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Autore: Princess Kurenai    22/07/2012    2 recensioni
[Coppia Hemsworth/Hiddleston]
[Hiddlesworth Week | Day 7 - Crossover Snow White and the Huntsman/The Hollow Crown]
" Cosa daresti per rivederla ancora?"
Le parole della Regina si ripetevano come un mantra nella sua testa.
Sibilate con furba malizia, nella piena conoscenza della sua unica debolezza.
" Donami la vita del Principe. Portami il suo cuore... e tu riavrai la tua amata."
[Crossover Cast The Avengers | The Hollow Crown - Snow White and the Huntsman]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Hiddlesworth Week'
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Titolo: Hiddlesworth Week
Titolo del Capitolo: What would you give to see him again?
Fandom: Crossover | The Hollow Crown - Snow White and the Huntsman
Personaggi: Principe Hal (Tom Hiddleston), Eric il Cacciatore (Chris Hemsworth), (Presenti: Regina e il Fratello della Regina)
Genere: Introspettivo, Romantico, Malinconico
Rating: ArancioneHTML
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash, Alternative Universe (AU), Crossover, Spoiler per chi non ha visto Snow White and the Huntsman
Conteggio Parole: 5751 (FiumiDiParole)
Prompt: Day 7 - Crossover Snow White and the Huntsman/The Hollow Crown
Note: 1. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 496. Scegli tu! {Cosa daresti per rivederlo ancora?}
2. Partecipante alla prima Hiddlesworth Week indetto da 「Then Chris smiles, and it’s all okay!」 Hiddlesworth~.
3. Questa fic si rifà molto alla trama di Snow White and the Huntsman. Ho stravolto la storia e ci ho messo il nostro Principe che è molto meglio di Biancaneve X°D
4. Dedicata alla persona che amo<3



{ Hiddlesworth Week ~
- What would you give to see him again? -




" Cosa daresti per rivederla ancora?"

Le parole della Regina si ripetevano come un mantra nella sua testa.
Sibilate con furba malizia, nella piena conoscenza della sua unica debolezza.

" Donami la vita del Principe. Portami il suo cuore... e tu riavrai la tua amata."

Erano passati anni dalla morte della sua Sarah.
Anni spesi ad errare nelle foreste e a crollare ubriaco tra i maiali di qualche locanda.
Il Cacciatore non era mai stato in grado di superare quel lutto, e scioccamente aveva cercato di affogare i suoi dispiaceri nella birra.
Perché solo nei suoi ubriachi e deliranti sogni era in grado di incontrare ancora una volta gli occhi chiari della moglie perduta e di carezzare i suoi morbidi capelli ramati.
Era chiaro anche a lui che la sua vita non aveva più senso senza la sua compagna, e avrebbe dato perfino il resto della sua esistenza pur di stringerla a sé almeno per un'ultima volta.
Aveva l'opportunità di ottenere ciò che desiderava.
Poteva quindi credere alla Regina? Eseguire l'ordine che gli era stato impartito per riavere la sua Sarah?
Sì. Poteva, perché non aveva più niente da perdere in fondo.

" Una vita per una vita."

Doveva solo uccidere il Principe, figlio del sovrano che si opponeva al dominio della Regina.
Si era sempre tenuto fuori da quella guerra, non gli importava chi regnava su quelle aride terre fin quando era libero di cacciare e ubriacarsi.
L'alleanza con la Regina era solo provvisoria, dettata dalla necessità di ridare un senso alla sua vita. E se per farlo doveva far fuori il Principe... non si sarebbe tirato indietro.
Ovviamente, non aveva mai ucciso un uomo - si stava per macchiare d'omicidio -, ma alla fine sarebbe stato come sgozzare un cervo o un animale particolarmente grosso.
Avrebbe fatto di tutto per Sarah e per riaverla con sé.
Si era quindi informato sugli spostamenti del Principe, scoprendolo dedito a vergognose compagnie per uno del suo ceto sociale.
Frequentava assiduamente taverne malfamate e bordelli, prediligeva il divertimento più sfrenato alla ricca e agiata vita di corte.
Sentì quasi di odiarlo per quel suo atteggiamento. La gente moriva per la guerra tra il Re, suo padre, e la Regina... e lui perdeva tempo tra la birra e le sottane di qualche prostituta.
La sua morte non sarebbe stata una grande perdita per il regno - parole, solo parole per rendere meno grave l'assassinio che doveva compiere.
Entrò nella locanda, venendo accolto dalle risate e dai canti sconclusionati degli ubriachi. Era un ambiente familiare al Cacciatore, ultimamente frequentava a sua volta posti simili, ma il suo sguardo attento non venne attirato da nessun ricco Principe.
Era certo che un individuo come l'Erede al Trono sarebbe stato semplice da riconoscere, ma attorno a sé vedeva solo uomini e donne che si concedevano del meritato divertimento... dimenticando almeno per qualche ora la povertà e gli orrori della guerra.
Si disse subito che poteva non essere presente quella notte, oppure essersi già ritirato in qualche stanza o rincasato al castello... in ogni caso, avrebbe atteso paziente e portato a termine la sua missione. Se non quella notte, in quella successiva.
