Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: len91    25/07/2012    1 recensioni
Afferrò il lenzuolo..non era come se lo era immaginato per quell’ occasione, nulla era come aveva sognato fosse; che, a dire il vero, non pretendeva poi molto, solo essere felice, ecco solo questo; nella semplicità e nella gioia del momento. Ma il lenzuolo era arido, atono; non era candido, leggero e setoso e bianco, ma umido, sporco e rosso, avido del calore del suo corpo lasciato nudo. Lo strinse così forte, che le nocche delle mani, già bianche naturalmente, si fecero quasi trasparenti. Come, come aveva potuto permettere che tutto quello accadesse?
Come poteva perdonarsi, come avrebbe potuto perdonarla? Lui che, scompigliandosi i capelli per l’ imbarazzo, le aveva detto a mezza voce : “ Mi fido ciecamente di te e per questo che ti affido la mia e la sua vita “..e ora, la sua vita, era in pericolo, ed era stata lei stessa a metterla in una tale situazione. Non l’ avrebbe mai perdonata, non l’ avrebbe mai più amata..
Genere: Azione, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Lenzuolo avido.

 

 

 

 

Freddo, terribile e pungente. Gelo, dal profondo ventre, alle tempie candide. Brividi di terrore e di orrore la scossero dall’ apparente torpore in cui versava. Aveva gli occhi ancora chiusi ed il corpo pericolosamente immobilizzato a quel tavolo di legno diafano. Non respirava, non avrebbe potuto; ogni minima particella d’ ossigeno inalata, le sferzava la gola. Non parlava, non poteva: ogni singola parola le feriva la carotide, infuocando le sue corde vocali. Singhiozzò ed un rantolo rauco e grezzo sferzò il silenzio tombale di quella stanza. A quel singulto, ne seguì un successivo, più sommesso, ma altrettanto disperato ed un altro ancora, terribilmente acuto. Non respirava ed il singhiozzo successivo la fece trasalire, quasi soffocandola. L’ effetto immediato, del tutto involontario e repentino, la gettò in avanti, costringendola a sedersi e a portarsi entrambe le mani sul petto. Li aprì, gli occhi; bruciavano, bruciavano incredibilmente; un velo opaco di lacrime ne patinava le pupille e non le permetteva di mettere a fuoco i perimetri delle figure circostanti. Li serrò, li strizzò e respirò; li riaperse ,li sgranò e li liberò dal torrente di lacrime che li offendevano, accovacciandosi su se stessa. Poi lo sentì, quel tepore maledettamente dolce, farsi spazio tra le sue cosce, risalire i fianchi morbidi ed impossessarsi del suo seno. Istintivamente e con mani tremanti, carezzò l’ incavo delle gambe: umido e bagnato, a tratti secco, legnoso e liscio. “ No... “ si disse, “ no...! “ continuò, mentre altre lacrime le rigavano le gote rosse come non lo erano mai state. Le premette, quelle mani, sul suo ventre, quasi a volersi strappare le interiora…quasi a voler mettere a tacere il dolore di quella perdita, sostituendola ad un dolore fisico, davvero percettibile e, solo pochi istanti prima, provato. Non ci riuscì; si graffiò le gambe e, disperata, pronunciò le parole che attivavano la sua abilità innata. Nulla, non vi era nessuno nella stanza; l’ avevano lasciata sola, quando sola non avrebbe dovuto essere.. in due.. avrebbero dovuto essere in due..le pronunciò nuovamente, quelle maledette parole, ma anche la sua unica dote, l’ aveva ormai abbandonata. Afferrò il lenzuolo..non era come se lo era immaginato per quell’ occasione, nulla era come aveva sognato fosse; che, a dire il vero, non pretendeva poi molto, solo essere felice, ecco solo questo; nella semplicità e nella gioia del momento. Ma il lenzuolo era arido, atono; non era candido, leggero e setoso e bianco, ma umido, sporco e rosso, avido del calore del suo corpo lasciato nudo. Lo strinse così forte, che le nocche delle mani, già bianche naturalmente, si fecero quasi trasparenti. Come, come aveva potuto permettere che tutto quello accadesse? L’ unica, quella era l’ unica occasione nella quale avrebbe dovuto mostrarsi forte e coraggiosa..non lo era stata, non era stata sufficientemente