2. Million Dollar Man.
Due settimane, sono passate due dannate settimane, da quando ho perso quel foglio. Anche se non era uno dei migliori testi che avevo scritto, faceva comunque parte di me; quel foglio racchiudeva i miei sentimenti al riguardo di una persona importante. Sapete, è come perdere una parte di sè stessi.
“Terra chiama Yuki.” Dice sventolandomi un quaderno in faccia Sunhwa. “Che c'è?” Le chiedo, scendendo dalle nuvole. “Ascolta questa canzone!” Esclama, cominciando a saltellare emozionata. Inizio ad ascoltare la canzone che riempe il bar nel quale stiamo studiando, e deduco subito che è cantanta dal gruppo preferito di Sunhwa: i Big Bang. Mi concentro sulle parole, è questo quello che mi piace nelle canzoni, i testi. «Tutti possono guardarmi con occhi che giudicano, ma quel che mi rattrista di più è il fatto che tu sia diventata parte di quel 'tutti'.». Mi blocco. Quella frase, l'ho già letta. Anzi, l'ho già scritta. “Non ci credo!” Grido brusca, dando un leggero pugno sul tavolo di vetro. “Che succede?” Domanda la mia coetanea, fissandomi interrogativa. “Il mio diario.” Sussurro, continuando ad ascoltare la canzone, concentrandomi sulle parole. “Il tuo diario cosa?” Continua la mia amica, non capendo. “Le parole coincidono!” Annuncio, fissandola scioccata. “Eh?”. La interrompo, “Te sai dov'è l'YG building, vero?” Le chiedo speranzosa. “Scherzi? Io ci abito lì!” Confessa fiera. Ringrazio tutti i cieli, “Che ne dici di andarci? Credo di essere diventata anchio una grande fan, dopo aver sentito questa canzone!” Mento, sperando di sembrare un minimo convincente. Le s'illuminano gli occhi, “Seguimi!”.
Arriviamo davanti all'imponente edificio senza fiato, estrefatte è la parola. “Eccoci qui!”Annuncia tutta raggiante, ma il suo sorriso svanisce appena nota il raggruppamento di ragazzine che aspettano davanti all'ingresso. “Ci sarà qualcuno..” Commento, sperando con tutta me stessa che si tratti di quel gruppo di ladri di parole dei diari delle diciasettenni. Le grida delle bambine risuonano in tutto il viale, mi sento stritolare il braccio da Sunhwa, che tra poco probabilmente sviene. “Piano col mio braccio!” Le faccio notare. “Eccoli!” Sbraita puntando delle teste multicolore che passano attraverso le ragazzine. Stringo gli occhi, analizzando nei dettagli quelle 5 facce, quelle 5 facce che hanno rubato le mie parole, senza nemmeno chiedere il permesso, senza nemmeno darmi una ricompensa. Il mio sguardo incontra quello del leader probabilmente, ha dei capelli rosa, rabbrividisco dalla freddezza che racchiude quello sguardo. Continuo a fissarli, finchè non li vedo salire ognuno in una Bentley. E poi capisco quanto sono impotente: sono ricchi, hanno soldi, io non ho niente. Il leader si gira nuovamente a guardarmi, e mi sento impotente. “Che succede Yuki?” Mi chiede Sunhwa, dopo essersi calmata. “Niente, niente.” Rispondo riprendendo i sensi, e asciugando alcune lacrime solitarie che avevano rigato il mio volto. “Torniamo a casa?” Propongo a Sunhwa, che è ancora scossa dall'accaduto. “Yes!” Esclama ridendo, quanto vorrei essere felice come lei.




• NOTE. Hello! :) Ecco il secondo capitolo, nel quale la storia prende piega. È triste come capitolo, mi sono leggermente commossa scrivendolo, perchè è una cosa vera, che succede spesso in società. Va beeeene, basta con le cose serie. Sono atterrata sana e salva, non vo preccupate, YO. Detto questo mi dileguo e vado a mangiare le patatiiiine! :D
Bye bye! Gizzy, xxx.