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Autore: The Dreamer    06/02/2007    8 recensioni
Morire per mano della persona amata è una bella fine...
Genere: Triste, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccola fic scritta di getto tra due esami, per distrarmi… anche se il risultato non è proprio allegro, ne sono abbastanza soddisfatta. All’uscita di ogni volumetto del manga scrivo una storia, e il 3° albo aspettava la sua XD ! Scherzi a parte, proprio in questi giorni parlavo di scrittura e fanfictions con un amico, e credo che proprio queste riflessioni mi abbiano aiutata a focalizzare l’attenzione sul bisogno di scrivere, e non sulla storia in sé. Quindi un grazie a R., anche se non ne sa niente :P, ma anche a Kurumi e Lexi, che mi hanno spronata con i loro commenti, oltre all’immancabile arigatou alla mia kohai adorata ! Ah, notate bene : SPOILERS ovunque, sul 4° e sul 5° volume!
Buona lettura




Non desiderava altro che la morte.

Uccidere quella donna e morire. Nient’altro.

Questo era lo scopo della sua esistenza, l’unico motivo per cui era andato avanti. Aveva accettato l’ospitalità del direttore Cross, le cure di Yuki, il loro affetto, senza mai ricambiare. Mostrava fredda gratitudine e silenziosi ringraziamenti.

Così erano trascorsi gli anni.

Odiava a morte i vampiri, e la decisione del direttore di realizzare una Night Class era per lui inaccettabile. Quelli erano mostri da sterminare. Già, ma non era forse anche lui uno di loro? Una belva assetata di sangue…

Era comunque andato avanti, aspettando il momento in cui la responsabile della sua agonia si sarebbe manifestata. Lui non aveva dubbi, quella donna sarebbe tornata di sicuro. E allora l’avrebbe uccisa. Poi si sarebbe tolto la vita, e tutto sarebbe finito.

Ma le cose non erano andate come previsto.

Il suo cuore impermeabile a qualsiasi affetto si era lentamente, inevitabilmente legato all’unica persona che, scoperto il suo segreto, l’aveva abbracciato.

Quei modi semplici e delicati di toccarlo, l’affettuosa allegria con cui lo trattava, le sue continue attenzioni e premure quando lo vedeva star male. Pian piano, Yuki aveva superato i muri silenziosi che lo circondavano.

Quando l’aveva morsa per la prima volta, un dolore sordo gli aveva attraversato il cuore. Non voleva farle del male. Vedere la paura in quegli occhi nocciola era stato insopportabile; temeva che, dopo quella notte, lei si sarebbe allontanata lasciandolo ricadere nella solitudine. Terrorizzato da quest’idea, aveva valutato l’opportunità di uccidersi, abbandonando la sua vendetta. Ma lei lo aveva fermato. Consolato. Sostenuto. Gli si era persino offerta, porgendogli quel fragile collo dalle vene pulsanti.

Si erano macchiati di un crimine imperdonabile, insieme. Pur sapendo di ferirla, pur opponendosi alla sete che lo divorava, aveva affondato più e più volte i canini in quella pelle diafana.

E ogni volta che beveva il sangue di Yuki, i suoi sentimenti nei confronti della ragazza diventavano più profondi. Ormai sapeva che sarebbe morto col rimorso di perderla. Era dilaniato dall’istinto bestiale e dalla volontà di proteggerla. L’unico modo per non ucciderla era morire. Così le aveva affidato quella pistola che lei custodiva in un cassetto, senza rendersi conto del pericolo che correva. L’aveva costretta a promettergli che, quando fosse giunto il momento, lei avrebbe premuto quel grilletto.

Morire per mano della persona amata è una bella morte.

Ma l’arrivo di Maria Kurenai aveva riportato in vita i suoi piani originari. Ucciderla, assolutamente. E poi… sarebbe stato in grado di suicidarsi, sapendo con quanta intensità Yuki voleva tenerlo in vita?

Ancora una volta il destino decise diversamente.

Quella donna non morì per mano sua, bensì quella dell’odiato Kuran. Ma ciò che più sconvolse Zero era scoprire che Yuki era pronta a diventare un vampiro, pur di salvarlo. Perché tanta ostinazione?

Era sempre stato convinto che nel cuore della ragazza ci fosse, prima di tutto, quel bastardo purosangue. Eppure non poteva fare a meno di nutrire qualche fioca, folle speranza.

Così le aveva posto la fatidica domanda : cosa sono io per te?

E lei non aveva saputo rispondergli. Confusa, preoccupata, continuava a guardarlo in un silenzio incerto. Si era aggirata intorno al dormitorio maschile per ore, aveva iniziato un discorso lasciandolo in sospeso, mormorato parole sul poco tempo che rimaneva. Era spaventata, terrorizzata dall’idea di perderlo; non sapeva cosa fare per cambiare le cose. E quelle iridi mostravano sentimenti nuovi, mentre lui le mordeva il polso. Nessuna paura, nessun rimorso, solo preoccupazione, confusione e affetto. Quanto affetto? Non è importante.

Ormai lui ha deciso. Aspetterà la sua risposta. Che sia positiva o meno, le mostrerà ciò che prova. Del resto, non può nasconderglielo ancora a lungo. Il desiderio di stringerla a sé lo spinge sempre più spesso ad abbracciarla con foga, a sussurrarle frasi rassicuranti, a sorriderle impercettibilmente. E per quanto ingenua possa essere, Yuki reagisce a queste dimostrazioni d’affetto, infondendogli la speranza di non essere rifiutato.

Zero Kiryu ha abbandonato ogni proposito di suicidio. Se la morte dovesse coglierlo, che sia per mano di Yuki, e di nessun altro. Ma nel frattempo ogni giorno, ogni attimo che gli viene concesso è dedicato a lei. Non ha nessuna intenzione di lasciare che Kaname Kuran conquisti la principessa gentile senza controbattere.

La morte può attendere. Per ora, la sua ragione di vita è Yuki.

Questo cuore arido è ormai in fiamme. Brucerà, fino all’ultima scintilla, senza mai allontanarsi da colei che lo ha riportato in vita.





The Dre@mer, 31.01.2007
   
 
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