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Autore: KimiNoUsagi    20/07/2012    0 recensioni
"Ho sentito dire da certa gente che il passato prima o poi bisogna dimenticarlo, gettarlo e lasciarlo dissolversi nel buio più totale. Si deve andare avanti, lasciarsi alle spalle gioie e dolori di una vita vissuta tempo prima... Vivere il presente fino alla fine dei nostri giorni. Eppure io il mio passato non riesco a dimenticarlo: ogni singolo minuto, ora, giorno.. mese, ANNO. Tutto è inciso indelebilmente nella mia memoria e niente potrà mai cancellarlo.."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Che dire?  Finalmente ecco qua la prima Oneshot sul mio account EFPIn realtà è nata come Background di un mio personaggio (appunto Sasuke Uchiha) destinato ad un GDR. Dato però l'infinità di tempo che ci ho messo a scriverla mi è sembrato più che giusto farlo divenire una oneshot, modificandone alcuni pezzetti ヽ(;▽;)ノ  Sì lo so, potevo risparmiarmelo eh?    Parlando di cose serie.. Ho buttato giù questa storia tutta di getto, più che altro desideravo provare nuovi stili di scrittura ed ambientazioni diverse dal solito. Tutto quel che son riuscita a fare è questa Oneshot ultra deprimente, dove ho volutamente lasciato un finale piuttosto.. aperto: infatti non c'è alcuna conclusione al testo, ma solo un piccolo ragionamento di un Sasuke ormai adulto.  Che altro dire?  Spero vi piaccia, consigli e critiche son sempre gradite! ♥  

 Mood:
Stanca. Davvero tanto  Avatar: Ovviamente Sasuke Uchiha!  Listening: Gero  Reading: Attualmente il nulla più totale

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Ho sentito dire da certa gente che il passato prima o poi bisogna dimenticarlo, gettarlo e lasciarlo dissolversi nel buio più totale. Si deve  andare avanti, lasciarsi alle spalle gioie e dolori di una vita vissuta tempo prima... Vivere il presente fino alla fine dei nostri giorni. Eppure io il mio passato non riesco a dimenticarlo: ogni singolo minuto, ora, giorno.. mese, ANNO. Tutto è inciso indelebilmente nella mia memoria e niente potrà mai cancellarlo..


THE PAST
"Nii-san! Avevi promesso che mi avresti accompagnato al Luna Park oggi!"
"Mi dispiace Sasuke, sarà per la prossima volta. Oggi a lavoro mi toccano gli straordinari"
"Ma nii-san...  Anche ieri mi hai detto la stessa cosa.."

Itachi guardò il suo fratellino con un'espressione leggermente comprensiva. Gliel'aveva promesso e prima o poi l'avrebbe portato davvero al Luna Park.. Ma non quel fine settimana, il capo sembrava volesse ucciderlo: ogni santo giorno affibiava all'Uchiha qualche scartoffia in più da compilare, lavoro extra e scazzi altrui. Cosa ci trovava in quel lavoro? Assolutamente niente. Il suo obiettivo primario era sempre stato vivere da semplice umano: frequentare la scuola, farsi dei buoni amici, lavorare normalmente.. magari trovarsi una ragazza, sposarla e metter su famiglia.  Erano questi i punti fondamentali che voleva realizzare, nulla di più nulla di meno. A 18 anni frequentare la scuola e lavorare la sera era il massimo che potesse desiderare per la sua vita, cosa che al suo fratellino sembrava non interessare.
5 anni e mezzo di pura iperattività. Era così piccolo, ma nel cuore del suo Nii-san adorato sembrava occupare talmente tanto posto da non lasciare spazio per nient'altro. Itachi amava sentirlo ridere e vederlo felice; era tutto il suo mondo, la quotidianità che a paragone con il lavoro e la scuola pareva equivalere la cioccolata a confronto con il fango.
Sasuke lo considerava come un modello da cui prendere esempio, ed ogni giorno a riprova dei suoi pensieri il marmocchio sgattaiolava fuori dalla stanza del suo fratellone con addosso una maglietta, una cravatta.. un cappello o quant'altro. Convinto di non essere ancora stato scoperto da Itachi, aveva preso queste sue piccole scappatelle come vere e proprie missioni, ed il suo adorato Nii-san ormai aveva imparato a far finta di nulla "Prima o poi le mie cose torneranno indietro" si ripeteva sconsolato, mentre Sasuke faceva ogni giorno piazza pulita di cose decisamente più grandi di lui.

