui ancora aveva lo sguardo masso, mentre si rigirava la camicia tra le mani, e d’un tratto si sentì in colpa.

«Mi dispiace che era la tua preferita. È la prima che ho trovato.»

Lui sospirò un po’ avvilito, e poi alzò lo sguardo in quello di lei.

La guardò con gli occhi tristi dritti in quelli di lei, e poi con un’alzata di spalle sbottò «Loki’d.»

Lei spalancò la bocca attonita, cominciando a ridere «Dannazione, Tom!»

Gli strappò la camicia dalle mani e gliela tirò in faccia, mentre lui se la rideva.

Si tolse la camicia dalla faccia e la porse a lei.

«Tieni, te la regalo.»

Lei l’afferrò, arrotolandola in una pallina che strinse tra le mani.

«Ti ricorderà che la vendicherò.»

«Non puoi fare meglio di me.» disse lei, agitando la pallino di stoffa.

«Vedremo.»

Lui si chinò in avanti, portò il braccio attorno alle spalle di lei, per poi darle un bacio sulla tempia.

«Dormi bene.» disse, prima di allontanarsi lungo il corridoio decorato e stretto dell’albergo, mentre lei rientrava nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.

“‘Notte Tom.”

  
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