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Autore: Calipso__    19/07/2012    3 recensioni
Adoro James: è il personaggio più screditato da tutti eccetto che da me. Lo adoro perchè nonostante fosse un bulletto è cambiato per Amore ed è morto per la donna che amava e per il loro figlio.
Questa è stata la prima fanfiction che abbia mai scritto su Harry Potter, spero che vi piaccia!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La vittoria più importante di James
~ La vittoria più importante di James

Era una domenica, e il sole splendeva luminoso in cielo sul parco di Hogwarts mostrando agli studenti uno degli ultimi bei giorni d’estate; James aveva appena finito gli allenamenti di Quidditch per il primo incontro della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, e sapeva che doveva essere nel massimo delle forze per quel momento. Scese dalla scopa e una volta in campo, scorse Sirius, che lo fissava avvicinarsi con aria annoiata.
«Hey, Sirius! Che ci fai qua, non avevi detto che dovevi esercitarti con Incantesimi?» gli domandò James appoggiandosi alla sua scopa.
«E tu veramente mi dai retta quando dico stupidaggini simili?» rispose Sirius ironico, inarcando il sopracciglio e, stiracchiandosi, sbadigliò. «E’ una giornata così bella… perché sprecarla nello studio?»
«Dove sono Remus e Peter?» gli chiese James.
«Beh, Remus ha dei compiti da caposcuola da svolgere… il solito secchione…» aggiunse Sirius con un ghigno maligno sul volto. «Mentre Peter sta studiando seriamente, altrimenti non riuscirà mai a prendere un MAGO decente… anche se è solo l’inizio del settimo anno, i professori non dimostrano un minimo di pietà per noi…»
James sospirò sconsolato: anche lui avrebbe dovuto pensare un po’ di più allo studio, lasciare indietro i suoi compiti gli faceva sentire uno strano senso di colpa… ma in fin dei conti aveva una memoria visiva, e se l’era sempre cavata più o meno egregiamente.
James corse negli spogliatoi per cambiarsi quando ormai il resto della squadra se n’era già andata, e uscii di fretta con la sua scopa raggiungendo Sirius. I due avevano deciso di fare un giro per il parco, quando passarono vicino al lago e sentirono una voce familiare: una risata cristallina e serena che James conosceva ormai troppo bene… il ragazzo si passò meccanicamente una mano tra i capelli e sussurrò a Sirius: «Che ne dici di fermarci qui vicino al lago?» Sirius, con un sorrisetto complice, alzò le spalle e gli fece l’occhiolino.
James si avvicinò al lago facendo dei profondi respiri: forse aveva ragione Remus, era proprio vero che era sempre stato un arrogante agli occhi degli altri, forse era proprio il momento di crescere… e per quella persona avrebbe fatto di tutto, si sarebbe sforzato di cambiare. E quello era il momento giusto per dimostrarglielo.
«Io ti aspetto lì…» gli disse Sirius allontanandosi dall’amico e avvicinandosi al lago, in un posto non troppo vicino per sembrare un ficcanaso, ma nemmeno troppo lontano per non perdersi l’esito della vicenda.
James si avvicinò da solo a due ragazze che si rinfrescavano i piedi nel lago: una era bassina con i capelli corti e neri, mentre l’altra era slanciata con dei lunghi capelli rosso scuro. Deglutì nervoso, cercando con lo sguardo Sirius, che gli fece un accenno con la testa, come a dirgli che tutto sarebbe andato bene, e leggendo il labiale colse un ‘in bocca al lupo’.
“Ci vorrebbe Remus, allora…” pensò con un sorrisetto, ma più si avvicinava alle ragazze, più l’umorismo lasciava spazio alla preoccupazione.
“Speriamo che questa sia la volta buona…” pensò James tra sé e sé.
Era praticamente alle spalle delle ragazze, con il cuore in gola e la paura di porsi per l’ennesima volta nel modo sbagliato alla ragazza con i capelli rossi.
«Ciao Evans.» la salutò lui, controllando il tono di voce, e per poco nemmeno lui riuscì a riconoscerla; le due ragazze si voltarono contemporaneamente spaventate: probabilmente non dovevano aver sentito arrivare nessuno, troppo prese nella loro conversazione.
«Potter!» esclamò Lily con un tono di voce infuriato, portandosi una mano al cuore.
«Sei il solito cafone! Mi hai fatto prendere un colpo…»
James si sentì morire: anche quando non gli sembrava di aver fatto nulla di male era sempre lui nel torto, dannazione, cosa doveva fare per essere accettato da quella ragazza?! Iniziando a sudare, cercò di ricordare a quello che si erano detti lui e Remus l’anno prima a proposito del comportamento di James…
‘Quando ti accorgi di aver sbagliato, dovresti per lo meno avere la decenza di pronunciare due parole: Mi Dispiace. Vedrai che una ragazza gentile come Evans apprezzerà questo tuo sforzo.’
“Ok, devo chiedere scusa.” Si decise James.
“Anche se non capisco che ho fatto di male…”
«Mi dispiace.» disse James e aggiunse: «Non era mia intenzione spaventarvi.»
