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Autore: Jules Wright    25/07/2012    3 recensioni
Nessuno sa come o perché, ma Draco Malfoy ha perso la memoria. Non si ricorda nessuna persona, tranne vagamente i suoi genitori, e crede di avere 15 anni e di aver appena finito i M.A.G.O.
Tuttavia, viene accusato di omicidio e rinchiuso ad Azkaban.
Harry e Hermione, però, vogliono provare a fargli ricordare, anche se quest'ultima dovrà fingersi Purosangue e di buona famiglia per poter entrare nelle grazie del Serpeverde.
Dal Capitolo 1:
Il Malfoy perde la memoria ma non il vizio, si ritrovò a pensare Weasley, alludendo al suo discorso sui Mezzosangue.
« È stato un piacere parlare con lei, signor Malfoy. Ora, se non le dispiace, devo andare al Ministero. Le farò portare la colazione, non si aspetti un granché, però. Lei è pur sempre un assassino »
« Cos… Aspetti, dove mi trovo? »
« Non l’ha capito prima? Lei si trova ad Azkaban! Buona giornata ».
Il signor Weasley chiuse la porta dietro di sé, lasciando Draco nella sua cella, in preda ai suoi pensieri.

| Long Fic | Missing Moments | Da Epilogo Alternativo | Draco x Hermione |
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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| Long Fic | Missing Moments | Da Epilogo Alternativo | Draco x Hermione |
 
Memories of a Prisoner
Capitolo uno - Il prigioniero.
 
 
Fuori era buio. Non riusciva a vedere nemmeno un palmo dal naso, ma sentiva che accanto a sé qualcosa si stava muovendo. Si mosse di qualche centimetro, incerto sul cosa fare, e continuò a girare la testa, come a voler cercare un piccolo sprazzo di luce in mezzo all’oscurità più totale.
Improvvisamente, un’immensa luce azzurra si accese e, intorno ad essa, tantissimi Dissennatori si muovevano, come se volessero mangiarla. Volle scappare da quell’orribile scena, si volse e iniziò a correre, ma aveva la sensazione che più andava avanti, più sentiva qualcosa vicino a sé, una strana presenza, come se gli stesse alitando sul collo. Si girò di scatto e vide un Dissennatore davanti a lui, pronto per eseguire il famoso ‘Bacio’. Si dimenò con tutte le sue forze, ma qualcosa lo teneva ancorato a terra. Chiuse gli occhi, aspettando la sua fine.
 
Poi, li spalancò, trovandosi ancora nel buio. Il respiro affannato, la fronte sudata, il lenzuolo attorcigliato nella sua gamba e la luce della luna che faceva capolino dalla finestra a grate. Aveva fatto un incubo. Uno stupido incubo. Provò ad alzarsi, voleva vedere fuori dalla finestra, ma una grande fitta all’addome gli impedì il minimo movimento. Così, rimase a fissare il soffitto e, piano piano, si addormentò di nuovo.
 
