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Autore: Marauders    03/02/2007    7 recensioni
La crisi…il tradimento…l’innamoramento…tante fasi, tante esperienze che per poterle capire ci vorrebbe proprio un manuale! Prongs
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Manuale d’amore

 

Capitolo 1: La crisi

 

Oramai è già passata una settimana, sono sette giorni pieni che di notte non riesco più a dormire, non tanto per il fatto che il divano sia scomodo (componente senza dubbio da non sottovalutare!) ma per Ginny.

 

È da un po’ che le cose tra di noi non vanno più bene come una volta; sia chiaro, io sono ancora follemente innamorato di lei ma, soprattutto nell’ultimo periodo, la tensione a casa nostra è diventata palpabile, quasi quasi non ci riconosciamo più, e io che credevo che sarebbero stati Ron ed Hermione ad avere la crisi del terzo anno!

 

E invece no, è successo proprio a noi due, Harry e Ginny Potter.

 

I motivi ormai non li ricordo più, è sempre lei che ne esce fuori uno diverso una cena dopo l’altra; la maggior parte li trovo veramente ridicoli ma vedendo che lei ci sta male sto male pure io e comincio a pensare di essere un disastro di marito.

 

La cena di questa sera è stata forse una delle più deprimente alle quali ho preso parte ed essendo cresciuto con i Dursley è tutto dire!

 

Eravamo seduti l’uno di fronte all’altra in silenzio, sto quasi facendo l’abitudine ai suoi silenzi che alterna a fasi di totale isteria, non capisco proprio cosa le prenda ultimamente, questi sbalzi di umore non c’erano mai stati nella mia Gin, sembra quasi che la vitalità stia piano, piano lasciando il suo corpo.

 

“Perché sei tornato così tardi?”

 

Non era tardi, era il normale orario di uscita, ma da qualche giorno si è convinta che io torni a casa più tardi di quanto dovrei, non sa quanto sia estenuante la carriera di Auror, specie per uno relativamente fresco di studi come me.

 

“Avevo del lavoro da sbrigare”

 

Forse la risposta è suonata più dura di quanto avessi voluto ma sto cominciando ad innervosirmi.

 

Perché ogni sera mi fa la stessa stupida domanda?

 

Dov’è finita la Ginny che quando aprivo la porta mi si fiondava tra le braccia chiedendomi ‘Com’è andato il lavoro, tesoro?’

 

“Ah”

 

Ha risposto ed è tornata a fissare il suo piatto ancora intatto per metà.

 

Anch’io ho ripreso a mangiare, infastidito e senza appetito ma ho pensato che se non l’avessi fatto avrebbe avuto da ridire pure su di quello.

 

“Hai un’altra donna?”

 

Questa domanda mi ha colto veramente alla sprovvista, tanto che per un paio di minuti ho rischiato di affogare con l’acqua.

 

‘Certo che no, amore mio ’ avrei voluto dirle, ‘Lo sai che amo solo te.’

 

E invece mi è uscito un “No” secco, secco.

 

“E allora perché sei tornato tardi?”

 

Benedetto Merlino, è tornata a ribatterci!

 

Un giorno o l’altro la porto al Ministero, all’ufficio Auror per la precisione e non la faccio uscire fino a che non ha imparato a memoria i  miei orari!

 

“Ron è tornato alle sette.”

 

“Ma ieri è tornato alle dieci” le ho fatto notare, “Mentre io ero a casa alle sei, ma forse non ci hai fatto caso visto che non c’eri!”

 

Sono stato brusco lo so, non è da me rispondere così, ma questo suo nervosismo ha effetti nefasti anche su di me.

 

Credo che sia stato proprio in quel momento che i suoi occhi hanno cominciato a farsi più rossi.

 

Erano anni che non la vedevo piangere e mi è sembrata una cosa praticamente assurda per una coppia che in tre anni di matrimonio non aveva litigato nemmeno una volta.

 

Forse era troppo bello per essere vero…forse era troppo bello per poter durare…

 

“Ginny” ho tentato di dirle.

 

“Sono così inutile, Harry?” ha detto tra un singhiozzo e l’altro, “Davvero, così tanto?”

