L’odore
di disinfettante le
penetrò nel naso, invadente. Riaprì gli occhi
affaticati e sentì una donna
chiamarla
-signora…come
si sente??-
“stavo meglio prima…” voleva risponderle
ma si limitò a dire stordita
-dove
sono i miei
bambini???-
-sono
qui vicino a Lei…- la
donna si mise davanti a Lei con una culla. Appena si riprese e
recuperò la
vista, passò lo sguardo dalla donna avanti a Lei, alla culla
-
ma sono una femmina e un
maschio!- disse incerta –chi…chi è il
primogenito??-
-la
bambina…- la donna fece
un gran sorriso e le porse il corpicino
-non
la voglio…uccidetela…-
concluse Lei freddamente
-ma
signora…cosa diremo a
suo marito??-
-se
lui lo venisse a sapere,
la ucciderebbe con le sue stesse mani…perciò che
differenza fa??-
-ma…
Lei sarà la più pura,
signora…- l’infermiera scambiò un
ultimo sguardo con Lei prima di abbassare gli
occhi
-sono
gemelli no?? Allora
sono puri ad egual maniera…- pronunciò Lei
fermamente…come se non le importasse
nulla di quella povera pargola…
-pertanto….uccidetela…-
ma
in cuor suo Lei la voleva viva…sapeva che il suo
secondogenito non avrebbe
portato a nulla di buono…era l’istinto di una
madre che glielo diceva, ma
l’orgoglio di una donna le sussurrava piano piano che sarebbe
stato meglio far
morire quella neonata per mano altrui piuttosto che vederla uccidere
dall’uomo
che Lei amava.
L’infermiera
uscì tremante
dalla stanza e uscì nel giardino dell’ospedale.
Proprio davanti a lei si ergeva
la scuola dei ninja, nel magnifico villaggio della foglia.
Sospirò e chiuse gli
occhi per poi passarli sull’esile sagoma della bambina
-tu
potevi diventare la più
potente ninja di tutti i tempi…e invece…-
alzò gli occhi al cielo per trovare
il coraggio di eseguire gli ordini della sua padrona
-ti
prego…aiutala…- disse in
un sospiro ammirando il sole. La pargola piangeva disperata e il suo
pianto,
che riecheggiava nell’aria, d’un tratto si spense.
La
donna lasciò il corpicino
nella boscaglia e raggiunge suo figlio…9 anni, alto, bello e
il più bravo della
classe…il suo nome era Hatake Kakashi.
16
ANNI PIU’ TARDI…
Una
ragazza dagli occhi
profondamente neri e i capelli blu raccolti in una coda alta, ricci e
lunghi
fino a poco più giù di metà schiena,
entrò nel grande salone reale dove un
grande tappeto rosso si allungava davanti a lei. Suo padre, o quello
che diceva
di esserlo, si alzò in piedi e le fece cenno di avvicinarsi.
Lei obbedì.
-Nayuki,
cara, è da più di 4
anni che conosci la verità sulla tua
identità…credo sia giunta l’ora di
tornare…- disse l’omone portandosi
l’esile ragazza sulle sue gambe –ti ho
insegnato le tecniche più potenti che esistano e le
più difficili e tu le hai
imparate come se fossero cose del tutto normali… ora ti do
il permesso…puoi
tornare alla tua terra, studiare e migliorarti in tutte le tecniche che
sai già
eseguire alla perfezione…-
-la
mia missione??- i
lineamenti decisi e sinuosi del viso della ragazza si allargarono in un
sorriso
-fai
vendetta…tu sai di che
cosa parlo…-
-della
notte in cui ho
scoperto la mia identità…parli di lui, vero?-
-si…e
usa questi…sono potar…orecchini
che se usati insieme ti permettono di assemblarti con
un’altra persona
sfruttandone in simbiosi i suoi poteri con i tuoi…tu
indossane uno,
nell’orecchio sinistro…sulla Terra ti aiuteranno a
contenere in parte il tuo
Chakra e i tuoi poteri…-
-grazie
padre…-
-un’ultima
cosa…devi andare
dal Mastro Magno e dare per garanzia una persona, prima di poter usare
-ne
terrò a mente…aiuterò
quel povero ragazzo ad ottenere ciò che
vuole….vendetta…-