Vagabonda
in
frantumi.
Camminavi sotto un cielo di tenebra e diamanti,
non accorgendoti di come, in realtà,
la via che credevi giusta fosse solo un'illusione.
Correvi dietro a farfalle colorate nei prati colmi di risate, tiravi il pallone verso delle future ombre, rivolgevi la parola a muri di pietra.
Il nodo di emozioni e ricordi non si era ancora fatto oppressivo, vero?
Poi ti sei fatta male; hai sbucciato le ginocchia, ti sei slogata le caviglie, le tue mani non reggevano più la sfera rotonda.
Ti hanno fatto cadere?
O sei inciampata in te stessa?
Chiusa in una stanza aperta, un mare di passi che ti riempe le orecchie e parole che non riesci a comprendere che si bloccano nella mente.
I tuoi sogni in frantumi, i cocci che si spargono ai tuoi piedi.
E nessuno ti vede mentre tenti di riprenderli e aggiustarli, mentre le tue dita sputano lacrime scarlatte per cercare di rimetterli insieme.
Dove, dove sono andati i pezzi?
Dove?
Non li vedi, non li senti più.
Non va bene, se non li aggiusti perderai anche loro.
Sono tanti, sono diversi, sono i tuoi desideri segreti.
Ad alcuni potresti anche rinunciare, per esempio quelli che grattano di più, che ti feriscono in continuazione.
Perché ostinarsi a tenere qualcosa se ti si ritorce contro?
Ma se li lasciassi andare perderesti anche te stessa.
Le ombre le hai perse, le farfalle non le vedi più e la palla si è sgonfiata.
Sono i pezzi del tuo cuore quelli che senti scorrere nel sangue?
Cadavere ambulante che attende la sua fine, che fine hanno fatto i cocci a cui tenevi tanto?
Cammini sotto un cielo carico di pesantezza,
lacrime d'argento freddo, che non senti,
che ti graffiano il corpo e ti ottenebrano la vista.
Le gambe ti reggono ancora?
Anima solitaria che vaga tra la nebbia in cerca dei suoi sogni perduti.
Ricordi come ci si sente ad essere vivi?