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Autore: Jonas_sister    27/07/2012    5 recensioni
Da Roma a New York.
Un viaggio come regalo di compleanno. Un viaggio che non sarà solo questo perché cambierà la vita di Selene,diciannovenne timida ma pazza,appassionata di moda e con un sogno:diventare una stilista.
Sarà grazie a questo sogno che incontrerà Blaze,ventiduenne,bello da morire,modello per Abercrombie e fidanzato di Gisèle sua collega.
I due ragazzi saranno legati da un profondo sentimento di amicizia ma non sarà sempre così.
Tra alti e bassi Selene scoprirà di provare qualcosa di più per il suo amico e collega Blaze, ma riuscirà a dichiarare i suoi sentimenti o preferirà reprimerli per paura di essere rifiutata?
Saranno i suoi amici a cercare di farle capire come fare per poter essere felice ma non sempre i consigli vengono ascoltati giusto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

“Si Ian Joseph Somerhalder ti amo anche io”

 Ero lì lì per baciare l’uomo della mia vita quando un forte rumore mi riportò alla realtà.
“Ops zia forse ho svegliato Selly”. Ero ancora sotto le coperte mentre tentavo di capire di chi fosse quella voce quando mi accorsi che un bambino saltava sul mio letto continuando a gridare  “Buon compleanno, buon compleanno!”
Non era un bambino chiunque ma il mio cuginetto Luca, l’amore della mia vita.


Ormai sveglia decisi di alzarmi dal letto per ringraziare il bimbo. Lo abbracciai fortissimo e gli sussurrai ancora assonnata “Grazie amore mio”.
 “Tesoro auguri” esclamò mia madre abbracciandomi.
 Loro erano la mia famiglia e non li avrei cambiati per nessuna ragione al mondo.
Ricambiai l’abbraccio e ringraziai anche lei. Dopo 5 minuti andammo tutti e tre in cucina per poter fare colazione. Appena scesi le scale rimasi impalata davanti la porta della cucina. Sul tavolo c’erano tutti i miei dolci preferiti.
 Mi girai subito verso mia madre e l’abbracciai di slancio “Oddio grazie mà! Ma a che ora ti sei svegliata per prepararmi tutto questo ben di Dio?”. Mi rispose con un sorriso dolce “Tesoro mio non importa. Oggi è un giorno speciale e devi godertelo al meglio. Diciannove anni si compiono una volta sola nella vita!” Ormai questa frase era un classico. La ripeteva ogni anno e ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Ogni 10 gennaio prima mi ingozzavo come una maialina e poi ero costretta a bruciare tutto con estenuanti corse. Ok questo non è vero, mi ingozzavo e basta essendo stata sempre un tipetto pigro.

“Io vicino Selly!” gridò Luca. Gli sorrisi dolcemente.
Quel bambino era la mia felicità. Lo adoravo da morire. Mia zia era sempre impegnata per lavoro e quindi trascorreva molto tempo con noi. Più che un cugino lo consideravo come un fratellino. Ci tenevo tantissimo a lui.
“Amore mio sai che il posto affianco a me sarà sempre tuo perché sei il mio principino” Gli diedi un sonoro bacio sulla guancia.


Dopo circa un quarto d’ora finimmo di mangiare tutto quanto e, lenta come una lumaca, risposi al telefono di casa che continuava a suonare.
Non feci nemmeno in tempo a chiedere chi fosse che un urlo mi perforò il timpano destro.
“Buon compleanno!” gridò quella pazza della mia migliore amica Giorgia.
“Grazie Giò anche se hai rischiato di farmi diventare sorda!”. Sentii la sua risata “Ma come sei esagerata. Piuttosto ho una cosa molto importante da dirti! E’ meglio che ti siedi, sai com’è non voglio essere la responsabile della tua morte prematura”.
 Sghignazzai “Sei una cretina. Piuttosto dimmi cosa c’è di così importante”
Restò in silenzio per circa due minuti perché sapeva che odiavo l’attesa. Che migliore amica stronza che mi ritrovavo, però le volevo un bene dell’anima. Ci conoscemmo all’asilo e ci ritrovammo al liceo. Diventammo inseparabili e dopo 6 anni eravamo ancora amiche per la pelle. Sapevamo ogni cosa una dell’altra e il nostro legame era troppo forte per essere spezzato da qualcuno.
“Sei pronta?” mi chiese Giorgia.  “Si dai adesso parla, sai che odio le attese”. Ero nervosa perché non vedevo l’ora di scoprire quale fosse questa sorpresa che avrebbe addirittura avuto il potere di lasciarmi secca.
“Ricordi il concorso che ci proposero a scuola l’anno scorso?”
“Quello per diventare stiliste o fotografe per la sede Abercrombie di New York?” Avevo il cuore che batteva a mille. Giorgia aveva ragione, di lì a poco avrei rischiato un infarto.
 Il mio sogno era quello di sfondare nel mondo della moda, quello di Giorgia era diventare fotografa. Quando l’anno scorso ci proposero di partecipare non potemmo accettare poiché era l’ultimo anno di liceo e dovevamo studiare per l’esame di maturità.
“Esattamente. Chi partirà domani per New York per poter partecipare?”