Andò con calma a sedersi al bancone, aspettando l'oste, continuando però a scrutare i visi dei presenti... fu in quel momento che i suoi occhi incontrarono quelli chiari di un giovane.
Era vestito in modo semplice, con una maglia nera bagnata di birra che gli si attaccava al petto piatto ma tuttavia atletico... ciò che però lo colpi più di tutto, furono le sue iridi.
Non sapeva dire se fossero azzurre o verdi, o addirittura color dell'acqua marina... perché era certo che cambiassero colore a seconda della luce che li andava a carezzare.
Si morse le labbra, avvertendo il fastidioso e ferroso sapore del sangue sulla lingua, e cercò con quel dolore di coprire ciò che quegli occhi gli avevano trasmesso.
Erano... come quelli della sua Sarah.
Un colore indefinito, che mutava con la luce di una candela o del sole.
Non aveva mai visto degli occhi simili in un'altra persona e, a guardare bene quel giovane, gli sembrava possedesse a sua volta gli stessi capelli ramati della sua perduta moglie. Non poteva esserne certo, perché sembravano quasi più scuri a causa della birra che gli era stata versata addosso... forse si stava sbagliando su tutta la linea, poteva essere addirittura una mera illusione dettata dalla voglia di riavere la compagnia della sua donna.
In ogni caso, gli sembrava solo un crudele scherzo del destino l'avergli fatto incrociare lo sguardo con quel giovane uomo.
" Salve straniero.", la voce profonda e sensuale di una donna lo riportò alla realtà. " Vuoi bere qualcosa?"
Le risate coprirono quasi la proposta della donna ma riuscì ugualmente a sentirla.
" Una birra.", rispose, non riuscendo a ricambiare il sorriso che l'altra gli rivolgeva e, soprattutto, senza riuscire a smettere di far spostare i suoi occhi sul giovane che giocava e scherzava con gli altri contadini... sembrava quasi l'anima di quel luogo.
" Ecco a te straniero."
Il Cacciatore afferrò con sicurezza il bicchiere che gli era stato gentilmente portato e mandò giù un generoso sorso di birra.
" Chi è quel ragazzo?", la domanda era sorta spontanea, desiderava davvero sapere il suo nome.
La donna seguì il suo sguardo e storse il naso come se fosse confusa da quella domanda - o forse la reputava stupida.
" Non lo sai? Quello è il Principe."
Restò in silenzio, assimilando quella notizia... ed il crudele scherzo del destino che l'aveva portato ed incrociare quegli occhi divenne una promessa di morte, fatta alla Regina.
Era malignamente ironico come quel Principe gli ricordasse Sarah. Se non fosse stato per quelle piccole cose, sua moglie ed il giovane non avevano niente da spartire... ma Sarah gli aveva sempre detto che erano proprio le cose più piccole - quelle che quasi passavano inosservate - ad essere realmente importanti.
Come poteva guardarlo negli occhi, rivedendo in essi il suo perduto amore, ed ucciderlo?
Sarebbe riuscito a vedere ancora una volta quelle iridi così speciali spegnersi nell'oblio della morte?
Per Sarah, si disse. Solo per lei.
Finì la sua birra ed attese paziente che il Principe abbandonasse la taverna, scoprendolo solo: senza alcuna scorta.
Lo seguì in silenzio, nascondendosi nelle ombre create dalla luna ormai alta.
Stava esitando, e lo sapeva bene.
Il Principe era solo, indifeso davanti ad un agguato... una preda perfetta.
" Sei qui per uccidermi?", la voce del giovane lo strappò violentemente dalle sue indecisioni.
Si era fermato in mezzo alla strada, dandogli le spalle... ma era come se sapesse dove il Cacciatore si era nascosto.
" Mi hai tenuto d'occhio per tutta la serata.", continuò. " Ti ha mandato la Regina, non è vero?"
Il suo piano era stato smascherato e, uscendo dall'ombra, si fermò alle spalle del Principe - restandovi però a debita distanza.
" Sì.", rispose semplicemente.
" Porrà fine alla guerra la mia morte?", chiese.
" Non lo so. Non so perché vi vuole morto.", ammise, tendendosi allo spasmo quando il Principe si voltò verso di lui.
La pelle chiara carezzata dalla luna sembrava quasi brillare... sembrava un membro del Popolo Fatato tanto decantato dalle leggende.
" Perché uno stupido specchio magico ha detto che un giorno sarò io a doverla uccidere.", la sua voce suonò frustrata, come se il sapere il suo futuro lo rendesse irrequieto.
Il Cacciatore però non ci pensò più di tanto, concentrandosi inizialmente sulle domande che aveva evitato di porsi e che avevano trovato risposta.
Sapeva che la Regina per comandare quel regno utilizzava uno specchio magico, quindi le parole del giovane erano sicuramente veritiere. Quindi, a quel punto, era chiaro che la sovrana volesse evitare che il futuro del Principe si compisse, assicurandosi la vittoria in quella guerra.
" Se ti ha scelto, devi essere un assassino fidato. Ma...", il giovane piegò le labbra in un sorriso malinconico. " Non mi lascerò uccidere senza combattere."
