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Autore: Arky    20/07/2012    0 recensioni
« Lily! E’ roba che leggono solo le zitelle senza hobby! Non puoi prendertela tanto per un po’ di gossip… » continuò Sirius, appoggiandosi con il braccio alla porta, esasperato. Quasi precipitò addosso alla ragazza, quando questa aprì senza il minimo preavviso.
« Un po’ di gossip?! Sirius Black! Per colpa tua il Times – il Times! – sta sputtanando all’intera Inghilterra la più grande stronzata mai immaginata sulla faccia della Terra! Questo solo ed esclusivamente perché tu sei un idiota! E pretendi anche che io stia calma e tranquilla a bere un tè con le amiche? Vai al diavolo! »
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Titolo: "A" come "A meno che non chiami la polizia, io non me ne andrò"
Fandom: Harry Potter
Personaggi/Pairing: Sirius/Lily, Sirius Black, Lily Evans
Rating: PG
Conteggio Parole: 1235 (FDP)
Avvertimenti: AU
Prompt: nome/nomi, per l'ultima settimana del Cow - T di . Devils mi mancherete ç_ç
Note: E' il regalo di compleanno che fu a Dicembre di quella babbana della mia nee, che si chiama ancora così dopo "Gibbs solo sa" quanti anni. E' un'amica, ma un'amica di quelle che più presenti non si può anche quando sono assenti in tutto e per tutto. Mi sopporti, ti sopporto. T'ho fatto aspettare tre mesi, è arrivato il mio, di compleanno, e non ti sei manco incazzata. Che palle che sei.
Questa roba non ha un senso. E' nata solo perchè me l'ha chiesta la "brava ragazza" sopraccitata ed è un chiarissimo invito per la suddetta a scriverci qualcosa di degno. Tanto non la leggerà nessuno. Meglio così u.u
Disclaimer: Non sono miei, non ci guadagno, non voglio copiare eccetera. Anche perchè se fosse altrimenti, adesso avrei inventato Narnia con tutti quei soldi.


« Allora, ti decidi ad aprirmi? »
No. Lily Evans non aveva nessunissima intenzione di lasciar entrare Sirius Black in casa propria. Non aveva voglia di vederlo, di sentire la sua voce. Non aveva voglia neanche di pensarlo, figurarsi di discutere civilmente! Come se fosse possibile anche in circostanze normali, con un elemento del genere…
« Va’ via! Stai sporcando il mio zerbino, Black! »
Sirius ghignò, ascoltando quelle parole provenire da fin troppo vicino. La Evans era una professionista, quando si trattava di farsi desiderare; era un suo grandissimo talento. Il moro, d’altra parte, aveva imparato a leggerla, a capire quando un suo rifiuto era solo un presunto tale, quando era mascherato da insulto il miglior complimento che si possa ricevere sulla faccia della terra. 
Sirius riusciva a decifrarla, purtroppo per lei, e sapeva che non solo Lily gli stava prestando attenzione, ma si trovava dietro la porta, pronta per capitolare e cadere nella sua trappola. Ottimo.
« Dai Evans, su! Non fare la bambina. Lasciami spiegare e apri! » tentò ancora, suonando per l’ennesima volta il campanello. Magari gli avrebbe aperto per la disperazione, quando tutto fosse fallito. 
« No! » tuonò per l’ennesima volta la rossa, dall’altra parte del legno chiaro che li separava.
Sirius sospirò, iniziando ad irritarsi. Non era possibile che una ragazza tanto intelligente e acuta si impuntasse su pettegolezzi da quattro soldi. Lily non gli sembrava proprio il tipo di persona che per un paio di titoloni su qualche giornale di dubbia importanza, avrebbe fatto finire il mondo.
« Lily! E’ roba che leggono solo le zitelle senza hobby! Non puoi prendertela tanto per un po’ di gossip… » continuò Sirius, appoggiandosi con il braccio alla porta, esasperato. Quasi precipitò addosso alla ragazza, quando questa aprì senza il minimo preavviso.
« Un po’ di gossip?! Sirius Black! Per colpa tua il Times – il Times! – sta sputtanando all’intera Inghilterra la più grande stronzata mai immaginata sulla faccia della Terra! Questo solo ed esclusivamente perché tu sei un idiota! E pretendi anche che io stia calma e tranquilla a bere un tè con le amiche? Vai al diavolo! »
Detto – o meglio, urlato con tutta la rabbia che aveva in corpo – ciò, richiuse la porta con la grazia di un uragano dei Caraibi. Sirius non aveva fatto neanche in tempo a capire bene cosa fosse successo, tanto era stata veloce.
« Non sono un idiota! Non è colpa mia se sono nato con questo nome, okay? » chiese, dopo aver assimilato le parole della ragazza. Dall’altra parte del legno si sentì distintamente una grossa risata, forse un po’ isterica. Sirius assottigliò gli occhi alterato, ringhiando sottovoce. Adesso iniziava a stancarlo, quella mocciosetta.
« Cos’hai da ridere adesso, Evans? Certo tu non sei senza colpa in questo casino! » disse Sirius, allontanandosi dall’uscio e iniziando a passeggiare nervosamente sulla veranda antistante. 