****
 
« Buongiorno, signor Malfoy »
Draco ebbe l’impressione di aver sentito una voce che lo stava chiamando.
« Signor Malfoy, sto parlando con lei »
L’impressione divenne certezza. Riprovò ad alzarsi, con lo stesso risultato del precedente tentativo. Gemette di dolore, poi si pentì; non voleva mostrarsi debole. Si guardò intorno, spaurito. Aveva una mezza idea di dove si trovava, solo che non ci credeva.
« Sa dove si trova, signor Malfoy? »
Il biondo spostò lo sguardo e osservò l’uomo davanti a sé. Capelli rossi, baffi rossi, giacca leggermente sgualcita… Sicuramente un Weasley.
« Si vuole degnare di rispondermi? »
« Non… lo… so… »
Con uno sforzo notevole, Draco provò a rispondere, ma ad ogni respiro che esalava e ad ogni parola che diceva, sentiva sempre quel dolore all’addome.
« L’antidolorifico non ha fatto ancora effetto. Strano, sono cinque giorni che sta a letto, signor Malfoy »
Sgranò gli occhi. Com’era possibile? Cinque lunghi giorni a letto, senza svegliarsi?
« È la verità, signor Malfoy. Lei è stato cinque giorni a dormire. In effetti, ci stavamo un po’ preoccupando, ma evidentemente lei è più forte di quel che ci vuole far credere »
Draco guardò quell’uomo e si sforzò di capire chi era; tuttavia, il suo ultimo ricordo erano i M.A.G.O. del quinto anno, quando due ragazzi rossi di capelli, evidentemente gemelli ed evidentemente Weasley, volarono sulle scope e provocarono scompiglio durante la prova.
Poi basta. Non si ricordava nemmeno le persone che facevano parte della sua vita, nel bene o nel male.
A giudicare dalla faccia stranita che aveva, il signor Weasley suppose che c’era qualcosa che non andava.
« Signor Malfoy, che succede? »
« Io… non… non… non so niente »
« Che vuol dire “non so niente”? »
« Vuol dire… ciò che ho detto… non mi ricordo… niente »
Stavolta, fu il signor Weasley che sgranò gli occhi.
« Signor Malfoy, in che anno siamo? »
« Non lo so »
« Secondo lei? »
« Nel ‘95? »
Draco disse quell’anno con così tanta naturalezza, che Arthur Weasley fece fatica a crederci. Il giovane Mangiamorte era rimasto all’età di quindici anni, sebbene ne avesse venti.
« Sa chi è Harry Potter? »
« Devo… Devo averlo sentito nominare. È… è famoso? »
« Hermione Granger? »
« No, non la conosco »
« Ronald Weasley? »
Draco ebbe l’impressione di percepire una nota d’orgoglio nella voce del suo interlocutore.
« No, mai sentito. È suo figlio? »
« Come fai a saperlo? »
« Deduzione logica. Capelli rossi, vestiti sgualciti, insomma, lei è un Weasley - Fece una pausa per respirare, poi riprese. - E a giudicare dalla nota d’orgoglio con cui ha pronunciato il suo nome, credo che questo Ron sia suo figlio. Aspetti, non me lo dica, è Grifondoro »
Il signor Weasley sorrise. In effetti, in quel momento, aspetto fisico a parte, Draco sembrava un vero e proprio quindicenne. Poi, riprese l’interrogatorio.
« Bellatrix Lestrange? »
« Mi suona familiare… »
« Lei? »
« In che senso, scusi? »
Draco doveva aver proprio perso la memoria, se si rivolgeva in quel modo ad un traditore del proprio sangue. Certo, il tono era sempre sprezzante, ma almeno vi si poteva sentire un “scusi”.
« Cosa sa di lei, o cosa crede di sapere »
« Mi chiamo Draco Malfoy, sono un Purosangue, mia madre è Purosangue e la chiamano Cissy, mio padre è Purosangue e si chiama Lucius, ho quindici anni e ho appena finito i M.A.G.O. »
« Come fa a ricordarsi di avere genitori Purosangue? »
« Per Salazar, signor Weasley, è proprio come pensavo che fosse »
« E come mi aveva immaginato, signor Malfoy? »
« Perennemente con la testa fra le nuvole. So per certo di essere Purosangue e, di conseguenza, di avere dei genitori Purosangue, se no sarei uno sporco Mezzosangue, non trova? »
Il Malfoy perde la memoria ma non il vizio, si ritrovò a pensare Weasley, alludendo al suo discorso sui Mezzosangue.
« È stato un piacere parlare con lei, signor Malfoy. Ora, se non le dispiace, devo andare al Ministero. Le farò portare la colazione, non si aspetti un granché, però. Lei è pur sempre un assassino »
« Cos… Aspetti, dove mi trovo? »
« Non l’ha capito prima? Lei si trova ad Azkaban! Buona giornata ».
Il signor Weasley chiuse la porta dietro di sé, lasciando Draco nella sua cella, in preda ai suoi pensieri.
“Lei è pur sempre un assassino”
“Lei si trova ad Azkaban”
Non poteva credere alle sue orecchie. Ma, ormai, c’era poco da fare. Anche se non si ricordava niente, si trovava comunque dentro le sbarre, al fresco, insomma, in prigione.
 
