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Autore: black_eyes    20/07/2012    4 recensioni
Cosa accadrebbe se una ragazza italiana, Greta, scappasse dal suo passato e arrivasse nella città degli angeli caduti, conosciuta anche come Los Angeles?
Ci saranno due punti di vista. Greta e Grant
Primissima mia storia, betata da quell'angelo di GirlOnFire
Genere: Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Darren Criss, Grant Gustin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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RINGRAZIAMENTI: alla mia meravigliosa beta, che senza di lei io non avrei mai messo questa roba qui su questo sito.
Poi le persone adorabili che leggono e capiscono ciò che ho scritto. Davvero, vi state moltiplicando e io ne morirò dato che non credevo che avrebbe avuto così tanto successo! GRAAAZIE!
Ringrazio: vy92, lulamae, AnacondinaFab, disappearinggirl, eloX26 e un grazie particolare va a quella tesora di SofiaKayEleutheria che commenta ogni capitolo spastico. Ringrazio Giu_ e fra_Glee, due adorabili ragazze che hanno messo questa storia nelle preferite e che commentano questo mio obrobrio.
Vi lascio a questo nuovo “capitolo”. A lunedì. Kiss&hugs :)

 

Uscii dal bagno e andai in sala con una salvietta stretta al corpo. Come intimo per la sera avevo il costume che mi ero comprata quel pomeriggio. Mi sistemai e indossai quella maglietta che vi era sul divano. Mi stava tre volte. Mi asciugai i capelli alla meno peggio e mi sdraiai sul divano. Quel bagno mi aveva destabilizzata completamente. Ero in uno stato di rilassamento completo. Mi addormentai subito. Dormii benissimo.

"Buongiorno" disse Darren appena aprii gli occhi. Lo vidi inginocchiato davanti al divano dove ero stesa "Dormito bene?" mi chiese porgendomi una tazza di caffè

"'Giorno" dissi in italiano con la bocca impastata dalla sonno "dormito bene" gli sorrisi "grazie" dissi prendendo la tazza dalle sue mani "stamani andrò a cercarmi una stanza e un lavoro" soffiai sul caffè per farlo raffreddare

"E se per caso rimanessi qui come mia coinquilina?" chiese Grant con indosso solo con un paio di pantaloni della tuta appoggiandosi allo stipite della porta della cucina.

Deglutii mettendomi a sedere. Cristo quant’era figo! Notai che aveva un tatuaggio sul petto e uno sull'incavo del braccio. Era un gran bel pezzo di ragazzo. Feci passare lo sguardo su tutti i suoi nei. Sexy. Questo è quello che pensai deglutendo per l'ennesima volta. Notai delle fossette che finivano dritte dritte sotto al bordo dei pantaloni. Cercai di non guardare oltre, ma fu leggermente difficile. Che bella visione.

Scossi il capo, perchè stava parlando con Darren. Concentrazione, e non facciamoci beccare a sbavare. Mi sorrise

"... e poi è un appartamento abbastanza spazioso per entrambi" mi fissò "ok, che io sono un ragazzo e tu una ragazza. Ma, ehy, le camere sono due!" alzò le mani come per proteggersi "quindi … ti va di abitare qui?"

Fissai prima lui poi Darren, poi ancora l'uno e l'altro. Era una presa per i fondelli? Perchè sarebbe stato fantastico, ma era anche troppo incredibile! Troppo bello per essere vero!

"Allora? Che ne dici?" chiese il ricciolino sedendosi in parte a me "non è una brutta idea no?"

"No! Anzi!" dissi balbettando "è … è fantastica come idea, ma siete certi che posso stare qui?" fissai il padrone di casa

Alzò le spalle "è un appartamento grande abbastanza per due persone. Se ti va, rimani"

"Prima però devo trovare un lavoro. Insomma pago anch'io le bollette. No?"

Rise "certo, ma prima compra qualche vestito. Le bollette le riesco a pagare ancora da solo"

Arrossii fino alla punta dei capelli "ok. Lo farò"

"Bene! Io sono pronto. Vado a fare un giro. Ci vediamo nel pomeriggio per le riprese?" disse Darren rivolgendosi a Grant che annuì "Greta vuoi che ti aspetti che ti porto a fare compere?"

