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Autore: Averyn    24/07/2012    6 recensioni
COSA SAREBBE SUCCESSO SE HARRY POTTER AVESSE SCELTO DI MORIRE?
Harry avrebbe preso un treno, e si sarebbe ritrovato in una dimesione parallela, all'età di undici anni, con una vita e dei genitori, dei nuovi amici, delle altre abitudini.
E Neville Paciock sarebbe stato il Prescelto.
O forse no?
SECONDO EPISODIO DELLA SAGA 'CICATRICE'.
P.S lo so avevo promesso di pubblicarlo ad agosto, e di sicuro le pubblicazion saranno più lente, ma l'ho finito di scrivere in un mese e non ce l'ho fatta! buona lettura!
PS.PS. Grazie a Marty_Chick del suggerimento del titolo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cicatrice'
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CAPITOLO UNOOOOO!!!! HO TRASCRITTO QUASI TUTTO, MA NON SO SE RIUSCIRO' A PUBBLICARE TUTTO ENTRO LA FINE DELLA SETTIMANA, PERCHE' DEVO PARTIRE E STARO' VIA PER DIECI GIORNI... E POI TORNERO' ALLA CARICA PIU' IN FORMA CHE MAI! SPERO TANTO CHE VI PIACCIA, HO VOLUTO APRIRE LA STORIA CON UN INZIIO ALLEGRO E....BEH....VABBE', VI DICO SUBITO CHE LA STORIA COME AL SOLITO NON E' ALLEGRA COME SEMBRA XD MA UN BEL PO' AVVENTUROSA, ALMENO CI SI PROVA! GODETEVI QUESTO PRIMO CAPITOLO E DITEMI COME LO TROVATE...PER IL RESTO NULLA, VI DO UN BACIONE E SPERO DI POSTARE IL CAPITOLO DUE APPENA CORRETTO :D BUONA LETTURA....QUESTO E' SOLO L'INIZIO, E NULLA E' COME SEMBRA...


Capitolo 1
 
INCONTRI AL GHIRIGORO
 
  Era una bella giornata quella in cui Harry e i suoi genitori decisero di andare a fare spese a Diagon Alley. 
Dopo essere usciti di casa, i tre si erano Smaterializzati proprio nel Paiolo Magico, per poi lasciare il pub ed entrare nella via magica di Diagon Alley.
Fu strano, per Harry, andare a fare spese con loro: non tanto perché non c’era mai andato, ma perché sentiva come se fosse la prima volta.
E questo, ovviamente, creava in lui una sensazione stranissima.
“Harry, caro, guarda!” disse la madre, trascinandolo per un braccio di fronte alla vetrina di un negozio, e Harry si sentì aprire un mondo quando la vide: era lei, era proprio lì, di fronte a lui.
La scopa Firebolt, la più veloce del mondo. Harry non ne aveva mai vista una, ed era esattamente quella che sua madre Lily gli stava indicando.
“Vuoi partecipare alla squadra del Quidditch di grifondoro, quest’anno, Harry?” chiese il padre, rivolto al figlio anche se lui, come Harry, non riusciva a staccare gli occhi dalla scopa volante.
Nell’ammirarla, Harry avrebbe detto anche di sì, subito, se solo avesse potuto cavalcarla…ma sapeva che i suoi genitori non gliel’avrebbero fatta mai avere, e lui non voleva certo fare un atto di egoismo nel richiederla.
“Sì, perché no” rispose Harry semplicemente, “ in realtà non ci ho mai pensato!”
Suo padre James gli diede una bella pacca sulla spalla, sorridendogli fiero.
“Sarebbe ora, figliolo, di mostrare le tue capacità di Cercatore a chi di dovere! Anche se so che le hai già dimostrate a sufficienza!”
Harry notò del divertimento nella sua voce.
Anche sua madre Lily gli sorrise orgogliosa; Silente aveva scritto loro una lunghissima lettera in cui stendeva le lodi per il ragazzo per quanto riguardava l’avventura con la pietra filosofale. Ora tutti pensavano che fosse una specie di eroe.
Ma Harry non voleva essere considerato così… cosa… cosa faceva pensare loro che lo fosse?
