La donna che non ti aspetti.
(Non giudicare MAI dalle apparenze.)

 

Con l'impazzare della guerra e il miglioramento conseguito dopo un duro allenamento, Naruto era finalmente sceso sul campo di battaglia per aiutare i suoi compagni e porre fine alla spirale di distruzione e morte che persisteva nel mondo.
Aveva dato man forte a Temari e al suo team, in difficoltà estrema con il vecchio Raikage, con una fierezza molto chiara date le circostanze di aiuto soffocato.
Era accorso a salvare il Team 10 esposto alla furia dei fratelli Ginkaku e Kinkaku, curiosando tra le strategie di Shikamaru, la prontezza di Ino e la magnanimità di Choji, riuscendo comunque nel tentativo di aiutare.
Metteva le mani avanti lui, capace di essere un vero eroe degli Shinobi, di incoraggiare la resistenza a fare del proprio meglio, con un sorriso sempre per tutti, tipico del suo modo di essere.
Ma c'era ancora qualcuno da salvare per davvero, una persona che meritava di ricevere le sue attenzioni: non importavano le circostanze, era un'occasione per parlare con sincerità e con rispetto, caratteristiche fondamentali per tutti i rapporti.

Zetsu era riuscito ad addentrarsi in quella maledetta tenda, dove erano presenti Shizune e Sakura: camuffato da un povero shinobi che necessitava medicazioni, ora era pronto ad attaccare con ferocia e a rendere come sacrificio quelle due donne o come minimo risultato, catturarle per il suo signore, Madara.
Ma due Rasengan di un Naruto ormai rinato e pronto ad esplodere di luce bloccò le sue crudele intenzioni, portando sollievo nei cuori delle due donne che rischiavano grosso per un abbassamento volontario di guardia.
'Stai bene, Sakura-chan?'
Il suo tono di voce era più risoluto del solito ma dal quale trapelava sincerità; con lei Naruto lo era sempre stato, nel bene e nel male.
'Sembra che tu non sia ferita.'
Aveva sorriso nel vederla per un attimo sana e salva, poi si girò di scatto, dandole le spalle.
Non poteva dimenticare tutto il male che le aveva procurato, lei e la sua protezione strategica e amichevole, in tutti i sensi.
Anche se ci rifletteva solo per pochi istanti della sua vita, Naruto aveva avuto un interesse per lei ed osservare come il loro rapporto avesse due facce non sempre gli andava a genio.
Aveva imparato a volerle bene da grande amica col tempo ma la maniera in cui molte volte dimostrava di non capirlo lo stendeva, letteralmente.
Proprio perché era così importante che Naruto - talvolta - era tendente alla frustrazione, al voler chiudere col mondo e con la sua solitudine.
Ma non era più il tempo di sprecare tempo per queste riflessioni così di poco conto: le scelte erano state riposte nel banco ed era giusto che ognuno prendesse le proprie decisioni.
Sparì, improvvisamente più sollevato grazie a se stesso e al suo cuore, che gridava libertà ed aspirava al salvataggio di quell'ultima persona.
L'avrebbe salvata una volta come aveva fatto lei con lui, poi l'avrebbe conosciuta meglio, in onore del suo sentimento caldo e perpetuo.
Come lui, in fin dai conti: perché era Hinata la donna che non si sarebbe mai aspettato di salvare, di conoscere senza aver timore di mostrare il suo vero io, senza che lei avesse la sua doppia faccia egoista.
Non avrebbe mai creduto di poterla ammirare così tanto.
E il giovane Naruto pensava già a cosa avrebbe potuto fare dopo la guerra per starle accanto.