"BANG! BANG! Mamma, sono un gangster, guardami!"

Era una bollente giornata d'estate, ma sasuke sembrava non avere per niente caldo. Perchè diamine correva freneticamente da un lato all'altro della cucina? Come sempre non aveva alcuna intenzione di lasciare in pace la madre, intenta nella pulizia giornaliera della casa. Maniaca della pulizia e dell'ordine qual'era la si vedeva schizzare da un lato all'altro della villetta, tutta presa a lucidare vetri, pulire pavimenti e spolverare soprammobili a parer di Sasuke completamente inutili.
La giovane donna dai capelli color petrolio rise delicatamente, voltando lo sguardo verso il figlioletto. Era o no un perfetto ometto con quel completo? Ok, era più grande di lui di almeno 3 spanne, ma dava al piccolo Uchiha il fascino di famiglia tanto agognato dal genere femminile.  "Itachi non ne sarà felice tesoro!"   Il bimbo di tutta risposta si buttò per terra, appiattendosi al suolo forse per evitare l'ipotetico fuoco nemico che sembrò non sfiorarlo minimamente. Dopotutto si era allenato un sacco 2 ore prima, voleva mostrare tutto al suo Fratellone non appena fosse tornato da scuola

"Mamma.. ma Nii-san?"

Di colpo il marmocchio smise di strepitare, alzandosi da terra con un po' difficoltà e raggiungendo la donna che nel frattempo si era messa a lucidare con precisione ossessiva  la vetrina di fianco alla cucina. Facendo attenzione a non toccare niente strattonò delicatamente il grembiule della madre.
Itachi gliel'aveva sempre ripetuto "Non toccare mai la vetrina, o ci lascerai le tue impronte digitali. Non vuoi che la mamma diventi triste vero? O peggio.. non vuoi che ingaggi un Team in stile CSI per arrivare al colpevole.. GIUSTO!?"  Nii-san sembrava avere più paura della propria madre che del padre.. capostipite della famiglia Uchiha e comandante della polizia della città. Era sempre fuori casa per via del lavoro, e forse proprio per questo Sasuke e Itachi non sembravano temerlo particolarmente. Quell'uomo a momenti non aveva neanche il tempo di farsi una doccia, dove la trovava la voglia di dispendere ramanzine ai suoi figli?  "Fai il bravo bimbo e vai a giocare in giardino. Non voglio che le mie orecchie esplodino per via degli strilli della mamma"  Ed ogni volta Sasuke sembrava catturare e non far più scappare l'occasione di giocare un po' con il suo Fratellone "E allora vieni anche tu con me"   "Sasuke, devo finire i compiti"   "E allora io faccio prendere fuoco ai tuoi appunti"  "Che fai mi minacci? Ed io do fuoco ai tuoi giocattoli. Come la mettiamo?"   "Ed io rompo la vetrina e dico alla mamma che sei stato tu"   Sasuke 1 - Itachi 0. Al solo nominare della abominevole mamma il ragazzo doveva solo che stare zitto ed obbedire al proprio dispotico fratellino.

"Hum.. è in ritardo. Sarebbe dovuto rientrare verso le 4 di pomeriggio, ma son già le 5.."