“Comunque, caro, tra poco è il tuo compleanno!” disse Lily, risvegliandosi dalle sue fantasie,“devi dirci cosa desideri!”
“Non desidero niente” fece Harry, ma era vero solo in parte: voleva ardentemente la Firebolt che aveva visto in vetrina ma, accantonato quello, nulla.
“Sicuro?” chiese la madre con tono indagatorio, e il figlio ebbe il sospetto che avesse già indovinato i suoi desideri.
“Certamente” rispose Harry, cercando di nascondersi un po’.
“Andiamo” disse James, “ Sirius e Remus ci aspettano in Farmacia!”
La famiglia allora camminò per il lungo viale, fino ad arrivare nella Farmacia dove Harry aveva assolutamente bisogno di una bilancia d’argento nuova.
Lì incontrò, ovviamente, l’amico di famiglia Remus e il padrino Sirius, che non vedeva dalle vacanze pasquali.
I due si abbracciarono stretti e poi Sirius gli sorrise fiero: anche lui aveva saputo della lettera di Silente.
“Alla fine gli scacchi ti sono stati davvero utili!” esclamò, con il volto compiaciuto.
“Assolutamente!” assentì Harry, donandogli un largo sorriso.
Qualcuno gli mise  le mani sugli occhi, coprendogli la visuale.
“Chi può essere?” chiese Harry, divertito. “Solo…Louise?”
Sentì uno sbuffare, e poi un volto allegro dotato di boccoli biondi e grandi occhioni azzurri si presentò davanti a lui. “Devi smetterla di indovinare sempre, Harry!” sbottò, fingendosi offesa, la ragazza, scatenando in Harry la risata.
“E tu devi smetterla di fare sempre gli stessi scherzi!”
“Ehi Harry!” venne loro incontro Frank, che aveva fra le braccia una quantità di boccette e infusi vari, tanto da perdere pericolosamente l’equilibrio.
“Aspetta, Frank, ti aiuto io!” lo soccorse il padre, prima che il figlio potesse inciampare a terra.
“Salve, Louise!” salutò James rivolto alla ragazza, mentre  Lily si era fermata a parlare poco più indietro con Remus.
“Ciao, James!” gli rispose Louise, un sorriso largo che mostrava i suoi bei denti bianchi. Non che ci volesse molto sforzo: Louise adorava semplicemente James.
“E i tuoi genitori?” chiese il padre di Harry alla ragazzina.
“Sono andati al Ghirigoro” spiegò lei, “ci aspettano lì!”
“Perfetto” intervenne Harry, sereno, “ quella è la nostra prossima tappa!”
Anche Louise sorrise a Harry, che in quel momento si girò verso Frank, che sembrava essersi perso nell’ammirare Louise, non curante di un padre che tentava di aiutarlo mettendo fra le sue braccia tutta le compere.
 Frank si riscosse e riprese vita, cercando, secondo gli occhi di Harry, di distrarsi da quell’improvviso incantamento. Era diventato un po’ rosso sulle guance, e per fortuna Louise non lo notò.
Una volta che ebbe comprato tutto il necessario, la banda uscì dal negozio e puntò dritta al Ghirigoro, dove una donna dalla pelle bianca e gli occhi azzurri e un uomo dai lunghi capelli castano chiaro  e i brillanti occhi grigi li stavano aspettando: i genitori di Louise, Odette e Thomas Lupin.  Harry pensò che Louise assomigliasse molto a sua madre.
“Remus! Sirius! James e Lily, laggiù! Salve a tutti, ragazzi!” salutò Thomas, alzando un braccio per farsi vedere da loro.
“Salve, fratellino!” disse Remus, abbracciando Thomas e stringendo la mano alla cognata.
“Allora, si va al Ghirgoro?”  Harry sentì chiedere il padre James a  sua madre Lily.
“Sì, James” rispose lei, “Harry deve ancora prendere moltissimi libri, e se dobbiamo andare tutti a pranzo da Sirius, più tardi, ci conviene muoverci!”
“Oh no!” bisbigliò Louise acida all’orecchio di Harry, distraendolo dalla conversazione dei suoi genitori. “Eccoli che arrivano, il duo dell’apocalisse!”