"Sarebbe un sogno!" dissi saltando in piedi e correndo in bagno "dieci minuti!" urlai

Li sentii ridere e dopo dieci minuti ero di fronte a loro. Pantaloncini gialli del giorno prima e il costume che avevo preso il giorno prima. Dovevo accontentarmi. Misi la borsa in spalla e sorrisi "andiamo?" chiesi

entrambi mi fissarono spalancando la bocca. Mai visto un seno prosperoso? Stavo per chiedere. Ma invece schioccai le dita di fronte a loro e subito si riscossero "io sono pronta. Usciamo?" chiesi al ricciolino

"Sicuro" disse schiarendosi la gola. Uscimmo dall'appartamento e andammo nella sua auto.

Mi portò in un centro commerciale e mi lasciò decidere cosa comprare. Mi rifeci il guardaroba, quindi presi tre paia di pantaloncini corti, cinque canottiere, qualche costume e intimo di vario genere. Almeno mi sarebbero dovuti bastare

"Perchè non compri anche questo?" mi chiese Darren mostrandomi un vestito

"Cosa? Questo?" lo fissai "no. Non metto gli abiti. Non mi stanno affatto bene"

"Provalo" mi chiese facendo gli occhi dolci "ti prego"

"E va bene. Ma dopo andiamo all'appartamento di Grant. Ok?"

"Perchè non dici il vostro appartamento?" domandò chiudendo la tendina

"Perchè non pago ancora nulla. Sarà anche mio quando pagherò almeno tre mesi di bolletta" risposi cercando di allacciare il vestito. Uscii dal camerino "mi aiuti?"

Tirò su la zip del vestito "ti sta bene. Viola e giallo … ti si addice" disse ridendo

Mi fissai allo specchio "non sto male tanto. ok, e facciamola questa pazzia" tornai in camerino e mi rivestii con gli abiti con cui ero uscita. Pagai tutto quanto e appena fummo fuori dal centro commerciale mi andai a cambiare

"Stai bene. Ma perchè niente gonne?" chiese appena salimmo in auto

"Perchè io e le gonne, come per i tacchi, non abbiamo un buon rapporto di amicizia" dissi stringendo a me le compere

"Capito. Io ti lascio qui. Devo andare alle riprese. O per caso vuoi venire con me?"

"Non sono un'attrice, e non sono la tua ragazza" sorrisi "quindi lasciami qui. Grazie" e dandogli un bacio sulla guancia me ne andai verso l'appartamento. Trovai ancora il padrone di casa sull'uscio

"Aspetta!" dissi correndo verso di lui "non chiudere. Se ti fidi sto io qui, cioè, almeno sistemo un po' la casa e metto a lavare i vestiti" dissi mostrando la borsina "sempre se ti fidi di me" dissi arrossendo

"Mi fido" aprì la porta "ci vediamo a pranzo?" chiese "semmai torno qui"

"Ti preparo qualcosa da leccarti i baffi, anche meglio di ieri" dissi appoggiandomi alla porta "fidati delle mie doti"

"Mi fido ciecamente" disse ridendo prima di lasciarmi le chiavi e voltandosi per uscire

Entrai in casa e misi la borsa sul divano, poi andai in bagno dove cercai di capire come funzionava quella lavatrice. Schermi ultrapiatti e sensori. Insomma faceva tutto lei. Andai in cucina e preparai il tavolo e controllai se nel frigo vi era qualcosa di commestibile. Vidi verdure, frutta, mozzarella, latte, vino, e molto altro. Sorrisi. Qualcosa potevo cucinare! Dovevo solo inventarmi qualche ricetta. Le ore passarono lente. Avevo rifatto tutti letti, messo ad asciugare i miei vestiti e fatto partire un altro carico di cose sporche. Mi sentii leggera, per non dire libera!

I giorni passavano lenti. Darren si era trovato una sistemazione da amici, così mi aveva lasciato la camera da letto. La mattina avevo imparato dove andare a comprare la spesa, e c'era un negozio di frutta e verdura italiano. Mi trovai subito alla grande! E subito feci amicizia col proprietario che mi consigliava cosa comprare e in che quantità. Mi stavo facendo anche voler bene dai vari condomini che abitavano vicino al nostro appartamento, che anche se non avevo un lavoro stabile, aiutavo con i soldi che avevo risparmiato. Il lavoro non lo avevo ancora trovato, ma non demordevo. Cercavo, mandavo cv, facevo colloqui, continuai a girare LA senza eliminare il mio sorriso dalla faccia, forse anche perchè mi si era formata una paralisi facciale allegra. Mi ero andata a comprare anche qualche indumento in più, anche se li avevo presi nei pressi di alcune bancarelle o in negozietti a poco prezzo.

