Era una giornata normale finche sentii la mia tasca vibrare accompagnata da un suono di anatre, esatto proprio di anatre, questo suono mi aiutava... mi aiutava a pensare che quello non fosse un telefono dal quale dipendevo ma un semplice oggetto da tenere lontano, era D. una mia amica un po strana ecco la classica ragazza da filmino mentale lei di me sapeva tutto era la mia porta scleri e forse io il suo. Feci scorrere il dito sulla striscia rispondi e appena appoggiaotil telefono all'orecchio sentii un urlo accompagnato da un << Io tu stasera aperitivo e due amici >> non mi lascio' il tempo di replicare che attacco', l'appuntamento era al JC Cafe' in centro a Milano la stessa sera! d'altronde D sceglie sempre locali molto glam e come ogni fissato della moda corsi da DAAD per un completo nuovo, novecentoquindici euro completamente inutili ma mi davano sicurezza come a tuddi da sicurezza una camicia di Galliano (?) alzai la manica della felpa per guardare l'orologio... mancavano due ore per l'appuntamento e questa cosa mi dava ansia, per uno come me due ore sono come dieci minuti per una ragazza, beh si come si può' ben capire sono un fissato... Doccia capelli profumo vestiti, mancava solo la scelta finale più' importante...le scarpe!! presi le mie Tom Ford nere di vernice con i lacci verde menta accuratamente abbinati alla pashmina di Fendi verde mela. Il taxi era arrivato e quel tragitto di neanche cinque minuti mi parve lungo anni pagati i miei nove euro all'autista mi sciolsi la sciarpa ed entrai vidi D col suo Mojito come sempre seduta difronte ad un uomo, un ragazzo per meglio dire e inmezzo a loro c'era seduta una donna dai capelli biondi un vistoso ed eccentrico abito dorato con le spalline rosse, degli altissimi tacchi dorati con una suola rossa vernice, probabilmente delle Loubutin e una birkin classica rossa e oro. Feci un cenno a D si alzo e mi saluto urlando in modo impacciato in mezzo al locale, le porsi un sorriso imbarazzato dopo questo "saluto" si giro' lei si era proprio lei l'avrei riconosciuta tra mille non sapevo se piangere urlare o scappare dal locale, trattenni le lacrime e i avvicinai alla sedia...i dieci metri più' lunghi della mia vita... CONTINUA