Era ovvio che non si sarebbe lasciato strappare il cuore dal petto senza battersi per la vita... era pur sempre legato all'onore e alla sua ricca ed agiata esistenza.
" Non sono un assassino.", riuscì solo a dire il Cacciatore, fissando gli occhi del Principe e riportando alla memoria quelli di sua moglie.
Li aveva ammirati tante volte sotto la luce della luna... ed erano lì, perfetti e vivi, dello stesso colore del cielo primaverile.
" No?", l'altro apparve stupito dalla sua risposta.
" Sono solo un Cacciatore... in cambio della vostra vita, la Regina mi restituirà quella di mia moglie."
Non sapeva perché glielo stava spiegando, forse perché sperava che si arrendesse senza combattere... o che capisse il perché del suo gesto.
Il Principe però non rispose ed il Cacciatore, aggrappandosi alla speranza di rivedere la sua Sarah, lo attaccò.
Il suo assalto venne bloccato dalla spada che il giovane portava in vita, ma la sua forza lo spinse ad arretrare, fendente dopo fendente, fino a cadere per terra... con la lama che aveva utilizzato per difendersi perduta qualche metro più indietro.
Era stato un combattimento breve, ma in un certo qual modo intenso.
Inizialmente non parlarono, fissandosi semplicemente negli occhi. Il Principe era stato sconfitto, eppure in quelle splendide iridi vedeva ancora la voglia di battersi...
" Quanti anni hai?", chiese, sentendo l'impulso di sapere qualcosa in più.
" Ventuno.", la voce del giovane tremò solo leggermente insieme all'animo del Cacciatore.
Erano quasi coetanei - lui aveva solamente visto quattro primavere in più -, ma la pelle liscia e curata del Principe lo facevano apparire quasi un ragazzino.
Non aveva mai visto un campo di battaglia, né sentito il dolore della morte di qualcuno di amato... era troppo giovane ed il Cacciatore, anche se era di poco più grande di lui, si sentì quasi vecchio.
Provò a smettere di pensare e prese il coltello dalla sua cintura, chinandosi sul nobile.
Lo avvertì tremare impaurito, ma non l'avrebbe pregato. Il Principe sarebbe rimasto orgogliosamente in silenzio... era forte e fiero, e il Cacciatore era certo che se lui non fosse intervenuto, forse un giorno avrebbe davvero ucciso la Regina.
Ma ormai era fatta...
" Chiudi gli occhi, ti scongiuro.", gli disse quasi con dolcezza, incapace di guardarlo.
Il respiro del giovane si mozzò e, guardando la spada troppo lontana per tentare di ribellarsi, chiuse gli occhi accettando la sua fine.
Lo osservò, sollevando il coltello per dargli il colpo di grazia... ma quando vide una lacrima scivolare sul voltò del Principe non riuscì più a muoversi. Venendo invece investito da tutti i sentimenti che aveva cercato di arginare.
Cosa stava facendo?
Avrebbe dato di tutto per riavere la sua Sarah, ma con che faccia l'avrebbe guardata ancora se nei suoi occhi avrebbe rivisto la morte di quel giovane?
Non sarebbe mai stato felice... e sua moglie l'avrebbe odiato di certo nello scoprire il suo peccato.
Allungò la mano libera sulla nuca del Principe facendolo sussultare e serrare con più forza le palpebre.
I suoi capelli erano umidi ma morbidi, e più si asciugavano più assumevano un bel colore ramato.
Crudele coincidenza che tuttavia aveva salvato la sua anima da un peso che l'avrebbe logorato per il resto dei suoi giorni.
Chiuse a sua volta gli occhi, appoggiando la fronte su quella del Principe.
" Perdonami Sarah...", sussurrò, mentre il giovane stupito riapriva gli occhi scoprendo il viso del Cacciatore rigato dalle lacrime...
Socchiuse la bocca per parlare, e fu anche tentato dall'alzare una mano sul volto dell'uomo - non capiva il perché stesse piangendo... forse era solo l'illusione di un corpo morente -, ma tutto perse senso quando solo un istante dopo, l'uomo posò le labbra ruvide sulle sue.
Una semplice carezza, stranamente delicata e leggera, che aveva il sapore di un doloroso ma dolce addio.
Non durò tanto. Il Cacciatore si allontanò subito, alzandosi per mettere le distanze con il giovane.
" Allenati. Diventa più forte e non perdere più tempo nei bordelli.", gli intimò, nascondendo dietro quel tono burbero la sua sofferenza. " Non farmi pentire di aver rinunciato a mia moglie per te..."
E senza aggiungere altro a quella frase tanto strana e forse un po' ambigua, che si impresse a fuoco nel cuore del Principe, l'uomo si allontanò rapidamente.
Il giovane boccheggiò con il cuore che sembrava battergli in gola. Tremante si alzò, guardando l'altro scappare verso la foresta.
" Cacciatore!", l'uomo cercò di non fermarsi al richiamo del Principe. " Ti giuro che il mio debito di vita nei tuoi confronti non rimarrà impagato. Ci rivedremo un giorno.", dichiarò con voce sicura ma al tempo stesso decisa e fiera.
Entrambi, in un modo o nell'altro, sentivano che avrebbero fatto di tutto per rivedersi ancora in futuro.