Alcune sere io e Darren uscivamo per un gelato o anche solo per andare in alcuni bar per divertirci.

Mi presentò la troupe del cast del film in cui stava recitando. E mi presentò come un'amica

In quei giorni, quando Darren veniva a trovarci, Grant si trasformava. Quando eravamo soli potevamo parlare con calma e con tranquillità, ridavamo, scherzavamo e alcune volte cucinavamo assieme. Ma quando Darren e io stavamo vicini allora lì diventava peggio di una statua di ghiaccio. Mi dispiaceva vederlo così, ma non sapevo dove sbagliavo.

Trovai un lavoro, e riuscì ad ottenerlo per qualche mese. Aiutavo a pagare le bollette e tenevo ordinata la casa. Io e Grant ci incontravamo solo a cena quando c'era anche Darren. Una sera, quando ebbi finito di sistemare la cucina, ci sedemmo in sala per rilassarci un po'. Io e Darren sul divano e Grant sulla poltrona

"Grant … che ne dici se mettessimo su un film?" chiese Darren sdraiandosi e poggiando la testa sulle mie gambe.

Sorrisi e gli passai una mano fra i capelli. Lo sentii fare le fusa come un gatto. Avevo trovato il suo punto di relax

"Ok" disse alzandosi "cosa?" mi fissò "cosa vuoi vedere?"

"Io sono morta" dissi scrocchiandomi il collo "qualunque cosa va bene"

Lo vidi prendere un dvd e infilarlo nella fessura. Abbassò le luci e si sedette sulla poltroncina

Era un'atmosfera rilassante, familiare e tranquilla. Amavo la mia vita. Mi addormentai già all'inizio del film.

Venni licenziata dal lavoro, dissero che dovevano tagliare fuori qualche dipendente, non cacciarono solo me, ma anche tutti quelli nuovi. Così cercai altro.

Passarono le settimane e finalmente il film che stavano girando venne terminato

"Allora stasera è la prima" dissi mentre facevo il nodo alla cravatta di Darren

"Già. Sono emozionato come non mai. Ok che è un film come un altro … ma è sempre un film!" disse felice e nervoso come un bambino al suo primo giorno di scuola. Era il mio bambino di ventotto anni.

Risi piegandogli bene il colletto della camicia e della giacca "che bel figurino che sei"

"Vieni anche tu no?" chiese Grant cercando di abbottonarsi i polsini della camicia. Mi avvicinai e lo aiutai

"Sarei d'impiccio, e poi ho qualche giornale da far passare per trovare un lavoro nuovo" dissi mettendomi sulle punte per stringergli il nodo della cravatta. Sorrisi cercando di non arrossire troppo

"Daiiiiii" cantilenò Darren "ti prego … dopo andiamo a cena assieme"

"Oppure …" dissi io alzando un dito al cielo "voi andate e io vi preparo una cena con i contro fiocchi"

Si fissarono "andata!" gridò Darren. Li vidi uscire, poi mi sedetti sulla poltroncina e accavallando le gambe Sbirciai i vari annunci. ‘Troppo lontano’, ‘non riuscirei’, ‘non servo’, ‘non vado bene’. Segnai tutti i lavori e mi scrissi i numeri e gli indirizzi su un foglio. Dovevo trovare un lavoro, stavo esaurendo i contanti e non sarei riuscita a pagare più le bollette e quindi non sarei più riuscita ad aiutare in casa. Dannazione!

Rimasi su quella poltroncina ancora un pezzo cercando di trovare un lavoro, ma nulla. Così mi alzai e andai in cucina.

Cucinai la cena canticchiando qualche canzone che conoscevo. Girai per la cucina sulle punte, cercando di ballare, risi mentre facevo una giravolta su me stessa. Quando la cena era in forno iniziai a pulire la cucina.

Canticchiai ancora mentre stavo finendo di riporre le ultime pirofile, quando mi fermai di scatto.

