Semplicemente
Myke
Il
gong
è rintoccato.
I due contendenti s’appropinquano al
centro del ring.
La folla tutta esulta.
Gli annunciatori e
conduttori preannunciano, con le loro parole falconeggiate con
vigore, un grande incontro.
Si sente schiamazzare dagli spalti il
nome del beniamino del pubblico, il successore spirituale del
guerriero nativo delle terre di Xochipilli e Quetzacoalt: Falco di
Tuono.
Falco di Tuono riceve gli applausi e si mostra lacertoso e
possente in tutta la sua siluetta. E' la serata decisiva, in cui
verrà messo in gioco la sua umanità e e non il suo
onore di lottatore.
A
tanto sono arrivato, in breve tempo?
Io, che ero il meno
portentoso degli allievi del maestro?
Io, che sono stato espulso
dal pugilato per la mia brutalità e per la mia scorrettezza,
delle quali ancora oggi soffro?
Io, colui che venne scelto tra i
tanti come suo successore,
se fosse deceduto durante l'incontro
contro Re Marduk?
Falco di Tuono sapeva di dover vendicare, prima o poi, in qualche
maniera, il suo maestro, ma non si aspettava di venire sfidato da Re
Marduk solo una settimana dopo l'effettivo incidente durante
l'incontro tra il Re e l'originale Falco di Tuono.
Quanta
presunzione, quanta arroganza, quanta ira nelle parole di Re Marduk,
durante l'annuncio della sfida:
“Mi è stato riferito
da una mia conoscenza fidata che Falco di Tuono è ancora vivo.
Non è vivo colui che impersonava il guerriero indiano, no,
quello l'ho mandato nel posto in cui si meritava di stare,
l'obitorio! Io so che è ancora vivo lo spirito di Falco di
Tuono, attraverso quella maschera dannata! Tu, possessore attuale di
quella maschera! Se sei abbastanza uomo da sfidarmi, allora accetta
la mia sfida: ti voglio sul ring di Sabato, innanzi tutta la folla, a
testimoniare chi è degno di possedere la maschera di Falco di
Tuono, quello vero!”
Myke, l'altra metà di Falco di
Tuono, quando è esterno al ring non si angustia di dover
inalberare le proprie doti, umilmente e caritatevolmente, per
rendersi utile agli umili ed ai cionci.
Quando c’è
bisogno di una riparazione ai tubi idrici, quando si guasta una
lampadina, quando la stufa non è più efficace come un
tempo, il Super della palazzina prontamente interviene e con il
sorriso smerigliato soddisfa le esigenze di tutti quanti, chiedendo
in cambio niente.
E’ stato abituato sin dall’infanzia,
attraverso le letture della Sacra Bibbia, le tradizioni, le favole di
Esopo e l’esempio dei suoi genitori, semplici contadini
devotissimi al protestantesimo e a Lenin, all’aretè.
I
primi risultati degli insegnamenti subito si sbugiardarono quando era
pressappoco più alto della bassa mortella piantata nella
zolletta di terreno regalatagli per il quarto compleanno.
Scalpitava, il biribissi, ad ogni opportunità in cui si
sarebbe potuto allumare nella figura dell’adiuvante eroe
nibelungico di cui leggeva nelle raccolte di novelle avventurose,
sapendo di quelle ricompense ricevute dopo le buone azioni, piccole e
grandi.
Inizialmente si dedicava alle faccende più
telefonate, come tergere i piatti lavati dalla mamma dopo ogni
scopripignatte, oppure assettare i libri nella piccola libreria della
casa e spolverare i reggilibri con il piumino, annaffiare la piantina
regalatagli e curarla con affetto, leggere una storiella al
fratellino di appena un anno chetarlo e acciocchirlo e molto
altro.
Alcuni di questi servizi, da principio, risultavano in
acciarpature, mentre altri erano perfettamente eseguiti, ma un eroe,
si sa, deve emendare i suoi difetti, quindi Myke, con più
insistenza, chiedeva di essere presente per aiutare in casa.