Non c'era un vero motivo... ma ormai i loro destini si erano incrociati e legati indissolubilmente.


Per mesi - forse anni - il Cacciatore si costrinse ad evitare i villaggi e a vivere nelle foreste divorate dalla magia nera della Regina, fuggendo dalla condanna di morte che pesava sulla sua testa per aver tradito la sovrana.
Più volte aveva incrociato gli uomini della Regina che si erano battuti per catturarlo e ucciderlo, ma lui era sempre riuscito a fuggire in un modo o nell'altro, tendendo però le orecchie per sentire le notizie che giungevano dal fronte della guerra tra i due regni.
Come in passato non gli importava di quella battaglia - né vi avrebbe preso parte attivamente -, ciò che gli premeva sapere erano le sorti del Principe.
Che stava facendo? Era sceso in guerra? Ma soprattutto… era ancora vivo?
Riuscì a scoprirlo spiando dei soldati che si erano accampati nel mezzo della foresta. Da come ne parlavano era ancora in vita e doveva aver preso la decisione di battersi contro la Regina.
Aveva scelto di portare a compimento il suo destino e il Cacciatore sentiva quasi un moto d'orgoglio nel sentir parlare in quel modo del giovane, essendo sicuramente lui l'artefice di quel suo cambiamento. Era una sensazione piacevole, ed aveva anche scoperto che pensare al Principe curava il male del suo cuore legato a Sarah.
Forse proprio per quel motivo si ritrovava a pensare al giovane fin troppo spesso. L'averlo risparmiato aveva salvato la sua anima, e anche se era diventato un ricercato era felice.
Sarah sarebbe stata fiera di lui ed il Cacciatore non poteva chiedere altro... almeno fino al giorno in cui non incrociò il fratello della Regina, l'uomo che guidava l'esercito della sovrana.
Lì i suoi desideri si tinsero del rosso del sangue, versato per vendetta.
Era stato uno sfortunato caso l'incontrarlo e certo di non potersi battere contro un intero esercito, il Cacciatore decise di scappare.
Ovviamente non l’avrebbero lasciato fuggire senza inseguirlo e venne subito braccato dal fratello della Regina, convinto di compiacere la sorella nel portarle il cuore di quel traditore.
La battaglia fu inevitabile, e anche se il Cacciatore sapeva come battersi e difendersi, l'uomo era addestrato nel combattimento ed in altre arti per così dire ‘illegali’. Gli bastò infatti una sola affermazione per farlo distrarre.
" La tua combattività è ammirevole, Cacciatore.", il soldato si mosse con eleganza, cercando di colpirlo con un fendente, prontamente parato. " Tua moglie... era uguale."
Si ghiacciò nel sentire la sua Sarah nominata da quell'uomo e subì, senza riuscire a fermarlo, un nuovo colpo in pieno ventre che gli mozzò il fiato.
" N-non osare... parlare di mia moglie.", ringhiò irritato.
" No? Penso che forse dovrei farlo e che tu dovresti ascoltarmi.", ghignò l'altro, colpendo ancora il Cacciatore fino a bloccarlo contro un albero, con la spada puntata al collo. " Vuoi sapere la verità sulla sua tragica morte?"
Si agitò nel tentativo di allontanarlo, ignorando le ferite che gli erano state inferte nel combattimento.
" Me le ricordo tutte, sai? Specialmente... quelle combattive.", continuò sadicamente.
" No!", cercò di liberarsi, ma l'ennesima botta lo fece tacere e sputare del sangue.
" La tua amata moglie era... un pericolo per mia sorella. Lo specchio mi ha guidato da lei.", svelò, iniziando un cinico gioco mentale. " Era bellissima e sola. Dov’era il suo amato marito?”
Il Cacciatore ringhiò.
Dov’era?
A caccia, per procurare da vivere ad entrambi.
Per permettersi quei piccoli lussi per non far mancare niente alla sua Sarah che, ogni mattina, gli diceva di non andare e di restare con lei… che tutto quello di cui aveva bisogno era solo suo marito accanto a sé.
“ Vedi questa cicatrice?", l’uomo alzò rapidamente lo sguardo, indicando la fronte sfregiata da una cicatrice. " È stata lei. Dovevo portarla da mia sorella, ma Sarah doveva combattere."
" N-non nominarla!", gridò il Cacciatore con voce quasi soffocata.
Non voleva sentire la verità. Non poteva sopportarla.
Gli era stato detto che era stato un incidente, un carro fuori controllo ma… in cuor suo non ci aveva mai creduto.
Non poteva però credere che quella fosse la verità.
L'uomo si avvicinò all'orecchio del Cacciatore.
" Ha urlato il tuo nome. Ma tu non c'eri.", soffiò con malizia prima di venir sbalzato via dall'altro in un impeto di rabbia, gridando tutto il suo dolore.
Non aveva mai ucciso un essere umano, e aveva sperato di non dover mai essere costretto a farlo... ma dinnanzi a quella rivelazione, non riuscì a trattenere la sua rabbia e la sofferenza.
Sua moglie, la sua amata Sarah, era stata... no. Non riusciva neanche a pensarci.
