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Autore: Medy    20/07/2012    1 recensioni
One-Shote sulla coppia che adoro di più...Una Scorpius/Rose , pensata ieri notte, anzi sognata! E incoraggiata dalla mia carissima amica PeaceS...perchè se fosse stato per me non avrei pubblicato! Spero vi piaccia, e soprattutto TI PIACCIA....Buona letturaaaa!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una mano sottile e candida si protrasse verso il pomello laccato della porta, per poi ritrarsi incerta. Rose si portò quella mano al petto e respirò profondamente. Era giunto finalmente quel momento tanto atteso, ambito e desiderato per ben due anni. Ma l’eccitazione, la gioia e la determinazione che l’aveva accompagnata quella mattina  erano stati sostituiti violentemente dalla paura e dall’incertezza , sostituita una volta realizzato che ciò che aveva sognato si stava realizzando, e quindi tutto ciò sarebbe divenuto reale e VERO. Si portò le mani al volto e percorse la stanza a passo pesante, marcando con precisione ogni angolo, ogni centimetro. Si abbassò portando il viso alle ginocchia, sperando di trovare quel coraggio che sembrava aver preso le valige per lasciarla completamente sola, e imprecò violentemente contro se stessa , contro quella sua maledetta testa , e contro quei maledetti occhi che l’aveva convinta a fare un passo del genere.  Gli stessi occhi che due anni prima o più l’avevano incatenata, facendole perdere la ragione, facendole dimenticare gli avvertimenti che le erano stati dati, mandando al diavolo ogni cosa, persino il suo adorato studio. Quegli occhi  , che a distanza di anni le provocavano ancora la medesima sensazione, quegli occhi che la facevano arrossire, e spogliare, in tutto e per tutto, quegli occhi che avevano gettato giù le sue difese apperentementi forti ma rivelatesi deboli come burro. Si alzò e sospirando si decise di affrontare la realtà, ma giunta nuovamente alla porta ritornò indietro, ripetendo nella sua mente, il lungo e strutturato discorso che si era preparata quel giorno . Ogni parola fu ripetuta alla perfezione, e sembrò poter funzionare. Sembrarono convincenti, dette a se stessa, ma cosa avrebbero provocato una volta esposte apertamente. Si fiondò dinanzi allo specchio e sorrise al suo riflesso, che la sorrise di rimando.
“Non c’è nulla di male Rose, tu sei una ragazza, lui è un ragazzo, vi siete piaciuti, vi siete innamorati e adesso…adesso COSA?” Quell’urlo a se stessa rimbombò nella stanza, e Rose sbiancò quando la porta si aprì e i folti e crespi capelli della madre sbucarono da dietro la barriera di legno.
“Perché urli?” Chiese scrutando la figlia con sguardo interrogativo. Rose da diversi giorni era strana, mangiava a stento, e più volte Hermione giurò di leggere nei suoi occhi un forte desiderio di parlare, di discutere qualcosa, un qualcosa che la turbava e la rendeva vulnerabile alle critiche.  Rose scosse il capo freneticamente, serrando le labbra come per trattenere un fiume di parole, impetuoso, che desideravano uscire violentemente. Hermione la scrutò ancora per un po’, e non volendo insistere ulteriormente lasciò la stanza esclamando, con fare indifferente : “Tra un po’ la cena è pronta…” . Alla parola cena , Rose sentì lo stomaco ribaltarsi, e sentì nuovamente il desiderio di urlare.  