Crescendo, poco a poco le fatiche si acetavano, ma lui non
demordeva, per non deludere i suoi genitori. Sono passati, ormai,
molti anni da quella volta in cui, comprendendo dell’indigenza
familiare, per non pesare sulle spalle dei genitori decise, dopo
lunghe nottate di riflessione, di abbandonare la sua dimora.
Oggi,
da adulto, tutti quei valori lo hanno reso un onesto cittadino
americano, apprezzato e rispettato e lui stesso è contento per
la sua posizione.
Di ritorno dal lavoro, su cui ci soffermeremo
successivamente, nonostante la spossatezza fisica e mentale, ogni
volta, non ha potuto non chaperonare la signora Mallory offrendosi,
come suo solito, di aiutarla, portandole le buste della spesa sino al
suo appartamento al quarto piano della palazzina numero 55 di Dropsey
Avenue, nel Bronx, oppure sbrigare altre faccende per lei.
Per la
signora Mallory salire le scale è un assenzio, data la
condropatia permanente alla giuntura tra l’apice della fibula e
il condilo laterale, figuriamoci allora come possa incrementare il
mordicamento lesivo quando prende in mano quelle pesanti buste, con
dentro il mangiare di tre mesi per lei, da conservare nel
congelatore.
Presente nell'appartamento della signora Mallory,
dopo l'aiuto conferito, la sua vicina, la decaduta contessa Leaf,
con cui entrambi si intrattengono discutendo del più e del
meno e spilluzzando il tè delle cinque – la signora
Mallory è di origini britanniche.
Myke è un caso
particolare: è un uomo buono, è cresciuto in un
ambiente sereno, ma dal giorno in cui si trasferì nel Bronx a
causa di forza maggiore, affronta tutti i giorni, eccetto le persone
senili e confidenziali, buona parte della gente sulla strada, sia
giovane che matura, la così detta feccia e, malauguratamente,
è costretto a difendersi come meglio può.
Molte
volte ha rischiato di far male ad altre persone, stanco dei loro
insulti insensati e della loro cafonaggine, ma ha preferito
assimilare il tutto e sfogare sul ring, negli incontri di pugilato,
dei cui tifosi era beniamino.
Non
ci si lasci irretire, comunque, dalla bontà d’animo di
Myke, perché egli, nonostante il suo dabbene, è lungi
dal poter essere considerato uno sfessato, ed infatti, la sua
risposta per Re Marduk fu chiarissima e concisa: “Sfida
accettata”.
Una lunga premessa, è vero, ma bisogna
capire a fondo chi c'è dietro Falco di Tuono, quel guerriero
prode che, dopo aver accusato tanti colpi dal Re formidabile e
rimuginato sul proprio ego, sul suo passato, come se stesse per
giungere la sua ora, finalmente sfoggia, a sorpresa di tutti, la sua
anima nascosta, non quella del Falco di Tuono, ma di Dirty Bull
che è sempre stato prima di considerare le regole del
combattimento libero.
Contro le regole della boxe, da cui è
stato espulso perché troppo brutale per davvero, ma non contro
quelle della lotta libera, dove la gente vuole vedere sangue, scatta
contro il Re e gli afferra la testa con le proprie mani, sbatte la
sua contro il suo naso con quanta più violenza possibile,
facendoglielo sanguinare copiosamente e stordendoli, quindi gli
schiaccia il piede con il proprio sfoggiando un possente pondo e gli
spacca la mascella con il proprio gomito, dandosi la spinta con il
corpo, vincendo l'incontro all'istante e guadagnandosi l'esultanza
del pubblico sanguinario per l'inattesa scorrettezza, ultimo
spiraglio del Dirty Bull che fu.
Il premio tanto ambito in
mano, finalmente: la maschera di Falco di Tuono.
Se la
signora Mallory sapesse...