Le prime vacanze
che arrivarono dall’inizio della scuola furono quelle di
Natale accompagnate da
un’abbondante nevicata che aveva imbiancato tutta
l’Inghilterra.
Come ogni
anno Molly Weasley aveva organizzato una grande cena la sera della
Vigilia
mettendosi a lavoro già dalla mattina, dopo aver reclutato
figlie e nuore sotto
la sua stretta sorveglianza, mentre gli uomini di casa erano intenti a
preparare la lunga tavola per tutti gli ospiti e i bambini si
dilettavano con le
decorazioni che sarebbero state appese per tutta la casa.
Tra risate e
non pochi pasticci alla fine la cena era riuscita e fino al dolce la
Signora
Weasley, era rimasta vigile che tutti mangiassero e niente avanzasse.
Quando alla
fine, tutti sazi, si avvicinarono al grande camino per lo scambio dei
regali,
il gran vociare di chiacchiere allegre accompagnava le risate dei
bambini e le
loro facce sorprese nello scartare i doni.
“Allora
Rose
come procedono gli studi?”. Arthur Weasley sedeva su una
vecchia poltrona
ingiallita dal tempo con un bicchierino di Brandy in mano, vicino a lui
la
nipote giocava, insieme con James, con Arnold la Puffola Pigmea di sua
zia
Ginny che si abbandonava alle carezze dei due; Rose alzò lo
sguardo e sorrise
“Tutto
bene
come sempre nonno, non vedo l’ora di entrare al settimo anno
e affrontare i M.A.G.O.,
t’invidio molto James vorrei tanto essere al tuo
posto”.
Il ragazzo
la guardò con un’espressione rabbuiata
“Facile parlare quando ti ritrovi un
cervello come il tuo”. Borbottò il ragazzo che si
trovava al suo ultimo anno e
alla fine avrebbe dovuto sostenere i fatidici esami; Arthur sorrise
bonariamente
guardandoli “Tranquilla piccola Rose vedrai che
arriverà pure per te non essere
impaziente, lo so che ti fremono le mani sei tutta tua madre, cerca
solo di
goderti anche la scuola e gli amici che hai”.
“Ah!”.
Esclamò James “Questo non è un problema
a quanto pare la piccola Rose ha qualcuno
che la distrae dalla scuola ultimamente”. Disse infine
facendo finta di niente,
ma soffocando poi un “Ahi!”. quando Rose gli
tirò una gomitata in pieno fianco
che lo fece sussultare per il dolore “Che cosa ho detto di
male Rose, non ho
accennato al tuo “fidanzatino”.!”. La
rimbeccò lui sghignazzando
“James
sei
insopportabile, io…”. Balbettò qualche
frase sconnessa avvampando in volto “Non
è vero nonno, non è assolutamente
vero”. Disse incrociando le braccia furiosa, mentre
tutti i presenti guardavano la scena, prima di lasciare il salotto dopo
aver
appellato cappotto e cappello ed essere uscita fuori di corsa
“James
questo non dovevi farlo”. Mormorò al suo fianco
Albus che era intento a leggere
una storia babbana come compito per le vacanze “A volte sei
proprio
insopportabile”.
“Lei se
la
prende troppo, non c’è niente di male e lei ne fa
una tragedia per senza niente”.
Rispose il ragazzo comunque dispiaciuto per aver fatto arrabbiare la
cugina.
Ron fece per
alzarsi ma Arthur gli fece cenno di sedersi, alzandosi lui stesso per
prendere
il cappotto; dalla cucina la Signora Weasley, prontamente avvisata dal
suo orologio,
urlò “Non scordarti il capello Arthur”.
e con un sospiro il Signor Weasley si calcò
bene l’indumento sul capo alzando gli occhi al cielo e
uscì alla ricerca della
nipote che si era seduta al riparo mentre giocava con qualche fiocco di
neve
“Perché
non
torni dentro e non appendi James a testa in giù?”.
Disse lui poggiando una mano
sulla spalla della nipote sedendosi sulle ginocchia vicino a lei; Rose
sospirò
ma non rispose continuando a far vorticare i fiocchi con la bacchetta
“James
ha
ragione? C’è qualcuno che ti sta vicino
Rose?”.
La ragazza
sospirò ancora ma non annui e non negò la cosa
continuando rimanere in silenzio
“Per
Merlino
Rose! È una cosa bellissima no? Perché ti
vergogni tanto? Guarda che se tuo
padre s’ingelosisce ti difendo io piccola”.
Lei
accennò
un piccolo sorriso per poi tornare a farsi seria “Mi
sbattereste fuori di casa
per quanto comprensivi possiate essere”. Tirò su
con il naso afferrando un
piccolo vortice con la mano che si trasformò in una
ballerina di ghiaccio che
prese a danzare nel palmo della sua mano “Papà
senza sapere niente ha già
decretato la sentenza tanto tempo fa!”.
“Rose
cara,
tuo padre decreterebbe una sentenza di morte anche al ragazzo perfetto
per te,
quindi il suo parere è soggetto a varia
interpretazione”.
Lei
arricciò
le labbra pensierosa ammettendo che a priori aveva ragione, ma poi
pensò a lui
e sospirò “Qui è peggio nonno, non
è un tipo da ‘posso pure farci un
pensierino’,
io già lo so che nessuno lo accetterà
mai”.
