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Autore: Eryca    20/07/2012    6 recensioni
Cho lo guardò voltarsi.
Si voltava sempre.
Lo guardò andarsene.
Se ne andava sempre.

***
Harry Potter e Ginevra Weasley, la coppia perfetta che tutti osservano sfilare mano nella mano per i corridoi del castello.
Anche lei.
Quella che nessuno vede, nascosta nell'ombra, docile e timida.
Lei che è stata pugnalata.
Seconda Classificata al contest "Make Me Cry My Eyes Out", sul forum di Efp
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Chang, Harry Potter | Coppie: Cho/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Code di rospo e occhi di pesce'
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Pugnalata

 

 

 

 

Non ci può essere profonda delusione dove non c'è un amore profondo.

Martin Luther King

 

 

 

 

 

Cho lo guardò voltarsi.

Si voltava sempre.

Lo guardò andarsene.

Se ne andava sempre.

Seguì il profilo dei muscoli delle sue spalle, di come si contraevano mentre stringeva la mano del suo migliore amico; conosceva ogni singolo pezzetto di carne di quel corpo giovane, ma allo stesso tempo immensamente adulto.

Lo vide mentre si spettinava i capelli, in quel gesto così naturale, che avrebbe tanto voluto scattargli una fotografia, appenderla al muro e guardarlo sempre ripetere quell’azione.

Quando lui era nelle vicinanze, il suo cuore prendeva a martellare, come se minacciasse di implodere per l’emozione, per la smania di saltare nelle braccia del ragazzo e donarsi una volta per tutte a lui.

Come se non fosse già successo.

Il suo cuore apparteneva già a lui.

Eppure, lei era quella che rimaneva nell’ombra, quella carina e timida, ma intoccabile; la cotta passeggera del Ragazzo-Che-Era-Sopravvissuto, la distrazione che aveva preceduto la tanta amata Ginny Weasley.

Ginny Weasley che aveva appena appoggiato una di quelle sue mani candide sulla spalla di lui, facendo una lieve pressione, inducendolo a voltarsi verso di lei, per rivolgerle uno di quei sorrisi che solo lui era in grado di fare.

E poi la baciò.

E lei fu costretta a voltarsi, a trattenere a stento le lacrime, che come ogni dannata volta fremevano per uscire, per fare vedere a tutti quanto lei fosse la sedotta e abbandonata, la vittima di un amore non corrisposto.

Perché era davvero così.

«Mi piaci un sacco, Harry.»

Doveva esserci lei al posto di quella rossa. Lei.

Doveva essere lei quella baciata da Harry.

Finalmente le loro labbra si incontrarono, in un sigillo d’amore non proferibile a parole.

La lingua di Harry si mosse impercettibilmente, in un modo timido ed impacciato che tanto lo rappresentava, e le fece tenerezza, come ogni volta in cui si inciampava mentre la guardava di sottecchi, o quando le rivolgeva uno dei suoi sorrisi radiosi.

Era così bello.

Incrociò le mani attorno al suo collo, premendosi di più al torace magro del ragazzo, che emise un debole gemito, al contatto dei loro corpi.

Non si era mai sentita così completa.

E, per quanto le potesse fare male il ricordo di Cedric, per quanto le potesse sembrare di tradirlo o si sentisse colpevole, non poteva reprimere tutto quel desiderio che nasceva in lei, ogni volta che guardava dentro a quegli splendidi occhi verde smeraldo.

Non poteva negare che le sue labbra sembrava fatte per incontrarsi con quelle di Harry, che continuava a massaggiarle i fianchi con le sue tiepide mani.

Si rese conto che il Grifondoro aveva smesso di baciarla, solo quando sentì il freddo colpirle le labbra.

«È perfetto, Cho.»

 

Era davvero perfetto.

 

E adesso era lì, impalata, sola a guardare Harry Potter e Ginevra Weasley scambiarsi una serie di effusioni che sarebbero dovute toccare a lei.

 

Ginny ed Harry

Ginny ed Harry

Ginny ed Harry

Cho ed Harry

Era sempre stato così, lo aveva sempre saputo, dopotutto. Era stata consapevole fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incontrati, che non sarebbe durata, perché lui era Harry Potter, il Prescelto, colui che doveva sconfiggere Tu-Sai-Chi. Ma ciò che era ancora più ovvio, erano le occhiate che lui lanciava alla piccola Weasley, quando la sorprendeva in compagnia di Dean Thomas.

Aveva sempre saputo che Ginny Weasley glielo avrebbe portato via.