Sasuke sbuffò, tornando ai suoi nemici immaginari.. che sembravano essersi duplicati da quanto il marmocchio correva   "BANG! BANG! BAAAAAAAAAAAAAAANgh---"
Ma la sua furia fu finalmente placata in meno di un secondo, per la gioia della mamma che alzò gli occhi al cielo in un tacito ringraziamento. A quanto pare doveva essere tornato Itachi, ma la donna era troppo indaffarata nel suo lavoro anche solo per poter voltare leggermente lo sguardo: proprio lì, sul vetro, una minuscola macchia non voleva proprio andarsene via. Noncurante dell'ira della donna si ostinava a rimanere ferma e immobile "Dannazione.."  mormorò delicatamente la mamma, impegnandosi ulteriormente ed andando giù di olio di gomito e tanto impegno.
Sasuke d'altro canto si era zittito, sì. Ma più che altro perchè qualcosa, o meglio QUALCUNO, aveva intercettato la folle corsa senza limiti del bimbo con il suo stesso corpo. Quel qualcuno sorrise delicatamente, scompigliando leggermente la già arruffata testolina corvina che si era inevitabilmente spiaccicata sul suo ventre..  "Ma te non ti fermi mai, neh? Sas'ke"    "N-NIIIIII-SAAAAAAAAAAAAAAN!!!"    Felice come non mai si avventò sul suo amato fratellone, aggrappandosi al suo collo quasi come una scimmia in cerca della propria nocciolina  "Hey Hey, piano o mi farai cadere per terra!"  Esclamò ridacchiando, sollevando il bimbo in alto tra le risate di quest'ultimo e lo sguardo minaccioso e pieno di furia della madre. Il messaggio giunse alle orecchie di Itachi forte e chiaro: FUORI DI QUI! STATE LONTANI DALLA MIA FOTTUTA VETRINA O VI FARO' PENTIRE DI ESSERE NATI!  Di comune accordo con il pensiero della donna Itachi corse fuori dalla cucina, facendo svolazzare Sasuke per tutta la casa. Si dimenava come un pazzo, rideva come non mai, tanto che il pesciolino rosso di famiglia si rifugiò nel suo piccolo castello subacqueo, terrorizzato dai rumoracci provenienti da quei folli umani.   Stanco come non mai buttò il fratellino sul divano, abbandonandosi anche lui al dolce tepore di esso. Dopo una giornata scolastica del genere quel che ci voleva era un po' di riposo assolutamente meritato! Cosa che COME SEMPRE Sasuke sembrò non afferrare "Nii-san, hai visto come sto bene con i tuoi vestiti? Sono un Gangster! BANGBANG!"
Tarantolato ricominciò ad agitarsi, saltando sul divano in modo da sparare seeeeempre più in alto. Itachi lo guardò fiaccamente, cercando di fargli capire che diamine.. VOLEVA DORMIRE!! Ma era tutto così dannatamente inutile.. sconsolato socchiuse appena gli occhi  "Cerca di non rovinare quella giacca, ma soprattutto il capello"  "BANG BANG BANG BANG BANG BANG BANG BANG BAAAAAAAAAAAAAANG!"    "Anzi facciamo una cosa: togliti tutto e vestiti per bene. Io, te, la mamma e il papà dobbiamo andare in un posto che ti piacerà, ma se non ti sbrighi Pa' se ne va via! E' qua fuori in macchina, ci sta aspettando!"    La prospettiva di una bella sorpresa ammutolì Sasuke. Niente più strilli, niente più spari, urla, mine e granate (?) Tutto quel che Itachi riusciva a leggere nello sguardo del suo fratellino era pura felicità, condita da una buona  dose di curiosità a giudicare dal suo sorrisino ebete rivolto al nulla. In meno di un secondo saltò giù dal divano, incespicando nella giacca ma riprendendo equilibrio quasi immediatamente; euforico corse su per le scale, per poi sbattersi alle spalle la porta della sua cameretta.

"A quanto pare se ne è dimenticato"


La giovane donna ridacchiò divertita, raggiungendo il figlio maggiore ancora seduto sul divano. Delicatamente gli accarezzò i capelli.. orgogliosa di quel che il ragazzo stava diventando: un uomo perfetto, saggio al punto giusto tanto da esser capace di vivere una vita tranquilla e nella norma. Il sangue della maggiorparte degli Uchiha da tempi immemori era ormai considerato uno dei più pregiati: una piccola percentuale di sangue magico, sapientemente miscelato a del semplice sangue umano era quel che rendeva gli Uchiha, a generazioni alternate, degli esseri completamente diversi dai semplici umani. Dava loro dei poteri, generalmente legati al fuoco ma comunque differenti da soggetto in soggetto. Se poteri del genere potevano anche non appartenere ad ogni singolo membro del Clan, vi era anche "un'abilità oculare innata" appartenente volente o nolente a tutti i membri della famiglia: lo Sharingan. Tutto ciò non aveva fatto altro che allontanare il Clan Uchiha dal mondo: isolato in un angolo della città pareva quasi dimenticato da tutti. La gente non amava socializzare con "Quella strana famiglia" come spesso veniva definita.
Ed Itachi possedeva entrambe le "particolarità" appartenenti al Clan. Eppure per qualche strana ragione l'utilizzo delle arti magiche per lui era diventato tabù, così come lo sharingan in generale.. seppur sapesse utilizzarli perfettamente e più di ogni altro membro degli Uchiha, lui si rifiutava fermamente di contare su capacità del genere. Voleva vivere una vita da umano, nulla di più. E ci stava riuscendo! Al contrario di Sasuke, che ogni sera assillava il proprio fratellone chiedendo di insegnargli qualche nuova tecnica: il marmocchio non aveva ancora sviluppato lo Sharingan, ma sapeva utilizzare l'arte del fuoco decentemente.. tanto da poter minacciare di appicar fuoco agli oggetti del fratellone, si intende.