Quella sera sarebbe stata una cena come le altre, se solo l’ospite che avrebbe raggiunto di li a poco la dimora Weasley non avrebbe potuto rovinare l’appetito del suo adorato paparino. E se quella presenza era i grado di ciò, Rose era consapevole che quell’incontro non sarebbe stato affatto piacevole, anche perché nessuno era stato avvisato. Nessuno sapeva nulla. Guardò nuovamente la sua immagine e in quel momento ogni difetto sembrò essere accentuato. Quei capelli troppo rossi, troppo piatti, troppo lunghi, le lentiggini troppo vive sul viso, e gli occhi , limpidi , erano spenti. Quella paura di rendere quella cena un disastro le stava triturando il cervello e lo stomaco era in collasso. Avrebbe vomitato il nulla. Ma questo non l’avrebbe sottratta da quella decisione presa in due, non l’avrebbe sottratta dalle responsabilità che si era caricata , da sola, senza che nessuno la obbligasse, o minacciasse. Scosse il capo, e si ritenne una stupida, immatura senza cervello. Stava mettendo in piedi una tragedia degna di Schakespeare , stava dando a quell’incontro un volto tragico e drammatico. Non c’era nulla di male, Suo padre avrebbe compreso  e anche sua madre, soprattutto lei, che aveva sempre parlato di “ seppellire le asce di guerra e vivere il presente guardando ogni cosa con occhi diversi”, e lei lo aveva fatto, e adesso si ritrovava a dover trovare il modo giusto per spiegare al padre la presenza del personaggio meno preferito della sua famiglia. Si accarezzò i capelli, come per coccolarsi , e stendendo il viso, prese coraggio e uscì violentemente da quella stanza, ormai divenuta opprimente. Scese le scale a passo di elefante, e con sguardo torvo e severo si parò dinanzi al padre, che steso comodamente sulla sua adorata poltrona antica di secoli, ereditata da chi sa quale zio o zia lontana,  si godeva le ultime notizie del Profeta. Hugo era steso scompostamente sul divano in salotto, a guardare la TV, mentre sua madre era intenta a preparare la cena, apparentemente assente. Aveva sentito il passo pesante di Rose, e aveva presupposto, ancora prima che entrasse in sala, che la sua giovane figlia aveva qualcosa da dire. Finalmente avrebbe parlato, avrebbe sputato fuori quel qualcosa che da settimana le teneva le labbra sigillate.
“Papà, devo …dirti una cosa” Rose ingoiò a vuoto quando Ronald Weasley, percependo quel tono teso, abbassò a stento il giornale, per fissarla attentamente.
“Dimmi cara…” Sussurrò, scrutandola ancora, per poi ritornare alla pagina lasciata a metà. Rose guardò in direzione di Hugo, che avendo sentito la sua voce si era alzato dal divano per raggiungerli. Hugo sapeva, sapeva tutto come del resto tutta Hogwarts, e da bravo fratello aveva sempre tenuto la bocca chiusa , serrata. Non aveva mai cercato di ricattarla , non aveva mai cercato di ostacolarla, anche se , non aveva mai condiviso quella decisione. Anche La madre, lasciò perdere l’insalata, e si voltò verso di lei, intenta ad ascoltare ogni cosa.
“Stasera avremmo un ospite…” Continuò Rose , deglutendo . Il padre continuò a leggere il giornale, e annuì distrattamente.
“ Una tua amica cara?” Hermione Jane Granger non era mai stata una stupida, eppure in quel momento vide la necessità di apparire come tale, anche perché l’indifferenza del marito era snervante. Rose scosse il capo freneticamente.
“è il mio ragazzo” . Il giornale si abbassò di botto, e il volto paonazzo e lentigginoso tremendamente identico a quello di Rose fu scoperto. Il giornale si accartocciò su se stesso, sotto la presa forte di Ron.
“Il … il tuo cosa?” Domandò , incerto se oppure no il suo udito avesse avuto danni, causati dal duro lavoro da Auror che ogni giorno era costretto a sottoporsi. Hugo ghignò divertito, e si accomodò a tavola, assaporando la scena da una prospettiva diversa . Hermione si voltò nuovamente verso la lattuga lasciata floscia sul lavabo, e nascose il sorriso divertito, con la sua chioma folta.
“Il mio ragazzo , papà” Ripetè Rose, mordendosi le labbra, e arrossendo violentemente. In quel momento Rose e Ron Weasley avevano assunto lo stesso colorito, evidenziando maggiormente la loro somiglianza.