Strinse la sua ascia con forza e, schivando il tentativo d'attacco dell'uomo, gli tagliò il braccio di netto.
Il soldato urlò, lasciando cadere l'arma ed afferrando ciò che rimaneva del braccio grondante di sangue.
Il Cacciatore lo guardò senza provare pietà per lui. La Regina e suo fratello non ne avevano avuta per Sarah, né per tutti gli altri che avevano ucciso... e lui desiderava solo vendicare la sua amata e permetterle di riposare in pace.
" T-ti prego...", rantolò l'uomo, cercando compassione nel cuore carico di dolore del Cacciatore.
" Tu non hai provato pietà per mia moglie."
La sua voce suonò calma, quasi rassegnata, ma ciò non lo fermò dall'alzare ancora l'ascia facendola calare sul cranio del fratello della Regina, uccidendolo.
Alla fine, era stato davvero come uccidere un animale... perché degli esseri che si macchiavano di simili atrocità non erano degni di essere definiti umani.
Si allontanò velocemente, lasciando il corpo dell'uomo in mezzo alla foresta, nascondendosi poi tra gli alberi per cercare di curare le sue ferite.
Stranamente il suo corpo non provava dolore, ma solo una grandissima confusione. Solo con l’entrare della notte – la sua mente si era ormai calmata - riuscì a vedere più chiaramente quanto era successo e ad avvertire delle fastidiose fitte.
A conti fatti… non era pentito del suo gesto.
L'avrebbe fatto mille altre volte se sarebbe stato necessario, perché ciò che quell'essere aveva fatto a sua moglie non doveva né poteva restare impunito.
Guardò il cielo illuminato dalla luna e si concesse un silenzioso pianto, sfogandosi fino a crollare addormentato accanto al fuoco.
Quella notte, la prima volta dopo anni, sognò Sarah senza doversi ubriacare.
Era stupenda.
La donna più bella che avesse mai visto. Una bellezza che per lei era stata una condanna a causa della crudele vanità della Regina.
Scacciò quei pensieri, osservandola da lontano senza azzardarsi a muoversi.
Era… felice, curava il giardino della loro modesta casa al limitare del villaggio, e rideva.
" Sei tornato!", lo accolse vitale come se niente fosse cambiato.
Sarah era sempre la vita in persona per il Cacciatore e... anche se non era più in quel mondo, non sarebbe mai morta nel suo cuore.
L'avrebbe amata per sempre.
Conscio di trovarsi in un sogno, forse delirante a causa del sangue perso dalle ferite ma fortunatamente non dalla birra, le andò incontro.
" Sarah...", la chiamò, ricevendo in cambio un altro sorriso più dolce.
" Dovresti farti un bagno.", gli disse la donna, divertita, riuscendo a strappare anche al Cacciatore una risata.
Non rideva da anni e riuscire a farlo di nuovo lo fece sentire nuovamente bene.
" Già. Mi perdoni se non vado subito a farlo? Vorrei restare ancora qui con te."
" Non hai niente da farti perdonare."
" Non ero lì con te.", si avvicinò ulteriormente, sedendosi tanto vicino a lei da poterla quasi sfiorare... ma non aveva il coraggio di farlo per davvero.
Temeva di sentirla inconsistente.
" Ti avrebbe ucciso... e non sarei riuscita a sopportarlo."
" Ma tu...", le parole gli morirono in gola.
" Tu hai molto altro da fare in vita. Non vivere nel passato, perché non lo riavrai mai.", gli spiegò saggia la donna, allungando poi le mani per prendere il volto del Cacciatore. " Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me. Per il tuo amore e per il ricordo che porterai per sempre con te. Ma ora devi andare davvero, qualcuno ti aspetta e lo sai bene."
" Chi?", domandò, iniziando a sentire le mani di Sarah perdere consistenza sulle sue guance.
" Lo sai.", sorrise ed i suoi occhi, in quel momento quasi verdi, si illuminarono come se animati di luce propria. " Grazie di tutto. Ti amo.", sussurrò Sarah, baciandolo castamente sulle labbra.
" Ti amo anch'io...", mormorò il Cacciatore ritrovandosi avvolto dalla luce tiepida dell'alba.
Era la prima volta che svegliandosi non sentiva il peso del dolore sulle sue spalle.
Stava quasi bene e forse, con il tempo, si sarebbe sentito sempre meglio.
Prima di rimettersi in marcia - ormai la Regina non lo vedeva più come un traditore, ma anche come l'assassino del fratello, era davvero in pericolo - ripensò alle parole di Sarah.
Qualcuno lo stava aspettando... che fosse il Principe?
Certo, aveva giurato che si sarebbero rivisti ma non aveva alcuna ragione per aspettarlo.
Anche se l'aveva risparmiato, il Cacciatore aveva ugualmente cercato di ucciderlo.
Forse non era il Principe ad attenderlo... ma il sapere che al mondo qualcuno stava pensando a lui lo fece sentire di nuovo felice.
Il mondo sembrava sorridere, ed era convinto che anche quel Regno presto sarebbe rinato.



Erano passati due anni, e la guerra tra i due regni aveva mietuto più vittime che donato vittorie alle due fazioni... ma alla fine, battaglia dopo battaglia, i due eserciti erano giunti alla schermaglia decisiva.