****
 
Durante il pomeriggio, a Grimmauld Place, alcuni maghi cercavano di decidere cosa fare.
« Non saprei, Harry, potrebbe essere una finzione »
« A me è sembrato così sincero… »
« Certo, papà. Ti ricordo che è un Mangiamorte, vive di menzogne »
Harry osservò prima il signor Weasley e poi il suo amico d’infanzia, Ron. Poi, intervenne.
« Ad ogni modo, credo che un’altra chiacchierata con lui ci sarà utile »
« E come, Harry? Sappiamo che ha perso la memoria, non potrà esserci utile »
Questa volta fu una giovane donna dai capelli ricci a parlare. Reggeva in mano una tazza di the fumante e sedeva accanto a Ron, che disse acido:
« Sempre se ha perso veramente la memoria »
« In questo caso potremmo fargli mettere del Veritaserum nel prossimo pranzo e andarlo a trovare subito dopo »
Ron annuì, d’accordo con l’idea dell’amico.
« Harry, non si possono somministrare pozioni ai detenuti, se non quelle strettamente necessarie »
La voce di Hermione, però, li fece tornare sulla Terra.
« Hai un’idea migliore? »
« Beh, no, però vorrei rispettare la legge ora che non è estremamente necessario che venga infranta »
La ragazza ricordava nitidamente gli avvenimenti di due anni prima, quando avevano derubato la Gringott e quando avevano sconfitto Voldemort. Quella guerra aveva lasciato un segno profondo nel cuore di tutti.
« Quindi, concordo con l’idea di andare a parlarci, ma senza ricorrere a pozioni o incantesimi vari »
« Continuo a pensare che sia una perdita di tempo, ma verrò comunque. Quando andiamo? »
Hermione era leggermente infastidita dal tono di voce di Ron, ma lasciò correre e guardò Harry, aspettando una sua risposta.
« Andremo domani, se vi va »
« Io domani dovrei uscire con Lavanda e aiutare George con il negozio… »
« D’accordo, Ron, vorrà dire che andremo solo io ed Harry »
Sebbene Hermione fosse turbata, ebbe l’accortezza di non darlo a vedere. E non era turbata per via dell’appuntamento di Ron - lui e Lavanda stavano insieme da qualche tempo - ma perché il rosso continuava a mostrarsi superficiale nei confronti di Malfoy. Era vero, lei non l’aveva ancora visto, ma credeva nelle parole del signor Weasley che, se erano veritiere, mostravano un Draco veramente fragile.
« Se non vi dispiace, vado a farmi la doccia e a pensare a come far tornare la memoria a quello. Harry, ricordati di mandare un patronus ad Azkaban, per avvisarli del nostro arrivo »
Harry annuì e la ragazza se ne andò dalla camera.
« Pensi che sia arrabbiata con me? »
« No, Ron, no ».
Ma Harry pensava il contrario, solo che non voleva dimostrarlo per evitare scontri tra i due.
 
