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Autore: Nora    27/07/2012    7 recensioni
“Ma ti vuoi calmare?”
Albus sobbalzò sentendo la voce fredda di Scorpius.
“Vorrei vedere te...”
L’altro sbuffò, sedendosi accanto a lui.
“A dire il vero sono nella tua stessa situazione...”
Fu un colpo per il povero Potter, che lo fissò senza capire.
“Che vuoi dire?”
Okay, iniziava ad avere paura. Seriamente.
“Ho invitato anche mio padre.”
“CHE COSA?! TUO PADRE?! TU SEI MATTO!”
“Potter, ammutolisciti. Sei irritante.”
Albus sbuffò.
“Si uccideranno!”
“Non dire stronzate. Mio padre non si rovinerebbe mai la vita per uno sporco Grifondoro.”
“Smettila! Non sei preoccupato per niente?”
Scorpius ghignò ed allungò una mano per stringere la sua.
“No, sono un Malfoy. I Malfoy non si preoccupano per nulla.”
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Albus Severus Potter sostava nervosamente davanti alla porta dell’ufficio del padre, alias Salvatore del Mondo Magico


Cena, Alcol, necessità

Perdonami.

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Albus Severus Potter sostava nervosamente davanti alla porta dell’ufficio del padre, il Salvatore del Mondo Magico.

Tossì un paio di volte, mentre il sudore iniziava ad imperlargli la fronte.

Cosa c’era di così preoccupante? Doveva solo chiedergli di andare a cena fuori.

Sì, come no.

Sospirò, tanto valeva farlo velocemente e senza pensarci. Prese qualche altro respiro profondo e poi bussò.

“Avanti.”

Albus si affacciò, cercando di sorridere.

“Oh, Al, entra pure.”

Il figlio tossì ancora una volta, sedendosi.

“Sei molto impegnato?” forse avrebbe potuto dirglielo anche più tardi...

“No, tranquillo, dimmi tutto.”

Niente da fare.

“Io...volevo chiederti una cosa.”

Harry sorrise.

“Ti servono dei soldi?”

“Co...? No, no, no. Sono a posto, grazie. Piuttosto...hai da fare, stasera?”

Harry strabuzzò gli occhi.

“Questa mi è nuova. Un ragazzo in piena età adolescenziale che vuole uscire con il padre? Di sera?”

Albus si mise una mano sul petto, aveva paura che quel dannato cuore scappasse fuori dal suo petto.

Prese un grosso respiro per cercare di calmarsi.

“Volevo farti conoscere qualcuno.”

Il sopracciglio destro di Harry scattò in alto, fino a nascondersi sotto alla frangia di capelli corvini.

Un sorriso sereno si allargò sul suo viso.

“Va bene, organizza tu che io non ho proprio tempo. Ci vediamo alle sette davanti al Ristorante?”

Albus sospirò di sollievo. La prima parte era fatta.

“Sì, ti invio il nome via gufo. A...a dopo.”

Il ragazzo, oramai diciassettenne, si alzò e si diresse verso la porta, poi però si bloccò.

Forse non l’avrebbe ucciso, quella sera, se gli avesse detto quanto gli voleva bene.

“Papà...io...”

“Ti voglio bene anch’io.”

 

Albus buttò a terra l’ennesima cicca, mentre beveva il suo caffè nero.

Doveva darsi una calmata. Insomma, cosa sarebbe mai successo?!

Magari suo padre si sarebbe stranito, avrebbe storto il naso e poi lo avrebbe accettato.

Sì, certo.

Si accese l’ennesima sigaretta, mentre cercava di calmare i nervi che, quasi a fargli un dispetto, tornavano ad infastidirlo.

Strizzò gli occhi, sperando che tutta quella storia passasse in fretta, che la cena si sarebbe svolta in fretta e che dopo sarebbero stati finalmente liberi.

“Ma ti vuoi calmare?”

Albus sobbalzò sentendo la voce fredda di Scorpius.

“Vorrei vedere te...”

L’altro sbuffò, sedendosi accanto a lui.

“A dire il vero sono nella tua stessa situazione...”

Fu un colpo per il povero Potter, che lo fissò senza capire.

“Che vuoi dire?”

Okay, iniziava ad avere paura. Seriamente.

“Ho invitato anche mio padre.”
“CHE COSA?! TUO PADRE?! TU SEI MATTO!”

“Potter, ammutolisciti. Sei irritante.”

Albus sbuffò.

“Si uccideranno!”

“Non dire stronzate. Mio padre non si rovinerebbe mai la vita per uno sporco Grifondoro.”

“Smettila! Non sei preoccupato per niente?”

Scorpius ghignò ed allungò una mano per stringere la sua.

“No, sono un Malfoy. I Malfoy non si preoccupano per nulla.”

Albus tentò di sorridere, ma la preoccupazione era tanta. Troppa.

“Come facciamo, stasera? Ci facciamo trovare insieme o li avvertiamo prima?”

“Fai come ti pare.” Rispose l’altro, alzando le spalle.