Era stato il Principe che, scendendo in battaglia mesi prima, aveva cambiato nettamente le sorti della guerra come era stato predetto dallo specchio.
Da un giorno all’altro il giovane aveva rinunciato ai piaceri della carne, prendendo seriamente il suo ruolo di Erede al Trono... cambiando così tanto che quasi nessuno riusciva più a riconoscerlo, nemmeno suo padre.
Il Principe aveva tenuto per sé il segreto del suo cambiamento, senza farne parola con nessuno… ma ricordava perfettamente ciò che era successo, come se fosse accaduto solo il giorno prima. O per meglio dire la notte prima.
Si trovava nella sua solita locanda a divertirsi tra birra e prostitute, ma non era uno sprovveduto e si era subito reso conto di essere osservato.
Non era stato in grado di individuarlo tra la confusione del locale, ma aveva capito chi fosse solo per le strade deserte della città.
Un Cacciatore senza nome, inviato dalla Regina per ucciderlo.
Gli aveva detto che la sua morte avrebbe contribuito a restituirgli quella della moglie. Era un gesto nobile, tuttavia lui non sarebbe morto senza combattere... ma com'era prevedibile era uscito sconfitto dalla breve schermaglia che li aveva visti protagonisti.
Si trovava ad un passo dalla morte, ma il Cacciatore scelse di risparmiarlo. Andando in quel modo contro gli ordini della donna e rischiando sicuramente la vita.
Da quella notte il Principe aveva preso a sua volta una decisione: avrebbe seguito i consigli dell'uomo che lo aveva risparmiato e avrebbe vissuto in modo diverso la sua esistenza.
Doveva smettere di fuggire dal suo destino ed impegnarsi per far sì che la guerra giungesse al suo epilogo. Aveva quindi impugnato la spada, allenandosi con il solo obiettivo di scendere sul campo di battaglia e condurre il suo esercito fin sotto le mura del castello della Regina.
Stava per fare ciò che lo specchio della Regina aveva predetto, e sperava che alla fine di quella logorante guerra il Cacciatore che l'aveva risparmiato, donandogli una nuova opportunità di vita, riapparisse davanti al suo cammino. Non desiderava altro che potergli dimostrare chi era diventato grazie a lui... e soprattutto mostrargli la sua gratitudine.
Non sapeva se la Regina fosse così forte da poter davvero riportare in vita i morti con la sua magia, ma il Cacciatore aveva rinunciato alla possibilità di rivedere la sua amata... e quel debito andava estinto.
Ciò che però l'aveva più colpito di quell'incontro, rimanendo impresso nel suo cuore e nella sua mente fino a far nascere quel desiderio di un nuovo incontro, erano state le sue parole - " Non farmi pentire di aver rinunciato a mia moglie per te..." – ed il bacio che gli aveva donato prima di fuggire. Così leggero da fargli credere che non ci fosse mai stato.
Era ovvio che non fosse indirizzato a lui, ma a Sarah... la donna che aveva amato e alla quale stava dicendo addio.
Aveva baciato un centinaio di donne e poche altre erano venute dopo quell'uomo... e per quanto avesse cercato di innamorarsi, con nessuna era stato in grado di sentire gli stessi sentimenti d'amore che il Cacciatore aveva messo in quella semplice carezza. Non erano diretti a lui, lo sapeva, tuttavia desiderava sentirli ancora per quanto sbagliato ed indecoroso fosse.
Anche per quel motivo non poteva dire a nessuno del suo incontro con il Cacciatore.
Era con quei pensieri - con la speranza di vedere di nuovo l'uomo - che attraversò gli infiniti corridoi del castello, mentre alle sue spalle i suoi soldati combattevano per proteggerlo.
Non sapeva dove si nascondesse la Regina ma... in un certo qual modo sentiva che sarebbe giunto da lei.
Era il suo destino, ed infatti presto riuscì a trovare le stanze della donna.
Non aveva mai avuto modo di vederla fino a quel momento, e nell'incrociare per la prima volta i suoi occhi doveva ammettere che i racconti sulla sua crudele bellezza erano veritieri.
Non aveva mai visto una donna più bella di lei ma, stringendo forte la spada, non si lasciò ingannare.
" Alla fine sei giunto.", esordì con voce melliflua la Regina.
" Per sconfiggerti e riportare la pace nel regno.", dichiarò il Principe.
" Pace? Non esiste la pace. È nella natura dell'uomo combattere. Cercherà sempre la guerra..."
" Ma non la sofferenza!", sentiva i suoi muscoli tesi per il nervosismo. Era giunto il momento tanto atteso.
" Potremo essere alleati.", la Regina avanzò verso di lui lenta ma sicuramente letale. " Unire i troni e regnare sul popolo. Evitare un... ulteriore spargimento di sangue."
Quelle parole lo fecero rabbrividire, non era un accordo... ma un invito a morte. Il Principe non ci sarebbe mai cascato: doveva mantenere la calma.
" Hai già cercato di uccidermi in passato. Non ti offrirò la mia vita su un piatto d'argento!"
" Già. Che delusione quel Cacciatore.", insinuò la donna, osservando attentamente le reazioni del giovane. " Conquistato dalla tua innocenza... uno sciocco sentimentale che ha rinunciato all'opportunità di riavere sua moglie per te."
