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Autore: shesunbroken    21/07/2012    3 recensioni
Il temporale, non si sa mai quando può arrivare: un momento prima il sole splende sul tuo viso e ti da una sensazione di calore e compagnia; ed un momento dopo il vento inizia a ballare una danza aggressiva accompagnato dalla pioggia che accentua il ritmo. Ma vuoi sapere una cosa? Alla fine ci sarà sempre l'arcobaleno che riempirà il tuo corpo di una piacevole sensazione di felicità improvvisa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nell'attesa mi misi a guardare il panorama: sotto di me c'era un bellissimo laghetto con cigni e papere che nuotavano, ogni tanto spuntava la testa di qualche tartaruga, il sole giocava a rincorrersi con le piccole onde dell'acqua creando riflessi arcobaleno che apparivano e sparivano velocemente. Chiusi gli occhi e respirai profondamente: l'aria era più pulita del solito, non ero in campagna ma nemmeno nel centro della città quindi era diversa. Riuscivo ad ascoltare ogni singolo rumore intorno a me: le persone che ridevano e chiacchieravano, il rumore delle foglie che si alzavano dalla terra e dei passi che si dirigevano verso di me.

“E' inutile che provi a fare piano, tanto ti sento!” sorrisi senza girarmi.

“Da-daan! Beccato!” lui iniziò a ridere e si sistemò dietro di me, facendo passare le sue braccia forti sotto le mie per stringermi in vita. Poi mi baciò sulla guancia.

“Aspetti da molto?” mi chiese preoccupato.

“No, macchè! Non preoccuparti!” lo rassicurai.

“Sai, ti sento rigido.” mi fermai un attimo par capire meglio cosa provavo “e freddo.”

“Cosa te lo fa capire?” s'irrigidì ancora di più.

“Non lo so, anche se ti conosco da poco riesco a riconoscere le tue emozioni.”

Silenzio.

“Cosa c'è? Devi dirmi qualcosa?” volevo che mi dicesse che andasse tutto bene in modo che si alleviasse il mio senso di colpa. Perché ero così intuitiva e chiacchierona?

Lui si spostò di lato, di fianco a me, appoggiato su un fianco alla ringhiera di metallo del ponticello sul lago. Mi girai anche io su un fianco per vederlo meglio nei suoi occhi color nocciola.

“Senti, se non me la vuoi dire adesso non fa niente. Saprò aspettare.” abbassai lo sguardo e mi arresi subito, non volevo fargli alcuna pressione.

“Okey, ascolta. Vorrei fare un regalo a te” si fermò per poi riprendere “e a me.”

Era serio. Nei suoi occhi si leggeva l'indecisione e l'imbarazzo ma non riuscivo assolutamente a capire o a distinguere nient'altro. “Però non so se prenderai bene questa cosa perché...” si fermò per pensare a cosa dire “Vabbè, lascia stare!”

Mentre parlava, ridevo. Era davvero imbarazzato, gesticolava come un matto e stava diventando tutto rosso.

“Ehi, non c'è niente da ridere!” mi diede una pacca sulla spalla.

“No, è che non riescono a metterti in difficoltà mille giornalisti che ti fanno domande riguardo la tua vita privata e lo faccio io stando in silenzio!”

“Per favore, non parlare di giornalisti! Già è tanto che non ce ne siano nei dintorni!” il suo tono di voce ritornò normale e lo rividi subito a suo agio.

“Quindi?” Ero davvero curiosa, perciò ritornai al discorso precedente.

