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Autore: imborntodie    26/07/2012    3 recensioni
PREMETTO: è la mia prima FF non uccidetemi u.u Larry♥
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sometimes can find an angel in hell.



“Harry scendi subito!”
Ero disteso sul mio letto cercando di non pensare a niente e più mi impegnavo per riuscirci, più nelle mie orecchie risuonavano le parole di questa mattina, così chiare e nette da lasciarmi senza respiro, erano un ordine, un dovere che, anche se non mi era stato imposto con la forza, gravava su di me. Quella dichiarazione mi aveva completamente sconvolto e, come un martello pneumatico contro l'asfalto, quella mi stava distuggendo. Il solo pensiero di rimettere piede in uno di quei posto dopo quattro anni mi dava la nausea, mi faceva diventare completamente matto, forse perchè era proprio così che gli altri mi giudicavano.
“Harry Edward Styles, se non scendi immediatamente sarò costretta a salire io e tutti qua dentro sappiamo come andrà a finire!”
Bene, era arrivato il momento di andare, non perchè avessi veramente paura di mia zia, ma mi aveva chiamato in quel modo e questo poteva solo dire che era arrivata al limite di sopportazione. Radunai tutta la mia forza di volontà ed alzai il mio bel didietro, frutto di anni di palestra, dal materasso. Inizia a scendere quei maledettissimi scalini, odiavo vivere in una casa a due piani, ogni volta che avevo bisogno di qualcosa puntualmente quel qualcosa si trovava al piano di sopra.
“Corri sali in macchina disgraziato, siamo già in ritardo.”
Mi limitai a sbuffare, non avevo la forza neanche di risponderle, e iniziai a dirigermi verso la portiera dell’auto. Per quanto potessi amare quella donna in questo momento la odiavo con tutto me stesso, certo lei mi aveva praticamente salvato, ma perchè adesso mi costringeva di nuovo a sottopormi a quella tortura di un’ora e mezzo? L’avevo sempre considerata una cazzata, pagare un uomo , un perfetto sconosciuto, perchè facesse il lavoro che da un po’ di tempo a questa parte aveva svolto una semplice foto. “Ricordami ancora una volta perchè devo farlo..”
“Perchè hai dei seri problemi con la gestione della rabbia tesoro.”
rispose lei molto pacatamente senza staccare gli occhi dalla strada, ma a me non andava proprio giù questa cosa.
“Io non ho assolutamente nessuno problema con la gestione della rabbia, non vedi? Sono la persona più calma del mondo.”
“Harry, per favore, hai picchiato tre ragazzi nelle ultime due settimane e senza una motivazione che regga.”
continuò lei sempre con la solita calma che la contraddistingueva in ogni occasione.
“Sappiamo benissimo tutti e due che c’era un motivo più che valido, sai come la penso su quell’argomento.”
non so come riuscii a restare tranquillo parlando di queste cose. Dopo la discussione ci fu soltanto silenzio e un tempo che a me parve interminabile. Arrivammo davanti all’edificio, parcheggiammo ed entrammo, le pareti erano di un marroncino triste misto ad un grigio cadavere, c’erano dei divanetti di pelle bianca ai lati della stanza, alcune persone erano sedute ad aspettare leggendo vecchie riviste e parlando quasi senza voce al telefono. C’era odore di ospedale in quel posto, era una cosa alla quale non mi sarei mai potuto abituare, odiavo gli ospedali, avevo solo 17 anni ma gran parte della mia infanzia l’avevo passata là. Ci dirigemmo verso la segretaria seduta alla sua scrivania intenta ad armeggiare al computer, senza alzare la testa dal suo lavoro chiese:
“Nome prego?”
“Styles, Harry Styles.”

risposi senza un accenno di qualsiasi emozione nella voce, chi ha detto che gli zombie non esistono? Io ero un morto, ma continuavo a respirare, lo facevo per le persone che mi volevano ancora bene.
“Si sieda prego, il dottore dovrebbe riceverla fra qualche minuto.”
In quel momento la porta dietro di me si aprì e una leggera folata di vento scompigliò i miei ricci perfetti, d’istinto mi girai, rimasi folgorato, immobile a quella visione. I miei occhi si specchiarono in quelli del ragazzo di un azzurro così profondo che in confronto l’universo sarebbe stato un insignificante granello di sabbia, quella figura così perfetta inizio a dirigersi verso di me..
“Hei Cathy!” Quella voce “Ciao Louis, come va?”
“Bene grazie scusa mio padre è libero? Dovrei chiederli una cosa, questione di due secondi.”
“Quasi, credo ne abbia ancora per un paio di minuti, Signor Styles a lei andrebbe bene aspettare qualche minuto in più?”

Quella domanda mi riportò coi piedi per terra, mi limitai ad annuire e a sfoggiare uno dei miei sorrisi migliori, ma era niente in confronto a quello che mi indirizzò lui, Louis. Ancora un po’ sconvolto, cercando di non darlo a vedere, andai a sedermi sui divanetti aspettando il mio turno.
  
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