Per l'ennesima volta il piccolo tornado distolse la madre dai propri pensieri, cominciando a correre intondo per la sala. Dove dovevano portarlo? AMAVA LE SORPRESE! Ed il suo correre sembrava volerlo dimostrare più che egregiamente. In un batter d'occhio di fiondò sulla porta di casa, spalancandola e correndo verso l'auto in moto momentaneamente parcheggiata nel vialetto del giardino. Di tutta risposta, leggermente sbigottiti, Itachi e la donna seguirono il marmocchio
"Eh sì, se ne è proprio dimenticato!"

Il fratellone sorrise appena, aprendo la portiera della macchina ed infilandoci Sasuke che sembrava non voler proprio calmarsi. Lo seguì, sedendosi anch'esso sul largo sedile posteriore del mezzo, e lo stesso fece la donna, accomodandosi sul sedile anteriore.. di fianco al marito.  "Qual buon vento ti porta alle porte di casa Uchiha caro?"
"Son riuscito ad ottenere una mezza giornata libera.. E' un giorno speciale o sbaglio?"

In macchina sembravano tutti essere a conoscenza di una certa cosa, che a Sasuke molto probabilmente sfuggiva. Con aria interrogativa guardò il suo amato Nii-san, il quale comprensivo gli arruffò nuovamente la chioma corvina  "Che giorno è oggi?"

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Era il 23 Luglio, il giorno del mio compleanno. Ma nessuno mi volle dire niente. Ricordo che la macchina cominciò a muoversi, scendendo lungo il viale diramato quasi per tutto il giardino. Nella macchina si era scatenato il putiferio: io che continuavo a chiedere che giorno fosse, dove stessimo andando.. e loro, la mia famiglia, che ridevano divertiti dalla mia reazione. Itachi continuava a dirmi che presto l'avrei scoperto, di star buono e tranquillo.. Ma proprio non riuscivo a star zitto, tanto che a metà viaggio Nii-san cedette.

"Oggi è il 23 Luglio. E' il tuo compleanno Sas'ke"

I miei occhi si accesero di pura gioia, la felicità mi aveva completamente tolto il respiro! Per quel motivo papà era tornato prima dal lavoro, e proprio per quel motivo Itachi aveva saltato un faticoso pomeriggio in ufficio. Tutti quanti avevano lasciato in sospeso i loro doveri per dedicarsi a me, per rendere la mia giornata speciale, ANCOR PIU' SPECIALE!
"E prima che tu mi assilli anche per sapere questo, stiamo andando al Luna Park. Ricordi? Te l'avevo promesso no? Un Uchiha mantiene sempre le sue promesse!!"

"Buon compleanno.. fratellino"

Il sorriso del mio amato fratellone fu l'ultima cosa che vidi prima dell'incidente: il suono di un clacson saturò completamente l'aria, la macchina sbandò.. schiantandosi frontalmente con un enorme camion, talmente tanto grosso da far accartocciare il veicolo su sé stesso, farlo volare in aria per l'impatto e infine rotolare di qualche metro. I finestrini si ruppero in un istante, all'unisono con le grida di mia madre tutto il mio mondo si frantumò. Ricordo di aver sentito un dolore bruciante all'altezza del cuore poco prima di esser sbalzato violentemente fuori dalla macchina assieme a mio fratello e al resto della mia famiglia, poi nient'altro.

Il petto doleva immensamente: sentivo i polmoni compressi, strizzati come spugne; non riuscivo più a respirare. D'altro canto anche il cuore sembrava mi stesse abbandonando al mio crudele destino: batteva così flebilmente che io stesso credetti di esser morto, di non aver più scampo.

