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Autore: Faddo    21/07/2012    0 recensioni
Comprare un videogioco e poi averci uno strano tipo di relazione, quale?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo la testa pesante quando mi risvegliai, non ricordavo nulla della serata passata, tranne che avevo appena comprato una delle prime edizioni di un nuovo videogioco uscito quest'anno GTA San Andreas.
Quella sera mi ero messo a provarlo, ma ancora prima di finire il caricamento mi addormentai, ricordo solo questo, dopo non ne ho il minimo ricordo.
Il sole era alto in cielo; ero disteso per terra e sentivo il massiccio e duro marciapiede che mi premeva la schiena e pensai che qualcuno aveva dovuto portarmi qua; non avevo né le chiavi di casa, né un cellulare, neanche un portafoglio: "Forse mi hanno rapinato dopo avermi dato una botta in testa ieri? ma com'è possibile, io chiudo sempre la porta di camera mia" dissi in quel momento.
Ah scusate, mi son dimenticato di dirvi chi sono: il mio nome è Carl Jemson, son un neo diplomato, ma ho vent'anni da poco compiuti, non ho un lavoro e non ho intenzione di andare all'università, son un patito di videogiochi, per il resto son un ragazzo che denota un Sex Appeal davvero mediocre a cominciare dai capelli marroni sempre tagliati a caso e malcurati due occhi molto smorti e privi di allegria ed energia, i jeans che indosso per tutto l'anno e mia madre mi lava ogni 2 settimane e un casino di camice di ogni colore genere e tipo nel mio armadio.
Se mai mi incontraste per strada non mi riconoscereste, ma se mi trovate in un ristorante sappiate che son l'unico che chiedi il tris del dolce e mangia solo o un antipasto o un primo o un secondo.
Alla fine arreso tra una cosa e l'altra decisi che era ora di alzarsi e tornare a casa, di sicuro non sarei rimasto un secondo in più su quel lurido marciapiedi:
"Meglio andar a casa, chissà ora che diavolo potrò raccontare a mia madre, cavolo sarà infuriata, posso pur sempre dirle ch..." dissi mentre riprendevo coscienza, ma a mia gran sorpresa il mio risveglio fu in un luogo della mia città della quella non ne conoscevo l'ubicazione e le case era strane sembravano fatte male, quasi a computer.
"Ohi! che scherzo è? un sogno! di sicuro è un sogno, ahahah, pensavo di essermi perso..." dissi urlando, presi una pausa di riflessione per poi continuare:
"Col cazzo che è un sogno, merda merda merda! come diavolo ci sono finito qui, devo aver bevuto, di sicuro non c'è altra spiegazione ahahah, stupidi cocktail fatti in casa"
Camminai fuori da quel vicolo dove mi trovavo, ma prima di uscire vidi una cosa che in un primo momento mi spaventò molto, ovvero una bicicletta con sopra una icona blu luminescente, il tutto mi fece pensare inizialmente ad un qualche scherzo simpatico o degli effetti per un film, ma eliminate queste cazzate dalla mia testa notai che sotto di me c'era una scritta su sfondo nero e cornice nera, con scritto:
"Premi Triangolo per salire/scendere dalla bicicletta; sali sulla bicicletta e dirigiti a Ganton, se non sai come arrivarci segui il segnale CJ sulla minimappa in basso a sinistra"
Appena notai quella scritta sentivo che la pazzia stava per cogliermi nelsedere e giocarmi brutti scherzi, così mi venne spontaneo urlare, anche se nessuno mi avrebbe sentito:
"Che?! cosa significa che devo premere triangolo, dove lo vedi triangolo, cosa devo fare? e poi perchè sotto in parte ci sta una mappa della città, cos'è un gps o roba del genere? tutto ciò non ha senso, poi è troppo in  basso non riesco a vedere niente, non posso nemmeno consultarla vicino ai miei occhi, mi tocca abbassarmi e prenderla? perchè devo scomodarmi per fare tutto questo!? Anzi aspetta non credo sia questo il punto, da quando per terra trovi cose del genere, e questa barra è una specie di aiuto, è per caso una caccia al tesoro? non voglio arrivare in posti come isoli dei caraibi frequentati da pirati finocchi!"
