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Autore: Ranpyon    09/02/2007    9 recensioni
Ran Kotobuki. Angelo protettore di Shibuya. Gal n°1 del Giappone. No, del mondo intero.
Il suo cuore è veramente immune a ragazzi che non siano Tatsuki Kuroi?
... -Ranpyon- ...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Capitolo 3

 

 

“Cosa?! Hai picchiato Otohata?!”
Miyu era letteralmente sconvolta da ciò che Ran le aveva raccontato.

“No, non l’ho picchiato... ma ci sono andata vicino... Mi ha fatto veramente infurrabbiare quell’idiota!” Ran ingoiò un takoyaki intero e si alzò di scatto dalla panchina.

“Ma questa me la paga!!”

“Avanti, Ran, siediti...” Miyu cercò di calmarla e la ragazza obbedì, divorando un altro takoyaki.

“Quindi Otohata ti ha detto che non gli interessa essere gentile con Aya...”

“In parole povere sì... Certo, non l’ha detto esplicitamente ma me l’ha fatto capire. Non ha alcuna intenzione di ricambiare i suoi sentimenti”

“Beh, non possiamo mica costringerlo...”.

La biondina sorseggiò l’aranciata e gettò la lattina nel contenitore dei rifiuti.

“Comunque propongo di non dire niente ad Aya... Servirebbe solo a farla soffrire” proferì sedendosi di nuovo accanto a Ran.

“No”

“No?”

“Hai capito” disse Ran con sguardo serio.

“Otohata non ha intenzione di ricambiare i sentimenti di Aya, ma non voglio che lei soffra. Sarebbe meglio dirglielo, in modo che non si faccia illusioni...”

Miyu rifletté un attimo. Forse era quella la cosa giusta da fare, ma non ne era sicura.

“....Aspettiamo qualche giorno e vediamo che piega prende la situazione... Magari Otohata era solo di malumore... In verità non voleva dire quelle cose...”

Miyu sembrava veramente preoccupata, quindi Ran decise di non insistere oltre.

“D’accordo” sospirò, alzandosi.

La biondina la imitò.

“Ora sarà meglio che torni a casa...” proferì guardando l’ora.

“E’ quasi ora di cena...”

Ran annuì e la salutò, mentre l’amica si avviava verso casa.

 

“Ehi, Rei!”

Yuya stava correndo come un forsennato verso il suo amico, seduto su una panchina a respirare l’aria fresca della sera.

“Yuya...” Il biondo gli si avvicinò e gli si sedette accanto, prendendo fiato.

“Ho.... Ho.... provato... a.... a...”

“Yuya, riprendi fiato!”

Il ragazzo obbedì e fece un paio di respiri profondi, calmandosi e iniziando a parlare.

“...Ho provato a chiamarti sul cellulare, ma era spento... Così ho chiamato a casa tua ma mi hanno detto che eri uscito... Si può sapere che fine avevi fatto? Noi due avremmo dovuto incontrarci un’ora fa davanti al Tawareco!”

“...”

“Rei, rispondi!”

“Scusa. L’avevo dimenticato...”

Yuya decise di non ribattere, notando che il morale dell’amico era sottoterra.

“Che hai? Ti vedo strano...”

“Niente, tranquillo”

Mentre parlava, Otohata teneva lo sguardo fisso sui suoi piedi: cosa strana per lui, che fissava sempre la gente negli occhi.

“Ah... forse ho capito...”

A quella frase, Rei alzò gli occhi e andò a fissare l’amico.

“Cosa?”

“Ho saputo che hai litigato con Ran...E’ per quello che sei così strano?”

Rei sgranò un attimo gli occhi senza farsi notare dall’amico e si alzò di scatto, cercando di assumere il solito atteggiamento arrogante. Mise le mani in tasca e si voltò verso Yuya, fissandolo insolentemente.

“Sai che me ne frega di aver litigato con Kotobuki... E’ assurda...”

Fece per andarsene, ma Yuya lo bloccò per un braccio, alzandosi di scatto.

“Rei, sono anni che ti conosco e non ti ho mai visto così! So che respingi sempre tutte le ragazze che ti stanno attorno perché non sei interessato, ma dovresti lo stesso cercare di essere più gentile... Su... su questo sono d’accordo con Ran...” proferì velocemente, per poi soffermarsi sull’ultima parte.

Rei si girò a fissarlo.

“Vediamo... Mi fai la predica e prendi le sue parti solo perché ne sei innamorato, no?” chiese in tono canzonatorio.

“Non è vero! Non sto prendendo le sue parti, ma sono d’accordo con lei!”

“E questo non si chiama prendere le parti di qualcuno...? Yuya, scusa se te lo dico, ma non sei la persona più adatta per farmi la predica”

“Non ti sto facendo la predica! Insomma, Rei, ma sei stupido?! Che diavolo ti prende?!”