Harry si voltò verso il punto che guardava l’amica, e vide Neville e Hermione correre verso di lui, seguiti da una donna piuttosto vecchia, che doveva essere la nonna di Neville.
“Harry!” gli venne incontro Hermione, apparentemente senza notare il volto disgustato di Louise e di Frank.
“Hermione!” salutò Harry, che era contento di vederla, “stai passando buone vacanze? Come stai?”
Il testone di Hermione annuì mentre sul volto della ragazza si apriva un sorriso felice.
“Oh sì, Harry! Devo andare in Francia, sai? Prima però Neville mi ha invitato a stare da lui qualche giorno!” aggiunse, mentre anche l’amico s’avvicinava.
“Ciao Harry! Stai passando una bella estate?” chiese Neville, anche lui apparentemente ignorando gli sguardi invidiosi degli amici di Harry.
“Assolutamente!” esclamò Harry. “Entrate anche voi al Ghirigoro?”
“Sì” rispose Hermione, rivolgendo uno sguardo vorace alla libreria.
“Allora perché non vi unite a noi per le spese? Saremmo felici di avervi con noi!”
propose al volo Harry, senza notare i volti di Frank e Louise, le cui mascelle si stavano afflosciando sempre di più a terra.
“Sì, saremmo felici se vi uniste a noi!” diedero manforte James e Lily, che avevano evidentemente assistito alla scena. “Dopotutto, siete gli eroi di Hogwarts!” sorrise loro Lily, senza risparmiarsi un’occhiataccia da parte di Frank e Louise.
“E loro chi sono?” intervenne interessato Sirius, comparendo in quel momento e sorridendo ai nuovi arrivati.
“Neville Paciock e Hermione Granger” presentò Harry.
“Neville Paciock?” domandò Sirius, e i suoi occhi andarono automaticamente alla cicatrice che il ragazzo aveva sulla fronte.
“Conoscevamo i tuoi genitori, sai? Erano delle brave persone, e molto coraggiose!” osservò Sirius, e gli tese la mano. “Io sono Sirius Black. Piacere di conoscerti!”
Neville, un po’ imbarazzato, gli strinse la mano.
“ Io sono Augusta Paciock, vi ricordate di me, spero!” si presentò la signora dall’aria anziana; Harry notò che nonostante l’età aveva conservato un’aura austera e elegante, con una  sua forza e fierezza, come un leone.
“Impossibile dimenticarsi di lei!” salutò Sirius, regalandole un sorriso furbo. “Vi unite alle spese con noi? Dobbiamo comprare solo pochi libri,  e saremmo grati se il vostro piccolo gruppo si unisse al nostro… i ragazzi, poi, si conoscono, avranno molto di cui parlare…”
e mentre lo diceva, fece l’occhiolino a Harry, a cui scappò un risolino.  Non c’era nulla da fare, il suo padrino rimaneva sempre lo stesso!
“Papà!” si lasciò sfuggire il figlio, che sembrava perplesso quanto Louise.
“Che hai figliolo?” chiese il padre, ma Frank non rispose.
James gli lanciò un’occhiataccia per poi concentrarsi di nuovo su Hermione e su Neville, e Harry fu contento che suo padre li stesse difendendo; anche perché non avevano fatto nulla per essere contro Frank e Louise.
“Sono d’accordo!” si associò quindi, allegro. “Sarete una bella compagnia, poco ma sicuro!”
“Coraggio, andiamo allora!” esortò tutti il fratello di Remus, che sembrava ancora più contento dell’allargamento del gruppo. Tutti tranne Louise e Frank, a cui Remus rivolse uno sguardo severo. Non appena entrarono nel negozio, Neville prese per un braccio Harry.
“Devo dirti una cosa, è urgente” gli disse.
“D’accordo” assentì Harry, ma fu interrotto da Frank che lo afferrò per l’altro braccio.
“Harry, vieni a vedere, è stupendo!” disse, anche se Harry aveva tutta l’impressione di volere interromperli.
Guardò tristemente Neville, che aveva l’aria sofferente.