La bomba era stata sganciata.

 Tre,due,uno….

”Giorgiaaaaa oddio grazie,grazie, grazie! Ti adoro! E’ il miglior regalo di compleanno che potessi ricevere! Oggi pomeriggio passa da casa mia perché dobbiamo organizzarci assolutamente! Oddio Abercrombie ancora non ci credo!” gridai con le lacrime agli occhi.
“Pensa a tutti quei bei modelli muscolosi che ci gireranno intorno indisturbati!”
Scoppiai a ridere “Giò ti prego non iniziamo con i nostri soliti pensieri impuri già a prima mattina”
La sentii ridere “Si hai ragione! Vabbè Sel ci vediamo oggi pomeriggio. Ti voglio bene e ancora auguri”
“Grazie Giò. Ti voglio tantissimo bene anche io. A dopo”
 

Riattaccammo e, dopo essermi ripresa dallo shock, raccontai tutto a mia madre che, però, sapeva già tutto da un bel pezzo.
Quell’opportunità rappresentava il mio unico modo per dimostrare di essere qualcuno e sarei stata capace di fare di tutto pur di ottenere quel posto come stilista. E se potevo finalmente realizzare il mio sogno era solo grazie alla mia migliore amica e alla mia adorata mammina.
Ringraziai circa diecimila volte anche lei e andai in camera mia per cercare di trovare qualcosa di decente da mettere in  valigia.
Quello che non sapevo era che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
 
Verso le tre e mezza del pomeriggio Giorgia arrivò a casa mia. Avevamo deciso di andare a fare un po’ di shopping perché rimanere un anno a New York non sarebbe stata una passeggiata.
“Mmmm dovresti comprare qualche completino, sai com’è c’è il rischio che un modello..” ma non riuscì a terminare la frase poiché la colpii con un cuscino in piena faccia.
“Stronza” mi urlò poco dopo mentre io piangevo dalle risate. Le avevo scompigliato tutti i capelli e sembrava un pagliaccio.
“Scusami però tu fai la cretina”
Scendemmo giù in cucina dove mia madre era intenta a leggere nuove ricette.
“Mami noi usciamo perché dobbiamo fare un po’ di shopping per il viaggio. Non so quado torniamo.”
“Va bene tesoro ma fate attenzione.” Sempre la solita raccomandazione.

Uscimmo di casa e partimmo alla volta del centro commerciale.
 “Posso accendere la radio?”
“Si Sel”. La prima canzone che partì fu “Stop crying your heart out” degli Oasis.
“Oddio no. Non ci guardiamo o finisce come sempre”
Dopo neanche tre secondi cominciammo a cantare e a piangere. Quella canzone era troppo dolce.
Dopo mezz’ora arrivammo al centro commerciale e ci trovammo costrette ad interrompere il nostro concerto. Eravamo due pazze.
“Oddio Giò ma ci pensi noi due sole a New York? Ho già paura perché insieme siamo un pericolo”
“Hai pienamente ragione” e scoppiammo a ridere come sempre.
 Se era vero che ridere allungava la vita noi saremmo diventate sicuramente immortali. Ridevamo per qualunque cosa, soprattutto per le mia battute idiote.
“Che dici iniziamo con i vestitini per finire con jeans e scarpe?”
Un altro pericolo era lasciarci da sole a fare shopping. Compravamo di tutto.
“Per me va benissimo socia”
 
Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questa nuova avventura. Cercavo di farmi un’idea ma non ci riuscivo completamente perché sarebbe stato tutto una grande novità.
Dall’Italia all’America. Chissà se sarei riuscita ad ambientarmi, chissà se sarei riuscita a raggiungere il mio obiettivo.
Mi stavo ponendo troppe domande così decisi di continuare a fare compere abbandonando per un po’ tutti questi pensieri. Dopotutto avevo ancora molto tempo per riflettere.
“Vedi vedi” Giorgia mi riportò alla realtà. Mi mise davanti agli occhi un vestitino davvero bellissimo.
“Dai provalo Sel. Secondo me è perfetto per te!” Non molto convinta decisi di accettare ed entrai nel camerino.
Era un vestito davvero stupendo, argentato con degli strass che lo rendevano luminoso. La cosa che non mi convinceva era la lunghezza se così poteva essere definita. Infatti l’abito era corto fin sopra la coscia e, quindi, mi lasciava le gambe scoperte.
Uscii dal camerino molto titubante, ma mi dovetti ricredere quando Giorgia e la commessa esclamarono “Ti sta benissimo!”
Così decisi di comprarlo. Magari sarebbe stato utile a New York.

Continuammo a comprare per circa altre due ore, poi decidemmo di smettere.
Forse avevamo esagerato un po’, però dovevamo partire per l’America e non era di certo dietro l’angolo. Così cercai di giustificarmi e m’incamminai con Giorgia per trovare un posto dove mangiare qualcosa perché ormai si era fatta sera.
Ancora poche ore e il mio sogno si sarebbe realizzato almeno in parte.





Salve gente! E' la prima storia che pubblico e ho un po' di paura ahah
Spero che almeno qualcuno legga o inserisca una piccola recensione. Ci tengo davvero tanto.
Non so cosa dire quindi alla prossima :D

  
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