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Autore: FeIdEn91    24/07/2012    0 recensioni
Era un giorno come tanti lì a Seoul ... Eppure qualcosa di diverso forse c'era ... Continuava a guardarla in attesa di qualsiasi banale movimento, come ormai continuava a fare da più di un mese, e come ogni volta lei restava immobile, perfetta e silenziosa nel suo letto ... Lei era speciale e lui l'amava più della sua stessa vita perchè grazie a quella ragazza aveva imparato ad amare ... E lei meritava di vivere, non solo per lui, ma per se stessa.
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Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18

Quella mattinata non avrebbe potuto iniziare meglio…come si dice…il buon giorno si vede dal mattino.
Sicuramente il resto della giornata sarebbe continuato splendidamente e io avevo voglia di godermi ogni singolo attimo che mi restava prima di partire.
Il giorno dopo sarei decollata per l’Italia ma non ero affatto triste per questo.
Sapevo che Taemin avrebbe mantenuto le sue promesse, malgrado la sua vita da star super impegnata…
Avevo deciso di fidarmi di lui, di dare una possibilità alla nostra storia appena nata…volevo essere felice, almeno per una volta, e non mi sarei crucciata sui pro e i contro.
Finii di sistemare la cucina…mi guardai intorno e mi sentii fiera di me stessa. Finalmente casa di Fonesi era tornata ad avere un aspetto decente.
Sospirai e guardai l’orario. Era quasi ora di pranzo.
N: e se gli facessi una sorpresa? – pensai ad alta voce. Risi.
Mi fiondai in bagno, lavandomi velocemente.
Taemin, prima di andarsene, mi aveva esplicitamente detto di restare a casa e che sarebbe venuto lui più tardi. Mi aveva lasciata con una scusa al volo e un bacio sulle labbra.
Mi stava nascondendo qualcosa, era palese. Avevo lasciato correre solo perché ero ancora con la testa tra le nuvole per quello che era accaduto la notte precedente. Adesso che facevo mente locale, però, la cosa mi puzzava. Perché era scappato via in quel modo? Da quello che ne sapevo non avevano impegni in programma…e allora cosa stava succedendo? Motivo in più per il quale mi sarei fiondata  al palazzo della S.M.
Mi vestii in fretta, mi legai i capelli in una coda alta e uscii di casa portandomi solo il cellulare e qualche spicciolo in tasca. Si, andavo di fretta.
Camminando lungo la strada pensai che sarebbe stato il caso di trovare una scusa plausibile riguardo il mio arrivo improvviso alla S.M.
Decisi di fermarmi a comprare qualcosa da mangiare per i ragazzi, così almeno avrei potuto giustificarmi in qualche modo. Optai per del pollo fritto…avrei accontentato tutti e Onew sarebbe stato felicissimo.
Mi rimisi in marcia, con la busta saldamente afferrata nella mano sinistra. Camminavo decisa e abbastanza svelta. Ogni tanto mi guardavo intorno per dare veloci occhiate alle vetrine dei negozi ma una in particolare catturò la mia attenzione, facendomi fermare di colpo. Mi avvicinai alla cartolibreria corrugando la fronte…
N: che diavolo…?! – sussurrai impercettibilmente.      
Guardai la foto attentamente: due ragazzi sorpresi a baciarsi di sera, lo sguardo impaurito di lei, un primo piano sul ragazzo…
Poi lessi il titolo dell’articolo… “Baci al chiar di luna: Taemin degli SHINee immortalato con una ragazza misteriosa…o quasi!”
Sbarrai gli occhi e mi portai una mano avanti alla bocca. Mi ero completamente dimenticata di quello che era successo durante il nostro primo bacio.
Entrai nel negozio, col fiato corto, e comprai la rivista che ci smascherava.
La signora alla cassa ci stava mettendo troppo a darmi il resto, tutta presa dallo scrutarmi e forse a chiedersi se ero io o meno la ragazza in prima pagina sul giornale.
Me ne andai senza riavere i soldi e mentre camminavo, iniziai a leggere l’articolo.
Perché improvvisamente avevo freddo? Eppure era una mattinata soleggiata  e dovevano essere 25° più o meno.