“Io…parliamo dopo, va bene?” provò a dirgli, prima di essere portato via dai suoi amici.
C’era un bagno di folla, quel giorno, nel negozio, soprattutto di pubblico femminile.
Chissà quale interessante personaggio veniva a presentare un nuovo libro….?
“Gilderoy Allock!” esclamò Louise, che Harry trovò accanto a Hermione.
Entrambi guardavano delle pile di libri collocati all’estremità della sala, ma avevano due facce completamente diverse: Hermione sfogliava libri su libri, mettendoli in fila; Louise, invece, la guardava disgustata, e non solo perché si trovava da sola con lei.
“Gilderoy Allock è un perdente” affermò, e Harry vide Hermione diventare tutta rossa e lanciarle un’occhiata ferita.
“Non è vero!” ribatté questa con fervore, “ha scritto molte cose interessanti, invece! Ed è un uomo molto coraggioso!”
“Coraggioso un accidenti!” si difese Louise, che aveva tutta l’aria di voler mettere le mani addosso a Hermione, “E’ un bugiardo e un fanatico!”
“Non è vero!” esclamò Hermione, e i libri che aveva raccolto fra le sue braccia tremarono pericolosamente.
“E’ così!” insisté Louise.
“No!” continuò a dire Hermione.
“Sì!” le urlò Louise.
“No!” ripeté Hermione.
“Le lasciamo bisticciare per conto loro, che dici?” suggerì Frank, a mezza bocca, scatenando in Harry una risatina, e andarono avanti nell’esplorazione del Ghirigoro.
Harry si guardò intorno, chiedendosi dove fosse Neville, per poi notare che stava parlando con James e Lily,  ma non ebbe il coraggio di andare da loro e proporre a Neville di venire con lui al piano di sopra del negozio.
La libreria lì era molto più vuota, e Harry e Frank ebbero modo di esplorarla interamente.
Solo un gruppetto di tre persone dai capelli rossi stava ammirando un reparto opposto a loro.
Tra quelle nuche, Harry riconobbe Ron, e cercò di trascinare Frank fino al punto in cui campeggiavano i Weasley, sperando che questo non s’accorgesse di niente.
Quando Ron gli passò davanti, Harry ebbe il coraggio di salutarlo.
“Ciao Ron!” fece lui. Ron si voltò: evidentemente si era accorto della sua presenza, ma come lui aveva trovato difficoltà a rivolgergli la parola, e sembrava sollevato che Harry avesse preso l’iniziativa.
“Oh, ciao, Harry!” rispose questo, prima che il sorriso svanisse dal suo volto e incrociasse lo sguardo di Frank pieno d’odio.
Harry vide i due fratelli raggiungerlo; erano un ragazzo un po’ più grande –con tutta probabilità uno dei gemelli- e una ragazzina di all’incirca undici anni dai grandi occhi scuri.
Entrambi guardarono da Harry a Ron stupiti che i due parlassero amichevolmente, e poi Frank, che aveva la stessa espressione dei due.
Harry rimase colpito quando incrociò lo sguardo della sorellina di Ron: come sembrava familiare!
Inspiegabilmente, Harry sentì il cuore battergli forte nel petto mentre le gambe gli si facevano molli…ma doveva mantenere un contegno, doveva trovare il coraggio di parlare anche di fronte a lei.
“Passata una bella estate?” tentò di aiutare Ron, che evidentemente si era accorto che Harry si era perso nei suoi pensieri.
“Io… sì, certo!” rispose subito l’altro.
“E grazie per avermi insegnato a giocare a scacchi, sai, mi ha aiutato molto!” aggiunse.
Il fratello e la sorella di Ron e Frank si scambiarono un’occhiata stupita.
“Tu gli hai insegnato a giocare a scacchi dei maghi?” chiese la ragazzina a Ron.
“Cosa? Quando ti ha insegnato?” domandò invece Frank a Harry nello stesso istante.
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata complice,  e per un attimo il ragazzo sentì un’alchimia forte con Ron…quasi antica, consolidata negli anni.
Ma non poteva essere,  si disse, perché Ron e Harry non si erano mai frequentati!
