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Autore: BuenosAires    25/07/2012    0 recensioni
STORIA ARRIVATA TERZA A PARIMERITO CON ALTRE AUTRICI PARTECIPANTE AL CONTEST "COME LA PIOGGIA E LA NEVE" INDETTO DA dubhe_28 :3
Quando leggo nei vari libri la parte in cui il protagonista, quasi sempre maschile,ma non voglio fare troppo la femminista, dopo una lunga litigata o una cazzata, tutte e due fatte con una donna, dove la donna ha nettamente ragione, ma ripeto non voglio essere troppo femminista, va fuori sotto la pioggia per “purificarsi” per cercare di lavare via la sensazione di sporcizia e di peccato e naturalmente urla perché loro per esprimersi sono come le scimmie, ok sono una femminista convinta...
Raiting Arancione per linguaggio un po' forteo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname (sia EFP che Forum se diverso)Buenos.Aires (forum), BuenosAires (efp)
Titolo  Come l’acqua piovana viene rimpiazzata da altra acqua
Pacchetto  Numero 8 (uno dei personaggi alla fine se ne deve andare)
Genere Generale                                                                                                                                             Avvertimentioneshot                                                                                                                                                  Rating  Arancione
Personaggio/i  Infermiera, adolescente
Introduzione  Quando leggo nei vari libri la parte in cui il protagonista, quasi sempre maschile,ma non voglio fare troppo la femminista, dopo una lunga litigata o una cazzata, tutte e due fatte con una donna, dove la donna ha nettamente ragione, ma ripeto non voglio essere troppo femminista,  va fuori sotto la pioggia per “purificarsi” per cercare di lavare via la sensazione di sporcizia e di peccato e naturalmente urla perché loro per esprimersi sono come le scimmie, ok sono una femminista convinta...
Eventuali NdA  Questa è il primo concorso a cui partecipo, dire che sono emozionata è poco, comunque spero che con questa storia di non aver offeso nessuno, se la storia in qualche modo vi offende non so che farci, a mia discolpa devo dire che non avevo intenzione di offenderti, quindi  ogni singolo fatto, azione e personaggi sono puramente partoriti dalla mia testolina.
Detto questo non mi sembra che ci sia altro da dire se non Have fun!
 
 
Come l’acqua piovana viene rimpiazzata da altra acqua
 
Quando leggo nei vari libri la parte in cui il protagonista, quasi sempre maschile,ma non voglio fare troppo la femminista, dopo una lunga litigata o una cazzata, tutte e due fatte con una donna, dove la donna ha nettamente ragione, ma ripeto non voglio essere troppo femminista,  va fuori sotto la pioggia per “purificarsi” per cercare di lavare via la sensazione di sporcizia e di peccato e naturalmente urla perché loro per esprimersi sono come le scimmie, ok sono una femminista convinta...
Ecco quando vedo queste scene in un film o le leggo in un libro,  inizio a ridere come una scema; ma per “purificarsi” non basta una doccia? E proprio se vuoi “purificarti” con l’acqua piovana, prima fai una piccola ricerca del tasso di inquinamento nella tua città, scoprirai tante piccole brutte notizie.
Perché qui a Milano, lo smog appena piove, ti si incolla addosso e di certo non ti da la sensazione di “purificarsi”.
E poi se vogliamo dirla tutta, Milano non è proprio la location perfetta per stare fuori con la pioggia, perché se nei libri c’è la pioggerella primaverile, a Milano la pioggia ti sferza il viso e il freddo si infila dentro il giubbino.
Forse dovrei dirlo al ragazzino che se ne sta impalato testa basta e pugni stretti, con l’acqua che ormai gli è entrata nelle mutande.
Maledetta etica professionale.
- Hey ragazzino, vieni a fare l’uomo vissuto dentro al caldo-
Il ragazzino in questione si gira di scatto sorpreso che qualcuno abbia assistito al suo piccolo spettacolino di ragazzo con il mondo sulle spalle, patetico.