****
 
Uscirono da Grimmauld Place alle nove in punto. Hermione si lisciò la gonna e strinse il braccio che le porse Harry; dopodiché, si smaterializzarono insieme.
Azkaban era come se la ricordavano: grigia, scura, con una miriade di Dissennatori intorno. Varcarono la soglia e, passo dopo passo, il loro cuore si appesantiva, come se percepisse tutto il male che viveva in quel posto.
La guardia li condusse verso una cella all’estremità est della prigione, dove si trovava il loro futuro interlocutore. Una volta entrati, la guardia gli diede istruzioni su come tornare indietro e andò all’ingresso di Azkaban.
Lo spettacolo non era dei migliori: Draco Malfoy se ne stava sdraiato sul letto, con il lenzuolo vicino ai suoi piedi; aveva tagli in tutto il corpo, una cicatrice sul polso sinistro e tantissime altre ferite; si contorceva dal dolore e sudava, sudava tantissimo. Harry e Hermione non lo avevano mai visto in quello stato. Si scambiarono un cenno d’intesa, poi Harry si avvicinò a Malfoy.
« Malfoy, svegliati »
Il biondo continuava ad agitarsi come un pazzo, non riusciva a trovare pace.
« Malfoy, svegliati! »
Harry lo disse con più enfasi ma nulla, il ragazzo continuava a muoversi e a contorcersi.
« Malfoy, basta, svegliati! »
Hermione si asciugò una lacrima; era spaventata e triste allo stesso tempo, provava tanta compassione per quel ragazzo. Il Ragazzo Sopravvissuto, invece, si avvicinò al suo letto e incominciò a prenderlo a schiaffi.
« Malfoy ti ho detto di svegliarti! »
« Harry, basta, così gli fai male! »
«Ma non vedi come sta soffrendo? Nemmeno li sente i miei schiaffi! » Continuava a menarlo, stanco di vederlo così dolorante ma allo stesso tempo insensibile, e Malfoy continuava a contorcersi.
« Harry ti prego smettila! »
Hermione urlò e incominciò a singhiozzare, Harry si fermò mentre Draco continuava a contorcersi.
« Suppongo… - disse con il fiatone - suppongo che dovremmo aspettare che si svegli »
La riccia aveva ancora le lacrime agli occhi e non riusciva a smettere di tremare.
« Ho avuto paura. Non chiedermi perché, Harry, ma ho avuto paura »
« Per me o per lui? »
« Per lui »
« È normale. Sei troppo buona per voler vedere una qualsiasi persona soffrire, anche se quest’ultima ti ha trattato malissimo. Hai un cuore d’oro. Su, vieni qui »
Il ragazzo aprì le braccia ed Hermione si buttò dritta contro di esse; il tutto, mentre Malfoy continuava a dormire e, di conseguenza, a soffrire.
Improvvisamente, il giovane Mangiamorte urlò dal dolore.
La ragazza quasi saltò in aria, mentre un paio di occhi verdi si dilatavano dallo stupore.
Quando smise di urlare, Draco spalancò gli occhi.
« Stupidissimo incubo… » mormorò. Mentre sussurrava, si portò una mano all’addome e, come lo sfiorò, gli scappò un misto tra un gemito ed un piagnucolio.
« Ma… ma quando farà effetto… l’antidolorifico? » sussurrò, stringendo i denti per non dover gemere ancora.
« Ti fa tanto male? » la voce di Hermione gli fece prendere un colpo. Si voltò e vide due sagome vagamente familiari. C’era un ragazzo magro, con i capelli neri che non volevano stare al loro posto, gli occhi verdi, gli occhiali rotondi ed una cicatrice in fronte che stringeva una ragazza poco più bassa di lui, con dei ricci ribelli e crespi e degli occhi castani, che continuava a tremare come una foglia.
« Sì, fa male - Draco si fermò ad osservarli ancora, poi riprese - Ci conosciamo? »
Harry e Hermione si guardarono negli occhi e lessero tutti e due stupore. Quest’ultima prese parola.
« Sì, dovremmo conoscerci. Mai sentito parlare di Harry Potter? »
