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Autore: misslittlesun95    19/07/2012    1 recensioni
Il titolo non c'entra nulla, ma questo era davvero un tema XD
L'ho fatto circa due anni e mezzo fa, prima di iniziare realmente a scrivere.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :).
Dal testo: "Entrò in casa e non vide nessuno. Ogni cosa era al proprio posto e il luogo sembrava deserto. Un silenzio pesante aleggiava. Sara erra convinta che in una di quelle stanza ci fosse la soluzione del mistero …. Sara la conosceva bene quella casa. Era la casa della sua amica Angela. Angela era un’agente di polizia come lei. A differenza sua era però puntuale e dedita al lavoro. Per questo il fatto che due giorni prima non si fosse presentata a lavoro era sembrato a tutti strani. "
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tema in classe.

Entrò in casa e non vide nessuno. Ogni cosa era al proprio posto e il luogo sembrava deserto. Un silenzio pesante aleggiava. Sara erra convinta che in una di quelle stanza ci fosse la soluzione del mistero …. Sara la conosceva bene quella casa.
Era la casa della sua amica Angela.
Angela era un’agente di polizia come lei. A differenza sua era però puntuale e dedita al lavoro. Per questo il fatto che due giorni prima non si fosse presentata a lavoro era sembrato a tutti strano.
Quella mattina era stata ispezionata la casa … ma niente … .Ora lei voleva fare ,da  sola, un ultimo tentativo.
La casa era perfetta;il letto fatto,i piatti lavati e la libreria di legno spolverata.
Proprio quella libreria attirò lo sguardo della ragazza.
Tre libri erano più sporgenti degli altri. Li tolse e dietro, in mezzo alle due assi della libreria, vide una maniglia.
Sara svuotò allora la libreria e spostò il mobile. La porta, bianca con la maniglia dorata, era chiusa.
Cercare la chiave  sarebbe stata un’ impresa quasi impossibile.
Sara andò in cucina, in bagno, nella camera dell’amica. Ma niente.
Tornò in salone sconsolata. Si mise a sistemare i libri in pile per rimetterli poi a posto quando notò che c’erano due copie dell’Iliade.
–Strano- pensò. Angela non avrebbe mai tenuto due copie dello stesso libro insieme.
Aprì la prima. Era perfetta. Così prese in mano la seconda. Notò subito che pesava di più. L’aprì e dentro trovò una chiave anch’essa dorata.
Era la chiave della porta.
Sara la aprì. La stanza era piena di poster impolverati. Era la camera di una ragazza.                                                                                  
Sulla parete di fondo era appesa una bacheca con attaccati dei ritagli di giornale. Sara lesse solo i titoli. Parlavano dell’omicidio di una ventenne da parte di una coetanea. L’assasina si chiamava Livia C. –C.- pensò Sara. Il cognome di Angela era Casati. C. Poi vide le foto di Livia su un articolo più recente. Solo cinque anni prima. Diceva che questa ragazza (che qui chiamavano  Livia Casati) si era suicidata.
Sara riconobbe negli occhi di Livia lo sguardo di Angela. Dunque quella era la camera di Livia.                                                                              
Sul comodino c’era una foto; due ragazza abbracciate. Dietro vi trovò una scritta: “Angela e Livia, 3 Dicembre 1993”.
La fotografia era stata scattata in montagna.
Sara la guardò per cinque minuti poi qualcosa si accese nella sua memoria e riconobbe il posto. Era quel paesino di montagna dove era stata con Angela l’anno precedente. Guardò di nuovo l’articolo sulla morte di Livia. Era datato I aprile 2004.
Sara guardò l’orologio che segnava anche la data e esse:Friday  3rd  April.
Ci mise poco a collegare le date.                                                                              
Angela non era stata rapita.
Angela era in montagna.                                                                
Sara usci dalla casa non curandosi del disordine. Salì in macchina e si mise a guidare. Tre ore dopo era al piccolo paese dove da due giorni si “nascondeva”Angela.                                        
 La trovò nella piazza del paese.
–Angela-…. La ragazza si girò .
- Ciao Sara,non pensavo che ci mettessi così poco.-
Sara non capiva. – Tu … sapevi che sarei arrivata?-  
-sì … sei una brava poliziotta e una buona amica.-
Sara la guardò e lei continuò. – Non torno a Torino. Vado a Napoli.Tra un paio d’ore arriverà dal commissariato la risposta alla mia domanda di trasferimento. Il dieci sarò laggiù.-  
- Angela- Sara non riusciva a trattenere le lacrime.              
– Non temere non è un addio-  
-ti voglio bene-  
-te ne voglio anch’io Sara -.                                  
Era Aprile ma cominciò a nevicare. Sara arrivò alla macchina. Si girò un’ultima volta e le mandò un bacio. No,non era un addio era l’inizio di una vita differente, quello si … ma loro si conoscevano troppo bene per dirsi addio … e quel giorno la loro amicizia si era legata per sempre.
   
 
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