“Lo vedo che ti sono stati utili!” commentò sereno il compagno, e gli occhi gli brillarono, come un insegnante fiero dell’alunno.
Il fratello più grande di Ron lo tirò per una manica della maglietta.
“Ron, dobbiamo andare, mamma ci aspetta di sotto!” fece, lanciando un’occhiata a Harry e Frank piuttosto irata. Harry capì che si trattava più d’una scusa per levarsi dall’imbarazzo.
“Va bene” assentì Ron, e rivolse un ultimo cenno a Harry.
“Ci si vede a scuola, eh?”
“Sicuro” rispose allegramente Harry, prima di vedere le teste dei Weasley girarsi e scendere le scale. L’ultima a farlo fu Ginny, che continuava a fissare Harry insistentemente, probabilmente senza capire se considerarlo una minaccia o meno.
Seguì il silenzio, interrotto da una pacca sulle spalle da parte di Frank.
“Andiamo a vedere se Granger e Louise si sono prese a pugni?” propose, ritrovando il tono gioviale.
“Sì, andiamo” disse Harry,  e insieme scesero al piano inferiore.
Mentre camminavano fra le diverse streghe che affollavano il negozio, Harry si interrogò ancora sulla sorella di Ron: perché si era sentito così… così… felice nel vederla? Che sensazioni strambe gli aveva procurato quella ragazza! Non aveva mai provato nulla del genere….
“Eccole lì!” esclamò Frank, correndo nella direzione di Louise e Hermione, che stavano ancora discutendo su chi fosse Gilderoy Allock. Per quanto ne sapeva Harry, Louise aveva ragione, ma non per questo bisognava litigare a quel modo!
A calmare la situazione era intervenuto Neville, che però era stato visibilmente ignorato, dato che si trovava al fianco di Louise e assisteva alla loro litigata, rassegnato.
“Ferme, ragazze, basta!” disse Harry, raggiungendo Frank. Louise e Hermione si fermarono, e il ragazzo notò che entrambe avevano i visi rossi.
“Non vi capisco: cos’ha di speciale questo….?” Ma prima che potesse terminare la frase, una chioma bionda con un cappello da mago  color celeste si sedette alla scrivania del negozio, scatenando le risatine e le chiacchiere di molte delle streghe del pubblico.
Tra di loro, Harry poté riconoscere la madre dei Weasley, poiché vedeva al suo fianco la sorellina di Ron che, al contrario di lei, aveva l’aria piuttosto annoiata.
Fu sollevato dal notare che sua madre non era fra quelle streghe urlanti.
Come si girò, invece, vide che Hermione non c’era più: si stava facendo largo fra la folla e stava portando per un braccio il povero Neville.
Da una parte, era sollevato che Hermione non avesse scelto lui.
Più avanti, cominciarono degli scatti di fotografie.  
Dopo un momento d’ indecisione, decise di seguire Hermione e Neville, seguito da Frank e Louise, che non capivano cosa stava combinando.
“Harry, che fai?” chiese Louise, mentre spostava le grasse signore che tra le braccia portavano i libri per Gilderoy Allock.
“Voglio portare Neville via da lì!” esclamò Harry, con una strana sensazione.
O meglio, più che sensazione era una certezza, come se la sua fosse stata un’esperienza…personale.
“Ma non sono affari tuoi! Che ti importa se Paciock fa la foto con quell’idiota?” obiettò Louise, indovinando i suoi pensieri, mentre arrivavano quasi alle prime file, all’altezza di una Hermione adorante per l’idolo Allock.
“Mi importa, va be….?” 
Troppo tardi: Neville era stato afferrato da Allock e insieme facevano un mucchio di foto, alcune con Allock che tirava su i ciuffi di Neville per mostrare meglio la cicatrice sulla fronte; cosa ancora peggiore, Hermione applaudiva entusiasta!
A Harry diede molto fastidio tutto questo: avrebbe voluto fermare tutta questa sceneggiata inquietante, ma qualcosa lo trattenne.
“Neville, tu vai alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, giusto?” chiese Allock, con un sorriso smagliante, che dava a Harry la sensazione di finto.
