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Autore: Jioidk    26/07/2012    2 recensioni
-Sei stata tu! Tu gli hai uccisi,gli hai uccisi davanti ai miei occhi.-
-Kim calmati-
-Calmarmi?! ha ucciso le persone più importanti della mia vita-
Si girò verso quell’essere malvagio che gli aveva portato via tutta la vita,che ne aveva rovinato gran parte,che nonostante tutto era rimasto con lei senza nessun rimorso di c’ho che aveva fatto.
-Mi fai schifo-
Kim Tompshon,17enne,una semplice ragazza che ha perso i genitori quando aveva solo 7 anni,costretta a vivere con la nonna,poi incontra lui,quella figura che le cambierà totalmente modo di pensare e di vivere, e forse la porterà anche alla verità.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda e noiosa serata come le altre,che trascorrevo leggendo.
Il libro si intitolava “Il giardino dei segreti” di Kate Morton,era un libro di un colore verde smorto con un disegno che ne illuminava la parte anteriore.
Dieci anni fa non lo avrei letto per nessun motivo al mondo,mi divertivo a dire a mio padre che era scritto male anche se non sapevo neanche come fosse scritto veramente.
Lui faceva il broncio e poi dopo aver sentito la mia risata cominciava a farmi il solletico sotto ai piedi,ne andavo pazza,ridevo senza sosta.
Quel libro lo avevamo comprata insieme due mesi prima della sua morte.
Assassinato.
Davanti ai miei occhi.
Non scorderò mai quella scena che ancora mi perseguita nelle notti più buie e oscure,che si insinua tra i miei pensieri senza far caso a quanto già io soffra. Mi diceva che era la sua scrittrice preferita,insieme alla mamma mi avevano raccontato la maggior parte dei libri che aveva scritto. Lei,mia madre,la figura che doveva seguirmi per tutta la vita fu assassinata insieme a lui. Storia deprimente,assurda e stancante.
Si stancante,perché ogni volta passo per la ragazza debole e depressa,senza genitori che deve vivere con una nonna pazza e isterica.
Ormai non facevo neanche più caso a le false facce dispiaciute che mi guardavano quando venivano a sapere la mia storia,erano false, non sapevano veramente come mi sentivo.
Chiusi lentamente il libro e lo poggiai sulla vecchia scrivania che avevo di fronte,raccolsi i lunghi capelli ricci in un ciuffo molto in alto e mi stirai prima di alzarmi dalla sedia.
Camminai verso il bagno assonnata e girai la manopola della doccia,il bagno era silenzioso,la casa era silenziosa e il rumore dell’acqua che scorreva rimbombava nel corridoio. Lasciai scivolare il vestito di seta giù per il mio corpo e feci uguale con gli slip e il reggiseno.
Entrai nella doccia lasciandomi abbracciare dall’acqua che scorreva bollente sulla mia pelle.
Mi piaceva da impazzire fare la doccia bollente in qualsiasi periodo o momento della mia vita,mi rilassava,mi allontanava,anche se per poco,dai pensieri incasinati che erano racchiusi nel mio cervello. Restai li sotto per almeno mezz’ora poi chiusi l’acqua avvolgendo il mio corpo nell’asciugamano,spazzolai i capelli cercando di levare quei nodi incredibili e appiccicosi che si formavano anche solo se non li spazzolavo per un giorno,posai la spazzola e raccolsi i vestiti tenendo stretto l’asciugamano.
Uscita dal bagno entrai in camera lanciando i vestiti sulla sedia,tolsi l’asciugamano e infilai la biancheria intima seguita da una lunga maglietta,la maglietta che la mamma aveva regalato a papà per il loro decimo anniversario,era grande,molto grande,con uno strano disegno astratto davanti e una firma sul retro. Dormivo tutte le notti con lei perché mi ‘proteggeva’ dai quei sogni che mi impedivano di dormire.
Tornai in bagno e afferrai il phon che era nello scaffale più alto e comincia ad asciugare i capelli.
Mi infilai nel letto velocemente e chiusi gli occhi quando il telefono vibrò, sbuffai e allungai una mano sul comodino per afferrarlo
-Notte piccola Kim-
-Notte Valery-
Morfeo mi portò via con se in neanche pochi secondi.

