“Amore scarlatto”
Capelli rossi….
Solo capelli rossi….
Eppure in quel semplice colore, sembrava si racchiudesse un mondo. Rosso come l’amore, la passione, il desiderio, la forza. Rosso come il fuoco che arde, senza mai spegnersi. Quel colore , che brillava tra molti, quel colore che sprigionava una forza incessante, un mondo da esplorare. Quei capelli che erano stata la dannazione, il tormento e il desiderio di molti. ..
Harry Potter non aveva mai dato peso ai colori. Erano sempre stati presenti, e non aveva mai dato un significato preciso, importante a quella particolarità che caratterizzava, oggetti persone, luoghi . Insomma i colori facevano parte della sua vita come i suoi occhiali. Erano sempre stati li, luminosi, cupi, opachi, brillanti. Eppure , un giorno, improvvisamente , un colore in particolare lo prese e lo travolse, portando nella sua vita cambiamenti che lo avrebbero accompagnato per sempre. Il color scarlatto, luminoso , vivo. Aveva visto quel colore la prima volta al binario 9 ¾ . Lo aveva visto per davvero. Rosso….da quel momento quel colore aveva accompagnato la sua vita, rendendola diversa, rendendola felice. Quel colore lo aveva fatto sentire parte di una famiglia, quella famiglia mai avuta. Quel calore di abbracci morbidi e materni. I sorrisi , le confidenze , le cene numerose. La sicurezza di avere qualcuno accanto di sincero, di vero, che lo avrebbe amato per ciò che era, non giudicandolo, non considerandolo un mostro. La prima volta che aveva visto quel colore , Harry aveva costatato che il suo nome, la sua fama lo precedeva. La seconda volta che aveva visto quel colore, aveva scoperto che nonostante i sospetti, i pregiudizi, quel colore era rimasto al suo fianco.
Quel colore scarlatto però lo travolse davvero , sollecitando le corde del cuore , in un momento buio , quando di amore non se ne parlava, quando la paura era forte, da tener paralizzato un mondo. Ma in quel momento , Harry Potter , aveva deciso di far proprio quel colore. Amare Ginevra Weasley gli aveva dato la forza di combattere contro le sue paure, gli aveva fatto scoprire un coraggio nascosto per tanto tempo. Amare Ginevra Weasley, decidere di lasciarla andare, soffrire lontano, sperare di rivederla, sperare di rincontrarla. Ogni giorno, ogni attimo, sperava di non sentire quel nome risuonare nel ronzio della radio. Ogni volta che vedeva il sole sorgere lontano, sperava di poter ritornare a casa, e riabbracciare quel corpo sottile, perdersi ad assaporare il suo buon odore, immergere il viso in quella zazzera di capelli Rossi. Quei capelli scintillanti e vivi, forti come lei. Ginny era lì che lo attendeva, il suo cuore lo sapeva. E quando, tutto intorno a se sembrava distrutto, quando i visi terrorizzati, i feriti, e i morti, gravavano su di lui, rendendo ogni cosa più dura, vedere quel viso, che silenziosamente lo incitava, che silenziosamente gli comunicava che la sua vita l’aveva rinchiusa nelle sue mani, Harry Potter si sentì davvero vivo, forte, imbattibile. E con ancora quel viso impresso nella mente, quel rosso scarlatto che animava i suoi sensi, Harry Potter andò incontrò alla morte, sbaragliandola, sconfiggendola, distruggendo il male nel mondo, il male nel cuore e riportando da lui quel colore che scintillava, quel rosso fuoco che aveva animato la sua vita, il suo cuore, il suo coraggio….