I ragazzi erano già arrivati in appartamento e mi fissavano sgranando gli occhi. O meglio, Grant era una statua di sale

"Scusate" dissi mettendo in tavola la cena "ma non vi ho sentiti entrare e … ok, qui c'è una mia ricetta"

"Sembra ottima" disse Darren sedendosi accanto a me e dandomi un bacio sulla guancia "canti bene" mi sussurrò

Sorrisi mettendo nei piatti una porzione di quello che avevo preparato. Una torta salata con verdure, mozzarella e pomodorini freschi. Una bontà a parer mio. Il padrone di casa si sedette a capotavola, addentò una forchettata di quello che avevo preparato e non mi fissò per tutto il tempo. Che avevo fatto? Mi morsicai il labbro inferiore e cenai.

"Ottima" disse finalmente Grant "chi è che ti ha insegnato?" prese un'altra porzione

"Quando ero in Italia dovevo arrangiarmi a preparare il pranzo a tutti. Ho imparato a memoria tutte le ricette e in più ne ho inventate alcune. Almeno per far mangiare la verdura ai bambini bisogna far andare la fantasia" spiegai versando un bicchiere di vino nei loro bicchieri

"Se potessi ti sposerei" disse Darren abbracciandomi "carina, simpatica, dolce, buona, sa far da mangiare e non vuole pesare su nessuno! Credo di essermi innamorato di te" prese un'altra porzione "vieni da papà tesoro mio" disse rivolgendosi al piatto.

Grant scosse il capo e finì in poche forchettate quello che aveva nel piatto "da domani abbiamo la giornata libera, che si fa?" domandò alzandosi da tavola e aiutandomi a sparecchiare

"Portiamola in spiaggia" disse Darren saltellando in giro per la cucina "a Milano non c'è il mare! Io ci sono stato!"

Mi colpii la fronte con il palmo della mano. Un bambino. Avevo a che fare con un bambino

"Devo trovare un altro lavoro per pagare l'affitto" dissi alzandomi e iniziando a sparecchiare "andate voi domani. Può darsi che magari quando ho finito di girare tutta LA vengo a farvi compagnia"

"Ti prego Greta" mi chiese Darren inginocchiandosi di fronte a me e congiungendo le mani "ti prego"

Sentii Grant sbuffare, poi chiudere la lavastoviglie e se ne andò in camera

"Darren …" dissi tentennando "che gli ho fatto?" chiesi sedendomi a terra e stringendomi le ginocchia al petto "che ho fatto di male? Sembra che alcuni momenti non mi sopporti, mentre altri… in altri momenti è gentile. Perchè?" chiesi

Si sedette in parte a me e mi passò una mano sulla schiena "nonostante siamo colleghi da parecchi anni, devo dirti che non lo so perchè si comporta in questa maniera" mi strinse a sé dolcemente "ma non credo che ti odi"

Scossi le spalle e mi strofinai una guancia. Ma perchè piangevo così spesso? Mi alzai e aiutai quel ricciolino a tirarsi su. Mi abbracciò stretto e mi baciò la fronte "è un idiota, ecco perchè si comporta così" bisbigliò facendomi sorridere

Sentii qualcuno schiarirsi la gola "resti qui a dormire Dar?" domandò atono "o vai via?"

"Sto qui" disse sfiorandomi un braccio "per stasera resto qui" mi sorrise

"Ok" lo abbracciai "ti lascio la camera, io sto sul divano" e dicendo questo andai a prendere il mio pigiama

tornai in sala che Grant era seduto sulla poltrona "film?" chiese fissandomi

"Ok" sorrisi. Mi sedetti sul divano accanto a Darren che come al solito appena cominciai a sfiorargli la fronte iniziò a fare le fusa "che gatto spastico che sei" gli dissi in italiano facendolo ridere

"Miaaaoooo" disse continuando a fare le fusa

Guardammo un film, il loro ultimo film, e risi come non mai vedendo la parte di Darren, quella di un ragazzo che si stava per sposare con la sorella di Grant, ma quest'ultimo non voleva dato che erano sempre stati nemici fidati fin dai tempi antichi e in più anche lui ne era innamorato, dato che la ragazza era sua sorella acquisita. Insomma era una casino unico, tipo come i cinepanettoni italiani, ma meno volgare, e per questo lo amai come non pochi. Mi divertii e risi sentendo di quante volte avevano dovuto rifare la scena perchè uno dei due non la smetteva di ridere o perchè dicevano le battute sbagliando i tempi o peggio ancora l'uno diceva le battute dell'altro. Quella serata la passammo assieme, come una famiglia. E io mi sentivo come in famiglia.