Guardai meglio la bici e notai che era una bmx dalla carrozzeria argentata, molto basilare come stile.
"Che scherzo è? una bici non legata che non hanno rubato? Dove credono che siamo nell'Italia degli anni venti?" dissi ironicamente
Immediatamente mi abbassai e cercai di prendere la mappa, ma non c'era verso di prenderla, perchè quando mi abbassavo pure la mappa si abbassava insieme a me, quindi era irraggiungibile.
Dopo mille tentivi mi accasciai a terra stanco e guardando la bici dissi:
"Ma a che cavolo sto a pensare...perchè devo cercare questo triangolo quando posso semplicemente salire sulla bici, che scemo"
Presa la bici e montato sopra cominciai a pedalare pian piano; l'icona blu era sparita come se l'unico scopo di quella icone fosse segnalarmi la bicicletta.
Per ora non volevo seguire il segnale della mappa in basso, volevo fare un giro per capire dove mi trovavo e cosa ci facevo qui, inoltre cercare risposte per le mille domande che avevo in testa in quel momento.
Appena arrivato in strada una macchina stava per prendermi sotto ma frenò in tempo, io nel bel mezzo della rabbia mista alla confusione urlai:
"Stronzo, sta attento quando guidi volevi uccidermi?!"
Dalla macchina uscì un tipo vestito di viola che prese una pistola e cominciò a spararmi senza dire nulla. Subito tornai a pedalare fuggendo in preda al panico, quando un proiettile mi si conficcò sulla spalla. Non sentii dolore anche se urlare, anche se per poco, mi venne spontaneo. Nello stesso momento ebbi pure l'occasione per scoprire che sopra di me a destra ci stava una sbarra rossa e un contatore color verde con scritto: 350$, forse erano i soldi che avevo dietro con me,ma il problema è che io non avevo alcun portafoglio, dove li avevo quei soldi; notai pure un icona che indicava un pugno e infine l'ora in digitale .
Quelle due cose mi fecero ragionare oltre che aprire gli occhi e dopo esser scappato lontano da quel pazzoide che mi aveva sparato, scesi per nascondermi in un'altro vicolo della città e fu a quel punto che dagli scenari, le persone che camminavano senza parlare, il sole che non mi accecava se lo guardavo oltre, le finestre senza riflesso e molti altri dettagli, mi fecero capire una cosa:
"Quella è la mia barra della vita?-esclamai-e quella roba verde i soldi che ho e quella forse indica l'arma che sto usando ora...cosa? ma i pugni non sono un arma, invece quella dev'essere l'ora...aspetta...perchè sono le 16.00? non ho nemmeno cenato ne fatto colazione ne nient'altro, aspetta...ma allora...cosa? ma allora...sono entrato dentro il gioco?! ma com'è successo?! ho vent'anni e le segnalazioni sulla copertina del gioco dicevano che è un gioco per +18, quindi non credo di aver infranto qualche legge o altro, allora perchè ci son dentro il gioco? Ohi che diavoleria è, dovrei essere in mutande in camera mia a giocare e bere birra, magari chiudendo la serata con l'ultimo numero di Playboy, non a preder tempo in una città americana dal nome confuso piena di messicani e negri, qualcuno mi aiuti!"
L'esser entrato nel gioco era inizialmente poi strano, poi però subito dopo essermi ripreso cominciai a pensare che forse mi ero solo addormentato e stavo sognando ma era strano che in un sogno io avessi tutta questa coscienziosità e fossi pure in grado di parlare.
Pensai che forse avrei trovato risposta andando nel segnalino "CJ" sulla minimappa.