“Direi che devi anche sbrigarti a pensarci, sono le sette meno cinque.” Continuò Scorpius, con quella sua espressione divertita che Albus, in quel momento, avrebbe volentieri preso a schiaffi.

Prese la mano del Serpeverde e, dopo la consuenta sensazione di venire strappati dal pavimento attraverso l’ombellico, si ritrovarono davanti ad un ristorante piuttosto lussuoso.

“Almeno c’è un minimo di classe in questo posto.” Commentò Scorpius, osservando le imponenti colonne di marmo.

Albus seguitava a tenere la sua mano stretta nella propria, mentre iniziava a tremare.

“Quante volte devo dirtelo? Calmati, stasera nessuno morirà.”

Lo trascinò all’interno del locale, ancora vuoto.

“Mi spieghi perchè hai prenotato così presto?”

“Volevo fosse vuoto. Sai, in caso si mettessero ad urlare...”

Scorpius alzò gli occhi al cielo.

“Ehm, scusi? Avremmo un posto prenotato sotto il nome Weasley.”

Il Malfoy fece dietrofront, ma Albus riuscì a fermarlo per il braccio e a trascinarlo fino al loro tavolo.

“Weasley? Mi prendi in giro?! E’ uno scherzo di cattivo gusto.”

Albus rise, riempiendosi il bicchiere d’acqua.

“Te ne stavi andando davvero!”

Scorpius lo ignorò, aprendo il tovagliolo e poggiandoselo sulle gambe.

Albus riuscì a stento a trattenere le lacrime, mentre si teneva la pancia con le mani. La sua espressione, cavolo! La sua espressione!

“Non ci posso credere....Weasley...ugh.” sibillò Scorpius.

Questo non fece altro che aumentare l’ilarità di tutta la situazione, ma all’improvviso tornò serio.

Lo stavano davvero facendo?

Erano anni che si frequentavano in segreto, per paura delle reazioni dei propri genitori. Quanto tempo era passato dal loro primo bacio? Tre anni? Forse anche di più...

Albus sfiorò la mano di Scorpius con la propria.

Forse sarebbe andato tutto bene.

Forse.

 

Harry James Potter sostava tranquillamente di fronte all’ingresso del ristorante scelto dal figlio, mentre si gustava gli ultimi attimi di luce che si apprestava ad abbandonare Londra.

Amava quei momenti.

“Potter?”

E odiava chi li rovinava.

Si girò verso quella voce fastidiosa, ritrovandosi davanti la persona che meno si sarebbe aspettato di incontrare nella Londra babbana.

“Malfoy.”

Quest’ultimo ghignò.

“Inizi a stupirmi, diventi sempre più sveglio.”

Harry scosse la testa, attraversando la soglia del locale, ma andò a sbattere contro Draco.

“Guarda dove metti i piedi, Sfregiato!”

“Stai zitto, Furetto. Non ho tempo di pensare a te. Devo vedere mio figlio.”

“Sì, anch’io devo vedere il mio.”

Si fermarono all’istante, di fronte al tavolo in cui sedeva la propria progenie.

“Godric Magico...”

Harry aveva quella sua espressione assolutamente sorpresa, quella che sembrava un po’ da tonto, a dire il vero.

Draco, invece, era immobile, simile ad una statua.

“Che fate lì? Sedetevi!” li incoraggiò Albus, indicandogli i due posti liberi.

Draco, piuttosto rigidamente, si sedette, mentre Harry tentennò un poco, prima di accomodarsi.

“Perchè sono qui?” chiese bruscamente il biondo, passandosi una mano sui capelli.

“Te l’ho detto, papà. Dovevo farti conoscere una persona.” Gli rispose indifferente il figlio.

“E questa persona sarebbe il figlio dello Sfregiato?”

“Potresti, cortesemente, evitare di usare quell’appellativo davanti a mio figlio? Io non ti chiamo Furetto davanti al tuo.”

Draco gli lanciò un’occhiata degna di un Serpeverde, prima di trasferire l’attenzione sui due ragazzi.

“Allora?”

“Sì, è lui. In questi ultimi tre anni ci siamo avvicinati molto.” Rispose Scorpius.

Fu un attimo.

Draco assottigliò gli occhi e mosse il braccio sotto al tavolo mentre il figlio esibiva una smorfia scocciata.

“Anche troppo, direi.” Sibillò il Serpeverde adulto, adagiando le mani sul tavolo.

“In che senso?” si intromise Harry, spostando gli occhi prima da uno, poi sugli altri presenti.

Sorseggiò un po’ di vino, magari avrebbe aiutato.Iniziava a sentire uno strano nervosismo addosso.

“Nel senso che scopano, emerito idiota. Non è così difficile da capire.”
“Scusa tanto se evito di entrare nella mente di mio figlio senza perm...COSA?!” Si strozzò col vino, iniziando a tossire.

Draco gli liberò la gola con un colpo di bacchetta, che poi ripose nella giacca dal taglio sartoriale.