Passò qualche giorno, e trovai un altro lavoro. Come barista. Mi andava più che bene!

"Allora andiamo al mare?" chiese Darren già in costume che prendeva il necessario "Greta … daiiiii" disse pregandomi

"Mi piacerebbe ma …" dissi guardando l'ora. Verso le dieci sarei dovuta andare al lavoro, ma tanto era vicino alla spiaggia quindi potevo stare con loro. Stavo per rispondere quando Grant parlò

"Andiamo sì o no in spiaggia?" disse Grant in tono secco. Mi squadrò "vieni sì o no?"

Annuii stringendomi a Darren. Era strano Grant. Ridevamo assieme e poi mi trattava come se mi odiasse. Non lo capivo proprio quel ragazzo. E avevo paura che avesse cambiato idea sul volermi come coinquilina. Dopotutto, non era obbligato a farmi stare lì. Ero lì da più di sei mesi, poteva anche essersi stufato di me. E in più io ero solo un'italiana.

"Non da fastidio quindi se mi accomiato?" chiesi scrocchiandomi le dita

"No che non dai fastidio!" disse Darren abbracciandomi "anzi!!" mi fissò ridendo

"Allora vado a prepararmi … ho preso qualche costume … ci metto un secondo. Ok?"

"Mi devo sistemare pure io" disse Darren seguendomi "mi metto in costume"

"Darren … fermo, cuccia, seduto" disse Grant fermandolo per una spalla "prima si cambia lei" e mi indicò "poi tu"

Risi entrando in bagno. Mi svestii e indossai un costume verde. Non mi stava male. Poi misi una paio di pantaloncini e un top. Uscii dal bagno e raccattai la mia borsa con dentro tutto quanto e aspettai Darren assieme a Grant

"Se ti faccio una domanda tu mi rispondi?" chiesi a voce bassa

"Se è qualcosa a cui posso rispondere ovvio" disse prendendo qualcosa da un mobiletto e mettendoselo in tasca

"Mi odi?" domandai di getto

Si voltò verso di me e mi squadrò inarcando le sopracciglia "cosa?" sibilò

"Ed eccomi qui!" urlò Darren entrando in sala e prendendomi a braccetto "andiamo" e mi portò fuori dall'appartamento

Andammo in spiaggia. Era a dir poco spettacolare. Mi tolsi i vestiti e rimasi in costume. Mi sedetti vicino alla riva del mare. Sorrisi inconsciamente. Stavo bene, finalmente ero tranquilla. Mi sedette accanto Grant

Mi morsicai l'interno guancia e mi strinsi ancor di più le gambe al petto

"Perchè mi hai chiesto se ti odio?" domandò fissando l'orizzonte

"Alcune volte sembri un po' troppo freddo nei miei confronti … come se ti desse fastidio la mia compagnia" alzai le spalle "ti posso capire. Sono una rompipalle … se non mi vuoi più come coinquilina cerco altro"

"Non … non ti odio" riuscì a dire "e non voglio che tu cerchi altro" si alzò maledicendo qualcosa o qualcuno

 

"Perchè non le chiedi di restare qui?" mi chiese Darren la mattina

"Cosa?" gracchiai passandomi una mano sul volto "a chi? Perchè? Cosa?"

"E poi come, dove, quando … svegliati Grant! Lei!" e indicò Greta sul divano "come coinquilina"

"Ahh" dissi capendo "e se non vuole?"

"Vedrai che vorrà"

Maledetto il giorno che feci quella conversazione e decisi di farla diventare mia coinquilina!

La vedevo tutti i giorni, tutte le sere, io non avendo la ragazza… la desideravo!

Eppure vederla con lui mi dava fastidio. La bile che avevo nello stomaco diventava ancor più acida. Lei e Darren sembravano la coppia perfetta. Uscivano, si divertivano, e lui le aveva fatto comprare un vestito. E che vestito!

