You, Me, We, Us.
Un'imboscata.
Una maledettissima imboscata aveva fatto fuori Galvano e sir Leon.
Con i rispettivi destrieri.
Perchè a me? Si chiese Merlino, mentre gli occhi si tingevano d'oro e le parole controllate uscivano con una fluidità sorprendente.
La spada di un mercenario volò per terra, ma questo non bastò ad aiutare Artù che colpito da una spada straniera si accasciò al freddo suolo.
I mercenari se ne andarono.
Merlino era sul punto di urlare dal dolore, la ferita alla spalla creava più di un problema
"Artù! Artù!"
il servo cominciò a piangere.
"M-erlino, stò per andare..."
biascicò con una smorfia Artù in fin di vita.
"No, Artù non potete morire. Non adesso. Artù guardatemi"
gli prese il viso tra le mani.
"Non adesso"
il principe sorrise.
"Non ricordarti di me come sono in questo momento...ricordami come sono sempre stato. Fiero e testa dura"
il mago pianse dalla disperazione.
"Artù, voi non ve ne andrete...io.."
maledette regole di Camelot, maledetti segreti, maledetta magia!
"Oh, al diavolo il mio segreto"
singhiozzò il servo.
Le iridi dorate erano prova della magia che di lì a poco si sarebbe compiuta.
Pronunciò le parole che avrebbero potuto salvare il suo adorato Artù.