“Quindi...” si avvicinò piano piano a me, iniziò a tremare quando si rese conto che i nostri visi erano a qualche millimetro di distanza. Lo sentii borbottare qualcosa tipo 'Ora o mai più' ed appoggiò le sue calde labbra sulle mie e le sue mani sui mie fianchi. Okey, restai sopraffatta e sorpresa dal suo gesto: insomma, non avrei mai immaginato di incontrare Joe Jonas e subito dopo il mio capo mi dice che lo avremo avuto come ospite nella trasmissione; non mi aspettavo nemmeno di parlargli ed ecco che mi rivolge la parola; figuriamoci poi se credessi che mi chiedesse di uscire per poi...baciarmi. Cazzo. Il mio cervello diceva di reagire, di mettergli almeno le mani intorno alla sua nuca ma non ci riuscivo. Cazzo il doppio. Mentre pensavo e ripensavo a cosa fare in quel momento provavo il calore di un bacio che si faceva sempre più intimo e non mi resi conto che le mie mani lo stavano già intrappolando e facendolo solo mio. Poi, di colpo il bacio finì. Wow. Lo guardai negli occhi e sorrisi. Lui fece lo stesso ed appoggiò la sua fonte sulla mia.

“Beh? Eri così agitato per questo? Cioè, voglio dire: si sa che nessuno potrebbe mai rifiutarti, soprattutto una persona che ha accettato il tuo appuntamento.” farfugliai.

Lui si staccò e cambiò subito espressione: i suoi lineamenti si ammorbidirono per poi irrigidirsi. “Ma si sa anche che sono uno spezza cuori. E forse hanno ragione.”

Nel mio cervello suonarono dei campanellini d'allarme. Levai i miei occhi dai suoi per guardare i nuvoloni che si erano creati nel cielo.

“Non che io lo voglia, ma devo partire. E tu questo avresti già dovuto saperlo.” era serio e dispiaciuto allo stesso tempo.

Mi veniva voglia di piangere, ma sarei stata l'unica in mezzo a tutte quelle persone felici che non badavano a noi, quando capii che non sarei stata la sola. Forse il cielo aveva ascoltato il mio pensiero perché iniziarono a cadere grandi gocce sui nostri visi. I miei occhi reagirono allo stesso modo. In realtà speravo che le lacrime si confondessero con la pioggia ma il risultato non fu un granché perché Joe avvicinò la sua mano alla mia guancia. Me la sfiorò nello stesso momento in cui un fulmine illuminò anche i suoi di occhi. Almeno non mi ero illusa e non avevo fatto in modo che si prendesse gioco di me perché anche lui era seriamente di spiaciuto: stava piangendo come me se non peggio.

“Tranquillo. Hai milioni di fans in tutto il mondo che sicuramente sarebbero più adatte di me al ruolo di 'fidanzata abituata a vederti poche volte all'anno'. ” allontanai la sua mano dal mio viso.

“Non fare così. Io non voglio lasciarti.” parlava a bassa voce, come se ogni cosa che dicesse la potessi usare contro di lui.

“Non abbiamo molta scelta, sai?”

Le gocce si fecero più grandi e violente contro i nostri visi indifesi.

“Perché non andiamo sotto...”

Lo interruppi “No, è tardi. Io devo andare e tu anche.”

“E' vero, dobbiamo andare. E sai dove?”

Il vento trasportava foglie e terra umida danzando a ritmo dei tuoni e delle gocce che cadevano violentemente sull'asfalto.

“Ho deciso di portarti con me in tour.” un tuono finì la sua frase con decisione.

“Non posso. Io qui lavoro.” Mi scostai i capelli che la pioggia aveva fatto appiccicare alla mia fronte.

“In macchina ho un contratto.”

Le nuvole si stavano spostando piano piano per fare spazio al sole che prendeva posto prepotentemente nel cielo.

“Dici davvero?”

I grandi goccioloni si trasformarono in piccole striscioline sottili “Sì.” che piano piano scomparvero.

Gli angoli delle mie labbra si alzarono delicatamente, ma non troppo ed ecco che nel cielo apparve un grandissimo arco colorato che fungeva da cornice alla situazione. Sorrise anche lui.

“Dai, vieni da me che andiamo a cambiarci per parlare con il mio manager ed il tuo capo.” Mi prese la mano e mi feci trasportare per il piccolo vialetto che separava il passato dal futuro.

   
 
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