“Mettimi
alla prova!”. Sorrise ancora lui affiancando alla ballerina
un compagno di
ghiaccio che prese a volteggiare con lei, Rose guardò i due
con un sorriso
sincero che spuntò sul viso e decise che fare un tentativo
non sarebbe stato
male, nel peggiore dei casi poteva rimanere a Hogwarts
finché le acque non si
fossero calmate e prima di ritornare a casa sarebbero passati parecchi
mesi,
sospirò all’idea e si fece coraggio
“Biondo, occhi di ghiaccio, molti dicono
che anche il suo cuore lo sia, invece ho scoperto in lui un ottimo
amico in un
primo momento, una mente a dir poco brillante”. Gli occhi
s’illuminarono al
pensiero del ragazzo “Da quanto abbiamo cominciato a parlare,
ci siamo subito
trovati e lui m’incuriosiva tantissimo; mi ha dato luce in un
periodo di buio
in cui mi sentivo terribilmente sola, poi a Pasqua dell’anno
scorso ci siamo
baciati per la prima volta”. Lei arrossì al
pensiero mentre l’anziano Signor
Weasley, trovò il racconto molto carino degno della
più bella storia d’amore
mai narrata
“Lui
è
Scorpius nonno, Scorpius Malfoy, io non so se stiamo veramente insieme
o ci
stiamo ancora scoprendo ma lui a me piace ed io so di piacere a
lui”. La
ragazza si voltò per guardare l’uomo in viso alla
ricerca di qualche
espressione di chiara rabbia, ma vi vide solo della
perplessità che la lasciò confusa
“Perdonami
Rose, ma non capisco dove sia il problema”. Disse lui
grattandosi il capo imbarazzato
“Nonno,
è
Scorpius… Scorpius Malfoy, quel Malfoy”.
incalzò lei pensando che non si fosse
spiegata bene
“So chi
sono
quei Malfoy, Rose, ma non capisco lo stesso”.
Adesso Rose
era veramente nel pallone, non capiva se il nonno avesse inteso o no,
ma non
poteva esserci ombra di dubbio: nella comunità magica non
c’era altra famiglia
con quel cognome, suo nonno li conosceva bene eppure sembrava non capire
“Suo
padre è
Draco Malfoy, nonno, figlio di Lucius Malfoy”.
“Avevo
inteso perfettamente piccola, ma continuo a non capire”.
“Mangiamorte,
Voldemort, Seconda Guerra Magica… ti ricordano
niente?”. Fece lei stralunata
“In
verità
mi ricorda molte cose Rose e se pensi che io ce l’abbia con
lui per il cognome
che porta, credimi, pensi male”.
La ragazza
capì subito le intenzioni del nonno e sorrise questa volta
più apertamente, ma
poi ripensò al padre e il sorriso si spense “Ma
papà non lo accetterà mai, lui
ha un vero e proprio rifiuto per quella famiglia, il fatto che la
notizia non
abbia ucciso te non vuol dire che a lui non possa venire un infarto o
peggio
arrabbiarsi fino a diventare paonazzo in viso”.
Arthur rise
di gusto al pensiero che il figlio potesse diventare più
rosso di quello che
già fosse, rischiando un paio di volte di cadere a gambe
all’aria se non fosse
stato per lei che lo sorreggeva “Piccola Rose non avere paura
sul serio, tuo
padre ha un pessimo rapporto con i Malfoy è vero ma questo
non significa che il
giovane Scorpius debba pagare per gli errori della sua famiglia e se tu
pensi
che meriti una possibilità io mi fido del tuo parere e
voglio solo che tu sia
felice”.
La ragazza
sorrise a quelle parole “Ma papà.?”.
“A tuo
padre
ci penso io tesoro, se avrà qualcosa da ridire se la
dovrà vedere con me e con
tua madre e penso anche tua nonna e solo lei basterà per
terrorizzarlo”.
Una risata
fragorosa partì dai due che rincuorò molto la
giovane ragazza che abbracciò di
slancio il nonno che non tardò, a sua volta, a ricambiare
l’abbraccio
“Credimi
piccola noi vogliamo solo che tu sia felice, non ascoltare a tuo padre
e ai
vecchi rancori. Se tu ami Scorpius, io voglio che tu lo
sposi”.
Questo
bastò
per alleggerire le paure della ragazza che dopo aver schioccato un
grosso bacio
sulla guancia del nonno, lo aiutò ad alzarsi e insieme
tornarono dentro casa al
caldo; quando Rose rientrò, per prima cosa, corse ad
abbracciare sua nonna, poi
soddisfatta di quella conversazione tornò a giocare con
Arnold vicino a James e
Albus; tutti guardarono i due senza proferire parola finché
Hermione non ruppe
il silenzio
“Tutto
bene
voi due?”.
Arthur
riprese posto sulla poltrona e annuì sorridendo poi in
direzione della nipote
che annuì in risposta alla domanda della madre
“Devi
dirci
qualcosa Rose?”. Domandò incuriosito Ron
“Ron,
figliolo, non preoccuparti niente di grave, ma è un piccolo
segreto tra me e
Rose, non me ne vorrai a male spero? Sta tranquillo sai che non
lascerei mai
che mia nipote facesse le scelte sbagliate”.
Ronald
annuì
un po’ dubbioso sul da farsi ma alla fine lasciò
correre quando Molly servì lo
zabaione caramellato, divorando la sua porzione in meno di un secondo;
tutti
apprezzarono il dolce della signora Weasley talmente tanto che nessuno
si
accorse dell’occhiolino che Arthur rivolse alla nipote,
né del sorriso che lei
fece per aver accettato il tutto solo per la sua felicità.