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Autore: DadaOttantotto    28/07/2012    1 recensioni
[Questa fanfiction è stata scritta per le Olimpiadi di Writers Arena Rewind]
Panico. Quando l'aveva vista accasciarsi a terra, con le mani sporche di sangue, era andato in panico. Capiva quello che stava succedendo - era padre, prima che uomo e poliziotto -, tuttavia non riusciva ad accettarlo.
[Thomas, Chloé, Hoffman; 3x09]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Just close your eyes and don't say no Fandom: Profiling
Rating: Giallo
Personaggi/Pairing: Thomas Rocher, Chloé Saint-Laurent, giudice Alex(?)Hoffman; Thomas/Chloé
Tipologia: Drabble
Lunghezza: #1. 108 parole; #2. 106 parole; #3. 109 parole; #4. 100 parole; #5. 96 parole.
Avvertimenti: Drabble, Missing Moments, Raccolta
Spoiler!: /
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste
Credits: /
Note dell'Autore: Questa storia partecipa a "Gara di velocità - Drabble", organizzata da WAR per le Olimpiadi 2012
Introduzione: Panico. Quando l'aveva vista accasciarsi a terra, con le mani sporche di sangue, era andato in panico. Capiva quello che stava succedendo - era padre, prima che uomo e poliziotto -, tuttavia non riusciva ad accettarlo.


#1. [Chloé POV]
All'inizio erano solo Thomas e Gregoire. Poi ci si erano messi anche Fred e Hyppolite, e la situazione era diventata insostenibile.
Era stanca di sentirsi dire in continuazione 'Si riguardi' o 'Non si stanchi troppo'. Era lei a essere incinta, era lei a sapere ciò che era meglio per sé e per il suo bambino.
Chloé si sentiva in grado di lavorare, di seguire nuovi casi. E nessuno - superiore o amico che fosse - si poteva permettere di limitare la sua libertà.
Solo suo figlio, una volta nato, avrebbe potuto decidere per lei. Ma, fino ad allora, era ancora padrona di sé stessa e della sua vita.

#2. [Thomas POV]
Panico. Quando l'aveva vista accasciarsi a terra, con le mani sporche di sangue, era andato in panico. Capiva quello che stava succedendo - era padre, prima che uomo e poliziotto -, tuttavia non riusciva ad accettarlo.
Perché la gravidanza di Chloé andava bene, no? Non potevano, non dovevano esserci complicazioni.
Per la prima volta, Thomas non seppe cosa fare. Si limitava a tenerle la mano, chiamando a gran voce un medico, ma sapeva che non era abbastanza.
Avrebbe dovuto proibirle di andare con loro, impedirglielo in ogni modo. Ignorare le sue proteste e legarla alla sedia, se necessario.
Chloè stava male ed era tutta colpa sua.

#3. [Thomas POV; Missing Moment]
Quando Hoffman uscì da quella stanza d'ospedale, Thomas stentò a riconoscerlo.
I suoi occhi erano inespressivi, il volto cupo. Le sue spalle, generalmente dritte e larghe, ora stavano curvate verso il pavimento, dandogli un'aria disperata che poco si addiceva a una persona come lui.
Quello era un uomo che aveva perso tutto.
Stette qualche secondo immobile, in silenzio; poi, con lentezza, sollevò la testa e lo guardò.
"Si prenda cura di lei, la prego. Non la lasci sola in un momento come questo" gli chiese.
Thomas si alzò in piedi e annuì, senza parole. Non c'era bisogno di parlare per dirgli che, per Chloé, lui ci sarebbe sempre stato.

#4. [Chloé POV]
Non era giusto. Solo a questo riusciva a pensare. Non era giusto che le avessero portato via suo figlio.
Ci aveva messo settimane per accettare di essere incinta -  dell'uomo che le aveva mentito, nascondendole di avere già moglie e figli, e con il quale aveva appena chiuso definitivamente. All'inizio voleva abortire. E lo avrebbe fatto, se non fosse stato per Thomas...
Thomas.
Era rientrato nella stanza, quando Alex se ne era andato, e da lì non si era più mosso. Le era rimasto accanto, a modo suo, in silenzio.
Chloé sapeva che avrebbe sempre potuto contare su di lui.

#5. [Thomas POV]
Chloè non smetteva di piangere.
Lo faceva anche in quel momento, nonostante non avesse più lacrime. I suoi occhi piangevano come se non potessero farne a meno.
E lui si sentiva impotente, un incapace. Avrebbe voluto riuscire a farla smettere, in qualche modo. Riuscire a farla sorridere, aiutarla ad uscire da quella situazione.
Ma Thomas non poteva ridarle suo figlio. Non era in grado di fare l'unica cosa che avrebbe potuto cancellare il dolore dal volto della psicologa.
Poteva solo starle vicino, sperando che la sua semplice presenza potesse servire. Il resto doveva farlo da sola.
   
 
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