“Niente, lascia stare”
Il moro, con uno strattone, si liberò dalla presa dell’amico e si allontanò con passo lento e noncurante.

Yuya rimase a fissare Rei con uno sguardo sconvolto.

Doveva esserci per forza qualcosa sotto. Rei non si era mai comportato così prima d’ora.

Il biondo sentiva il bisogno di parlarne con qualcuno... Ma chi poteva essere la persona più adatta?

 

“Ah, Aso... Come mai da queste parti?”

L’agente Yamato Kotobuki salutò il ragazzo con un gesto della mano, posando sul tavolo della stazione di polizia un documento. Si passò una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore.

“Qualche problema? Hai il viso stanco” chiese Yuya avvicinandosi e sedendosi su una sedia.

“Stavo solo ricontrollando queste denunce. C’è uno scippatore che va in giro per Shibuya e non riusciamo ad acciuffarlo...”

“Perché non chiedi aiuto a Ran? Sarebbe felice di aiutarti”

“Non dirlo neanche per scherzo!” si allarmò il bruno.

“Sicuramente si metterebbe nei guai... E’ meglio lasciar perdere...!”

“Già...” Yuya abbassò lo sguardo.

“Comunque... Aso... Come mai sei qui? Se cerchi Ran...”

“No, Yamato. Cercavo te, non Ran.”

Il ragazzo si indicò con il dito, incredulo.

“Me? Cercavi me?”

“Sì” rispose pacato l’altro.

“Mh... E come mai?”

“Perché ho bisogno di una mano. Rei ultimamente si comporta in modo strano, non so cosa gli sia preso...”

Lo sguardo di Yuya era più che preoccupato, e Yamato se ne accorse.

“Strano? In che senso?”

“Beh... è sempre scortese... Poi ho saputo che ha litigato anche con Ran...”

“Ah, sì, Miyu me l’ha accennato...” proferì Yamato facendo mente locale.

“Ecco, allora vorrei un consiglio. Lui non vuole confidarsi, ma c’è senz’altro qualcosa che non va...”

“Beh, non puoi costringerlo e raccontarti tutto, no?”

Il ragazzo si alzò dalla sedia e ripose i documenti in un cassetto, richiudendolo con cura.

“Aso, tu e Otohata avete due caratteri completamente differenti. Tu ti confidi con lui, è vero, ma dubito che lui farebbe lo stesso con te”

“Lo so... E’ un tipo freddo e distaccato, Rei”

“Esatto. Io ti consiglio di aspettare. Di osservarlo, magari, per capire se c’è qualcosa che non va e aiutarlo”

Yuya rifletté un attimo. In effetti Yamato aveva ragione. E, anche se così non fosse, non avrebbe potuto fare nient’altro per il suo amico.

“D’accordo... ti ringrazio, Yamato... Proverò a fare come mi hai detto tu”

“Bene. E stai tranquillo, ok?”

Yuya annuì vigorosamente e si alzò a sua volta, facendo un piccolo inchino.

“Grazie mille”

si volse a testa bassa verso l’uscita e vi si diresse. Ma si scontrò con qualcuno proprio sull’entrata.

“Oh, mi scusi...” disse mortificato il biondino alzando la testa.

“Numero 2?”

“Ran!”

“Che ci fai qui?” Chiese la ragazza con un tono di voce un po’ troppo alto.

“Ero venuto... ecco... per...”

“Era solo passato a salutare” intervenne Yamato in aiuto di Yuya, che lo ringraziò mentalmente.

“Ah... sai, N°2, capiti proprio a proposito...!”

Gli occhi di Ran si illuminarono di colpo e si aggrappò al braccio dell’amico.

Lui la fissò, sorridendo ma sospirando rassegnato allo stesso tempo.

“Sì, ok, ti offro da mangiare... Andiamo”

Ran saltellò contenta e corse fuori dalla stazione di polizia senza salutare suo fratello.

“Certo, non che la cosa sia una novità” si ritrovò a pensare Yamato. Gettò un’occhiata a Yuya e lo vide correre fuori ad inseguire Ran.

“Bah... non cambierà mai...”

 
Ma Yamato non sapeva che si sbagliava.

E molto, anche.



Fine capitolooooooo!!!!

Lo so, non è per niente interessante, starete dicendo voi, ma vi assicuro che è importante... Almeno credo... Erano le tre di notte quando l’ho scritto e non ero in grado di ragionare lucidamente. E si vede...

Insomma, la storia da qui comincia ad entrare nel vivo...

Spero che vi gusteranno anche i prossimi capitoli!!

Alla prossima!

-Ranpyon-

  
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