" È un uomo d'animo nobile!", lo difese con orgoglio, cercando con un fendente di colpire la Regina che, sorridendo maliziosa, si spostò rapida schivando il colpo.
" E così... lo vuoi rivedere.", constatò la donna. " Cosa saresti in grado di fare pur di rivederlo? È nei miei poteri restituirtelo."
Quelle maliziose parole stupirono non poco il Principe, lasciandolo quasi senza fiato…
Il Cacciatore era morto o... era un inganno della Regina?
" Lui è...", non riuscì a finire l’impellente domanda che voleva abbandonare le sue labbra che la Regina, approfittando della sua indecisione - era stato uno sciocco -, lo afferrò saldamente per la gola, mozzandogli il fiato e costringendolo a far cadere la spada.
Scalciò e cercò di liberarsi, combattendo con tutte le sue forze ma senza riuscire nel suo intento.
Era stato uno stolto a farsi abbindolare in quel modo dalla donna… ma non si arrese. Aveva un destino da compiere e doveva rivedere il Cacciatore!
" È così semplice ucciderti?", domandò la Regina con un sorriso maligno, strappandolo dai suoi pensieri e soffocandolo con le unghie che penetravano crudelmente nella tesa pelle della sua gola. " Ma non preoccuparti...", avvicinò il viso alle labbra strette in una smorfia del Principe, pregustando la vittoria che sentiva ormai prossima. " Il tuo Cacciatore ti raggiungerà presto all'inferno per aver ucciso il mio amato fratello."
Raggiungerlo?
Quindi era solo un inganno della Regina! Il Cacciatore non era morto!
Rinvigorito dall'idea che l'uomo che aspettava fosse ancora in vita, il Principe cercò a tentoni il pugnale appeso alla sua cintura.
Lo strinse forte tra le dita tremanti e, anche se sentiva le forze abbandonarlo lentamente insieme alla capacità di respirare, si mosse con velocità letale: affondano la lama nel collo della Regina, ormai distratta.
Un getto di sangue denso e nero, dal vago profumo d'incenso, gli colpi la mano bruciandola. La ritirò subito allontanandosi di un passo quando la stretta sul suo collo veniva allentata.
Alle sue orecchie giunsero dei rantoli e l'aspro odore del sangue della sovrana.
" T-tu...", la Regina sembrò quasi diventare più vecchia mentre la vita abbandonava il suo corpo.
Orgogliosa fino alla fine, tentò un ultimo attacco estraendo il coltello con la mano ormai ridotta ad un ammasso di pelle ed ossa.
Cerco di colpirlo, ma il Principe riuscì facilmente a schivare il colpo e la donna che, sbilanciata, cadde per terra decomponendosi in una polvere nera come il suo sangue.
Era finita.
Le gambe gli cedettero, facendolo crollare a sua volta sul pavimento con il cuore a mille ed il corpo scosso dalla tosse per l’aria che riusciva di nuovo a sentire pompare nei suo polmoni.
Era… davvero finita! Anche se non c'era stata alcuna epica battaglia tra lui e la Regina - aveva avuto fortuna, era quella la verità… ma sapeva che i bardi avrebbero fatto un buon lavoro nel rendere glorioso il combattimento -, poteva finalmente dire che la pace era tornata a regnare sulla sua terra.
Si carezzò la gola dolente ed insanguinata e, aprendo le finestre della stanza, annunciò la sua vittoria.



Solo qualche mese dopo il termine della guerra il Principe era riuscito a tornare nei vecchi luoghi di divertimento che frequentava.
Tutti lo accolsero con canti di gioia ed esclamazioni, lieti di riavere tra di loro il salvatore del regno che per anni avevano considerato quasi un amico ed un compagno. Lo invitarono addirittura ad unirsi a loro come ai vecchi tempi ma il giovane si ritrovò a rifiutare.
Anche se la guerra era finita, lui non sarebbe stato in pace con se stesso fino a quando non avrebbe incontrato di nuovo il Cacciatore.
Stupidamente aveva pensato di rivederlo proprio lì, dove si erano incontrati per la prima volta… ma ovviamente si sbagliava.
Si concesse una birra, aspettandolo quasi stupidamente, poi si congedò promettendo agli uomini ancora in festa che un giorno sarebbe tornato a far loro compagnia – era una bugia, perché ormai non poteva più sottrarsi ai suoi impegni di corte.
Uscì dalla locanda immergendosi nelle strade illuminate fiocamente dalla luna. Non era piena come quella notte di qualche anno prima, ma era ugualmente abbastanza luminosa da rendere visibili i viottoli che stava percorrendo.
Una vocina gli diceva quasi di rinunciare a quell’incontro che attendeva da così tanto tempo, ma era testardo e non riusciva proprio a darsi per vinto… ed in un certo qual modo in quell’istante sentì di aver fatto la scelta giusta.
Qualcuno lo stava seguendo e si sentì fremere come quando aveva incontrato il Cacciatore per la prima volta.
Si fermò in mezzo alla stradina, senza voltarsi.
" Sei qui per uccidermi?", domandò sorridendo.
