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Autore: RebekahEvans    27/07/2012    4 recensioni
Questa ff riprende le storie di New Moon e i due libri seguenti ma con qualcosa di diverso: la ff è incentrata sulla vita una ragazza di 17 anni, Becky Malatesta, che è diventata una Guardia Reale al servizio dei Volturi. La sua vita procede monotona finchè non si presenta al cospetto degli anziani un vampiro con una strana caratteristica: ha gli occhi color ambra. Sono gli occhi più belli e magnetici che lei abbia mai visto. Questo ragazzo si chiama Edward Cullen e si presenta a Volterra con l'intento di farsi uccidere perchè la sua amata è morta.
Da quel momento tutta la sua vita viene rivoluzionata dall'arrivo della famiglia Cullen al completo e... Leggete e scoprirete!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Anno 1932

Non ne posso più.. Oggi ho lavorato troppo. Scusate non mi sono presentata: mi chiamo Rebecca Malatesta ma tutti ormai mi chiamano Becky, ho 17 anni e vivo in una città molto grande nel Nord-Italia: Milano. La mia vita è sempre stata segnata da dolori: la morte di mia madre quando avevo appena 7 anni per una malattia di cui non si conoscono le cause; mio fratello è finito in prigione per aver aggredito un politico durante una manifestazione in piazza a Milano insieme ad altri del suo gruppo di anarchici e mio padre è diventato un alcolizzato dopo la scomparsa della sua amata. Sono io che mi occupo di tutto in casa anche se una signora molto gentile mi aiuta quando io non riesco a seguire tutto. Beh, questa è la mia vita … Bella eh? Ritorniamo al presente che è meglio. Ho appena finito di sistemare in casa, tutto splende finalmente e così decido di andare a fare una bella doccia calda e poi andare a letto perché sono veramente stanca. Sto per andare verso il bagno quando sento la porta di casa aprirsi e vedo entrare mio padre che barcolla. È ubriaco,  penso, come al solito. Senza neanche degnarmi di uno sguardo si dirige subito in salotto. Contenta di ciò mi avvio verso la mia meta, alias il bagno e la doccia.
<< Tu! Vieni subito! >>
Mi bloccai. Non ci credo, che vuole adesso ...penso scocciata. Ormai ero abituata a sentirmi chiamare così e allora vado da lui che mi aspetta davanti alla credenza che avevo appena lucidato con cura perché era quella preferita della mia cara mamma. Appena entro nella stanza lo vedo darmi le spalle e mi accorgo che stava tremando; aveva nella mano sinistra una bottiglia vuota e l’altra mano era chiusa a pugno.
<< Eccomi … >> dico in modo sprezzante rivolta verso di lui.
Io non lo consideravo più mio padre perché aveva buttato all’aria tutta la famiglia e la nostra vita ed era colpa sua se io ora mi trovavo in questa situazione. È da quando mio fratello è in carcere che io mi sbatto per andare avanti ma ora sono distrutta, sento che sto per crollare. Mi risveglio dai miei pensieri perché mio “padre” si è girato e, intanto che mi fissa con sguardo neutro, si sta avvicinando a me. Ho una brutta, anzi, bruttissima sensazione; come se stesse per accadere qualcosa. I miei sospetti sono fondati quando inizia a urlarmi contro parole incomprensibili e mi sferra uno schiaffo sulla guancia destra facendomi cadere per terra.
Sono a terra, esterrefatta. Non mi aveva mai picchiata prima e solo ora mi accorsi della sua forza; sento tanto dolore alla guancia e il sangue pulsare; la guancia sembra prendere fuoco. Ho le lacrime agli occhi dal dolore che provo e quando cerco di rialzarmi, mi tira un pugno nello stomaco facendomi inginocchiare. Ho le braccia strette intorno alla vita e le lacrime scendono calde sul mio volto. Mi sento malissimo, mi viene da svenire e ho la nausea. Non riesco neanche a rialzarmi perché quel maledetto mi ha presa per i capelli e mi sta parlando, anzi, sta sussurrando proprio vicino al mio orecchio.
