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Autore: Benedetta Wesley    24/07/2012    3 recensioni
Eccola, Jennifer, una comune ragazza inglese, come tutte le altre, la quale vita sarà travolta dall'incontro con un ragazzo, il quale non sarà proprio il prototipo del "classico ragazzo di 17 anni", anzi, sarà tutto tranne che "classico".
Lui porta un segreto con sé e, la prima persona che ne verrà a conoscenza, sarà proprio Jennifer.
Bene, ora vi lascio alla lettura di questo fantastico "libro virtuale".
Ringrazio in anticipo chi mi seguirà e chi mi recensirà.
Buona lettura.
-Benny.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una serata "diversa".


Ero seduta sul mio letto, a leggere un libro che mi avevano regalato i miei alcuni anni fa, che però non avevo mai letto.
Nella mia stanza c'era solo il rumore delle pagine che giravano, abbastanza lentamente, dal momento che non ero una grande lettrice. Ad un tratto però quel rumore fu accompagnato da un altro, da una specie di folata di vento. Quel rumore veniva dalla finestra, così decisi di affacciarmi, ma non c'era niente, anche se sentii il rumore di un ramo che stava per spezzarsi, così decisi di sporgermi di più e vidi un’ ombra di un uomo che si allontanava velocemente.
Decisi di chiudere la finestra e rimettermi a leggere. Però non ci riuscivo, Quel pensiero mi stava mangiando il cervello. Volevo capire. Volevo capire il perché ci fosse quell'uomo e che cosa volesse.
Avevo un sonno pazzesco e così, mentre pensavo a ciò che era successo, mi addormentai.
Il mattino seguente mi svegliai presto, saranno state le 8 di mattina e dal momento che era estate e che non andavo a scuola, era presto, molto presto! Ripensai per un attimo a ciò che era successo e decisi di scendere a cercare di capire quell'uomo cosa volesse.
Mi vestii velocemente, un jeans e una canottiera andavano benissimo. Scesi le scale e mi diressi nella parte del giardino dove la finestra della mia camera si affacciava.
Non trovai molto: solo alcune albicocche che si erano marcite e di conseguenza erano cadute.
Decisi però di guardare meglio e trovai una piccola collanina di filo di caucciù. Sulla medaglietta trovai inciso un nome e un cognome, Josh Evans. Decisi di tornare in casa, ma me ne ricordai dopo del fatto che mia madre fosse uscita e che non avevo preso le chiavi. 
Così decisi di dirigermi verso il parco vicino casa mia.
Mi sedetti sulla prima panchina che trovai e presi la collanina, la quale avevo messo nella tasca dei jeans.
La guardai attentamente, me la rigirai tra le mani più volte, ma per tutto il tempo vidi sempre la stessa cosa, cioè quel nome, Josh Evans.
Non riuscivo ancora a capire come avessi fatto a leggere quel nome, dal momento che era tutto rifinito, troppo rifinito, così rifinito che quasi sembrava scrittura araba.

Decisi di chiamare la mia migliore amica, Valérie, alla quale avrei raccontato l'accaduto, ma aveva il cellulare spento, come al solito.
Così decisi di tornare a casa, dal momento che si erano fatte le 10 e mia madre a quell'ora era tornata.
Bussai e mia madre, dopo circa 2 minuti mi aprì. 
-Amore scusa ma devo uscire, tornerò tra 2 orette, non aprire a nessuno, okay?-
-Tranquilla mamma, ho 16 anni so badare a me stessa-
-Okay allora sto tranquilla, a dopo-
-A dopo- dissi sorridendo.
Decisi di prendere le pagine bianche per cercare qualcuno che facesse di cognome Evans, ma, dal momento che era un cognome molto comune, ne trovai a bizzeffe!
Così, controllai se il quartiere di alcuni di loro coincidesse con quello di dove abitavo io.
Scorsi col dito su e giù quanto ad un tratto trovai un certo Alex Evans, il quale abitava nel mio stesso quartiere. A volte avevo sentito il cognome "Evans" circolare nel mio quartiere ma non ne avevo mai visto nessuno che aveva questo cognome.
Mi feci coraggio e chiamai.
Mi rispose un uomo, di una certa età.
-Pronto?-
-Ehm, pronto, c'è per caso Josh Evans?-
-Perché vuole parlare con mio nipote?-
-Perché ho trovato una cosa che gli appartiene e vorrei sapere se gliela potevo riportare-
-Per caso una collanina?-
-Sì, l'ho trovata stamattina per strada e volevo sapere se...- Non mi diede il tempo di finire la frase.
-Adesso lui non c'è ma dovrebbe stare qui in giro per il quartiere, è alto, bruno e con gli occhi azzurri, mi sembra indossasse una maglietta a righe orizzontali blu e nere, se non lo trovi, puoi richiamare a questo numero più tardi-
-Okay, grazie mille-
Attaccai.
Non potevo ancora uscire, dal momento che quando mia madre non c'era non avevo il permesso di uscire, così aspettai che tornasse.
Si fece mezzogiorno e mezza e sentii il rumore delle chiavi di casa girare nella serratura.
-Ciao tesoro, sono tornata-
-Ciao mamma, senti- dissi urlando -posso uscire e tornare a casa per l'ora di pranzo?-
-Okay amore, ma non tornare troppo tardi, massimo l'una e mezza-
-Okay ciao ciao- dissi scendendo velocemente le scale e dando un bacio veloce alla mamma.

Stavo per incontrarlo. Già, stavo per incontrare il ragazzo che la sera prima mi aveva fatto prendere quasi un infarto.
Non ero preoccupata. Ero ansiosa soltanto di vedere come fosse, perché, dalla descrizione dello zio, era veramente un bel ragazzo.

Ah, forse una cosa mi sono dimenticata di dirvi, mi chiamo Jennifer.


Salve a tutti amanti dei vampiri, come potete ben vedere qui ancora non se ne parla di vampiri, dovrete aspettare un po' per sentirne parlare, quindi continuate a seguirmi e state certi che arriveranno.
Per la pubblicazione dei capitoli non c'è un giorno fisso, anzi, se ho tempo, ne pubblico anche uno al giorno.
Ringrazio chi mi continuerà a seguire e chi mi recensirà, alla prossima, un bacio a tutti.
-Benny.
  
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