Fantastico, ha gli occhi  arrossati dalle lacrime, perché una categoria di uomini più orribili quelli che stanno sotto la pioggia per “purificarsi” è la categoria di uomini, o ometti a giudicare dalla sua età 16 anni penso, che stanno sotto la pioggia per nascondere le lacrime.
-Chi cazzo sei?- Oh un ometto che sta imparando le parolacce!
-Ma come non si vede sono la tua fata madrina, sono venuta a prenderti il numero delle tue scarpe per non farti sfigurare al ballo..- annunciai ironica mostrando la mia mise da infermiera.
-Ho visto che sei un’infermiera, ti ho chiesto chi sei-
-Al momento non ti deve interessare, mi ha mandato qui il primario, sai c’è in giro una brutta influenza, non vuole che infesti il suo ospedale con i tuoi luridi germi-
-Che quel babbuino si metta i miei germi su per il culo!-
-Glielo direi pure, e non perché mi stai simpatico e così ti faccio un favore, ma solo perché mi sta facendo passare la mia pausa fuori al gelo con la pioggia che mi entra pure nel reggiseno- non stavo scherzando, sentivo pure le ossa fradice, ma mica potevo entrare dentro al calduccio! Noo.. dovevo stare fuori con un mocciosetto a beccarmi tutta l’acqua che qualcuno lassù sta’ facendo cadere.
-E allora vattene, io non ti conosco, tu non mi conosci non vedo cosa ci possa andare di mezzo-
-Oh ci va solo di mezzo il mio stipendio, ma non voglio preoccuparti troppo- aggiunsi serafica
-E che cazzo centro io con il tuo stipendio?- oh piccolo ragazzo ignorante ora ti dico io cosa centri con il mio stipendio
-Se solo alzassi il tuo regale collo,ti accorgeresti che c’è una persona che ci sta fissando, si quella con la faccia da carlino, l’hai vista no?- il ragazzo annuì – ora non fissarla più, quella là è il mio caporeparto, ed è lei che mi ha costretto a venir qua a “testare le mie capacità”- scimmiottai la voce di quella stronza dispotica- ed ora sei pregato di rientrare, e se non chiedo troppo, fatti comparire un sorriso su quella faccetta, se entri con la faccia sconvolta che hai ora, mi fanno togliere la divisa nella hall e mi sbattono a casa in mutande e reggiseno, si anche se c’è la pioggia- e misi mostra del mio solito sorriso plastico, dai bamboccio che se non entri di tua spontanea volontà ti sbatto io dentro a calci nel culo.
-Ma le infermiere non dovrebbero essere carine, gentili e pronte ad aiutare il prossimo?- brutto stronzo come osi offendere il mio lavoro!
-Per quello c’è Chastity del reparto cardiologia, terzo piano, Chasty è grande come una macchinetta di bevande, non la puoi confondere- e gli indicai l’entrata.
Lui scrollò le spalle e rimase a fissare il pavimento con la pioggia che gli grondava il viso, si perché c’è sempre la pioggia! Voglio un aumento, ora.
Lui non si muoveva, allora capii, questo mocciosetto si aspetta la consulenza gratuita, che palle questa dovrebbe essere la mia pausa  !
Presi due ombrelli dal portaombrelli  e gliene lanciai uno, ma il ragazzino doveva essere sul pianeta Namec, visto che l’ombrello lo colpì in testa.
Cazzo adesso vedi la faccia del Carlino lassù che scrive “violenta verso il prossimo”.
-Ehy mi hai fatto male!-
-Torna nel pianeta terra e ora sorridi, se no il Carlino mi uccide- lui mi ignora e inizia a parlare
-Mia zia è morta- Oh no! Che palle! Il parente defunto..
Dov’è la telecamera che deve inquadrare la sua faccia sofferente, e dov’è il regista che urla “CIACK AZIONE!” ?
