Hai
delle isole negli occhi
di
badluna
E ti amo e con le mani dico
quello che non so.
Odio
il mio nome solo senza il tuo ogni
fottuto addio
io
odio quando ti odi e mi allontani perché
hai
delle isole negli occhi e il dolore più
profondo
riposa
almeno un'ora solo se ti incontro
Ti guardo spesso, senza che tu te ne accorga,
resto affacciato alla finestra della mia camera osservandoti
gironzolare per la
piazza sottostante e nella cittadella.
Resto ore a guardarti quando sei in punizione
alla gogna sentendo ormai quel famigliare malessere allo stomaco. Fingo
di
dormire quando entri alla mattina, anche se ormai il mio corpo ha una
sveglia
interna che mi fa abbandonare le braccia di Morfeo poco prima che del
tuo
arrivo, e proprio come questa mattina rimango disteso sul letto
ascoltando i
tuoi passi leggeri ma impacciati, il tuo respiro ancora mezzo
addormentato e
vedo la tua figura andare ad aprire le tende. Chiudo gli occhi e
regolarizzo il
respiro, ti avvicini al letto e mi scuoti dolcemente.
"Sire è ora di alzarsi" la tua voce
mi accarezza le orecchie e come un vero teatrante apro gli occhi
fingendo di
essermi appena destato.
I tuoi favolosi occhi sono lì, che aspettano i
miei, mi si blocca il respiro vedendoli e con voce arrochita non dal
sonno ma
da un piacere tutto mio lo chiamo "Merlin".
"Buongiorno Sire" mi rispondi
cominciando ad ordinare la stanza.
Resto a guardarti per un altro paio di minuti
senza perdermi un solo dettaglio od un tuo movimento.
Sono talmente preso da te che sobbalzo quando
ti giri verso di me accigliato con i miei vestiti in mano.
"Sire dovete alzarvi oggi avete
l'incontro con vostro padre - che tra l'altro inizia tra poco - e i
consueti
allenamenti prima degli ultimi preparativi per la festa di questa sera"
"Oh giusto la festa" dico un po'
sovrappensiero.
Oggi è il mio compleanno, da giorni il
casello
è in fermento per i preparativi, ma a me non è
importato, avevo altri pensieri
in mente. Un tocco leggero sulla spalla attira la mia attenzione, ti
sei
avvicinato sedendoti accanto a me sul letto con la schiena rivolta alla
porta.
"Sire? Non vi sentite bene?"
Mi passo una mano sul volto e mi tocco i
capelli cercando di rimettere in funzione il cervello, se mi comporto
così ti
insospettirai, e dopo chi riesce a fermarti idiota di un ficcanaso?
"Sto bene" rispondo scuotendo la
testa.
"È il vostro compleanno, non siete
contento? Ci saranno pietanze e bevande tutte per voi, per non parlare
delle
giovani dame che aspettano solo un vostro gesto" mi prendi in giro,
sbruffone? Ma guarda te quest'idiota!
"Sono contento, ma non mene importa
molto di tutta
questa cerimonia"
dico svogliato.
Spalanchi gli occhi e mi posi una mano sulla
fronte "Adesso sono sicuro che voi non state bene. Avete la febbre e
state
delirando!"
Mi godo il contatto con la sua mano per pochi
secondi e sbuffo divertito fingendomi irritato.
"Non dire sciocchezze Merlin, ti ho detto
che sto benissimo!"
Un sorriso birichino si forma sul tuo volto e
se solo potessi in questo momento me lo mangerei.
"Smettila di sorridere come un idiota o
ti mando alla gogna!" ti minaccio alzandomi e andando dietro al
paravento
per farmi vestire.
"Certo
sire" mi
rispondi con tono canzonatorio.
Sei
più forte di ogni bugia e se la gente
ferisce
è
perché tu sei migliore e lo capisce
la
tua timidezza non condanna, no no
ma
ti eleva da chi odia, chi ferisce e inganna
perché
tu hai delle isole negli occhi
e
il dolore più profondo riposa almeno un'ora
solo se ti incontro
La festa è iniziata da qualche ora e
gli
ospiti sono già quasi tutti senza controllo, guardandomi
intorno gli unici
sobri sono i servitori, nell'angolo a destra della sala ti noto con
indosso
quello stupido cappello che ti faccio sempre indossare e mi viene da
ridere, ma
se mi notassi mentre rido di te mi terresti il muso per settimane.
Torno con lo sguardo sugli altri commensali e
mi chiedo se anche io di solito mi ritrovo in quello stato pietoso.
Contrariamente alle mie abitudini questa sera ho evitato di bere
più di due
bicchieri di vino, non ho per niente voglia di ubriacarmi e vedendo lo
stato
dei presenti capisco molte delle frecciatine che mi lanci i giorni dopo
questo
tipo di feste.
Mio padre si diverte a raccontare imprese eroiche
sulle quali nutro dei dubbi di veridicità.
