Tra mille foto impolverate ce n’è una che mi colpisce. Siamo io e te, insieme. Il bambino che hai in braccio è tuo figlio, il frutto dell’amore tra te e Remus. Sembrano passati secoli, eppure è passato appena un mese. Mi sembra di averti conosciuto solo per due minuti, invece sono stati più di vent’anni.
Ricordo la tua spontaneità, la tua goffaggine…il tuo sorriso. Quando ti penso mi sembra di poterti toccare, ma tu sei lontana, e non tornerai più.
Non credo esista dolore più grande di quello che provo io in questo momento, non c’è sofferenza peggiore della perdita della propria figlia, per una madre.
Ora sono sola. Ted è morto, tu sei morta, Remus è morto. Siamo rimasti solo io e Teddy, ma per fortuna lui è ancora troppo piccolo per capire che voi non tornerete più. A volte mi guarda come per chiedere: “Quando tornano mamma e papà?” io rispondo che torneranno presto, ma è una bugia. Non ce la faccio a dirgli la verità…è ancora così piccolo. È nato negli orrori della guerra, e ora crescerà nella pace, ma senza genitori.
Per fortuna c’è Harry, che sembra aver preso con molta serietà il suo impegno come padrino. So di poter contare su di lui, mi sembra l’unico in grado di aiutarmi. Lui sa cosa vuol dire perdere i genitori quando si è così piccoli, ha vissuto nell’ignoranza di cosa fosse veramente accaduto, ha sofferto per anni, ma ha saputo lottare e rialzarsi. Spero proprio che Teddy diventi come lui, capace di rialzarsi ed andare avanti.
Come può un bambino così piccolo essere l’unica ragione di vita che ho? Proprio non lo so. Quando lo guardo soffro moltissimo, mi ricorda te, Dora. E’ l’unico legame che ho con la vita. Quando ho visto il corpo di Remus, ma soprattutto il tuo corpo a terra, senza vita, è come se fossi morta anche io. È come se il mondo si fosse fermato.
Avrei dovuto essere almeno un po’ felice per la fine della guerra, ma non lo ero. Ero arrabbiata con tutti e con tutto. Ero arrabbiata con Voldemort, perché è per mano sua se sei morta…ero arrabbiata perfino con Harry, perché se lo avesse sconfitto prima vi sareste salvati. Non provo altro che odio e rabbia verso mia sorella Bellatrix, mi disgusta chiamarla così, è stata lei a infliggerti l’Anatema che Uccide. Sono soprattutto arrabbiata con me stessa, perché ti ho permesso di andare a morire.
Sei sempre stata una donna forte, Dora, e io credevo, anzi, ero certa che ne saresti uscita vincitrice, da questa battaglia. Ne sei in un certo senso uscita vincitrice, perché ciò per cui hai lottato ha vinto, il mondo magico è salvo, ma tu sei morta, e non puoi più gioire per la tua vittoria.
Mi manchi, bimba mia. Perché resterai sempre la mia bambina, che tu sia qui o in cielo. Sappi che ti vorrò bene, e aiutami a vivere, anche da lassù. Non c’è dolore più grande per una madre che perdere la propria figlia, la propria bambina. Ma è doloroso soprattutto sapere che non sono riuscita a proteggerti come avrei voluto, come avrei dovuto. Perché la tua morte è un errore soprattutto mio Dora, perdonami.



*ndA*
Ehm, buon pomeriggio :'D 
Questa è la prima One-shot che pubblico, la scrissi tempo fa, ho deciso di correggerla e pubblicarla.
Non sono una madre (e vorrei vedere, frequento ancora il liceo), ma ho voluto immedesimarmi in Andromeda, un personaggio che tutti citano ma che pochi provano a conoscere  veramente.
Sarei tentata di annullare tutto e lasciare questa storia nel mio misero archivio, ma per una volta voglio mettermi alla prova. Mi farebbe piacere conoscere le vostre opinioni, sapere cosa c'è da sistemare, se ho fatto male a pubblicarla o no.

Un bacio,
  Emma.