Ron rimase in silenzio, guardando attentamente la sua primogenita. In fondo doveva aspettarsela una cosa del genere. Rose era cresciuta, era divenuta una donna, per di più bellissima. Era intelligente , proprio come sua madre, e anche molto in gamba, sempre come sua madre. Forse , come sua madre, aveva attirato su di se l’attenzione di un bamboccio, imbranato, incapace di effettuare un semplice incantesimo, proprio come lui. La sua piccola bambina aveva un fidanzato, e adesso, era pronta a presentarlo, era pronta a rendere quel rapporto ufficiale. Deglutì, e cercò di non immaginare lei con LUI, l’anonimo e sconosciuto Lui, che allungava le sue manacce sul delicato e semplice corpicino della sua adorata bambina. Perché era cresciuta ? Perché aveva avuto fretta nel farlo? Un giorno prima era una pargola , incapace di camminare, e adesso era una donna, capace di camminare correre e …AMARE. Amava Rose, la sua bambina aveva trovato il suo principe azzurro, che lo aveva sostituito, che lo aveva messo da parte. Dove era finita la sua piccola che prometteva di volerlo sposare? Che gli prometteva che non avrebbe mai lasciato il nido di casa?
“HA UN FIDANZATO , RONALD, E ADESSO ANDRà VIA DI CASA, MAGARI TI PORTERà ANCHE QUALCHE NIPOTINO…” Una vocina nella sua testa gli mostrò la dura e mostruosa realtà. Sarebbe andata via, e lo avrebbe lasciato. La sua adorata Rose, la sua piccola, vivace, dolce, fiammetta. Sospirò rassegnato. Le voleva bene, e avrebbe accettato quella notizia, e avrebbe accettato quel ragazzo che l’avrebbe portata via.
“ Rose, piccola mia… è anche giusto…Insomma tu sei cresciuta, e sei…una ragazza. Ma sei sicura di volerlo presentare e rendere ufficiale tutto? Non vuoi aspettare qualche anno? Magari per conoscervi meglio! Magari ti ha tenuto nascosto un paio di cose che avresti piacere nel sapere….” Ron sperò di non apparire egosita e sperò di non ricevere un scappellotto dalla moglie, che proprio in quel momento gli puntò uno sguardo glaciale e di rimprovero. Sguardo che non fu visto, ma percepito, e ignorato .
“Papà sono due anni che Rose e ….” Hugo si morse la lingua, e abbassò il capo divertito. Rose lo aveva fermato in tempo con lo sguardo. Il nome non sarebbe stato svelato fino a quando non avrebbe varcato la soglia di quella casa. Farlo prima avrebbe costretto suo padre a circondare la casa con incantesimi di protezione o peggio, avrebbe costretto la famiglia a scappare via, lontano da li, in modo da non farsi ritrovare mai più. Ron impallidì: Due anni, due anni che la sua piccola Rose frequentava quel tale.Due lunghi anni, che si vedevano e uscivano insieme…Due anni…Era qualcuno conosciuto ad Hogwarts, magari un Corvonero intelligente come lui, oppure un Grifondoro, fiero e nobile. Un tassorosso non gli sarebbe dispiaciuto, forse un po’ imbranato certo, ma comunque passabile…Serpverde fu del tutto cancellato dalla sua testa. Rose non lo avrebbe deluso in quel modo, era la sua bambina, e nessun serpeverde avrebbe varcato la soglia di casa.
“ Va bene Rosei… Invitalo a cena. Hermione cara, c’è abbastanza cibo per tutti…?” Ron si voltò verso la moglie speranzoso in un rifiuto, ma Hermione  sorrise e  sventolando  il coltello
“Certo, caro…potrei sfamare un esercito” Esclamò , divertita. Rose tirò un sospiro di sollievo e sembrò ritornare serena. Il primo passo era stato fatto, ora doveva proseguire per la lunga e tortuosa strada che si presentava d’avanti a lei. Voltò su se stessa e andò alla finestra. Il giardinetto era immerso nel buio, e alcun rumore sospetto proveniva da lì. Il cuore iniziò ad aumentare di battiti ad ogni secondo che passava, e l’incertezza che sarebbe arrivato iniziò ad aumentare, per poi divenire certezze: Forse anche lui aveva sentito la necessità di non correre e ci aveva ripensato. Forse anche lui aveva ripensato a quella decisione presa su due piedi, e magari non sarebbe mai arrivato. Si martoriò le mani, e rimase in attesa accanto a quella finestra. Glielo aveva promesso. Avrebbe affrontato suo padre, lo avrebbe fatto per lei. Glielo aveva promesso baciandole delicatamente le labbra, gliela aveva promesso guardandola negli occhi, e una promessa del genere non poteva essere infranta o ignorata.