(…)



La mattina seguente aprii piano gli occhi e mi stiracchiai,il letto era cosi freddo e duro.
Mi guardai intorno e mi accorsi che ero sul pavimento,sbuffai e mi lasciai cadere per terra,dopo pochi minuti la porta scricchiolò
-Kim alzati la colazione è pronta-
-Ok,nonna- dissi ancora con la bocca impastata di sonno.
Mi alzai tenendomi al letto e sbadigliai. Aprii la finestra e lasciai entrare una ventata per far cambiare l’aria,un’altra mattinata di caldo e sudore,un’altra noiosa mattinata senza fare niente,un’altra stancante mattinata senza Valery e con una nonna isterica.
Feci un lungo respiro e andai al bagno per sciacquarmi la faccia,diedi una spazzolata ai capelli e scesi in cucina sedendomi a tavola.
-Oggi devo fare qualcosa?-
-No.-
-Allora vado al parco-
-E cosa vai a fare al parco,cosa ne dici invece di ripassare pianoforte,non ti farebbe male-
-Voglio andare al parco perché voglio leggere-
Addentai il toast e mandai giù del succo.
-Non fai altro che leggere dalla mattina fino alla sera quel libro,quando deciderai di darti da fare per il tuo futuro!-
Non risposi,era cosi tutte le mattine perché non ti dai da fare per il tuo futuro mi alzai finendo il succo e misi tutto nel lavandino,salii le scale e tirai fuori dall’armadio una camicetta senza maniche nera con un colletto bianco,dei pantaloni bianchi e le converse nere.
(vestito)
Andai in bagno con i vestiti e mi chiusi dentro. Tolsi la grande maglietta e mi sciacquai la faccia una seconda volta,infilai i pantaloni e la camicetta seguita poi dalle scarpe,misi il profumo e passai il mascara sulle ciglia.
Tornai in camera e posai la maglietta sotto il cuscino del letto dopo averlo rifatto.
Misi degli orecchini neri e una collana abbastanza lunga con una rondine,afferrai il libro e le chiavi di casa infilandole poi nelle tasche dei pantaloni con il telefono.
Scesi le scale velocemente e uscii dalla porta incamminandomi verso il parco.

(…)



Arrivai e mi sedetti su una panchina,la occupai praticamente tutta,aprii il libro e cominciai a leggere mettendo il silenzioso sul telefono.
Le pagine del libro era di una carta lucida che mi attirava in un modo particolare,era liscia.
Mi accorsi che una delle pagine era piegata nella parte superiore a destra,la sfiorai sorridendo,quando lo avevamo comprato papà ci aveva lasciato scritta una frase,ripiegandola poi.

« Nothing is true,everything is possible.»

Ero immersa nei miei pensieri quando,all’improvviso dal nulla una cascata d’acqua bagna l’intero libro,comprese le mie gambe.
Scattai in piedi con un nodo in gola mentre vidi il libro sgretolarsi
-Oh…scusaci…noi non-
Mi girai di scatto fulminandolo con lo sguardo
-Stai zitto- gli occhi si fecero lucidi e il ragazzo di fronte a me rimase paralizzato guardandomi
Ragazzini
-Siete degli stupidi,non capite niente,la prossima volta vedete di andare a giocare a questi stupidi giochi in un posto dove non rompete le palle alla gente che cerca di stare tranquilla-
-E’ solo un libro!-
No,è la mia vita
-Tu non sai niente, e nessuno ti permette di parlare di cose che non sai-
Chiusi delicatamente il libro e raccolsi il cellulare dalla panchina che per fortuna era rimasto intatto, mi girai guardando quel gruppo di ragazzi e corsi verso casa trattenendo le lacrime,stavano uscendo me lo sentivo,avevano distrutto la mia vita,la cosa a cui tenevo di più al mondo certo non esageriamo è solo un libro,ma è tutto per me,racchiude ogni emozione triste o felice che sia.



Anticipazioni
«Ehi sta più attento!»
«Scusami io n...»
«Non ci posso credere...»
  
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