Presi di nuovo la bici in mano e cominciai a dirigermi di fretta verso quel luogo.
Una macchina sfrecciò da un incrocio e andado a schiantarmici addosso feci un volo di qualche metro in avanti.
"Cazzo...che male...perchè diavolo mettono i semafori in sto gioco se poi le macchine passano con il rosso, credevo che la chiamassero Intelligenza Artificale non Deficenza artificiale" esclamai a gran voce.
Per mia sfortuna quella macchina era un taxi e dalla vettura gialla uscì un tizio con una mazza da baseball pronte a riempirmi di botte. Tipico yankee armato di fortuna che escalamava frasi razziste e insulse in una lingua a meta tra l'urdu e l'inglese.
Subito cominciai a provare a picchiare il buzzurro tassista, sferrai qualche pugno, non sembrava reagire in alcun modo il nemico, era come se i miei pugni lo scalfissero a tal punto da fargli perdere equilibrio e concentrazione.
Dopo poco era finito a terra, era morto.
"Ah! -urlai a gran voce- cazzo! ho ucciso un uomo, no no no, non posso averlo fatto io, sono innocente, non ho mai nemmeno alzato le mani contro un mio compagno di cla....aspetta...sono in un videogioco...non ho fatto niente di strano penso" Mi guardai attorno e notai che le persone nemmeno mi stavano degnando di uno sguardo.
"Ma che problemi hanno i personaggi in questo gioco, se uccido un cittadino a mani nude neanche si spaventano? e poi ho solo dato due o tre pugni, che tipo di problemi avete seriamente! è così normale vedere gente morire in questo gioco?"
Guardai il cadavere e notai che era scomparso "stronzo di Houdini" commentai notando l'asfalto con la macchia di sangue, ma la mia attenzione fu catturata da un'altra cosa da una mazzetta di soldi che roteava per terra e da una mazza da baseball che roteava in maniera simile all'altro oggetto.
"Che follia è questa? sul serio è una convention di maghi? Houdini e Coperfield si trovano in questo gioco? L'hanno forse programmato?" continuai urlando come se fosse una cosa che non avessi ancora fatto quel giorno.
Arrabbiato e incredulo diedi un calcio alla mazza che volo colpendo la volante della polizia. Sopra di me comparve una stella, non capivo a cosa significasse ma quando collegai i due concetti mi fu ben chiaro.
Subito i polizziotti scesi dalla macchina cominciarono a cercare di picchiarmi con i manganelli. Scappai correndo a piedi.
"Cazzate, nella vita reale non ti pestano ad ogni occasione, e poi non dovrebbero dire frasi da film come per esempio ti dichiaro in arresto hai il diritto di stare in silenzio e quelle cavolate che ne seguono?".
Scappando tra una via e l'altra senza farmi prendere sembrava che la stella non volesse scomparire.
Arrivato in un vicolo trovai un fucile, lo presi, cambiai arma, di seguito pure l'icona delle armi attualmente in uso cambiò dal simbolo di una mano a quella di un fucile con scritto sotto "7" ovvero il numero di colpi che avevo. "Ok, sono in un videogioco, un gioco sparatutto, è ora di comportarsi da uomo, meno domande più az..." venni sparato in piena testa da un polizziotto che comparve da dietro l'angolo. Mi era rimasta poca vita da prima e sembrava che questa fosse la fine dei miei giochi.
Presi il fucile e subito sparai! Questo è quello che feci contro la mia playstation usando il fucile di mio nonno quando mi risvegliai; meno male ero da solo a casa, altrimenti avrei dovuto spiegare davvero troppe cose pure ai miei genitori. Era tutto un sogno per davvero alla fine.
"Sto gioco mi ha rotto il cazzo, anzi, tutti i videogiochi mi hanno rotto, ora basta, esco di casa e mi trovo un lavoro, farò qualcosa della mia vita lo giuro!"

  
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