-Ti faccio le mie più vive condoglianze che un estraneo possa farti..- venni interrotta da lui che naturalmente non mi stava ascoltando
-Tutti noi sapevamo che doveva morire, ha.. aveva il morbo della mucca pazza…- La pioggia continua scorrere sull’ombrello
-Senti ragazzino non so cos-
-Avrebbe potuto morire in qualsiasi momento, ogni volta che la salutavo, lo sapevo dannazione, IO LO SAPEVO CHE POTEVA ESSERE L’ULTIMA VOLTA- ok ora si stava decisamente arrabbiando
-E oggi invece di andarla a salutare, sono rimasto a casa, tanto sarei andato a salutarla domenica, e invece..-
Ah cosa peggiore della morte, è di certo l’ultimo saluto.
Abbastanza rognoso se ci pensi, ogni volta che vai a salutare una persona in ospedale pensi che quella potrebbe essere l’ultima volta, ma poi c’è sempre quella frase “tanto la vado a trovare anche domani”
-Non sono andato a salutarla cazzo!- il ragazzino stà prendendo la tangente, e la pioggia non ha intenzione di fermarsi, di male in peggio..
-Se fossi andato oggi allora..- ok mi stava stancando, mandai all’aria ogni briciolo d buona educazione.
-Senti belloccio, ascoltami bene che poi non mi ripeterò- potevo vedere la nuvoletta dei suoi pensieri “Ma questa è un’infermiera o cosa?”
-Se ad ogni singola azione che facciamo, pensiamo ai se o ai ma, non si vive. Hai capito? “Se io fossi andato a trovarla oggi”- lo scimmiottai- Baggianate! Di certo l’avresti salutata come hai fatto ogni singola volta che sei andato a trovarla! Poi ti saresti lo stesso sentito in colpa “se solo avessi aspettato qualche ora in più sarebbe morta con un parente accanto”- lui accusò il colpo e chinò la testa colpevole- Se ti fai prendere dal rimorso ogni singola azione che fai, diventi morto, non riesci più a vivere; quindi sei pregato di entrare in quel fottuto ospedale e dimostrare che almeno te non sei morto! Non servono a nulla i rimorsi, fanno solo danni- conclusi la mia filippica e mi accorsi che il mio ombrello con tutto il mio gesticolare, era irrimediabilmente rotto, per fortuna che non era il mio!
-Sta di fatto che mia zia è morta! MORTA capisci? M.O.R.T-
-Non serve farmi lo spelling, so benissimo cos’è la morte, ci vado a braccetto  ogni singolo momento che passo in quell’edificio, pure ora mi sta gravando sulle spalle, fa da zavorra quella stronza, ma te devi essere più forte di lei, è così che si sopravvive; e in questo momento si sta prendendo la vita di altre decine di persone là dentro- e indicai con l’ombrello l’ospedale alle mie spalle, la pioggia mi aveva completamente bagnata e di certo non mi avrebbe purificata, fa purificare solo i maschi mi sa, e questa non sarebbe discriminazione dei sessi!
-E cosa me ne frega degli altri, è morta mia zia, chi se ne frega degli altri!-
Iniziai ad applaudire e l’ombrello finì a terra
-Ma bravo, proprio bravo, signore e signori ecco a voi il baldo  giovane a cui interessa solo la morte di sua zia, se ne frega che al reparto di oncologia infantile, Patrick sia appena morto. Dovrei fregarmene anche io no? Dovrei  andare a consolare i genitori di Patrick  solo perche Pat mi stava simpatico? Allora cosa ci sto a fare con te? Dovrei lasciarti crogiolare nella tua miseria ed andarmene! Ma sai perché no lo faccio? Non solo perché c’è quella cazzuta faccia da Carlino che sta vedendo tutto, lo faccio perché non sono un’egoista!-
-Ma te sei un’infermiera cazzo! È il tuo compito consolare tutti!-
-E da dove caspita stò cazzo di luogo comune in cui tutte le infermiere devono trascurare il loro lavoro per consolare tutti? Ti ho già detto che se vuoi trovare l’infermiera modello vai al terzo piano, vicino alle macchinette degli snack e del caffè, c’è Chastity, certo è grande come due macchinette dei kinder bueno, ma chi siamo noi per giudicare la sua obesità, lei è buona come un kinder bueno!- lui sbuffa – Ed ora sei gentilmente pregato di entrare dentro quell’inferno ed andare a consolare il tuo cuginetto, di certo ci sarà anche Chastity così gli puoi chiedere la consulenza gratuita, ma non stare qua a fare il martire e far togliere dall’acqua piovana ogni tuo singolo errore- lui riabbassa la testa – E per la cronaca, a Milano l’acqua piovana è più sporca di come ti senti tu ora e quindi peggiori solo le cose! Entra dentro quell’edificio o ti spedisco dentro a pedate!- il ragazzino dopo aver assimilato ogni mia singola parola, aveva assunto una faccia offesa, ma almeno lo sconforto iniziale era scomparso.