Ron era nuovamente sepolto dietro il giornale, ma l’attenzione non era rivolta affatto verso quegli articoli , che aveva letto e riletto abbastanza da ricordarli a memoria. Aveva la piena attenzione rivolta verso la porta, che tra poco sarebbe stata spalancata dal bast…dal fidanzato della sua Bambina. Hermione tagliuzzava e mescolava, mentre Hugo attendeva la reazione di entrambi i genitori , apparentemente tranquilli. Ma quella tranquillità, quella pacatezza e quel silenzio fu interrotto dal sonoro “Crack” e dallo materializzarsi del “bastardo” che avrebbe portato via Rose. Viso appuntito, capelli biondo scuro , tenuti distrattamente e disordinatamente, sguardo glaciale e sorriso familiare. Il Mix perfetto per mandare Ronal Weasley fuori dai ghangheri. Conosceva quel viso, conosceva quel ragazzo. Lo aveva visto troppe volte alla stazione di King’s Ross, e il solo guardarlo lo aveva mandato in bestia, come il solo pensare che Albus Severus Potter potesse considerarlo suo amico.
“TU COSA DIAMINE CI FAI IN CASA MIA” Hugo si alzò di scatto da tavola per fiondarsi alle spalle del Padre, che alzatosi di tutta fretta aveva tentato di agguantare quell’ospite poco desiderato. Era abbastanza alto da poterlo tenere fermo. Hermione aveva lasciato il suo lavoro da perfetta moglie e si era parato d’avanti al marito, che paonazzo in viso, tentava di liberarsi dalla presa forte del figlio, scalciando e imprecando sonoramente. Rose, era accanto a Scorpius, e lo teneva per mano, sorridendogli appena e augurandogli un benvenuto , cosa non fatta da sua padre.
“Papà, calmati! Cosi ti farai venire qualcosa” Hugo continuava a tenerlo fermo per le spalle.
“Ron, calmati! Siediti e per una buona volta stai fermo” Hermione tentò di prendergli il viso tra le mani e farlo calmare in qualche modo, ma lui si scostò furiosamente, e tenendo lo sguardo puntato su l’ospite , continuò a ringhiare, incurante di mettere in imbarazzo sua figlia Rose.
“VILE PUROSANGUE , ESCI IMMEDIATAMENTE DA CASA MIA”. Scorpius guardò Rose, che abbassando lo sguardo , mimò un “perdonami…” imbarazzato e deluso. Il giovane Malfoy le strinse ancora di più la mano come per rassicurarla che semplice urla non sarebbero bastate per fargli cambiare idea  e deciso a calmare il suo futuro suocero , prese parola.
“Signor Weasley, la prego, vorrei parlare con lei. In modo civile, se lei me lo permette” Il tono educato, lo sguardo serio, e la richiesta implorante non furono sufficienti per mettere calma in quella dimora.
“NON VOGLIO ASCOLTARE UNA SOLA PAROLA DA TE. MALFOY DEI MIEI STIVALI.ESCI IMMEDIATAMENTE DA CASA MIA, E TU SIGNORINA, NON USCIRAI DA CAMERA TUA PER I PROSSIMI ANNI! FORSE SECOLI, ANZI NO….FINO ALLA MIA MORTE NON USCIRAI DA QUESTA CASA E NON TI VEDRAI CON QUESTO….COSO!” Hermione lo prese per il colletto del maglione e infastidita da quelle parole immature e senza senso lo costrinse a guardarla.
“Ronal Weasley, adesso ti siedi e ascolti cosa ha da dire questo ragazzo!  E non aprirai bocca fino a quando non avrà terminato” Hermione era l’unica capace di mettere pace nell’animo del marito, che incontrando il suo sguardo sembrò calmarsi. Forse la paura di essere preso a sberle o semplicemente quegli occhi profondi e caldi, no…la paura di essere preso a sberle , lo costrinse a calmarsi e afflosciarsi pesantemente sulla poltrona, gettandosi il viso tra le mani e piagnucolando.
“Tutti, tranne un Malfoy. La mia Rose e un Malfoy…La mia bambina e un Malfoy”. Hermione alzò gli occhi al cielo, e accomodandosi accanto al marito, per assicurarsi che sarebbe rimasto fermo li, invitò entrambi a prendere posto e soprattutto parola.