Albus era arrossito del tutto, più simile allo Stemma della casata del padre che ad un essere umano.Nel compenso Scorpius rimase piuttosto indifferente, intento nell’assaggio del cocktail che gli aveva portato il cameriere.

“Albus, smettila di diventare rosso o continuerò a pensare che quel Cappello Parlante, sette anni fa, abbia totalmente sbagliato con te.”

Quest’ultimo ignorò il proprio ragazzo, preoccupato per la reazione del padre. Aveva gli occhi sbarrati ed una sfumatura vagamente viola che si diffondeva su tutto il viso.

“Papà?” tentò di chiamarlo, con voce tremante.

Questo sembrò far sbloccare l’Eroe del Mondo Magico, che lo guardò con uno sguardo più calmo.

“Hai...hai il diritto di stare con chi vuoi. Se ci tieni davvero a questo ragazzo, non sarò io a fermarvi. Il fatto che suo padre sia un FURETTO BASTARDO NON VOGLIA DIRE CHE ANCHE LUI LO SIA!”

Era scoppiato all’improvviso, balzando su in piedi con la bacchetta rivolta verso il suo ex-compagno di scuola.

“SEI TU CHE DOPO LA FINE DELLA SCUOLA HAI SMESSO DI CONTATTARMI, COSA AVREI DOVUTO FARE IO?!”

“NON POTEVO SCRIVERTI, CONTROLLAVANO OGNI SINGOLO GUFO CHE INVIAVO O RICEVEVO!”

“E QUEL TUO ORRIDO PATRONUS?! AVRESTI POTUTO UTILIZZARLO!”

Harry si sedette di nuovo, rosso in volto.

Quel discorso non avrebbe portato da nessuna parte. Avrebbero dovuto tenerlo in passato, in totale privacy, non davanti ai propri figli.

Draco sbuffò, chiamando il cameriere, mentre i due ragazzi continuavano a guardarli scioccati.

 

Una volta che Albus e Scorpius di Smaterializzarono, i due adulti rimasero soli, seduti ad un tavolo del Paiolo Magico. Erano andati lì tutti insieme per bere qualcosa e cercare di dimenticare quella cena, ma era stato piuttosto inutile.

Draco buttò giù il secondo Whisky Incendiario, mentre Harry continuava a fissare il proprio bicchiere ancora pieno, senza alcun che da proferire.

“Ne avremmo dovuto parlare in passato.” Disse all’improvviso Draco, leggermente rosso in viso a causa dell’alcol.

Harry continuò a guardare il proprio bicchiere pieno, poi lo prese e buttò giù tutto in un colpo.

“Ma non l’abbiamo fatto.”

“Perchè?”

Harry scosse la testa.

“Forse non eravamo pronti.”

Draco tirò fuori una risata rauca, poi bevve un altro goccio.

“Non lo si è mai, per queste stronzate. Amore, sentimenti? Fanculo. Te l’ho sempre detto che erano tutte cazzate.”
Harry ordinò un Olden Stravecchio, che gli costò parecchio. Ma a chi interessa? Pensò.

Sono Colui Che Ha Sconfitto Voldemort e che ha smesso di frequentare la persona che amava per colpa del suo Marchio Nero.

Aveva il diritto di spendere parecchi soldi per potersi ubriacare, no?

Si alzò, malfermo sulle gambe, e si avvicinò a Tom.

“Sì?”

“Uhm...una stanza, per favore. Doppia.”

L’uomo gli porse una chiave senza alzare lo sguardo dai bicchieri sporchi che cercava di pulire e questa fu una fortuna per Harry, che potè salire in camera senza nessuno che lo guardasse.

Si buttò sul letto, con gli occhi chiusi, e sperò che quella porta si aprisse, lo sperò con tutto il cuore.

Quasi perse la speranza quando, dieci minuti dopo, la porta rimase chiusa, non si mosse nemmeno di un millimetro, quasi a fargli notare che solo era e solo sarebbe rimasto. Almeno per quella notte.

Tentò allora di addormentarsi, ma fu distratto da un bisbiglio.

Alohomora.”

Qualcuno entrò di soppiatto e si riuchiuse la porta alle spalle, gettando qualche incantesimo per la stanza.

Sentì il letto abbassarsi sotto il peso di qualcuno e solo in quel momento alzò lo sguardò che incontrò quello freddo e calcolatore di Draco.

“Harry...”

Il suo nome, pronunciato da quelle labbra, lo fece rabbrividire.

Si alzò per incontrarle il prima possibile e le racchiuse tra le proprie, accarezzandole lentamente.

Draco lo strinse a sè, poi, tremando, si staccò da lui.

Perdonami.


Note dell’autore

Oddio, l’ho pubblicata.

Spero non mi lincerete se i personaggi sono OOC, per favore, perdonatemi se è così, ma è la prima fic che pubblico in Harry Potter.
Devo assolutamente ringraziare quella santa di Morgana che ha betato questo scempio e lo ha reso, quantomeno, decente.
Bon, un saluto!
Nora.

   
 
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