coraggiosa..non si era battuta per trattenere a sé quella piccola vita, non si era gettata sul nemico, per evitare la catastrofe, non aveva imposto di sacrificare la propria vita per salvare quella della sua piccola creatura. Ma come poteva, come poteva..era allo stremo delle forze. No, con quale coraggio avrebbe potuto discolparsi così facilmente di quanto aveva passivamente permesso accadesse? Eppure quella volta, lo era stata, coraggiosa. Era distrutta, disperata, innamorata e si era data in pasto al nemico, per salvarlo..non aveva lasciato che morisse, piuttosto l’ avrebbe fatto lei al suo posto. Questa volta, invece, era svenuta..l ‘unica volta in cui non avrebbe dovuto farlo, aveva chiuso gli occhi, mentre ancora gridava, sussurrandolo, il suo nome. Rabbrividì; avrebbe dovuto essere felice e forse, nella normalità, lo sarebbe stata; avrebbe dovuto condividere le sue lacrime e la sua incontenibile gioia con lui al suo fianco, in un momento tranquillo. Avrebbe dovuto tenergli la mano e stringerla forte, pregandolo di non abbandonarla e di restarle accanto, in una situazione quotidianamente pacifica. Gliel’ avrebbe baciata, quella mano, sussurrandogli dolci parole per ringraziarlo del regalo più straordinario che mai avrebbe potuto donargli..ma quella era non era una situazione quotidiana, non era tranquilla e pacifica come la casetta che lui, assecondandola gioiosamente, le aveva donato per la loro vita insieme. Era pericoloso, era tremendo, era orribile quello che le avevano fatto..sarebbe stato orribile dirglielo, se mai si fosse trovata costretta a farlo e non fosse, prima, morta per il dolore. Come poteva perdonarsi, come avrebbe potuto perdonarla? Lui che, scompigliandosi i capelli per l’ imbarazzo, le aveva detto a mezza voce : “ Mi fido ciecamente di te e per questo che ti affido la mia e la sua vita “..e ora, la sua vita, era in pericolo, ed era stata lei stessa a metterla in una tale situazione. Non l’ avrebbe mai perdonata, non l’ avrebbe mai più amata..e lei non sarebbe riuscita a sopravvivere, fustigata dall’ odio che lui avrebbe provato nei suoi confronti e di quello che, lei stessa, provava per il suo meschino comportamento. Ma se, almeno la piccola creatura si fosse salvata..se almeno essa fosse stata al sicuro tra le braccia forti del suo uomo, allora nulla avrebbe più avuto importanza. Lei ed il suo misero corpo avrebbero potuto sciogliersi e decomporsi, se, almeno, loro due fossero stati sani in salvo. Tentò di alzarsi dal giaciglio, tremava, nonostante si fosse avvolta il lenzuolo sulle spalle..rabbrividiva, tesa tra la gioia di aver donato alla luce una nuova vita ed il senso di vuoto e d’ impotenza per essersela vista, immediatamente, strappare dal seno. Barcollò, ergendosi a stento sulle gambe molli. appoggiò una mano al muro, per evitare di accasciarsi al suolo. Aveva freddo, la testa le doleva, gli occhi le pungevano..il respiro era affannoso, la gola secca, rotta dal pianto ed il cuore che martellava all’ impazzata. L’ avrebbe cercato, ovunque, ma l’ avrebbe trovato. Non importava a quale prezzo, non contavano le conseguenze che avrebbe subito il suo essere..avrebbe resistito a torture fisiche e ricatti psicologici, ma non si sarebbe tirata indietro..non avrebbe agito da vigliacca e da codarda; avrebbe fatto esattamente come quattro anni addietro: si sarebbe spinta tra le braccia della morte, pur di salvare la vita alla persona più cara che quell’ uomo le aveva donato. Era un regalo troppo prezioso, un bene così raro e ineguagliabilmente unico. No, avrebbe ignorato le fitte al basso ventre, avrebbe  trascurato il senso di nausea tedioso, avrebbe ricacciato nell’ esofago tutto il vomito che, inesorabilmente, le inacidiva lo stomaco. In qualche modo, in qualsiasi modo, avrebbe salvato entrambi. Si avvicinò alla porta della stanza, ma un rumore la costrinse a raggomitolarsi al suolo, per timore di essere scoperta.

 

“ … Naruto … “ riuscì, unicamente, a profferire.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: len91