 

“Ma che dici?!” ho esclamato, questa è una cosa che non mi ha mai sfiorato la testa neppure per un secondo, “Perchè lo pensi?”

 

“Tu sei sempre a lavoro” ha risposto asciugandosi le lacrime col dorso della mano, “Sempre fuori, sempre impegnato…e io rimango qui, confinata a casa giorno dopo giorno, sono completamente inutile.”

 

Mi sono alzato e l’ho scrollata per le spalle, non ce la faccio a vederla così!

”Guardami” le ho detto e lei ha alzato il suo viso rigato di lacrime fino a guardarmi dritto negli occhi, “Non ho mai pensato che tu fossi inutile.”

 

“Però avresti preferito che io fossi stata come Hermione, un’eccellente medimago bravissima in tutto.”

 

“No, io non…” ma mi ha interrotto prima che potessi articolare un’altra sillaba.

 

“Sai, l’unica ambizione della mia vita era quella di diventare come mia madre, una felice donna di casa con a carico un nugolo di figli, ma non servo neppure a questo!”

 

Si è alzata di scatto ed è corsa a chiudersi nella nostra camera da letto.

 

Naturalmente ho provato a seguirla, a momenti buttavo giù la porta a furia di colpi, ma lei non ha aperto.

 

Sapevo che non l’avrebbe fatto, anche quando eravamo a scuola oppure alla Tana, ogni volta che aveva qualcosa che la turbava andava a chiudersi in camera e non c’è magia che tenga, nessuno è mai riuscito ad entrare se Ginny Weasley non vuole.

 

Sono tornato giù e mi sono lasciato cadere stancamente sul divano, diventato oramai il mio letto.

 

In mano avevo una burrobirra, da un po’ ho preso questa abitudine di bere prima di andate a dormire, fortunatamente è analcolica, altrimenti sarei già nella categoria degli ubriachi.

 

Ho ripensato a quello che ha detto Ginny, l’argomento figli è un punto fisso, usciva sempre a cena da qualche tempo.

 

Devo ammettere che questo è stato il nostro vero, unico, grande problema.

 

Il guaio è successo quasi sette anni fa, durante la guerra contro Voldemort e i Mangiamorte, è stato un incidente, un grave incidente che ci è costato caro.

 

Ginny non doveva esserci, eppure non si è mai allontanata dal mio fianco fino a che un incantesimo non l’ha colpita in pieno.

 

Quando siamo andati al San Mungo ci hanno detto che non era in pericolo di vita, ma che quel colpo le aveva causato alcuni scompensi interni che, forse, col tempo sarebbe guariti.

 

Non è stato così.

 

Sul tavolino c’era una lettera, non c’avevo fatto caso prima, l’ho presa.

 

L’intestazione diceva che era stata mandata dal San Mungo all’inizio della settimana, proprio quando è cominciata la nostra crisi.

 

Non è un buon segno.

 

Con mani tremanti l’ho aperta e letta.

 

Diceva più o meno così:

 

‘Cara signora Potter,

 

siamo spiacenti di informarla che gli esami effettuati sulla sua persona non hanno mostrato segni di miglioramento in seguito alla lesione da incantesimo che l’ha colpita diverso tempo fa.

 

Purtroppo riteniamo superfluo fare esami annui come le avevamo consigliato, dato che oramai è accertata la sua condizione di sterilità…’ eccetera, eccetera.

 

È stato peggio di una doccia d’acqua gelida.

 

Questi esami risalgono a due mesi fa e arrivano solo ora. Infondo capisco come si sente Ginny.

 

È vero che li ha ripetuti ogni anno negli ultimi sette anni, ma almeno nelle altre lettere dicevano che c’era ancora speranza.

 

Vorrei consolarla ma non ci riesco.

 

Forse è vero che mi sto lentamente allontanando mentre lei cade nella depressione.

 

Ho sempre desiderato una famiglia perché è l’unica cosa che mi sia veramente mancata.

 

Credevo che con Ginny ci sarei riuscito, ma non è così e non lo sarà mai.

 

Ora avete capito perché non riesco a dormire?

 

Continua…

 

Commentino? ^___^

 

Grazie a tutti per aver commentato le altre mie storie!!!

 

Ci rivediamo presto con il seguito di questa ff!

 

Prongs

 

  
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