-Ma va a fanculo- mi urla con la spalla e butta l’ombrello a terra, mi aspetterei di vedergli chiudere la porta con un tonfo, ma all’entrata ci sono porte scorrevoli.
-Magari dopo ci vado dopo il turno- gli urlo dietro e lui per risposta mi fa il dito medio.
Guarda te che bastardello! Io gli faccio la consulenza gratuita e lui mi ripaga con un bel dito medio e un vaffanculo?
Certo non ci sono andata leggera, ma per quello c’è Chastity!
 
Guardo l’ora le 22.35 uff la pausa è finita da ben cinque minuti..
Ancora bagnata dalla pioggia mi dirigo verso il terzo piano dove quel giorno ero di servizio e vidi Chastity che stava offrendo un te ad un ragazzino bagnato fradicio che teneva per mano un marmocchi etto di sei anni circa,  con gli  occhi ancora arrossati.
Chastity mi vide e mi strizzò l’occhio, io risposi con un ghigno.
Era il nostro modo di lavorare, infermiera buona e infermiera cattiva, funzionava sempre e ormai nessuno rimaneva più scandalizzato dalle sceneggiate che facevo ai parenti del defunto più problematici.
Continuai a percorrere il corridoio ed entrai in una stanza
-Ehy Carla come sono andata questa volta?-
Una vecchietta sugli ottanta anni mi sorrise e la sua somiglianza ad un carlino aumentò.
-Benissimo cara, il lancio dell’ombrello poi è stato perfetto!-
-E hai visto il dito medio?-
-Certo, e ho visto la tua faccia dopo, sembravi furiosa-
-In qualche modo devo pur sempre buttar fuori lo stress e visto che non mi è permesso farlo con i pazienti lo faccio con i parenti più intransigenti!-
Lei mi sorrise e io gli ricambiai il sorriso
-Ma cara sei bagnata fradicia!- notò la pozzanghera di acqua che mi stavo trascinando dappertutto
-Ma va? Ho ‘acqua pure nel sedere, ora mi vado a cambiare, alle undici i bambini più grandi di oncologia vogliono seppellire Pat-
-Oh povere stelline, ma dimmi si sono ripresi dallo spavento?-
-Certo anzi dicono che è stato un momento eclatante, di certo nel loro reparto non si era mai visto un pappagallino volare e spiaccicarsi contro il vetro solo perché è passata l’infermiera sexy!-
-Peccato che mi sono persa la scena!- ridacchia; la saluto e mi dirigo verso il corridoio, faccio in tempo a dirigermi verso l’ascensore quando una voce mi ferma
-Hey- faccio fatica a trattenere il sorriso, tutti ritornano alla fine, non mi fermo ma continuo a camminare fino all’ascensore
-Hey, volevo dirti graz..- gli mostro il dito medio da dietro, lo sento ridacchiare e schiaccio il pulsante dell’ascensore, non girati, non girarti, sarà più difficile dopo.
E così con la divisa gocciolante di acqua, i capelli appiccicati ed un ombrello rotto in mano, presi l’ascensore e usci dalla vita di quel ragazzo, come l’acqua piovana sporca viene rimpiazzata da altra acqua.
E si se ve lo state domandando, sto andando a farmi una doccia, non sono mica un uomo io!
 
 
 
 
  
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