La mia giornata speciale era diventata un terribile incubo dal quale non potersi mai svegliare

Tutto accadde in un attimo: dischiusi leggermente gli occhi, cercando di mettere a fuoco il paesaggio circostante.. ma ciò che vidi fu solo tanto sangue sparso ovunque sullo stesso asfalto in quel momento custode del mio corpo all'apparenza esanime.
Solo un unico particolare riuscii a focalizzare talmente bene da non scordarlo mai più: i corpi dei miei genitori riversi a terra, in laghi cremisi. A mio padre mancava un braccio, posto poco distante dal corpo al quale sarebbe dovuto essere attaccato; mia madre sembrava semplicemente un fragile burattino al quale una crudele mano aveva tagliato ogni filo.
Poi non vidi più niente, un gelo innaturale cominciò a prender sopravvento sul mio corpo. A partire dalla punta delle dita dei piedi fino a raggiungere inesorabilmente quel cuore che mai più sarebbe stato capace di vivere una vita serena.

"Sasuke Uchiha, anni 8. Unico superstite di un terribile incidente avvenuto due anni fa. Al momento dell'impatto ha riportato gravi fratture ad un braccio, 3 costole rotte.. Cuore e polmoni sono stati terribilmente compromessi da un grosso frammento di vetro proveniente dagli stessi finestrini della macchina su cui viaggiava. Il frammento è stato rimosso tramite una complicata operazione chirurgica, andata relativamente a buon fine: in coma da ben 2 anni si è risvegliato solo recentemente.  Purtroppo per via dei gravi danni dati dal frammento di vetro, il suo cuore non potrà mai più rimettersi completamente in sesto.  E' un ragazzo forte, ce la farà."


Questo è tutto quel che ricordo del mio sesto compleanno. Nel giro di pochi secondi mi ritrovai da solo, senza una famiglia da amare e privo di alcuna speranza.
I miei genitori furono ritrovati morti sul posto.. Al contrario, il corpo di mio fratello non fu mai rinvenuto, nè dei dintorni al luogo dell'incidente, nè mai.
Io ero l'unico superstite di quel tragico incidente; i dottori mi spiegarono che non sempre la vita ci riserva quel che più desideriamo, che a volte sa essere crudele anche con le persone a cui in realtà avrebbe dovuto riservare un trattamento speciale. Ed io ero proprio una di quelle persone. La vita era stata sì crudele, ma la fortuna in un certo senso mi aveva voluto proteggere -così mi dissero-
Ero vivo, potevo ancora correre, giocare.. Ammirare i colori del mondo ed assaporarne i profumi. Eppure io riuscivo a vedere solo un triste mondo in bianco e nero, privo di qualsiasi sensazione.. se non la solitudine. Dall'incidente avevo ricavato solo quel terribile vuoto nel cuore tutt'ora non ricolmato, ed una cicatrice all'altezza dello stesso.
Mutai nel profondo, mi chiusi in me stesso. Il mondo esterno era intimorito, tanto da rifiutare di aiutare un Uchiha. Perciò mi allontanai da tutti, persino dai miei stessi consanguienei. Avevo una cugina, degli zii.. dei familiari su cui poter far conto, ma decisi di cavarmela da solo. Non avrei mai più potuto fidarmi di nessuno.
Tutto il mio affetto era sempre stato solo e solamente dedicato a loro: per la mia mamma, per il mio papà..... ma soprattutto per il mio fratellone. Di Itachi non seppi più nulla.
Più avanti scoprii la causa della morte dei miei familiari: quell'uomo alla guida del camion era ubriaco marcio. Ed il veicolo andava in contromano a tutta velocità su una strada a senso unico. Per qualche tempo meditai vendetta, ma un bambino di 8 anni cosa avrebbe mai potuto fare se non piangere? Non potevo fare più nulla, loro non sarebbero mai più tornati in vita.

Dopo il coma, rimasi ancora per un lungo periodo in ospedale, e solo dopo un altro paio di mesi finalmente mi dimisero. Così preferii tornare nella mia vecchia casa ormai vuota, ma comunque piena dei ricordi a me cari. Imparai ad arrangiarmi da solo: ero piccolo, ma deciso a tirare avanti per conto mio l'età non fu più un problema. Imparai a cucinare, a lavare, tenere in ordine la casa ed amministrare i fondi che mio padre e mio fratello avevano accumulato in anni di lavoro.
Ogni sera dopo cena raggiungevo il lago poco distante da casa mia, sedendomi al limitare del pontile con i piedi a sfiorare leggermente l'acqua ascoltavo la melodia che solo la natura circostante sapeva regalarmi, l'unica pace che riuscivo a trovare nel mio triste mondo..