Neville annuì, quasi spaventato dallo scrittore.
“Non c’è bisogno di essere timidi, sai, Neville? Siamo famosi entrambi, tutti e due sul piedistallo!” continuò Allock, prima di ridere in modo teatrale, seguito da tutte le sue adepte adoranti. Poi strinse Neville ancora più forte a sé per fare un’altra foto.
“Bene!” annunciò fra uno scatto e l’altro, “ sono felice di annunciare, dato che questa piccola sorpresa me ne ha dato l’occasione, che sarò l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure a Hogwarts quest’anno!”
“Che cosa?” esclamarono indignati Harry, Frank e Louise, soffocati dagli applausi entusiasta del resto dei clienti, Hermione compresa.
“Oh, non è possibile, la sfortuna ci perseguita!” protestò Louise, battendo un piede a terra.
“Prima ci capita un insegnante impossessato da Tu-sai-chi, ora un incapace!”
Harry annuì, completamente d’accordo con lei.
Non poteva capitare di peggio: la materia sarebbe stata all’altezza delle loro aspettative se solo avesse avuto qualcuno di decente!
Mentre i tre amici inveivano contro Allock, quest’ultimo guardò la sua vittima con un sorriso smagliante.
“Per ringraziare Neville di avermi incitato involontariamente a fare questa dichiarazione” disse, con voce alta, tanto che Harry pensò avesse usato un incantesimo, “gli regalerò tutta la serie dei miei libri autografati!”
Il librario del Ghirigoro ficcò in mano a Neville la pila di libri, e il poveretto fu costretto a sorridere per un’altra foto.
Nel momento in cui Neville s’allontanava frettolosamente e raggiungeva Hermione
-       “Oh, Neville, sono così fiera di te!” gli aveva detto una volta che il ragazzo le aveva ammollato tutti i libri e stava raggiungendo Harry poco lontano –
Sirius e James s’avvicinarono a loro.
“Ragazzi, c’è troppa folla adesso. Torniamo quando il Ghirigoro si sarà liberato!”
Tutti e tre furono d’accordo e insieme, raggiunti con disappunto da Hermione e da Neville, s’avviarono verso l’uscita, quando qualcuno gli si parò loro davanti.
“Chi si vede! L’ho sempre detto che prima o poi gli sfigati si sarebbero trovati!”
commentò acidamente il viscido Draco Malfoy, lo studente che Harry odiava di più a Hogwarts: non solo perché la sua famiglia aveva diffuso la voce che i Potter, i Black e i Lupin fossero magonò e  si fossero comprati l’iscrizione del preside, per via di un disguido avvenuto tempo addietro, ma anche perché era una persona odiosa di per sé, e Harry non ne aveva mai incontrate di così sgradevoli in tutta la sua vita.
“Dunque…” fece, sfiorandosi il mento, “direi che mancano solo i Weasley e siamo al completo…Weasley! Weasley! Qui ci sono le persone che fanno al caso vostro!” si mise a urlare Malfoy per la sala, facendo voltare molti volti.
Harry non aspettò, e istintivamente era al collo di Malfoy, ma qualcuno lo trattenne per un braccio.
“No!” gridò Hermione, livida in volto. “Che fai? Non vorrai finire nei guai…”
La sua voce si spense come gli occhi di Malfoy si incrociarono coi suoi.
Malfoy sembrò farle un mezzo sorriso, quasi di sfida, facendo diventare Hermione ancora più rossa, e scatenando in Harry una specie di belva, a lui ignota prima d’allora.
Guardandosi intorno, vide invece che i visi di Louise e Frank – e anche, Harry non seppe perché, di Neville- lanciavano occhiatine strane a Hermione, che sembrava sempre più imbarazzata.
Harry tornò al volto di Malfoy, e vide che anche lui non capiva la situazione.
Prima che tutto degenerasse, una figura giunse alle spalle di Malfoy; presumibilmente il padre, giacché aveva il suo stesso viso e lo stesso sorriso furbo.
