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Autore: Nicol_Cullen    27/07/2012    1 recensioni
Sapevano tutti quanto fosse triste, avevano notato tutti la scintilla di dolore nel suo sguardo persino quando rideva. Se ne stava lì, rannicchiata con le braccia che stringevano le gambe al petto e lo sguardo nel vuoto. Eppure la sua tristezza invece di allontanare, attirava.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era triste.
Sapevano tutti quanto fosse triste, avevano notato tutti la scintilla di dolore nel suo sguardo persino quando rideva. Se ne stava lì, rannicchiata con le braccia che stringevano le gambe al petto e lo sguardo nel vuoto. Eppure la sua tristezza invece di allontanare, attirava.
Perché a chi non piacciono i misteri? Quelli un po’ oscuri, che è difficile risolvere ma che quando ne vieni a capo, senti quel senso di soddisfazione che ti riempie il cuore e che ti fa sorridere per giorni, ogni volta che ci ripensi.
Ma come venire a capo di tanta tristezza quando sembrava far di tutto per nasconderla? La nascondeva dietro un sorriso, dietro una risata o un’occhiata dolce. Ma bastava un niente, un pensiero indesiderato a far crollare quella maschera e il dolore tornava prepotente sul suo viso. Che veniva poi prontamente nascosto da un sorriso.
E come aiutare qualcuno che non voleva essere aiutato? Non potevi chiederle semplicemente cosa la affiggesse. Perché lei voleva nasconderlo o perché sembrava tanto fragile da non sopportare di far uscire quella tristezza dalla sua bocca? Qualsiasi cosa fosse, nessuno osò mai chiederglielo.
Anche se lo avessero fatto, che cosa avrebbe potuto mai rispondere? Come avrebbe mai potuto spiegare loro che c’era una parte dentro di sé che non era mai riuscita ad afferrare, che non era mai riuscita a portare fuori, che le bruciava dentro come lava incandescente e che le sembrava potesse eruttare da un momento all’altro come un vulcano. Sentiva di avere tanta energia dentro, come un fiume frenato da una diga. L’acqua arrivando alla diga si ferma, rimane lì, aspettando. Aspettando che arrivi quella goccia, quella singola goccia che da sola è così infima, così piccola e insignificante che non si crederebbe possibile che possa rompere una diga, una diga che crollerebbe, esploderebbe, invadendo tutto ciò che la circonda, distruggendo tutto al suo passaggio, appropriandosi di terre non sue, devastando campi, boschi, case. Ma riprendendosi ciò che è suo.
Come avrebbe mai potuto spiegare tutto ciò?
  
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