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Autore: LastHope    27/07/2012    7 recensioni
Estratto:
Una violenta esplosione mandò la casa in frantumi esattamente nello stesso istante in cui le labbra gelide di 17 sfiorarono quelle della sorella.
Entrambi si allontanarono quando si accorsero che le fiamme erano spente ma il calore ancora li pervadeva. 
 
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Salve, eccomi con la seconda Diciassotto del giorno (17x18 con nome prontamente inventato da me e la mia adorata Helly ♥ ) per promulgarla un po' dato che il materiale su di loro scarseggia molto.
L'ispirazione su questi due deriva dal fatto che insieme sono tanto ammoreH.
Detto questo vi auguro buona lettura, spero vi piaccia.
Se volete lasciare una recensione ne sarei molto felice. ♥



 

  Diluvio.

Le fredde gocce di pioggia si frantumavano a contatto con la pelle d’amianto dei due androidi.
- Mi sto bagnando tutti i vestiti. 17, fa qualcosa! – esclamo la bionda ragazza.
Il ragazzo si guardò attorno scorgendo una costruzione sfuggita per miracolo alla loro opera  di distruzione.
- Quel posto ti va bene, sorellina? – le chiese camminando sulle macerie del campanile che era entrato in collisione con un ki-blast di 18.
Il paese a Sud di Satan City ora non era altro che un cumulo di detriti.
Le case diroccate accoglievano impassibili lo scrosciare della pioggia sulle mura interne.
Il tintinnio ripetitivo della pioggia veniva interrotto rare volte da gemiti spezzati di bambini che sotto i residui delle loro abitazioni non avevano trovato altro che un riparo.
E il terreno stravolto sotto la potenza dei colpi dei due cyborg ora non era altro che una radura bagnata.
Una desolata valle di devastazione era tutto ciò che rimaneva sotto i passi coordinati degli artisti.
- Qualunque luogo andrà bene se mi potrò asciugare. Odio la pioggia -
Raggiunsero la porta dell’abitacolo aprendola con un calcio sulla maniglia bronzea.
- Penso che la notte potremmo passarla qui – affermò 17 premendo l’interruttore della luce.
La luce al neon attaccata al soffitto illuminò la stanza ma l’unica cosa che in quel momento 17 riusciva a vedere erano due occhi azzurri socchiusi per l’improvviso incremento di luminosità.
Le gocce impigliate tra i capelli biondi ormai arruffati parevano perle incastonate per ornare alla perfezione il suo viso.
I vestiti imbevuti d’acqua aderivano perfettamente al suo corpo come una seconda pelle.
- 17 smettila di guardarmi. So di essere in pessime condizioni. – urlò acida 18.
Il ragazzo scosse la testa abbozzando un sorriso – Al contrario 18 – sussurrò salendo i gradini che conducevano al secondo piano.
Spalancò una porta avvertendo il torpore caldo di una stufa.
Si sedette su una poltrona affianco ad essa cercando di distrarsi dalle uniche immagini che passavano per la sua mente perversa: il corpo di sua sorella.
- Ridicolo - si ripeté prima di sentire uno scricchiolio provenire dalla stanza adiacente alla sua.
Si diresse rapido verso la stanza aprendola con una sola mano per rendere il ki-blast, già pronto nell’altra, ancora più veloce ma la vista che gli si presentò davanti lo bloccò.
Un bambino di circa 8 anni addormentato stringeva tra le braccia il cadavere insanguinato della sorellina.
Il sangue che fuoriusciva dalla ferita mortale alla testa della bambina aveva macchiato di amaranto il singolo letto che stavano condividendo.
Le braccia del fratello, però, erano ancora salde alla vita e la testa appoggiata alla sua spalla era umida di lacrime.
Sul volto della bambina una smorfia che poteva essere scambiata per un sorriso, come un’ombra, l’aveva accompagnata alla morte.
Chiuse la porta correndo al piano di sotto.
18 si stava sfilando il gilet di jeans quando le possenti braccia del fratello la strinsero in una morsa simile ad un abbraccio.
- Ma che ti prende? – sussurro appena la ragazza.
17 sciolse l’abbraccio indietreggiando lentamente.
- Non ti ho detto di smettere -
Un leggero sussurro spezzò l’aria pesante che si respirava in quella stanza.
Le braccia di 17 tornarono a cingere protettivi i fianchi della sorella mentre un calore sconosciuto scaldava i loro corpi.
I volti tinti di un porpora opaco passavano in rassegna qualunque oggetto della stanza pur di non incontrare gli occhi cerulei dell’altro.
- Andiamocene – dichiarò 17 afferrando il gilet della sorella ancora ferma nella stessa posizione.
- Per quale motivo? –
Il ragazzo spalancò la porta allungando una mano.
- Non piove molto. Sono stanco di rimanere qui. Se proseguiamo verso Sud il temporale finirà -
spiegò piegando le labbra in un sorriso – vieni? -
18 annui borbottando e abbandonò la casa fermandosi sulla parte esterna della campana che giaceva a terra distrutta.
- Ora mi bagnerò di nuovo. – brontolò.
Fissò il fratello con aria cupa accorgendosi che la sua attenzione era ancora rivolta alla casa.
- Perché sei voluto uscire se poi ti sei pentito? -
Una violenta esplosione mandò la casa in frantumi esattamente nello stesso istante in cui le labbra gelide di 17 sfiorarono quelle della sorella.
Le fiamme avvamparono alle loro spalle e un’altra esplosione distrusse anche i miseri resti dell’abitazione adiacente.

Entrambi si allontanarono quando si accorsero che le fiamme erano spente ma il calore ancora li pervadeva.




- Hope.  ♥


 

  
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