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Autore: alermeglio92    06/02/2007    6 recensioni
Per me quella fu la cavalcata più bella della mia vita. Può essere stato per la pioggia che picchiettava rumorosamente contro il casco e mi faceva urlare di gioia, può essere che il suo sorriso a quei miei attimi di piacere sembrava durare in eterno...
Genere: Romantico, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovevo dirglielo o no?

Quella notizia appena appresa mi aveva rattristato il cuore.
Io che ti ho sempre amato, ma tu non l'hai mai saputo, niente più di sorrisi e sguardi, e ora solo questo mi rimane. I tuoi occhi azzurri che mi ammirano nel vuoto, e mi ammiccano e mi consolano. Dicono di non preoccuparmi di quello che succederà. "Va bene" ti dico. "Va bene" mi dico.

Andai in cucina. Mi schiarii la gola.
"Christine?"
"Sì, caro?"
Mi guardò in faccia. E io apprezzai le sue soffici rughe, i suoi vecchi capelli che le cadevano sulla logora vestaglia che un tempo era rosa, seduta su quella sedia ad adempiere all'unica attività che le sue stanche mani erano ancora in grado di fare. Mentre faceva l'uncinetto guardai le sue rughe. Apprezzai, ma non amai. Non ho mai amato nulla di lei, ma l'ho sempre apprezzata. Almeno cinquant'anni fa, il suo fisico prorompente. Almeno quarant'anni fa, quando la sposai, e trenta, quando nacquero Joss e Kate.
Ma non gli ho mai detto che non andavo pazzo per i seni prosperosi, per i glutei da bikini, non glielo avevo mai detto. Perchè? Perchè era illegale. Per la mentalità dell'epoca, il fatto che ad un virile non piacesse una donna non era ben accetto. E ora, dopo tutti questi anni, stavo per vuotare il sacco, grazie a quella lettera, a quell'invito un po' triste.
"Christine... ti ricordi di...?"
Lei alzò lo sguardo verso di me. I suoi fantastici occhi verdi semichiusi, quelli che un sacco di tempo prima avevano infranto molti cuori.
Come potevo dirgli che ero innamorato di un uomo? Come potevo spiegargli il fatto che ho vissuto nell'ombra del silenzio per tutta la mia esistenza?
"Jack... dimmi, ti ricordi di lui?"
Rimase un attimo sovrappensiero.
"Parli di quel ragazzo che veniva a scuola da noi? Era sempre stato un bel fante, e poi aveva degli occhi..."
Sussultai. Allora lei sapeva, anche lei aveva notato quello sguardo glaciale, distruttivo. Due enormi perle azzurre che si dondolavano dolcemente.
"Cosa gli è successo?"
Mostrai il foglio.
"Oh, mi dispiace, aveva settantotto anni, la nostra età! che peccato! Ci hanno invitato al suo funerale!"
E piansi. Piansi per tutto ciò che non avevo detto, piansi per tutto ciò che avevo tenuto nascosto, piansi per tutto ciò che avevo l'obbligo di dire adesso, senza potermi tirare indietro.
"Io..." la voce rotta di singhiozzi "io lo amavo!"
Lei mi fissò. Il suo sguardo che non si muoveva di una virgola.
"Io lo sapevo"
"Cosa?"
E ora anche lei piangeva.
"Io, io sapevo tutto, ma ti amavo, sono stato un egoista"
Lacrime su lacrime. Strinsi il suo viso lieve tra le mie pesanti mani.
"No, angelo custode, tu mi hai salvato da una morte certa"
Solo due parole:
"Mi dispiace!"

Rimembranze...
Quel suo sorriso, i suoi denti bianchissimi, lo chiamavano l'africano, carnagione scura, fisico muscoloso, poteva essere scambiato per un marocchino, se non fosse che per il suo sguardo incredibilmente passionale. In lui vedevi il mare, in tutta la sua vastità.
Bello era, o almeno solo parzialmente. Un viso che sembrava avessero scolpito gli angeli.
Ma l'animo di un camaleonte. Timido e impacciato come ogni adolescente, a disagio con altre ragazze, esibiva le proprie capacità davanti ai suoi coetanei.
Ed era accettato, altrochè se era accettato. Ma non era un leader.
Aveva il motorino. Mi ci feci portare un paio di volte.
E ricordo anche in che cirostanza.
Pioveva, anzi, diluviava. Eravamo ancora agli inizi.
"William, hai bisogno di un passaggio?"
Mi girai, maledicendo l'ombrello rotto.
"Cosa?" ero stato inebriato all'istante dal suo fascino, il suo giubbotto che si intonava al colore dei suoi occhi, su quel motorino bianco nero, come i colori della sua squadra.
Per me quella fu la cavalcata più bella della mia vita. Può essere stato per la pioggia che picchiettava rumorosamente contro il casco e mi faceva urlare di gioia, può essere che il suo sorriso a quei miei attimi di piacere sembrava durare in eterno...
Ormai cosa mi rimane di te. Domenica prossima ti vedrò in chiesa per darti un ultimo addio.
Chissà, forse riesco a leggerti anche ciò che ho scritto per te quando andavamo ancora a scuola insieme, per poi perderci col tempo.


C'è qualcuno che ti ama ma tu non lo sai
C'è chi ti sta cercando ma invano perchè
non te ne accorgi c'è una persona che
aspetta solo te vive attorno a te
ma tu non la noti neppure

Quando una cosa è così visibile
ti sfugge di mano e ti scappa per sempre
tutti qua lo sanno nessuno realmente
la verità la conosci solo tu
ignorante d'amore inebriato dal calore
di quegli occhi azzurri

Per tanto tempo attesi agognati
ma talmente vicini che si sfiorano
intrecciandosi tra loro e si lasciano
così come un lieve tocco di libellula
La gioia per quell'immenso piacere
per urlare al mondo intero che
Occhi, vi vedo

Storia vera!!!
Il protagonista è ancora vivo e ha 82 anni, vive nella casa di fronte alla mia.
Commentate in tanti.

  
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