E fu proprio una di quelle sere a regalarmi un incontro speciale, che mai dimenticherò.

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Con lo sguardo perso nell'acqua dolce del lago in cui appena qualche secondo prima aveva liberato il pesciolino rosso di famiglia, Sasuke non si accorse della presenza di un bambino più o meno della sua stessa età. Due grandi occhi azzurri e capelli biondi ed arruffati ad incorniciare un viso sorridente.

"Come mai sola?"

Il piccolo Uchiha si girò appena, giusto nel momento in cui il coetaneo -che a quanto pareva sembrava esser stato appena picchiato- gli porse un fiore dai petali bianchi.  Che cosa avrebbe potuto dirgli? Ormai si era abituato al silenzio, alla solitudine. Ed era una cosa parecchio brutta da dire: nessun essere umano sarebbe stato capace di accettare la solitudine con la forza con cui Sasuke Uchiha, un bambino così piccolo, stava dimostrando al resto del mondo. Eppure il biondino sembrava forse capire il suo stato d'animo. Leggermente intimorito Sasuke allungò l'esile manina in direzione della piccola margherita, così semplice eppur così elegante e bella  "Grazie"
I loro sguardi si incrociarono per un secondo, attimo che il bimbo decise immediatamente di interrompere.

"La margherita ha diversi significati.. E’ il fiore delicato della purezza e dell'innocenza, della semplicità e della modestia, ma anche dell'amore fedele e della pazienza. Simboleggia l'innocenza giovanile, libera dai sensi di colpa, dal peccato, dalla corruzione."

Senza alcun tono nella voce disse tutto così velocemente da stupirsene lui stesso. Avevo ripetuto le esatte parole sentite tempo prima, da una persona a cui aveva voluto un bene immenso. Innocenza giovanile, quella che gli era stata crudelmente tolta? Quel piccolo fiore racchiudeva dentro di sè tanti significati che a Sasuke parevano ormai sconosciuti. La sua delicata corolla sembrava quasi un piccolo e candido sole.  "Me l'ha detto mio fratello"  Concluse.
Diretto, coinciso. Non disse altro, ma quel bambino dal sorriso contagioso non se ne andò: rimase in compagnia del piccolo silenzioso coetaneo, lo osservò, molto probabilmente ne capì i sentimenti.  Sasuke dal canto suo rimase completamente in silenzio, con lo sguardo perso nell'acqua del lago e la piccola margherita ancora tra le mani.
 I riflessi dei due bambini illuminati dalla luce del tramonto tremolavano appena, sollecitati dalla brezza delicata sul pelo dell'acqua.
 

THE PRESENT
Sono passati molti anni da quell'episodio.. Ed io, Sasuke Uchiha, sono ancora vivo.
Aiutato dai risparmi un tempo custoditi con cura dalla mia famiglia, e dai miei stessi soldi frutto di continui lavoretti part-time, son riuscito a mantenermi fino all'età di 18 anni.

Pur lavorando praticamente tutto il giorno la mia vita però è sempre stata vuota: Scuola, lavoro, scuola, lavoro, scuola, lavoro.. in un succedersi continuo per anni e anni.
Ho incontrato molte persone durante la mia monotona vita, tutti individui insipidi e poco interessanti. Ok, ammetto di essere molto selettivo: una persona che potrebbe sembrare perfetta agli occhi di un'altro ragazzo, per me avrebbe sicuramente una miriade di difetti; ma la verità è che sul genere umano io non ci scommeterei un solo centesimo.
Tutti così stupidi, intenti a farsi guerra tra loro quando potrebbero vivere in un mondo di pace, un mondo sicuramente migliore del mio. Sprecano occasioni importanti, sfruttando invece quelle su cui nessuno conterebbe; si innamorano, commettono stupidaggini in nome di un sentimento il più delle volte costruito sulla menzogna... e quando si lasciano sembra quasi che il mondo potrebbe cadere loro addosso da un momento all'altro.
  
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