<< Questa è la tua punizione, spero tu abbia imparato la lezione ragazzina >> dice con tono calmo e fermo, che nasconde un che di minaccioso, prima di lasciarmi andare i capelli e uscire dalla stanza. Resto sdraiata per terra per non so quanto tempo prima di riprendermi e alzarmi. Vado a prendere il cappotto e esco di fretta da quella maledetta casa. Cerco di correre anche se lo stomaco mi fa male, voglio mettere più distanza possibile tra me e quell’uomo. Ero davvero stanca  e non avevo la forza di correre così mi misi a camminare senza meta per le strade di una Milano deserta. Ripenso alla mamma e a quanto mi manchi. Mi vengono in mente tutte le sue carezze e la canzone che mi cantava prima che io andassi a dormire. Mi manchi mamma.. penso nello stesso istante in cui alzo gli occhi verso il cielo pieno di stelle che fanno compagnia alla Luna.
<< E’ davvero bella non trovi? >>
Mi giro di scatto. Mi trovo davanti un ragazzo sui 20 anni, carnagione pallida che alla luce della Luna sembra ancora più chiara, capelli castano chiaro e occhi rossi. Occhi rossi? Non può essere. È davvero strano.. penso intanto che una sensazione di pericolo si fa strada verso i me. Dovrei scappare ma non riesco, sono come ipnotizzata da quegli occhi così strani.
<< S-Sì, è-è d-d-dav-v-vero b-b-bella >> rispondo balbettando.
Ma che cosa stai facendo Becky! Parla normalmente! È soltanto un ragazzo! Già, un ragazzo bellissimo e stranissimo al tempo stesso.
Il ragazzo mi guarda e ridacchia.
<< Tranquilla non ti mangio mica >> dice con un sorrisetto, che ai miei occhi sembra minaccioso << Mi chiamo Demetri e tu? >>.
Demetri, che nome strano..
<< Rebecca, ma tutti mi chiamano Becky >> rispondo accennando un sorriso.
<< Bene Becky, ti va di fare una passeggiata con me intanto che ci conosciamo meglio? >> mi chiede immediatamente mentre scopre la sua dentatura perfetta.
Accetto molto volentieri e ci incamminiamo in un parco.
Parliamo un po’ di noi, di cosa ci piace e di quali sono i nostri hobbies, dai nostri libri preferiti ai films, finché lui mi chiede qualcosa sulla mia famiglia. A quel punto io abbasso lo sguardo e ripenso a quello che è successo prima in casa, a quell’uomo che mi aveva picchiata e a mia madre che era morta. Gli racconto tutto di getto, anche del gesto di mio padre, e lui mi sta a sentire fino a quando io non scoppio a piangere e lui mi abbraccia.
<< Vorresti una vita migliore di questa vero? >> mi chiede guardandomi negli occhi dopo che le mie lacrime hanno smesso di inzuppare la sua camicia.
<< Sì, tutto tranne questo >> rispondo sicura di me anche se la brutta sensazione non era ancora scomparsa.
<< Allora fidati di me e andrà tutto bene >> mi risponde per poi avvicinarsi al mio collo. Sento le sue labbra posarsi sulla mia pelle e chiudo gli occhi per ricordare questa sensazione piacevole ma all’improvviso li spalanco subito perché ho sentito qualcosa che mi ha squarciato la pelle.
<< Che cosa mi ha.. >> cerco di dire a Demetri prima di mettermi ad urlare. Sento il mio collo bruciare, la vista mi si appanna. Ho paura e continuo a gridare. Il fuoco si propoga prima al busto e poi a tutto il corpo. Sento che qualcuno mi mette qualcosa in bocca per non farmi gridare e poi mi sento sospesa in aria. Avverto il vento sulla mia faccia, sto correndo ma non riesco ad aprire gli occhi perché il dolore è insopportabile. Capisco che sono al chiuso quando il vento cessa e una voce maschile mi giunge alle orecchie.
<< Ottimo lavoro Demetri. Portala nella sua stanza e stai con lei finchè la trasformazione non sta per finire. Poi avvertimi. >> sento queste parole prima di sprofondare nel buio più totale.

Spazio della scrittrice

Questa è la mia prima ff, spero di continuarla al più presto ma soprattutto spero con tutto il cuore che a voi piaccia.
Baci,
Becky.
  
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