Da poco, erano passati due mesi dalla morte del fratello, Fred. Non riusciva a capacitarsi di come, pur essendo bravo, non si sia riuscito a proteggere. Nessuno lo aveva aiutato.
Con un sospiro leggero, rivolge lo sguardo verso la finestra. L'inverno era ormai alle porte e, tra vento e pioggia, non usciva mai da casa, nemmeno dalla stanza.
Era sempre stato una persona forte, ma in quel momento non ci riusciva. Sentiva d'aver perso la sua metà.
Silenzioso, come sempre, stringe tra le mani il maglione rosso con la F arancione stampata al centro.
Quello glielo aveva fatto la madre. Aveva la mania di fare cose a mano e a maglia. Loro, li mettevano sempre i suoi maglioni, anche se pizzicavano ed erano ridicoli.
Sapevano benissimo che Molly li faceva per distinguerli, anche se poi se lo scambiavano per scherzare e giocare.
La donna era la loro vittima preferita... un tempo ormai lontano.
Accenna un sorriso guardando la maglia. Era leggermente più larga di lui come quella che indossava in quel momento poiché la madre non prendeva mai le misure.
Stringe il maglione riprendendo a singhiozzare. Non poteva piangere non un’altra volta.
Si sentiva male, diverso da quello che era sempre stato. Eppure non era cambiato nulla solo un vuoto che nessuno riusciva a colmare.
Delle lacrime bagnano il maglione.
Doveva reagire, per Fred. Se ci fosse stato, in quel momento, gli avrebbe dato del lagnone… ma non c’era. Non più, ormai.
Se il gemello esisteva ancora, era solo nei suoi ricordi e in quelli della famiglia.
Prende un respiro a pieni polmoni per riprendere il controllo di se.
La cosa che lo feriva di più era vederlo morire davanti ai suoi occhi e lui? Non aveva potuto fare niente per salvarlo. Dannati mangiamorte!
Se solo, gli fosse stato vicino. Magari, sarebbe morto con lui o si sarebbero solo feriti.
Perché non era andato via con lui? Erano gemelli. Non potevano lasciarsi.
George non era mai stato così solo a lungo. Nemmeno quando Fred aveva preso la varicella!
Ricordava ogni istante passato con lui, in convalescenza, mentre gli leggeva storie, giocava e rideva.
Perché quei tempi ormai passati non potevano tornare?
Lentamente si alza e leva la maglia. Un brivido gli percorre la spina dorsale facendolo rabbrividire.
Stringe i denti e si guarda in giro.
Forse, era rimasto per non far soffrire la madre che ogni giorno piangeva per la sua morte. 
Forse, era rimasto perché qualcuno non lo voleva la con Fred.
Forse, quel qualcuno aveva paura di essere burlato la loro.
Sorride di nuovo, aspirando altra aria dal naso, tirando con lei anche il mucco.
La madre… quella che si divertiva più di loro quando era beffata.
Ogni volta che lo guardava arrivare a tavola da solo, gli chiedeva istintivamente, dove si trovava Fred e lui, rispondeva sempre che era in bagno e che sarebbe arrivato da un momento all’altro. Quella era l’unica occasione in cui si parlava di lui.
Lei che stava facendo il maglione anche per il gemello scomparso. 
Diceva che lui non se ne sarebbe mai andato.
Voleva crederle ma l’unica volta che lo vedeva era allo specchio.
Asciuga il viso con l’avambraccio e infila il maglione pizzicante di Fred.
Gli donava un sacco. Da un po’ non lo indossava e gli stava ugualmente a pennello.
Non aveva proprio messo su ciccia.
Ributta il suo nell’armadio e poi, scende velocemente, andando in cucina.
Entra nella porta, dove c’era la madre girata di spalle.
Si avvicina con fare lento e silenzioso anche se la donna, se ne accorge e si volta.
Sbatte le palpebre più volte guardandolo da capo a piede.

« Sono tornato… mamma. »

Il ragazzo sussurra flebile. Voleva vederla felice, almeno una volta.
Abbassa subito lo sguardo e lei, gli avvolge le braccia attorno alla schiena, lo avvolge in un dolce e caloroso abbraccio.
Per risposta una semplice stretta.
La donna comincia a singhiozzare, con il sorriso sulle labbra.
George nasconde il viso nell’incavo del collo, chinandosi di poco.

« Ti aspettavamo Fred. »