Papā.
Qui accasciata,
nel rievocare i miei
abbracci
li lascio annegare
dolcemente,
chiudo gli occhi
e penso a te
che sei immenso
come questo mare
dolente.
Di sudore,
di audacia,
tra silenzi
e parole
canticchiate
la sera alla finestra,
sei l'unica forza
che ogni giorno
aspetto ardentemente
di veder tornare.
Come si tramanda
il nome nostro
di padre in figlio,
resta il valore
di un sangue onesto
che nelle lacrime
e nel dolore
ha imparato a trascinare
gli anni pių bui,
lė poggiati sugli occhi gonfi
di voi umili
eroi.
Papā,
hai scolpito
ogni mio pensiero
pių giovane e incosciente
ma mai mi dicesti
che non era importante.
E ti dedico la mia gioventų,
la mia gioia
nel vederti ancora sbraitare
contro tua figlia
che non sa ammettere
di continuar a sbagliare,
ti dedico la mia paura
nel vederti cupo
lė seduto in un angolo
a contar disastri,
a ricordar
gli sbagli.
Sono testimone
di una vita travagliata
e ogni notte
rendo grazie
di esserne onorata,
cosė mi domando se mai ne sarō
allaltezza,
oltre il coraggio
di questa breve passeggiata.
Perché caro papā,
hai dipinto
d'amore e d'orgoglio
il tempo passato
su vecchi sorrisi,
cassette registrate
e ginocchia sbucciate.
E la notte
puoi ancora
tenermi la mano e raccontarmi
malinconico
la tua storia un po' infelice,
e di quando partisti spaventato
alla ricerca
di un nuovo
spiraglio di luce aldilā del mare
dopo che vedesti tuo padre
dirti ciao
e silenziosamente
volare.