Sir Leon sta bevendo il suo ennesimo bicchiere
di vino ascoltando composto le baggianate strascicate dagli altri
cavalieri; raramente
l'ho visto fuori dai gangheri o non in possesso delle proprie
facoltà, lui è
sempre così calmo in un modo che non saprei nemmeno definire.
Morgana sta ballando con il buffone di corte,
se mio padre non fosse troppo ubriaco per accorgersene scommetto che
starebbe
dando di matto per la scena insolita.
La musica e gli schiamazzi mi sembrano
all'improvviso troppo così esco sul terrazzo. L'aria
notturna mi scompiglia i
capelli e mi accarezza il viso, la Camelot davanti a me è
addormentata ad
eccezione delle guardie e delle fiaccole che creano un gioco di luci
ipnotizzante.
"Sire?" la tua voce mi chiama alle
spalle.
"Si Merlin?"
"Che succede? Siete strano oggi"
"Strano dici?" ti chiedo con un
ghigno.
"Sì, siete sempre perso nei vostri
pensieri e già questo è preoccupante visto lo
scompenso di Umori che ave…”
"Merlin!" dico avvertendoti di non
continuare la frase "COF...dicevo, siete pensieroso, mi avete preso in
giro si e no due volte. E poi avete quello sguardo"
"Quale sguardo?" ti chiedo confuso.
"Lo sguardo che avete sempre quando qualcosa
vi cruccia, ma essendo troppo orgoglioso non ne parlate"
Mi stupisco delle tue parole, non pensavo che
mi conoscessi così bene, nemmeno mio padre si è
accorto che oggi non è
giornata.
Beh, credo che Sir Leon lo abbia capito, ma
lui è Sir Leon!
"Non so di che cosa tu stia
parlando" ti dico con voce seccata, sarebbe inutile dire la
verità perché,
anche concesso che riesca a smettere di vaneggiare davanti al tuo
sguardo ed a
comporre un discorso di senso compiuto, finirei inevitabilmente per
allontanarti.
"Ecco appunto!" dal tono capisco che
ti stai infervorando "È proprio di questo che parlo, siete
così cocciuto
che anche quando vi si viene a chiedere espressamente cosa vi prende
voi
fingete e-" a metà della ramanzina ti vedo barcollare e
rischiare di cadere,
goffo come sei sarai inciampato nei tuoi stessi piedi!
Con un gesto fluido ti prendo per la vita,
evitando di farti cadere come un sacco di patate e ti stringo
inconsapevolmente
addosso.
Lo stupido cappello che indossi, nello
slancio, scivola dal tuo capo e cade dal balcone mentre i nostri occhi
lo
seguono.
"Sei il solito idiota" ti dico
aspettandomi di sentirti sbraitare di nuovo contro la mia testardaggine
ed il
mio cervello bacato.
Spalanco gli occhi quando invece di urlare, come
immaginavo, ti rilassi e sospiri tra le mie braccia.
"Che testardo" sussurri ed io non
posso fare a meno di sorridere.
Restiamo così -in questa sottospecie di
abbraccio- per alcuni minuti prima che io abbia la forza di
interrompere quel
dolce silenzio.
"Merlin" inizio ma vengo subito
interrotto.
"Lo sapete vero che io per voi ci sono?
In qualunque momento o situazione, per qualunque cosa. Sempre!"
Sospiro vorrei crederci, ma come posso se so
che il giorno in cui sarò così incosciente da
dirti la verità tu scapperai?
"Merlin" cerco di trovare le parole
per dire qualcosa di giusto, di vero. Ma mi ritrovo a ripetere solo il
suo
nome, per la trentesima volta quel giorno.
Ti giri del tutto verso di me e mi posi due
dita sulle labbra avvicinando il tuo viso al mio, e rimani lì, così,
guardandomi negli occhi mentre ricambio lo sguardo.
"Sempre!" mi ripeti.
Con lo sguardo puntato nei tuoi occhi, le tue
dita posate sulle labbra ed il cuore che mi scoppia capisco quello che
il mio
corpo sa ma che il cervello non recepiva.
E da quel momento gli credo.
Io
non mento non importa cosa dicono
nel
silenzio guardo le anime che passano
e
di queste anime tu sei la più speciale
perché
sorridi anche inseguita dal dolore
e
ti amo anche se soffri e poi pretendi non si
veda
quando vorresti che il
sorriso tuo invertisse
E tu mi ami, trama sintetica di
una giornata
storica.
Angolo
di Bad:
La prima volta che ho sentito questa canzone
devo ammettere che non mi è piaciuta...poi dopo la
30° volta che la sentivo (in
ufficio abbiamo la radio e la continuavano a riprodurre) ha cominciato
a
piacermi, ed a insinuarmi l'idea di una fanfic con essa.
Ed eccoci qui xD
Il titolo della storia è ovviamente preso dalla canzone ispiratrice, il titolo del capitolo invece deriva dall'isola di Peter Pan, una volta finita la storia ho pensato che negli sguardi di Merlin e di Artù ci fosse un isola tutta loro: Un isola che non c'è!
Un gigantesco GRAZIE alla mia beta Dolce Kisa che mi ha aiutata tantissimo con questa Fanfic.