Non sarebbe dovuta finire così.

«Harry, la vedi la neve?» mormorò con la sua solita voce debole.

Il ragazzo le accarezzò i capelli, facendole venire i brividi lungo la schiena, come succedeva ogni volta che la toccava.

Sarebbe mai cambiata la sensazione di felicità che provava quando lui la stringeva tra le sue braccia?

«Si.»

Le finestre della Stanza delle Necessità erano ampie, forse perché la sala cambiava a seconda delle esigenze, e lei ora necessitava di quelle grosse vetrate. I fiocchi di neve si erano posati sul parco, creando una vasta distesa di candore, a dare un senso di pace a quello splendido posto.

«Non è bellissima?»

Harry la fece voltare, così si ritrovò a cavalcioni sulle sue gambe, gli occhi puntanti in quelli di lui, verdi e colmi di emozioni inafferrabili, dolori profondi di chi ha visto la morte in faccia.

Sul volto del ragazzo comparve un sorriso sincero, che le impedì di non ricambiare; accadeva sempre così: quando lui sorrideva, il mondo sembrava divenire perfetto.

«Tu sei bellissima.»

 

Alcune volte, Cho desiderava che quella maledetta ragazzina dai capelli rossi e gli abiti di seconda mano svanisse nel nulla, come se non fosse mai esistita.

Anche a Ginny parlava in quel modo dolce e protettivo con cui si era rivolto a lei? Stringeva anche lei in quella morsa affettuosa, che ti impediva di respirare? Guardava anche lei con quella faccia da pesce lesso che avrebbe fatto tenerezza a chiunque?

Non era così che sarebbe dovuta andare.

Era una Corvonero, l’intelletto faceva parte di lei, ma nonostante quella dote affascinante, non era stata in grado di mettere da parte i suoi sentimenti per Harry e continuare la sua vita: aveva voluto rischiare, aveva vissuto i mesi più felici della sua vita, mano nella mano con lui.

E poi era tutto finito, come uno di quei bei sogni, che quando ti svegli la mattina desideri con tutta te stessa siano reali.

Ma nessuno avrebbe mai pensato che Harry Potter avesse fatto del male a Cho Chang, perché era troppo buono per poter ferire qualcuno, troppo Grifondoro.

E invece l’aveva pugnalata.

Le aveva tranciato la pelle, lacerato la carne, infilato una lama d’argento dentro di lei, girando il coltello, maciullandole le ossa.

L’aveva uccisa.

«Sono solo invidiosi, Harry.»

Si era ritrovata a consolarlo, mentre uno dei soliti gruppetti di Serpeverde lo aveva denigrato, dandogli del bugiardo.

Ma Cho sapeva che il suo ragazzo  ̶  oddio, suonava così bizzarro  ̶  stava dicendo la verità, perché Cedric non era morto a causa di un incidente. 

Ogni volta che pensava a Diggory, le lacrime cadevano veloci sulle sue guance, e anche in quel momento, non fu in grado di trattenere il pianto, che scoppiò facendola singhiozzare.

Guardò in quegli enormi occhi verde, mentre sentiva i suoi umidi, sperando di ottenere un appiglio. Perché ne aveva bisogno.

Aveva bisogno di un’ancora che la portasse a riva, non voleva più affogare nell’oceano profondo, senza nessuno. Da sola.

Ma Harry non disse nulla, non fece nulla.

Si voltò.

E se ne andò.

 

Sentì il cuore rompersi in due, come uno di quegli oggetti di vetro, fragili e deboli, che devi maneggiare con cura; ed Harry non era stato in grado di trattarlo con rispetto, nemmeno di scavare insieme nelle profondità dei loro spiriti. 

 

Quel ragazzo che aveva affrontato Lord Voldemort svariate volte, non aveva avuto il coraggio di sondare il suo animo, di lavorare con lei per riportare a galla le ferite dovute al dolore che condividevano, la morte di Cedric.

 

Harry non aveva superato i loro abissi.

 

L’aveva pugnalata.

 

 

Cho lo guardò voltarsi.

 

Si voltava sempre.

 

Lo guardò andarsene.

 

Se ne andava sempre.

 

 

 

~

 

 

 

Sono stata anche io, come credo maggior parte di voi, una sostenitrice dell’amore tra Harry e Ginny. Eppure, mi sono soffermata a pensare alla povera Cho, a come dev’essere stato straziante il fugace rapporto avuto con il Prescelto; le cose che non sono state dette, insomma.

Spero abbiate apprezzato, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Eryca.

   
 
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