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Autore: woody woodpecker    20/07/2012    2 recensioni
[ One-Shot ] 
Bra, un'adolescente fuori dalle righe, si pone una domanda che chiunque si è posto almeno una volta nella sua esistenza.
Questo la porterà a ritrovare, nella sua quotidianità, valori che credeva persi o superflui ed ad apprezzare persone che credeva di conoscere fin troppo.
Estratto: "Capita a tutti, almeno una volta nella vita, di porgersi una domanda, una domanda alla quale si può trovare una risposta solamente lasciando che il tempo scorra, a volte veloce, a volte molto lento, ma che percorra imperterrito la sua strada"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Una finestra sulla Capsule Corporations'
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" What is my destiny? "
La magia che risplende in te.







Capita a tutti, almeno una volta nella vita, di porgersi una domanda, una domanda alla quale si può trovare una risposta solamente lasciando che il tempo scorra, a volte veloce, a volte molto lento, ma che percorra imperterrito la sua strada.
"Chi sono io?"
Si cerca invano di rispondere pur sapendo di non esserne in grado, si fa risuonare il proprio nome in testa, non riconoscendo quei suoni ma avendo la certezza di conoscergli, sapendo quanto a noi  sono famigliari.
Ho sempre saputo, fin dalla tenera età, di essere diversa, differente, non solo per il sangue alieno che scorreva nelle mie vene e mi faceva avvampare ad ogni singolo gesto umano ma ritrovavo la mia diversità nei gesti che compievo quotidianamente.
Sono sempre stata la piccola Bra per tutti. Bra la mocciosetta appiccicosa, Bra la bambinetta viziata, Bra la sorellina di Trunks, Bra la figlia di Bulma, Bra la principessina di un popolo ed un trono che nemmeno esistono più ma mai solamente Bra Brief.
Ma chi ero davvero? Quale Bra delle tante ero io?
Qual'è il posto che mi spetta?
Qual'è il mio destino? Non lo sapevo.
Avanzavo a tentoni, come in una stanza buia.
Per trovare una risposta vera bisognava avere la capacità di riuscire a vedere oltre, oltre ciò che si ha davanti, superare le barriere, sfondare i muri, attraversare intere galassie, lottare contro se stessi e riuscire a vincere.   
Cercavo di osservare dall'alto la mia vita, come in una sala cinematografica e tutto ciò che vedevo era un edificio giallo enorme. La Capsule Corp. non era solamente la mia casa ma anche il mio mondo, il mio piccolo grande mondo.
Nonostante avessi ereditato il carattere allegro e solare di mia madre questo veniva eclissato dalla parte 'oscura' che mi aveva concesso mio padre e mi ritrovavo ad essere un'adolescente, forse l'unica in tutta la galassia, chiusa in me stessa.
Non ho molti amici ma nonostante tutto sono cosi per una mia scelta personale, già, forse papà non è poi cosi uscito di testa quando dice che i terrestri sono una razza inferiore.
Papà.
Probabilmente, contrariando ogni statistica e probabilità, la persona più importante per me è proprio lui.
So che non lo capisco fino a fondo, m' impegno al massimo, allo stremo, ma non credo che riuscirò mai a comprenderlo pienamente.
Non mi ha mai veramente parlato di se, non mi ha mai detto niente del suo passato, della sua vita prima che si trasferisse qui, sulla terra, ma so per certo che non sono state tutte rose e fuori, anzi!
Se mai riuscirò ad invocare il grande Dio Drago l'unico desiderio che esprimerei probabilmente sarebbe quello di poter riuscire a capire fino in fondo mio padre e riuscire a vedere la scintilla nascosta che brilla dentro i suoi occhi perchè so che se pur nascosta brilla ancora.
Mi rallegra il fatto di incrociare ogni volta il suo cipiglio, seppur potrebbe sembrare minaccioso agli occhi altrui ma innocuo ai miei, e di sorridergli vedendo il mio gesto ricambiato con un semplice movimento della mascella che per me era tutto.
E pensare che sul mio stesso pianeta ma in un'altra dimensione che scorre parallela a questa nessuno può godere di quel ghigno orgoglioso da principe, che mio fratello, il mio stesso sangue, combatte da solo al posto suo.
Già, mio fratello, quel ragazzo sbarazzino dai capelli lilla, troppo grande per considerarlo un ragazzino e troppo piccolo per essere un adulto.  
Lo stesso ragazzo che mi ha sempre aiutato, persino quando gli ho chiesto consigli sciocchi e frivoli, Trunks, il mio fratellone, colui che mi ha sempre protetto, quello che mi ha sempre amato e venerato, quello a cui devo tutto, se non fosse stato per lui non sarei nemmeno quello che ora mi ostino ad essere, lui che è una parte di me.
E probabilmente devo a lui anche la mia esistenza. E' grazie a lui che papà è rimasto con la mamma, e sempre grazie a lui (anche se con lo zampino del suo alter-ego di una diversa dimensione temporale) che i miei sono stretti da un legame indissolubile, resistente ad ogni ostacolo, persino alle entità più malvagie che hanno segnato la storia della Terra e quella della loro vita.
Mia madre ama raccontarmi la sua storia, ne parla come se fosse una fiaba, mi fingo scocciata quando si ostina a parlarmi ancora, ed ancora, della stessa cosa ma in cuor mio prego silenziosamente di poter trovare anch'io la mia vera anima gemella, il mio principe azzurro oppure come lei.. Principe e basta!
Mi basta un'occhiata, l'intensità di uno sguardo, una scintilla negli occhi per comprendere realmente chi sono e che posto riempio all'interno dell'intrecciata tela della mia vita.
Tutto ciò che vedo è tessuto intorno a me e se ci penso, tutto ciò che vedo l'ho tessuto io con le mie mani.
Sono legata a tutti coloro che mi circondano, in un modo o nell'altro, e sono stretta in una morsa indissolubile, da un filo indistruttibile, alla mia famiglia.
Non potrei mai sopportare il fatto di non vedere più Trunks svolazzare leggiadramente per casa o papà chiuso nella Stanza Gravitazionale o ancora mamma senza la sua tuta da lavoro, sporca di grasso, benzina, olio e senza lavorare ad una delle sue continue, nuove e geniali invenzioni, piegata sotto qualche macchina. Mi sarebbe impossibile.
Sarebbe impossibile vivere senza di loro, senza la magia che risplende in me.
Per quanto imperfetti loro sono e saranno sempre la mia famiglia.
"Chi sono?"
Sono parte di una famiglia che mi vuole bene, che mi ama e mi apprezza perché riesce a guardarmi negli occhi e vedere l'oceano in cui la mia anima si sta specchiando.
  
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