Odiava vedere quel colore più di se stesso, ma il motivo non c’era. Era nato con quel pregiudizio verso chiunque avesse capelli rossi, lentiggini sul naso, e toghe di poco valore. Fin da quando era nato Scorpius Hyperion Malfoy era stato incitato ad odiare quel colore scarlatto. Lo odiava, odiava soprattutto vedere quei capelli scintillanti muoversi sinuosamente con lei. Accarezzarle i fianchi, ricoprirle il volto , quando non voleva che sul viso si potesse leggere la tristezza, la delusione o semplicemente la stanchezza di chi studia troppo. Scorpius Hyperion Malfoy odiava Rose Weasley, odiava i Weasley, ma lei più di tutti. Odiava vederla quando, di fronte ad una domanda , la sua mano scattava in alto, rapida, odiava quando, con la sua spilla che brillava sulla toga, faceva rispettare le regola, la odiava quando, con i suoi occhiali rotondi, gettava l’attenzione solo ai libri polverosi e ammuffiti, e odiava quando quei capelli scarlatti, lunghi, morbidi, che sembravano brillassero di luce propria , erano accarezzate da mani che non appartenevano a lui.Odiava guardare il suo sorriso , non rivolto a lui, odiava quello sguardo sfuggevole, che non avrebbe mai rivolto a lui. Odiava Rose Weasley, e quell’odio gli palpitava dentro . Era fuoco che bruciava, che ardeva, fuoco che faceva male. Vedere quelle fiamme , e non poterle farle sue, non poter stringerle tra le mani. Non poter sentire l’odore , il profumo di lei, non poter baciare quelle labbra. Era una dannazione. Dannazione, tortura, male che distruggeva l’animo, il cuore. Rose Weasley, era fumo tra le sue mani. Non sarebbe mai stata sua, non avrebbe mai toccato quella pelle chiara, non avrebbe mai baciato quelle labbra, non avrebbe mai accarezzato quei capelli scarlatti, morbidi e lucenti. E non avrebbe mai posseduto quel cuore… Rose Weasley non sarebbe mai stata sua....
Ted Lupin aveva visto nascere Lily Luna Potter, aveva guardato quel fagotto con occhi sognanti e curiosi, e quando le era stata porta per stringerla lo aveva fatto, nonostante fosse ancora un piccolo marmocchio. Ciò che attirò la sua attenzione quando, le braccia ossute, avevano stretto quel corpicino delicato, non furono le piccole mani , chiuse , non fu la piccola boccuccia, che tremava debolmente, non fu il profumo di latte della sua pelle. Ma ciò che colpì gli occhi e non solo, del piccolo Ted Lupin, furono quei capelli, sottili e luminosi. Nonostane fosse un piccolo fagotto, Lily Luna Potter, mostrava la sua forza con quei capelli. Scarlatti e scintillanti.
Ted aveva visto ogni giorno quella bambina, aveva visto crescere quel corpicino, aveva visto muovere quelle gambine, aveva visto quei capelli diventare sempre più lunghi, prima stretti in treccine imbarazzanti, poi in codini troppo stretti alti sulla nuca . Aveva visto la sua Lily piangere la prima volta, quando con forza, fu trascinata all’asilo, e scuotendo quei capelli, aveva mostrato il suo rifiuto di allontanarsi dal nido di casa. L’aveva vista quando, a undici anni, aveva ricevuto la sua prima lettera e , gettandosi tra le sue braccia, aveva schiaffeggiato , dolcemente, il suo viso, con la lunga coda di capelli rossi. L’aveva vista quando, a sedici anni, quella chioma era finalmente stata lasciata libera , ribelle. Aveva visto crescere quella ragazza fino a diventare donna, bella, ribelle e forte, proprio come quella chioma, rossa, scarlatta, che aveva colpito la sua attenzione subito, che l’aveva colpito dritto al cuore, prima ancora di poter essere in grado di amare. Lily Luna Potter era la sua fiamma, era la sua forza, ed era quel limite che non avrebbe mai potuto valicare, superare. Eppure, farlo, prendere quelle labbra e farle sue, prendere quel corpo, accarezzarlo , amarlo, prendere quei capelli, ammirarli, stringerli, fu dannatamente bello, fu dannatamente magico, e superare il limite fu d’obbligo.....