Lo aveva messo una volta, ad una cena con il cast del film in cui recitavo. Darren l'aveva invitata come amica. Ma per tutto il tempo non smisero di ridere e giocare fra loro. No. Non era gelosia! Non poteva esserlo!

Una sera l'avevo aiutata a sistemare tutta la cucina. Oramai girava sempre e solo con una maglietta che le arrivava leggermente sotto le cosce, e potevo immaginare ogni minima curva del suo corpo.

Avevo cercato di essere gentile con lei , ma ogni volta che le parlavo assieme pensavo che stava con Darren. E questo mi faceva arrabbiare. E anche parecchio. Passò del tempo, facemmo una conversazione, mi chiese se la odiavo! Io odiarla! Magari! Almeno così non dovrei reprimere istinti poco umani e molto animaleschi nei suoi confronti. La tranquillizzai dicendole che no, non la odiavo e mi piaceva che fosse la mia coinquilina.

Passarono altri giorni, altre settimane. E io la volevo, la desideravo, la bramavo. E, cavolo, non potevo averla!

"Grant" mi chiamò tranquillamente Darren facendomi alzare gli occhi dal libro che leggevo "vorrei parlarti"

"Dimmi" sbuffai togliendomi gli occhiali, pulendoli nella maglietta e chiudendo il libro

"Perchè diavolo tratti di merda Greta?" ringhiò avvicinandosi a me

"Io non la tratto di merda!" sibilai "tu e lei fate una bella coppia. puoi sempre coccolarla dopo che, a parer tuo, la tratto male. Cosa che non faccio assolutamente!" dissi lanciando il libro sul tavolino e sistemando gli occhiali su una mensola vicino alla poltrona

"Strano. Perchè lei, ogni fottuta volta che la tratti gelidamente, è come se cadesse in mille pezzi. A che pensi?"

"Che ti sta a cuore." sibilai alzandomi in piedi e andandogli di fronte. Lo superavo in altezza e di tanto

"E allora? Diamine! È una ragazza simpatica e gentile, ti cucina, ti sistema casa e ti aiuta a pagare l'affitto, non mi dire che a te non te ne frega un cazzo della sua condizione!" mi puntò addosso un dito "le hai viste almeno le sue cicatrici? Quelle sul braccio? Sai da dove provengono?"

"Me ne ha parlato" sbuffai andando in cucina. Greta non era in casa

"E che ti ha detto? Ti ha spiegato che sono le cicatrici di quando ha cercato di ammazzarsi?" ringhiò

Sputai la birra nel lavandino "cosa?" urlai "no! Lei mi ha detto che era colpa del forno, alcune volte si era fatta male con la teglia… merda" mi appoggiai al ripiano "merda"

"Cosa c'è? Adesso ci ripensi prima di trattarla male? Ora che sai che ha cercato di suicidarsi proverai a trattarla meglio? Cazzo Grant! Ci si comporta bene anche se non si conosce il passato delle persone!" urlò Darren

"No, ma Dar … lei non ne fa mai parola. Non mi dice mai nulla"

"E perchè diavolo dovrebbe confidarsi con te che fai solo la parte del bastardo?" sibilò

"Perchè a me piace porca troia!" urlai. Poco dopo strinsi le labbra. Troppo tardi

"Cosa?" domandò Darren puntandomi un dito contro "tu cosa?" sibilò profondamente stizzito

"Niente. Dimentica tutto" dissi deglutendo con qualche difficoltà. E con non poche difficoltà.

"Ti piace" Darren scosse il capo e senza dirmi una parola in più uscì dall'appartamento

Mi sfregai gli occhi. Che mi era successo? Perchè glielo avevo detto? Magari loro due stavano pure assieme!

Che casino! Che situazione! Stavo pensando di farmi un'altra birra quando sentii la porta aprirsi

"Grant, sono tornata" disse Greta. Fece capolino in cucina "ehy! Sei tutto pallido!" si avvicinò "stai bene?"

"Sì" dissi scostandola da me "io … io faccio un giro" andai in sala, presi la mia felpa e aprii la porta "ahm … Greta?"

"Sì?" disse fissandomi. Sembrava sul punto di cadere a pezzi, ma poteva solo essere la mia immaginazione

"Sono felice che tu sia qui" e me ne andai da lì. 

  
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