Mi girava la testa, ma non mi fermai.
Chiusi il giornale e velocizzai il passo…non avevo un minuto da perdere.
Arrivai al semaforo e mi fermai, era rosso. Riuscivo a vedere il palazzo della S.M., ero quasi arrivata. Tirai un sospiro per calmarmi, ma alle mie spalle c’era troppo brusio.
Mi girai, curiosa al riguardo…
Poco distanti da me, un gruppo di ragazzine, potevano avere si e no 15 anni l’una, mi stava fissando insistentemente e in malo modo, mentre parlavano tra loro con la mano a coprirsi la bocca. Una m’indicò e, dopo aver fatto un cenno col capo alle sue amiche, si diresse verso di me.
Contemporaneamente scattò il verde così attraversai di corsa.
Mai avrei pensato che quelle ragazze potessero seguirmi e invece fu proprio ciò che fecero…anzi, mi accerchiarono all’istante senza lasciarmi via di fuga.
N: avete bisogno di qualcosa? – chiesi cortese cercando di farmi coraggio e di non pensare al peggio.
<> rispose quella che doveva essere il capo banda.
N: davvero, non so di cosa state parlando…- risposi sbattendo più volte le palpebre. Ero nervosa.
<> disse con rabbia mentre un’altra ragazza, vicino a lei, le passava due riviste. <> mi gridò a un palmo dal naso, mettendomi le riviste in faccia. Chiusi gli occhi e incavai la testa nelle spalle…iniziavo ad avere paura.
<> mi spintonò. Cercai di restare in equilibrio facendo tre passi indietro ma qualcuno alle mie spalle mi sorresse per poi spingermi di nuovo verso la ragazza di fronte a me. Questa mi prese per le spalle strattonandomi a destra e sinistra.
<> disse infine scaraventandomi pietosamente a terra.
N: e voi credete che facendo così lui correrà tra le vostre braccia?? – gridai piangendo.
<> rispose con cattiveria <> mi sferrò un calcio in pieno stomaco.
Urlai e tossii per il dolore, portandomi le braccia intorno alla parte colpita. Mi stesi a terra per riprendere fiato, strabuzzai gli occhi e inspirai a fondo. Le altre ragazze si strinsero su di me e tutte insieme iniziarono a picchiarmi come fossi la più cruenta assassina sulla faccia della terra.
Qualcuna mi tirava i capelli, altre mi davano schiaffi, altre ancora mi graffiavano la pelle in modo violento.
Cercavo di liberarmi da quella morsa ferrata ma vani erano i miei tentativi. Quello che riuscii a fare fu dimenarmi come non mai, senza avere alcun risultato.
Anzi, più tentavo di difendermi, tirando calci a caso tentando di colpire qualcuna di loro, più queste sferravano colpi più forti e violenti, indebolendomi sempre di più.
Non capii bene come…ma sentii pezzi di vestiti strapparsi…forse mi avevano tolto anche una scarpa…tutto ciò che sentivo era dolore…mi bruciava ovunque.
Piangevo, gridavo…ma pareva che nessuno potesse sentirmi.
Poi fu tutto improvviso.
Il gruppo si allargò facendo spazio alla capo banda. Mi si avvicinò velocemente, in mano un ombrello e un sorriso amaro sul viso.
<> non ebbi il tempo di pronunciare nulla. Non ebbi il tempo di fare nulla. Sentii solo un ultimo colpo alla testa, inferto con una tale violenza e rabbia che mai avevo visto fino ad allora. Era tutto sfocato ma decisi di non chiudere gli occhi. Se l’avessi fatto, sarebbe stata la fine. Respiravo, a fatica ma respiravo. Era l’unica cosa che dovevo continuare a fare. Sentii urla, vidi in modo sfocato gente che mi si parò d’avanti  togliendomi dalla visuale il magnifico cielo azzurro.
Un altro respiro…più lento, più faticoso.
Il cuore batteva irregolare, troppo stanco per continuare a pompare…
Davvero sarebbe finita così?
Qualcuno mi sollevò da terra…una presa forte, salda.
“Andrà tutto bene, ci sono io adesso”
Furono le uniche parole che riuscii a distinguere prima di chiudere gli occhi. 
  
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