La ragazza di fianco a Lily fissò prima lei e poi James, e non sembrò più in grado di proferire parola: era diventata tutta rossa in viso, e si vedeva chiaramente che si sentiva a disagio in presenza dell’aitante James Potter; la ragazza si alzò e balbettò a Lily qualcosa a proposito di compiti che si era scordata di finire, e scappò via prima che l’amica avesse il tempo di fermarla. Lily allora, raccolse tutte le sue cose e si alzò in piedi.
«Che fai?» domandò James nervoso.
«Me ne vado dalla mia amica…» rispose freddamente Lily.
«Aspetta…!» disse subito lui, fermandola per il polso, e quando vide lo sguardo sprezzante di Lily, James la lasciò.
«Scusa» disse subito lui.
«Stai chiedendo scusa troppe volte oggi… sei sicuro di essere Potter?» James non ci vide più, e le sputò in faccia quello che già da un po’ pensava: «Ora però sei tu ad essere ingiusta!»
Lily lo osservò sconcertata.
«Io ingiusta?!» ripetè senza capire cosa intendesse dire.
«Non noti affatto che sto cercando in tutti i modi di cambiare per farti piacere.» disse James incrociando le braccia serio. Lily lo fissò stupita, aspettando che James dicesse altro. James, nonostante si dimostrasse sicuro, aveva timore che, prendendo troppa confidenza con i suoi pensieri, avrebbe finito per offenderla per l’ennesima volta.
«E’ praticamente da quando ci siamo conosciuti sul treno sei anni fa che ti faccio il filo, e tu mi hai sempre rifiutato dicendo che sono solo un arrogante e che ti do la nausea… ma nell’ultimo anno non ti sei nemmeno accorta che ho fatto di tutto per cambiare e per piacerti.»
Lily lo fissò abbassando la guardia e il suo sguardo gelido iniziò a sciogliersi lentamente. James allora continuò a parlare, un po’ più sicuro di prima.
«Insomma, sto cercando di evitare di fare il presuntuoso o di mettermi in mostra, visto che detesti questo lato del mio carattere...»
«Perché, c’è altro oltre al tuo gigantissimo ego?» domandò Lily incrociando le braccia e guardandolo scettica.
«Sono una persona simpatica e un amico fidato. E’ da un secolo che ti chiedo di uscire, solamente così riusciresti a capire veramente che tipo di persona sono. Se ti fermi solo all’apparenza saremo in due a finire nel torto.»
Quelle parole sembrarono colpire notevolmente Lily; James approfittò dell’attimo di debolezza di Lily, perdendosi in quei suoi bellissimi occhi verdi a mandorla… in quel momento avrebbe solo voluto baciarla e stringerla a sé, era talmente bella e così vicina… ma avrebbe solo finito per rafforzare la convinzione che lui fosse solo uno sbruffone. Ma se fosse andato avanti così, non avrebbe ottenuto niente.
«Settimana prossima c’è un’uscita a Hogsmide…» si azzardò a suggerire James, continuando a temere che una proposta del genere lo facesse passare nuovamente per un impertinente.
«Sì, si può fare.» rispose subito Lily pensierosa, senza lasciargli il tempo di concludere la frase. James si sentì il cuore in gola.
«Davvero?! Usciresti con me?!» fece subito lui, incredulo: dopo tutti quegli anni passati a cercare di attirare la sua attenzione, ora lei aveva dato il suo consenso, gli sembrava così incredibile…
«Beh, perché no? Hai ragione te… nell’ultimo anno non mi sembra che tu abbia cercato di attirare l’attenzione su di te in qualsiasi momento… beh, per quanto sia possibile non attirare l’attenzione per un cercatore brillante come te. Forse è vero che tu sei cambiato.» disse Lily pensierosa. James si sentì tronfio e felice come non lo era mai stato nemmeno dopo una partita di Quidditch vinta da Grifondoro: non riusciva a reprimere un enorme sorriso sul volto, e dovette imprimersi nella memoria il discorso che aveva fatto con Remus per non sembrare nuovamente arrogante. Ma, in fin dei conti, Lily l’aveva appena elogiato per la sua agilità nel Quidditch, non poteva non sentirsi lusingato!
«Allora nell’ultimo anno mi hai osservato…!» si lasciò sfuggire James con un sorrisetto compiaciuto.
«Non ti montare la testa James…» disse subito Lily con un sorriso contenuto, guardandolo di sott’occhi. James, al contrario, si sentì ancora più entusiasta, visto che Lily l’aveva chiamato per nome per la prima volta; preso dall’eccitazione, si passò una mano tra i capelli, spettinandoli come faceva di solito con un gesto quasi automatico.
«Però se vuoi che settimana prossima vada bene, promettimi una cosa» disse Lily guardando seria James negli occhi. A James si seccò subito la gola per il nervosismo, ma senza pensarci o senza prima ascoltare la sua condizione, disse: «Qualunque cosa, Lily.»
Lily sorrise e gli consigliò: «Evita di scompigliarti i capelli con la mano, è terribilmente irritante.»
James scoppiò in una sonora risata, e dopo aver salutato la ragazza, si incamminò verso Sirius con un enorme sorriso, tenendo a mente di dover ringraziare Remus non appena lo avesse visto nella Sala Comune.



  
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