« Sì, Weasley me ne ha parlato »
« Che ti ha detto? »
« Mi ha semplicemente detto che è famoso »
« E sai qualcosa di Hermione Granger? »
« No, nulla »
La ragazza sospirò. Poi prese per un braccio Harry e lo trascinò dall’altra parte della stanza. Poi, iniziò a sussurrare:
« Pensi che dovremmo dirgli chi siamo o che dovremmo aspettare ed inventarci un nome di copertura? »
« Non saprei. Il signor Weasley ha detto che ha ancora pregiudizi per quanto riguarda Purosangue e Mezzosangue quindi… Io dico di essere Harry Potter, tu dì… dì che ti chiami Jean. E che sei Purosangue. Al momento dobbiamo solo fargli tornare la memoria, no? Non credo che lui si confidi con i Mezzosangue »
« Hai ragione, Harry. D’accordo, io sarò Jean »
« Se dovete spettegolare di me ancora per molto, quella è la porta »
« No, no, tranquillo. Abbiamo finito. Vedi Draco… Lui è Harry Potter »
« Ah »
Il ragazzo non sembrava molto sorpreso.
« E come mai sei così famoso? »
« Ho ucciso Voldemort »
Le pupille di Draco si dilatarono dallo stupore; Harry aveva fatto centro -
« Tu hai ucciso il Signore Oscuro? »
« Perché lo chiami così? »
« In famiglia non ci permettiamo di chiamarlo Voldemort »
« È quello che hai appena fatto »
L’osservazione di Hermione colpì Draco, che sorrise.
« E tu, tu che fai tanto la saputella? Come ti chiami? »
« Jean »
« Jean…? »
« Ehm… Jean… »
« Jean Granger, Purosangue »
Harry intervenne, ma ‘Jean’ lo fulminò con lo sguardo. Tra tutti i cognomi, doveva scegliere proprio quello?
« Jean Granger… Chissà perché non lo ricordo… »
« Normale, hai perso la memoria! Comunque, i Granger sono una famiglia rispettabilissima, Purosangue, ma soprattutto ricchissima »
« E perché quella - ed indicò Hermione - indossa vestiti così fuori moda? »
Questa volta, fu proprio lei a difendersi.
« Perché non mi sembra che i vestiti di marca servano per far visita ad un assassino »
Draco ghignò, ma non di soddisfazione. Sembrava proprio che quella saccente Purosangue lo facesse apposta a menzionare fatti di cui lui non teneva ricordi.
« Chi avrei ucciso? »
« Sono due babbani, il signore e la signora Granger, genitori di una mia carissima amica, Hermione Granger »
Non appena sentì nominare i suoi genitori, il cuore di Hermione si riempì di tristezza.
« Scusatemi, non prendetemi per idiota, i Granger non erano un’importantissima famiglia Purosangue? »
I due sbiancarono; fortunatamente, però, ad Hermione venne un’idea.
« Non erano, Malfoy, ma sono. Il mio trisavolo James Granger - quella volta, pensò Hermione, era il turno di usare un po’ di nomi ‘Potter’ - ebbe due figli, uno dei quali era un Magonò. Può capitare, nelle famiglie Purosangue. Così, mi ritrovo una pro-pro-cugina di nome Hermione Granger, nata babbana, insomma, Sanguesporco »
« Quindi i signori Granger si sono ritrovati una maga come figlia… Adesso è più chiara, la situazione »
Harry sospirò di sollievo, ringraziando di avere un’amica attrice ed inventrice di bugie colossali; il problema, ora, era come farle reggere.
« Se non vi dispiace, adesso vorrei dormire »
« Sei sicuro che poi non farai lo stesso incubo? »
« No - Draco si portò una mano davanti alla bocca per coprire uno sbadiglio - Ma ho veramente bisogno di dormire. Toglietemi solo una curiosità: casa ad Hogwarts? »
Il moro lanciò uno sguardo alla sua amica, che capì che doveva inventarsi l’ennesima bugia.
« Grifondoro » rispose sicuro il primo
« Corvonero » disse l’altra, un po’ meno sicura.
Poi, Harry ed Hermione uscirono dalla sua stanza e si incamminarono verso Grimmauld Place.
  
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