“ Signora e Signor Weasley. Forse avrei dovuto mandarvi un gufo prima di irrompere in casa vostra , ma io e Rose non avevamo pensato di farlo…oggi”. I piagnucolii di Ron interruppero Scorpius che guardò l’uomo in modo preoccupato. Suo padre non aveva reagito in quel modo, ma aveva solo annuito distrattamente, ritornando a fissare le scartoffie di fronte a lui. Nonostante l’apparenza indifferenza, Draco Malfoy, aveva sempre ivogliato il figlio a prendere le giuste decisioni, non ostacolandolo e sostenendolo nel suo anonimato, ma comunque lo aveva avvertito che Ronal Weasley, era un tipo alquanto strano , e la sua reazione non sarebbe stata “normale” .
 Hermione lo invitò a non dar peso a suo marito e ai suoi lamenti da donna isterica, e di continuare quel monologo, prima che la cena potesse andare in fiamme. Hugo accanto al padre, tratteneva a stento delle risa di scherno. Aveva sperato in una  battaglia all’ultimo sangue, ma non certo quel piagnucolio fastidioso e da donnicciola.  In quel momento la virilità di Ronal Weasley era messa in discussione.
“ Io amo vostra figlia, e intendo…” Scorpius fu zittito dallo sguardo iracondo di Ronal Weasley, che ritornò a fissare il giovane.
“NON DIRE QUELLA PAROLA! NON DIRE QUELLA PAROLA CHE MI FA SANGUINARE LE ORECCHIE. ZITTO!” Rose ebbe un tuffo al cuore e guardò stupito Scorpius, che sorrise di rimando. Loro avevano progettato una semplice cena per mettere al corrente i suoi genitori  della loro relazione che andava avanti da ben due anni. Ma come solo Scorpius era in grado di fare, aveva sfoderato una carta nascosta, lasciando anche lei a bocca aperta. Quella parola interrotta avrebbe cambiato del tutto la sua vita, e in quel momento alcun dubbio sembrò rovinarle quel magico istante.
“Ron! Caro , continua pure….” Hermione zittì nuovamente il marito, che ritornò a piagnucolare dietro i palmi delle mani. Scorpius ringraziò con lo sguardo quella donna. Anche di lei , suo padre aveva parlato, definendola una grande strega e una grande donna, nonostante i suoi comportamenti infantili avuti duranti gli anni ad Hogwarts, avevano fatto fraintendere ciò che lui davvero pensasse di Hermione Grangere , e adesso Scorpius potè costatare quella grandezza.
“Forse vi sembrerà un po’ troppo presto, ma intendo sposare Rose….” . Questa volta Scorpius si voltò verso la sua adorata e amata musa, e si inginocchiò al suo cospetto. Hermione trattenne a stento un urlo di felicità, e Ron , invece, si gettò in un urlo disperato, rovinando l’atmosfera creatasi. Hugo si sentiva fuori posto, ma rimase comunque ad assistere a quella proposta, un po’ precoce , ma comunque romantica e vera. Dalla tasca dell’elegante cappotto, Scorpius estrasse una scatoletta di velluto blu, e Rose sentì il cuore battere freneticamente. Le mani tremavano, e le lacrime le trattenne appena.
“ Rose Molly Weasley, diventa mia moglie, prometto di renderti felice , ogni giorno della nostra vita…” Scorpius spalancò quel cofanetto che rivelò contenere un elegante anello in brillanti e oro, e Rose porgendogli la mano accettò, tra i singhiozzi. Hermione si portò le mani al petto e pianse di gioia, alla vista della sua bambina che aveva trovato l’amore. Non importandosene chi fosse a donargli quel sentimento , non importandosene del cognome o della discendenza, ma imporandosene solo nella sincerità che in quel momento vide brillare negli occhi di quel giovane. Ron sgranò gli occhi, e gettò un altro urlo disperato, non volendo accettare l’arrivo in famiglia di quell’individuo di cui non riusciva a pronunciare nemmeno il nome. Rose incurante dei lamenti del padre, incurante della sua reazione, si fiondò sulle labbra di Scorpius e si persero in un  bacio colmo d’amore. Spegnendo del tutto le urla di dolore di suo padre, spegnendo ogni cosa, e soffermandosi a pensare solo che sarebbe divenuta la Signora Malfoy, che avrebbe convissuto con lui, che avrebbe trascorso ogni giorno accanto a Scorpius, senza il timore di essere scoperti, di essere ostacolati .