« Ah, sarebbe colpa mia? Sarebbe colpa mia? »
« Apri questa porta! A meno che non chiami la polizia, io non me ne andrò! » rispose infine il moro, piantandosi a gambe larghe sul pianerottolo. Sarebbe dovuta uscire, prima o poi, anche solo per fare la spesa o gettare l’immondizia. Avrebbe dovuto varcare quella soglia, e lui sarebbe stato lì ad aspettarla.
E infatti Lily aprì la porta.
« Fai in fretta, Black, perché già ho perso troppo tempo con te. Davvero troppo. »
Il ragazzo rimase un attimo fermo a guardarla. I capelli scompigliati, come fuoco rovente; gli occhi verdi e accesi, rabbiosi; il fisico snello e perfetto; la pelle chiara, delicata, così diversa dalla sua. Lily era bellissima, sempre e comunque. Improvvisamente, a Sirius tornò in mente il motivo per il quale si stava preoccupando di salvare il nome di quella irritante giornalista da quattro soldi.
« Mi dispiace, va bene? » disse, tutto d’un fiato per fregare l’orgoglio prima di farsi fregare da lui.
Lily aggrottò un attimo la fronte, poi ridacchiò.
« Stai scherzando, vero? E tu hai fatto tutto questo casino per dirmi che ti dispiace? » chiese, incredula. 
« Fammi capire, inutile e stupido ereditiere del cavolo. Tu prima hai tentato di umiliarmi in tutti i modi possibili e immaginabili, poi mi hai chiesto di uscire perché “ti sembrava figo”, poi mi hai pedinata,  assillata, importunata, molestata fino allo stremo, poi mi hai baciata davanti alla stampa dell’intera Inghilterra per dispetto… E adesso mi dici che “ti dispiace”? » continuò, ancora più sconvolta. Non era possibile, quel tizio non poteva essere tanto stupido ed odioso.
« Direi di sì. » 
E invece poteva eccome.
« E poi anche tu, non è che sei stata una santa. Fare la gentile per un paio di risposte… Probabilmente ti avrei concesso un’intervista anche senza tutte quelle prese in giro, sai? Mantenere i segreti di famiglia non mi è mai interessato… »
Lily roteò gli occhi, esasperata, e fece per sbattere per l’ennesima volta la porta in faccia a Sirius, ma fu fermata dal piede di questi che era scattato prontamente e l’aveva bloccata.
« E no, te l’ho detto: a meno che non chiami la polizia, io non me ne vado. » disse il moro, con un ghigno divertito disegnato sulle labbra. Era davvero spassoso potersi godere così da vicino le espressioni disperate di Lily. Ora sgranava gli occhi, poi sbuffava impercettibilmente, poi aggrottava le sopracciglia. Ogni emozione traspariva dai suoi soffici lineamenti, era semplice da leggere come un libro per bambini. E altrettanto divertente.
« Black, vattene o la chiamerò sul serio, la polizia. » disse la ragazza, prendendo ampi respiri per cercare di calmarsi ed evitare di saltargli addosso e strangolarlo lì, seduta stante. La sua carriera probabilmente sarebbe stata compromessa per sempre a causa di quello stupidissimo sex symbol alla Paris Hilton, di uguale caratura intellettuale e modo di fare e comportarsi, e lei non poteva neanche permettersi di cambiargli tutti i connotati. Che mondo ingiusto.
« Fallo. » 
Fu l’unica parola di Sirius, che adesso era davvero vicino. Lily poteva sentire il suo profumo speziato, poteva vedere le vene del collo pulsare sotto la pelle scura, poteva sentire il suo respiro tra i capelli. Era davvero un bell’uomo.
« Okay, non voglio rubarti altro tempo. Sei una donna impegnata, no? » la prese in giro, ridacchiando e allontanandosi di poco, abbastanza per non cedere – di nuovo. Non sarebbe stata una mossa azzeccata, per niente. Nonostante questo, non tirò indietro il piede che ancora bloccava la porta.
« Faccio un paio di chiamate e sistemo tutto. Se non riuscissi a togliere di mezzo le foto, almeno eviterò che il tuo bel nome appaia negli articoli. La tua carriera dovrebbe essere salva per adesso, dolcezza. » continuò, senza curarsi dell’espressione ancora rabbiosa della ragazza. 
Restarono fermi, a squadrarsi in silenzio per un paio di secondi. Lily stava cercando con tutta se stessa di non dare nessunissima soddisfazione alla faccia da schiaffi di fronte a lei. Non un sospiro di sollievo o un espressione rilassata, niente di niente.
« Allora, non mi dici neanche “grazie”? » 
Ma questo era davvero troppo.
« Va’ all’Inferno, Black! » gli gridò, sbattendo ancora la porta. Sirius fece una smorfia, all’udire lo scricchiolio sinistro dei cardini. 
Mentre si voltava e tornava alla macchina, auto-compiacendosi per la riuscita della missione “fai incavolare la rossa”, pensò alla stranezza di quella ragazza. Era diversa da tutte le altre, intelligente e determinata, una giornalista coi fiocchi che era diventata qualcuno – stava diventando qualcuno – solo per merito suo. Gli sarebbe anche potuta piacere, magari, un giorno. Un giorno molto lontano. 
O forse no.

  
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