“ Mi aspettavi?”, la voce profonda dell’uomo suonò tanto calda quando familiare alle sue orecchie e, senza riuscire più a resistere, si voltò cercando il volto del Cacciatore scoprendolo fermo alle sue spalle.
Non sembrava cambiato tantissimo, era uguale a come lo ricordava… forse solo un po’ più stanco e provato da quegli anni di guerra.
" Da anni.", rispose senza smettere di sorridere. " Quindi, vuoi tentare di nuovo di uccidermi?"
" Questo dipende da te."
“ Da me?”
“ Hai un debito di vita nei miei confronti.”, gli ricordò l’uomo fissandolo negli occhi.
“ Sei qui per riscuoterlo?”, mormorò restando fermo mentre il Cacciatore avanzava verso di lui con passo calmo.
Nell'osservarlo più da vicino, poté notare che non sembrava più piegato dal peso del dolore. Sembrava... felice.
“ Esattamente.”, rispose.
“ Prima devi dirmi delle cose… poi potrai chiedermi tutto quello che desideri.”, dichiarò il Principe prontamente.
“ Ti concedo cinque domande.”, ribatté l’uomo piegando le labbra in un sorriso, subito ricambiato dal più giovane.
“ Bene. Ti sei pentito di avermi risparmiato?”
“ No. Neanche una volta”
Era sincero. Non provava alcun di rimorso.
“ Che hai fatto in questi anni? La Regina ha cercato di vendicarsi?”
“ Sono due domande.”, gli fece presente il Cacciatore, grattandosi la guancia ispida.
“ Tu rispondi!”, esclamò il Principe, cercando con quelle semplici richieste di colmare il vuoto temporale che li aveva divisi.
“ Ho errato per i boschi. Nascondendomi alla sua vista magica e alle spade dei suoi scagnozzi.”
E ci era riuscito più che bene, constatò mentalmente il Principe, doveva essere davvero un cacciatore esperto per essere stato in grado di restare in vita per tutto quel tempo.
" Eccetto quando ho incrociato il fratello della Regina.", proseguì l'uomo. " Ma sono sopravvissuto anche dopo averlo ucciso."
Il giovane annuì, anche se in quell'ultima affermazione gli sembrò di avvertire come un buco... qualcosa di non detto.
Tuttavia lasciò correre, pensando al fatto che gli restavano due domande. Doveva scegliere bene cosa chiedergli e cosa no.
“ Tu… tu ami ancora Sarah?”
La sua voce tremò nel pronunciare quelle poche parole e lo stesso Cacciatore restò in silenzio prima di rispondere.
“ La amerò sempre. Lei era la mia migliore amica oltre che mia moglie.”
Il Principe si sforzò di sorridere, dandosi dello stupido per aver inconsciamente sperato di ricevere una risposta diversa.
“ Hai ancora una domanda.”, aggiunse l’uomo, notando il disagio negli occhi del giovane.
“ Desidero conservarla. Ora spetta a te chiedermi cosa vuoi per estinguere il nostro debito.”
La mano del Cacciatore si posò delicata sulla sua guancia, facendolo sussultare. I suoi occhi chiari si incatenarono ai suoi, pieni di uno strano sentimento che lo fece quasi arrossire.
“ Ti ho risparmiato la vita. Eri un uomo morto ed ora… la tua vita mi appartiene. Desidero questo, Principe.”, il giovane rimase interdetto da quella strana richiesta, e solo dopo qualche istante comprese il vero significato di quelle parole.
Gli stava chiedendo di stare con lui in un immenso giro di parole. Entrambi sapevano che sarebbe stato impossibile vivere insieme come una coppia – pregiudizi e il loro ceto sociale diverso –, ma finché potevano avrebbero cercato una soluzione… o almeno così si disse il Principe prima di sorridere.
“ Mi sembra una richiesta ragionevole.”, rispose, ricevendo una leggera carezza sul viso – le mani del Cacciatore erano ruvide ma piacevoli e rassicuranti. “ Posso farti ora l’ultima domanda?”
“ L’hai appena fatta.”, gli fece presente con un sorrisetto l’uomo.
“ Non prenderti gioco di me.”, ribatté il più giovane. “ Desidero conoscere il tuo nome, Cacciatore.”
“ Te l’avrei detto in ogni caso.”, rispose l’altro prima di concludere con un: “ Eric.”
“ Eric il Cacciatore.”, il Principe saggiò la consistenza di quel nome sulle sue labbra. “ Io sono Hal.”, l’uomo ovviamente sapeva il suo nome, ma gli sembrava giusto presentarsi.
Calò un imbarazzante silenzio e fu proprio il più giovane a romperlo ancora.
“ Visto che mi avresti detto ugualmente il tuo nome. Ho un’altra domanda.”, non attese conferma dall’altro e si avvicinò alle sue labbra. “ Vorresti baciarmi ancora, Eric?”, chiese.
“ Desidero farlo, Hal.”, mormorò il Cacciatore e, senza aggiungere altro, posò le sue labbra su quelle del Principe, chiudendo con quel tenero gesto d’amore l’infinito intreccio di coincidenze e combattimenti creato dal loro destino per portarli fino a quell’istante.
   
 
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