“ Signor Weasley, la prego di mettere da parte i pregiudizi che vi legano alla mia famiglia. Amo davvero Rose, e le ho chiesto di sposarmi solo per renderla felice, e le prometto che non le farò mancare nulla. Ma vi chiedo solo di accettarmi, e di considerarmi membro di questa famiglia” . Ron si alzò di scatto dalla poltrona. Non aveva più fiato in gola, aveva urlato troppo, e adesso quella gentilezza era cosi snervante. A chi voleva darla  bere quel bamboccio platinato. Quelle parole, e quell’anello appariscente non lo avrebbero ingannato. Non a lui, che conosceva bene quella famiglia meschina, perfida e arrogante. Eppure, il sorriso stampato sul bel viso della sua Rose, il modo con cui si teneva stretta a lui, e lo sguardo implorante che gli rivolse, fecero addolcire quell’animo amaro, causatogli dalla vista del borioso baby Malfoy. Hermione si asciugò gli occhi, per poi rivolgersi al marito, che si sentì minacciato dallo sguardo che gli puntò. Hugo intanto attendeva affamato la fine di quella sceneggiata.
Rose non la diede vinta ai presenti e borbottando appena di non aver fame , si incamminò ai piani superiori. Scorpius si sentì in colpa, forse per colpa sua Rose avrebbe dovuto rinunciare alla sua famiglia, e lui questo non lo avrebbe mai voluto.
“ Non preoccuparti Scorpius, gli passerà. Non so quando, ma gli passerà” Sussurrò Hermione sorridendo in direzione del futuro marito di sua  figlia. Che annuì ringraziandola. Il braccio che ne seguì fu la conferma di essere stato accettato, anche se in parte in famiglia.
“ Tutte queste emozioni mi hanno messo fame. Spero che  tu gradisca la zuppa di verdure. Se avessi saputo mi sarei cimentata in una cena più elaborata” Hermione si staccò da lui, e asciugando le ultime lacrime ancora in bilico tra gli occhi e il viso , ritornò in cucina, sperando che il palato raffinato di Scorpius Malfoy non venisse rovinato dalla sua rustica e rudimentale cena , preparata di tutta fretta.
“La gradisco più che volentieri” Esclamò Scorpius, sfilandosi il cappotto, e fregandosene altamente di ciò che avrebbe mangiato quella sera. Aveva chiesto a Rose di diventare sua moglie e lei aveva accettato senza “ se “ e senza “ ma” , dubbi che lo avevano trattenuto per troppo tempo nella dimora dei Potter , in compagnia di Al che lo aveva incoraggiato a rischiare e farsi male.
“ un suo rifiuto sarà meno doloroso di un pugno di Zio RON” aveva esclamato divertito, paralizzandolo con il cofanetto tra le mani. Ma il pugno non era arrivato, e Rose non aveva rifiutato. Hugo gli diede una leggera pacca sulla spalla.
“Benvenuto in famiglia, amico…”Aveva sospirato, allegramente.Avere un Malfoy in famiglia sarebbe potuto risultare vantaggioso, inoltre la fama che ricopriva il giovane Malfoy, forse lo avrebbe aiutato a rimorchiare maggiormente. In fondo, andare a letto con il cognato di Scorpius Malfoy sarebbe potuto risultare “eccitante”.
“TI AMO” Sussurrò Rose, che finalmente aveva ritrovato la parola. Tutte quelle emozioni l’avevano gettata ad un mutismo momentaneo, e le avevano strappato il sorriso. Ma adesso era radiosa e bellissima, e Scorpius constatò che quell’anello era giusto per lei. Luminoso e unico come la sua adorata e futura moglie. “TI AMO” Rispose, baciandola ancora, e constatando con gioia che quelle labbra sarebbero state sue per sempre, che i suoi occhi si sarebbero riempiti ogni giorno di quel sorriso, che quel profumo, quel viso, quel corpo e soprattutto quel cuore sarebbe appartenuti a lui per sempre, e che il suo compito da quel momento in poi sarebbe stato di renderla felice.

Eternamente mia Eternamente tuo Eternamente Nostri.
 

 
  
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