“Draco, vuoi smetterla di importunare persone così perbene?” disse al figlio, che si fece subito da parte. “Dopotutto, noi non parliamo con i ladri, giusto Draco? Ma con con chi si è battuto valorosamente con l’Oscuro Signore,” e adesso si rivolse a Neville, sorridendogli in modo  malvagio, “dev’essere stato un grande onore incontrarlo di nuovo!”
Neville deglutì, ma Harry lo vide sostenere il perfido sguardo di Lucius Malfoy.
“Tu-sai-chi ha assassinato i miei genitori. Vorrei che fosse morto”.
Gli occhi del padre di Malfoy brillarono, ma non disse nulla.
“Andiamo, Draco. Non abbiamo tempo per i perdenti!” il suo tono era sempre freddo e gelido, ma Harry capì che era molto arrabbiato per quello che Neville gli aveva detto.
Nel momento in cui Lucius Malfoy passò loro accanto, Draco lo seguì, lanciando loro un’occhiata di odio a tutti e una enigmatica a Hermione, che cercò di nascondersi dietro a Harry.
“Ragazzi? Che fate ancora lì dentro?” chiamò Sirius, sventolando una mano
e affacciandosi alla soglia del Ghirigoro con aria gioviale.
Il piccolo gruppo fece come gli era stato detto senza farselo ripetere due volte, soprattutto Harry, che avrebbe evitato volentieri altri guai.
“Odiosi” disse Louise, “semplicemente odiosi!”
“Sono d’accordo” assentì Neville, “eccessivamente”.
“Con te è stato anche molto maleducato!” esclamò Frank, veemente. “Farti tutte quelle domande su Voldemort” – Neville tremò leggermente nell’udire quel nome- “ è proprio segno di insensibilità!”
Harry guardò il suo gruppo d’amici allegramente: provò a immaginarsi se fosse stato sempre così, anche a  Hogwarts. Ma sapeva che in qualche modo non era possibile, e Louise gliene diede la prova quando rivolse a Hermione un sorriso malizioso, perché quella non aveva detto una parola da quando avevano incontrato i Malfoy.
“Beh, sono odiosi tranne che per qualcuno, ovviamente” bisbigliò, rivolta a Harry.
Il ragazzo non capì. “Cosa vuoi dire?” gli chiese, aggrottando la fronte.
“Voglio dire che a lei Malfoy piace” sussurrò l’amica.
“Gli piace Malfoy?” esclamò l’altro, cercando di non farsi sentire da Hermione poco più avanti.
Louise gli rivolse un’occhiata ovvia.
 “Oh, Harry, andiamo, l’hanno capito tutti! Possibile che tu sia l’unico che non ci sia arrivato?
Persino Neville l’ha intuito! Hai visto come la guardavamo tutti, al Ghirigoro?”
Harry si fermò a pensare, e poi, finalmente, capì: ora si spiegava il rossore di Hermione ogni volta che Malfoy passava per i corridoi della scuola….e anche quella volta che li aveva scoperti nel passaggio, non era la luce della bacchetta a rendere le sue guance così rosse.,..era….
Un misto di emozioni si ripercossero in quel momento su di lui: si sentiva soddisfatto e arrabbiato allo stesso tempo, ma anche con una grande tristezza che pesava sul suo cuore come un macigno. Le stesse emozioni che aveva sentito per la sorella di Ron…
“Una ragazza può prendersi una cotta anche a undici anni?” chiese, curioso.
“Certo” fece Louise, “ e non è una cosa riservata esclusivamente alle ragazze, ma anche ai ragazzi!”
“Ma…ma è troppo presto!” fece Harry, senza tenere troppo conto del volume della voce.
“E poi…Malfoy! Non poteva scegliersi qualcuno di più…”
“In gamba?” suggerì Louise, sghignazzando, “come te?”
“No, solo…” rispose Harry, cercando di darsi un contegno, “che non me lo sarei mai aspettato,ecco.”
“Ci sono cose che ci stupiscono sempre” commentò saggiamente Louise, “è così che va la vita.
E comunque, se non l’hai notato, Malfoy non è l’unica persona che gli piace…”
“E chi sarebbe?” chiese Harry, curioso, “Neville?”
I due si guardarono e cominciarono a ridere, a ridere forte, e non smisero per un bel po’.
  
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