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Autore: Jaden_Jesse_MJJ    20/07/2012    1 recensioni
Jaden: "Perchè Jesse, perchè?!"
Genere: Demenziale, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jaden/Judai Yuki, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: La Kurapikina è mia sorella e abbiamo scritto storie basate su una stessa traccia per divertimento, quindi è normale che ci siano due ficcy diverse con una stessa traccia!
I personaggi non mi appartengono e nulla è stato scritto a scopo di lucro.

Ormai erano passati giorni...
Jaden non capiva perché il suo migliore amico lo evitava.
Solitamente passavano tutta la giornata insieme ma non da quel maledetto Mercoledì pomeriggio.
Da quel giorno infatti Jesse era diventato schivo e ogni volta che Jaden lo incontrava lui trovava sempre una scusa per andarsene il più in fretta possibile.
I primi giorni Jaden non s’insospettì anche perché le scuse dell’amico sembravano vere, ma ormai era passata una settimana e i pretesti di Jesse erano diventati a dir poco strampalati.
Infatti erano partiti con “devo richiamare i miei genitori, è caduta la linea, scusa!” o simili ma ormai erano due giorni che si inventava cose del tipo: “Mi è annegato il pesce” o “il mio serpente è morto avvelenato mordendosi la coda”.
Jaden ormai era convinto di aver fatto arrabbiare il suo migliore amico, o di averlo offeso in qualche modo, ma per quanto ci pensasse non capiva cosa aveva fatto.
L’amicizia di Jesse per lui era tutto e per questo ci stava male.
Di notte, in quel poco che riusciva a dormire, sognava Jesse che gli diceva di non voler più essere il suo amico e ogni volta per ragioni diverse.
Da questi incubi si svegliava sempre urlando il nome dell’amico e si metteva a sedere di scatto, picchiando immancabilmente la testa contro il legno del letto sopra al suo (erano letti a castello).
Ormai, oltre ad aver perso l’appetito, cosa più unica che rara, gli era anche venuta un po’ di febbre, molto probabilmente perché dopo i suoi incubi era sempre madido di sudore.
Nonostante Jaden ora fosse malato Jesse non si degnò mai di andarlo nemmeno a salutare o a chiedergli come stesse.
Inutile dire che questo lo ferì più di ogni altra cosa.
Continuava infatti a pensare che tra lui e Jesse fosse tutto finito.
Alla fine si decise: doveva assolutamente parlare con Jesse e capire il perché di questa loro lontananza.
Nessuna scusa lo avrebbe fermato nemmeno se il suo amico, o almeno lui lo riteneva ancora tale, gli avrebbe detto che doveva andare in farmacia per trovare un cibo alternativo per il suo criceto che improvvisamente era diventato allergico ai semi di girasole!
E così uscì dallo Slifer Rosso, un po’ barcollante per la febbre e per la tensione dell’incontro con Jesse che, lui ne era certo, gli avrebbe fatto molto male.
Vide il suo amico che camminava frettolosamente verso una meta a lui sconosciuta, gli corse incontro e lo fermò afferrandolo per un braccio: “Perché, Jesse; perché?!” urlò rosso in viso per la febbre e per l’ansia di una risposta che aveva paura di sentire.
“Jaden, vieni, facciamo quattro passi.” e riprese a camminare velocemente ma vedendo che l’amico stava male e non riusciva a stargli dietro rallentò e gli stette quasi attaccato temendo uno svenimento del ragazzo febbricitante e preoccupato.
“Jesse, ti prego, dimmi perché mi eviti, ti prego!” l’interpellato era ormai convinto che il suo amico si sarebbe messo a piangere e si sentì in colpa.
Jesse vide che la sua meta si avvicinava sempre di più e ne fu sollevato.
Jaden contro ogni aspettativa non piangeva e questo lo spinse ad aumentare il passo e a fornirgli spiegazioni: “ Vedi Jaden, da qualche giorno mi sono accorto che la nostra amicizia è, come dire... ecco, non potrebbe...” e aprì di scatto la porta che da tempo cercava di raggiungere.
Un coro di persone, tutti i suoi amici, urlò: “Sorpresa!” e Jesse concluse la frase che aveva lasciato a metà dicendo: “andare meglio di così!” e abbracciò l’amico.
Quando le urla degli amici si furono un po’ acquietate Jesse sentì Jaden, che ancora teneva stretto tra le braccia, piangere e tremare.
Si spaventò molto e sempre tenendolo stretto lo fece sedere su una panchina, non se la sentiva proprio di sciogliere quell’abbraccio mentre il suo migliore amico piangeva.
Jesse rendendosi conto che la lontananza lo aveva ferito profondamente, gli sussurrò in un orecchio: “Mi dispiace, volevo prepararti la più bella festa a sorpresa per il tuo compleanno, ti prometto che non ti lascerò mai più da solo, sei il mio migliore amico! E dormirò nello Slifer Rosso fino a che non sarò più che certo che la febbre non ti sarà passata!”.
Finalmente sentì Jaden ridere e con un urlo dare il via ai festeggiamenti.
Si sciolsero da quel lunghissimo abbraccio e andarono di corsa al karaoke e cantarono la loro canzone preferita: “Best Friend”.

Autrice: questa fanfic risale a tre anni fa! Scusate, mi rendo conto di quanto sia infantile e sconnessa nella forma, ma non potevo risistemarla senza stravolgerla completamente allora ho deciso di lasciarla così come l’avevo scritta per un ritorno ai vecchi tempi! Mi rendo conto da sola che è scritta male e insensata, ma ho deciso di pubblicare tutte le storielle anche quelle vecchie che avevo in giro... e ora son problemi vostri che le leggete. :)
  
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