Era la vigilia di Natale a casa Styles, erano le tre meno un quarto e Mary non riusciva ancora a dormire, era preoccupata, ansiosa, si sentiva come se non fosse lei. Aveva un vuoto sullo stomaco, così decise di scendere a mangiare qualcosa. Quando scese, trovò Gemma che stava mangiando un gelato.
-posso unirmi? Chiese Mary.
-prendi un cucchiaio.
-spero che Liam non guardi questa scena HAHAHAHAHAH. 
Lei e Gemma erano sempre state molto amiche, dalla prima volta che si sono conosciute, c'era un legame speciale tra di loro.
-cos'hai? chiese Gemma, riusciva a capire quando qualcosa non andava.
-Niente..niente. Rispose Mary a testa bassa, ma ovviamente, c'era qualcosa.
-dimmelo.
-ho un ritardo.
-intendi?
-si.
-come è successo?
-Gemma, hai 21 anni, credo che lo sai. Disse Mary con una smorfia maliziosetta sulla sua faccia.
-si che lo so, intendo, quando è stata l'ultima volta?
-due mesi fa.
-mh capito, lo hai detto a qualcuno?
-ma sei matta? A chi lo posso dire, a Harry no di certo, Liam e Zayn sono i miei migliori amici, ma non posso dirlo a loro.
-vai a dormire, ci pensiamo domani.
Mary nemmeno salutò, si alzò dal tavolo, andò in camera e senza svegliare Harry e si addormentò. Il giorno dopo era Natale, e una sopresa era vicina...
-SVEGLIAAAAAAAAAAAAA E' NATALEEEEEEEEEEEEEEEEEE. 
Harry si sentì urlare nell'orecchio, gli dava fastidio quando lo svegliavano così.
-che cosa vuoi? disse con tono seccato.
-ah certo, mi rispondi pure così? vado via và.
Harry fece in tempo ad alzarsi e andare da Mary per darle un bacio.
-dai su vestiti, che ti aspetta una sopresa.
-che sorpresa? chiese Harry curioso.
-se ti sbrighi vedi.
Harry a queste parole andò in bagno, non ci mise nemmeno 15 minuti che già era pronto, scese al piano di sotto e...
-papà!
Si, proprio così, Des era venuto a passare il Natale con loro.
-harry, vieni qui. 
Si abbracciarono, in un abbraccio che sembrava non finire mai, era una scena così dolce.
-ho conosciuto i tuoi amici, e quella ragazza, sono davvero forti. disse Des.
-tu sei forte papà.
Gemma si avvicinò a Mary e gli sussurrò in un orecchio.
-mi ha chiamato Eleanor, è già arrivata in farmacia, andiamo?
-NOI ANDIAMO, CIAOOOOOOOOOOOO.
Mary irruppe nel silenzio, come era solita fare. Era sempre stata una ragazza solare, allegra, amibiziosa, ma a volte era anche irrascibile e decisa, quando c'erano di mezzo questioni serie.
-chi guida? chiese Gemma.
-vai tu, se ci vado io mi distraggo e finiamo contro un palo.
Salirono in macchina, dopo una diecina di minuti arrivarono dove Eleanor le aspettava.
-oi ma che è successo? me lo ha detto Gemma, ma è vero? chiese Eleanor.
-certo che è vero, anche se vorrei il contrario.
Si diressero verso l'entrata, ma qualcosa bloccò Mary.
-cosa c'è? chiese Gemma.
-ti prego vai tu, se mi dovessero riconoscere come allo Starbucks di Dublino quando ero con Niall, potrebbero uccidermi. Per non parlare dei giornalisti, ti prego.
-Ok vado io. Rispose Gemma.
Entrò, chiese il test e pagò.
-preso? chiese Eleanor.
-si.
Salirono in macchina, l'atmosfera era tesissima, a Mary veniva da piangere.
Arrivarono a casa Styles. Eleanor andò incontro a Louis, si scambiarono un bacio, erano così dolci quei due. Anche Harry andò da Mary, ma era fredda e a Harry non piaceva.
-che hai? chiese Harold.
-mal di testa.
Gemma prese per un braccio Mary.
-andiamo un secondo su. Disse Gemma a Harry.
Gemma, Mary e Eleanor entrarono in bagno.
-come si fa? chiese Mary.
-che ne so io, non l'ho mai fatto. rispose Eleanor.
Gemma prese il test e lesse il foglietto delle istruzioni.
-Leggi qua. Gemma disse a Mary passandogli il test.
Mary fece tutto quello che doveva fare, ma c'era da aspettare un minuto. I 60 secondi più lunghi della loro vita.
-ho paura. sussurrò Mary.
-quella che deve diventare zia sono io mica tu eh.
-Gemma, evita. Rispose a tono Eleanor.
-sono finiti. 
Mary tirò fuori il test. Si sentì cadere, un vuoto dentro di lei, un emozione che non aveva mai provato prima, nemmeno quando non era passata al provino, che cosa ne sarebbe stato del suo futuro? 
-quante linee? chiese Eleanor.
Mary alzò la testa in lacrime, non sapeva se erano lacrime di gioia o lacrime di tristezza, più che altro, erano lacrime di sfogo.
-tre.